Numeri: Alcaraz, la Top 20 è solo l'inizio. Opelka e quel record di aces non così lontano - Pagina 2 di 2

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Numeri: Alcaraz, la Top 20 è solo l’inizio. Opelka e quel record di aces non così lontano

Il giovane spagnolo è assieme a Carreno Busta il tennista tra i Top 20 ad aver giocato meno tornei nelle ultime 52 settimane, ad eccezione di Nadal e Djokovic. Il bombardiere americano può mettere Karlovic nel mirino

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Carlos Alcaraz - Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)
 


2792 – Gli ace già messi a segno in carriera dal numero 2 statunitense, Reilly Opelka, giunto questa settimana al suo attuale best career ranking di 18 ATP.  Nulla a che vedere, almeno per il momento, con i record di Karlovic (13762), Isner (13381), Federer (11452), Feliciano Lopez (10142) e Ivanisevic (10131), ad oggi gli unici cinque tennisti ad avere ufficialmente conteggiati dall’ATP almeno diecimila ace. Tuttavia la giovane età del nemmeno venticiquenne tennista a stelle e strisce fa prevedere una sua veloce ascesa in questa partcolare graduatoria (attualmente è solo 95°), analoga a quella avvenuta negli ultimi mesi nella classifica ATP (e del resto in questo 2022 è ampiamente primo nella classifica degli ace messi a segno, ben 315 davanti ai 222 centrati da Auger- Aliassime). Il suo ingresso tra i migliori tennisti del circuito, celebrato dalla sua attuale presenza nella top 20, non è stato del tutto inatteso tra gli addetti ai lavori, che già sette anni fa avevano imparato a conoscerlo: a Wimbledon nel 2015 vinceva il singolare juniores sconfiggendo Mikael Ymer in finale (dopo aver annullato un match point a De Minaur nel primo turno) e saliva fino al quarto posto del ranking di categoria. L’approdo tra i primi cento al mondo è arrivato solo a fine 2018 ma è dal 2019 che si è sentito maggiormente parlare di lui. Nel febbraio di tre anni fa conquista il primo titolo all’ATP 250 di New York, in una maniera piuttosto rocambolesca: in finale al tie-break decisivo supera il canadese Schnur, mentre in semifinale sconfigge, dopo avergli annullato sei match point, Isner in tre tie break. Quello contro il connazionale John è un match che va dritto nel libro dei guinness tennistitici: i due mettono a segno complessivamente 81 ace, record per una partita al meglio dei tre set da quando l’ATP nel 1991 ha iniziato a conteggiare questa statistica. Dopo quel risultato Opelka approda tra i primi 60 ma è nel finale di stagione, con le due semifinali raggiunte agli ATP 500 di Tokyo e Basilea, che trova i risultati decisivi per chiudere al 36° posto la stagione 2019. Due anni fa il secondo titolo arriva a Delray Beach l, dove sconfigge in finale Nishioka e anche in questo successo per arrivare al titolo annulla match point (uno, a Raonic in semifinale).Nell’ultima manciata di mesi ha compiuto poi un ulteriore step nel suo rendimento, come testimoniato anche dalla semifinale raggiunta a Roma nel 2021: prima dello scorso maggio sul rosso nel circuito maggiore aveva vinto appena due match,vma al Foro Italico si spinge invece sino alla semifinale. Dal torneo romano migliora anche il suo rapporto con i tie-break, un momento decisivo nel punteggio tanto più per le caratteristiche del suo tennis (efficacissimo al servizio, molto meno in risposta), che inevitabilmente lo porta a giocarne tanti. Dagli Internazionali d’italia ad oggi ne gioca 49 vincendone 32,  un bilancio corrispondente a una percentuale di vittiorie pari a un ottimo 65,3%. Per capire come  Reilly sia notevolmente migliorato in tal senso confrontiamo questa statistica con il bilancio totale di tie-break vinti in carriera, pari a 79 su 150, ovvero il 52, 70%). Come parziale diretta conseguenza di questo miglioramento vince 30 delle 49 partite che gioca da maggio ad oggi. Impressiona in particolare la continuità di risultati positivi trovata da Opelka nei match contro i colleghi più alla portata tecnicamente, quelli non compresi nella top 20 del ranking ATP. La trova in particolare dallo scorso agosto, quando conquista sin qui il risultato più importante della carriera arrivando in finale ai Canadian Open, dove si arrende in finale a Medvedev dopo aver annullato un match point in ottavi ad Harris e aver trovato in semi la prima (e sin qui unica) vittoria della carriera contro un top 5, Tsitsipas. La parte finale del 2021 non è eccezionale, se si eccettua il primo ottavo di finale raggiunto in uno Slam, gli US Open. Un ottimo inizio della stagione in corso (il terzo titolo della carriera vinto a Dallas due settimane fa, la finale a Delray Beach qualche giorno fa e la semi a Sydney in gennaio) gli ha consentito di raggiungere l’11° posto nella Race di questa settimana e, soprattutto, come detto, la 18°posizione nel ranking ATP. Non è detto che Reilly e i suoi 211 cm (gli stessi di Karlovic, 5 in più di Isner) si fermino qui, anzi: proseguendo con l’attuale continuità contro i più deboli potrà salire ancora in classifica, in particolar modo se migliorerà il bilancio vinte/perse contro i più forti, contro i quali ancora ha troppe difficoltà ad imporsi (nelle ultime 52 settimane ha vinto appena due delle nove volte che li ha incontrati).

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