Serena Williams: "Al posto di Zverev ora sarei in prigione. Ho ancora il sogno del record Slam"

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Serena Williams: “Al posto di Zverev ora sarei in prigione. Ho ancora il sogno del record Slam”

In un’intervista alla CNN la campionessa americana ha parlato anche della possibilità di giocare il Roland Garros: “Parigi mi piace, se il fisico regge…”

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Serena Williams al Foro Italico - WTA Roma 2021 (courtesy of tournament)
 

Sembra strano, ma il circuito WTA si sta quasi abituando all’assenza di Serena Williams e sua sorella Venus, dopo che per un ventennio ha assistito al loro dominio, spesso incontrastato. Con l’età che avanza, ciò che faceva la differenza tra una giocatrice come Serena e il resto del gruppo – ovvero il fisico – risulta oramai più un punto di debolezza che un vantaggio. Ma non è ancora arrivato il momento per deporre le armi. L’ha detto Serena stessa in un’intervista registrata con la CNN realizzata dalla giornalista Christiane Amanpour. “Amo ciò che faccio” ha iniziato, nel rispondere alla domanda sul tentativo di agguantare il record di trionfi Slam (24) distante una sola lunghezza. “Al momento devo concentrarmi su me stessa. Cosa significa? Non lo so! Sono ancora una tennista professionista, mi alleno ancora. Mi guardo indietro e penso che lo faccio da ormai 30-32 anni, ma non mi sento arrivata. Dovrei avere quel record e ho avuto tante opportunità per conquistarlo, ma per rispondere alla domanda, non mollo ancora”.

Dopo tutto questo tempo, Serena non si è ancora stancata di ricevere continuamente domande su quel singolo trofeo che le permetterebbe di raggiungere Margaret Court Smith? A quanto pare no. “Le domande sul record di Slam non mi danno fastidio. Come dice la nostra amica Billie Jean King, la pressione è un privilegio. Qual è l’alternativa al non ricevere domande sui record? Non averne l’opportunità. Preferisco che qualcuno mi chieda tutti i giorni del possibile record Slam che avere solo 3, 6, 10 o 15 titoli“. I punti interrogativi sulla sua tenuta fisica ci sono ancora però. Nel 2022 ancora non si è vista in campo ed è ragionevole pensare che in quest’ultima fase della sua carriera preferisca fare all-in su un solo evento. Su una sua possibile presenza al Roland Garros ha detto: “Parigi è una delle mie città preferite e mi piace la terra. Ma vedremo, se il mio fisico regge, ci sarò”.

La famiglia Williams è stata protagonista di un film di grande successo negli ultimi mesi, King Richard, con protagonista Richard Williams (Will Smith nella pellicola) nel ruolo di padre e allenatore di Venus e Serena. Il film è ora tra le nomination per gli Oscar 2022 (cerimonia di premiazione il 27 marzo): “Abbiamo iniziato a registrare prima della pandemia. Non abbiamo mai pensato veramente all’impatto che il film avrebbe potuto avere, anche se ovviamente l’obiettivo dei film è anche vincere dei premi. È incredibile essere nominati. Mio padre è la ragione per cui siamo qui in questo momento. Il film racconta la verità, questo era l’obiettivo. Ci affacciavamo su un nuovo sport che è prevalentemente giocato da atleti bianchi e bisognava dire la verità sul fatto che mio padre non corrispondesse alla figura del ‘villain’. Ha sempre cercato di proteggerci e supportarci, così come tutta la famiglia, sin dal primo giorno. Tante volte senti quanta pressione il padre metta sul figlio e i rapporti alla fine si sfaldano. Per noi è stato l’opposto”.

Al termine dell’intervista Serena ha anche commentato un fatto recente accaduto nel Tour maschile, ovvero la squalifica di Sascha Zverev ad Acapulco. Williams, che comunque allo US Open 2018 è stata protagonista di un acceso e arcinoto diverbio con il giudice di sedia Carlos Ramos (che ovviamente non è sfociato in racchettate al seggiolone, come nel caso di Zverev) ed è stata protagonista di altri momenti “caldi” sul campo da tennis, ha detto con sarcasmo: C’è chiaramente una disparità di trattamento. Se avessi fatto io quello che ha fatto Zverev ora sarei in prigione. Davvero, non scherzo. In realtà sono stata in un periodo di prova, ma non vorrei parlare di quell’incidente ora!”. Si riferisce a quando, dopo aver offeso una giudice di linea nel corso della semifinale dello US Open 2009, venne multata con l’avvertenza che se fosse stata protagonista di un altro episodio simile nei due anni successivi, sarebbe stata squalificata dal prossimo Open degli Stati Uniti.

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