Challenger
Cobolli non passa l’esame Borges al Challenger di Roseto
Nonostante un ottimo secondo set, il tennista romano Flavio Cobolli cede in semifinale al portoghese. Il ranking comunque migliora

Dal nostro inviato Andrea Negro
Flavio Cobolli gioca bene per mezz’ora e naturalmente non basta, neanche in una semifinale Challenger, soprattutto se dall’altra parte del campo scorrazza un giocatore ostico e maturo come Nuno Borges, prossimo n. 148 ATP (e anche oltre, se vincerà la finale di domani). Tanta buona volontà e grinta per il diciannovenne italiano ma il 6-1 5-7 6-2 a favore del lusitano dal cognome importante purtroppo non fa una grinza. In ogni caso, grazie ai tre match vinti in Abruzzo, Flavio salirà al n. 163 della classifica ATP, quattordici passi in più verso quella top-100 che a fine gara ci confiderà essere il suo traguardo minimo per il prossimo anno.
IL MATCH – Dopo giorni di freddo padano – ha pure nevicato – sulla costa del medio Adriatico splende il sole e la temperatura finalmente ci ricorda che la primavera è vicina. Gli spalti del Tennis Club Roseto si riempiono in fretta, da queste parti c’è antica tradizione e rinnovata voglia di tennis. L’atmosfera è partecipe, patriottica il giusto, peccato solo per il frastuono delle trombette dal palazzetto di fianco – gioca il Roseto, serie B di basket – e per il tic-toc dell’allenamento sul campo adiacente. Cobolli parte imballato e, inanellando due dei tanti gratuiti del suo match, non sfrutta un paio di palle break gentilmente offerte da Borges nel terzo game. Break mancato, break subito. Nel successivo turno di servizio, Flavio si condanna allo 0-40 con uno sciagurato doppio fallo, rimedia in parte con una buona prima, ma al punto successivo il portoghese risponde profondo e intasca il game. Sul 1-3 l’italiano s’innervosisce, saranno le trombette, sarà che non gli entra un rovescio che sia uno: inevitabili la scarsa lucidità e l’ansia di chiudere ad ogni colpo. Di là c’è un Borges solido, geometrico, centrato al servizio, pure fortunato – è un nastro galeotto a issarlo a palla break anche nel sesto gioco, poi regalatogli dall’ennesimo rovescio in rete di Cobolli.
Nuno sale 5-1: la ragione del vistoso scarto sta proprio nella fallosità del colpo bimane di Flavio, che lo gioca scomposto, spesso in ritardo con gli appoggi. Non è un caso che, dopo aver annullato un primo set point con un drittone vincente, sia un altro suo rovescio volato fuori a consegnare il parziale al portoghese, soltanto 22 minuti dopo il fischio d’inizio. Il copione pare non cambiare in avvio di secondo set, anzi, se possibile, Cobolli è ancora più irritabile e frettoloso: quattro gratuiti consecutivi gli costano l’immediato break e si becca pure un warning per randellata alla panchina al cambio campo. Borges fa il suo, in realtà non molto, ha capito che l’avversario si è votato all’autodistruzione e lo lascia continuare. Flavio intensifica gli sguardi attoniti verso l’angolo, da cui non sembrano arrivare ciambelle di salvataggio. Si arriva velocemente allo 0-4, causa uno-due terrificante di Borges, che prima arraffa un nuovo break chiudendo il più bello scambio del match con un dropshot delicato, e poi tiene con agio il servizio.
Cobolli ora non ha più nulla da perdere e si scuote, il suo tennis si fa più offensivo e finalmente toglie lo zero dal tabellino del secondo set. Nel game seguente si procura tre palle break, giocando sempre in spinta: sull’ultima scaglia un dritto inside-in degno di Delpo e dimezza i break di svantaggio: lo score dice comunque 4-2 per Nuno. Ma l’aria è diversa, Flavio si è scrollato i fantasmi di dosso e pure le trombette si sono affievolite. Ora è decisamente offensivo e attacca anche la rete. Tenuto il proprio, sul 3-4 tenta l’assalto al servizio di Borges, il quale tuttavia non prova pietà e piazza un paio di ace. Cobolli replica con altrettante ottime prime e rimane agganciato nel punteggio. Il problema è che siamo 4-5, al portoghese manca un game ed è il suo turno di battuta. Entrambi sentono il momento e sbagliano lo sbagliabile, Borges però un po’ di più e Cobolli si ritrova un’insperata palla break, grazie ad una sconsiderata smorzata in rete dell’avversario. Flavio non trema, prende le redini dello scambio e chiude con un dritto in contropiede. Probabilmente sull’1-6 0-4 neanche mamma Cobolli avrebbe creduto nella rimonta. Eppure il tabellone segna 5-5, si riapre tutto. L’undicesimo gioco è pura roulette russa, Flavio prima si procura una palla game, poi sciupa, poi riacciuffa la parità con un’ottima prima e ancora con la prima costringe Borges all’errore: 6-5 Italia.

Nuno è frastornato, due minuti fa era in hotel a fare defaticamento, ora è sotto: la frustrazione è troppa, il braccio si marmorizza e con tre gratuiti spalanca a Cobolli le porte del terzo set. Match ripreso letteralmente per i capelli, sugli spalti adesso si tifa forte, come forte si è fatto il vento. I primi due giochi del parziale decisivo scorrono interlocutori seguendo la legge dei servizi; a partire dal terzo però il rovescio di Cobolli, tenuto a bada con saggezza nella ringhiosa rincorsa del secondo set, si incarta di nuovo, e sempre per la smania di chiudere subito il punto. Contratto e poco coordinato, Flavio infila due gratuiti e perde il servizio. Sulle tribune infuria la torcida ad ogni suo punto, sennonché i punti sono sempre meno, Borges pare averne di più e impugna la cloche del gioco. Sul 4-2 per il portoghese, Cobolli salva tre palle break consecutive, viene lapidato da una sassata di Borges e sulla quarta insacca in rete un disperato dritto d’attacco. Nel game successivo il romano lotta ancora, ma Nuno sciorina un dropshot e un ace, vidimando una vittoria in cui, malgrado tutto, non hai mai smesso di credere.
Domani in finale incontrerà il cugino iberico Carlos Taberner, che un paio d’ore prima aveva addomesticato un altro spagnolo, Nikolas Sanchez Izquierdo 6-4 7-6, potente ma troppo falloso e probabilmente svuotato dalle quattro partite precedenti – veniva dalle quali. Abbiamo aspettato che Flavio smaltisse fatica e sconforto – quel secondo set aveva illuso un po’ tutti – per fagli qualche domanda, anche oltre la contingenza del match perso. Ci ha detto che i giorni in Davis coi ragazzi più esperti gli sono serviti per capire quanto gli altri siano avanti in termini di preparazione atletica, controllo dell’alimentazione, tecniche di defaticamento. Come già accennato, tra un anno si vede in top-100 e tra cinque al livello dei compagni di squadra, ma tutto dipenderà dalla sua testa, oggi per esempio non si perdona di aver iniziato a giocare sull’1-6 0-4. Ha chiuso la breve e piacevole conversazione – a parte qualche intemperanza giovanile in campo, è un ragazzo disponibile e gentile – mostrando consapevolezza circa i suoi punti deboli: è ben deciso a migliorare la percentuale di prime in campo e ad usare maggiormente il back di rovescio.
A parer nostro, è solo questione di tempo, Flavio Cobolli è il nostro De Minaur, e sta arrivando.
Challenger
Da Zeppieri a Cobolli e non solo: grande risultato degli azzurri al Challenger di Zara
Quattro nostri atleti accedono ai quarti di finale nella località dalmata, mentre si fermano prematuramente negli altri tornei

Zara è italiana! Non stiamo ovviamente cedendo a nostalgie irredentiste, ma semplicemente evidenziando la grande prestazione della numerosa pattuglia azzurra (nove gli atleti in tabellone) sulla terra battuta croata. Sono ben quattro infatti gli italiani che approdano ai quarti di finale, a cominciare da Giulio Zeppieri e Flavio Cobolli che purtroppo dovranno affrontarsi in un derby che si prospetta tanto crudele quanto interessante. Zeppo nel secondo turno ha eliminato in rimonta (4-6 6-1 6-4) il cinese di Taipei Chun-Hsin Tseng (n.140 ATP e prima testa di serie del torneo. Posizione nel seeding che sarebbe toccata a Zeppieri che invece è stato costretto alle qualificazioni in quanto iscrittosi in ritardo, mentre Flavietto, ha rimontato (3-6 6-2 7-5) l’esperto Damir Dzumhur (n.195), dopo aver ridimensionato il croato Mili Poljiacak che, a dispetto della classifica ancora acerba (n.468), è ormai da tutti considerato un fenomeno, a partire da Djokovic che l’anno scorso lo richiese espressamente come sparring in quel di Wimbledon. Adesso la parola al campo per definire le gerarchie tra due dei nostri prospetti più interessanti, con Zeppieri avanti 2-1 nei precedenti.
Ovviamente come prospetto è molto interessante anche Matteo Gigante che ha fatto il suo, battendo Hamad Medjedovic (n.192), altro aspirante fenomeno, in modo talmente netto (6-1 6-2) da lasciare stupiti pubblico e addetti ai lavori, noi per primi. Gli è bastata poco più di un’ora di gioco, senza mai cedere il servizio, per ridimensionare bruscamente il 19enne serbo, prima di passare alla pratica Sebastian Ofner (n.137), indubbiamente un bel banco di prova.
A completare il quadro l’intramontabile Alessandro Giannessi che ha regolato con autorità il padrone di casa Nino Serdarusic col punteggio di 7-6(4) 6-3, tra l’altro annullando ben tre set point sul 4-5 del primo parziale. Nei quarti troverà il forte magiaro Zsombor Piros (n.185 ATP) e non partirà favorito, ma in questa stagione lo spezzino appare talmente motivato da rendere possibile qualsiasi risultato.
Al Challenger 100 di Biel (cemento indoor) erano quattro gli italiani nel tabellone delle qualificazioni. Due di loro sono approdati al main draw: Francesco Forti ed Enrico Dalla Valle, entrambi della Galimberti Tennis Academy. Eliminati invece Luca Potenza e Marcello Serafini. Nel tabellone principale il romagnolo Forti ha continuato la sua corsa battendo la wild card svizzera Jakub Paul 7-6(5) 6-4, prima di essere fermato con un doppio 6-4 dal forte austriaco Jurij Rodionov (n.131 ATP).
Eliminato invece all’esordio Dalla Valle che ha trovato disco rosso contro l’esperto Norbert Gombos (n.133 ATP), pur lottando con tutte le sue forze, come dimostra il punteggio 4-6 6-3 7-6(1).
Al Challenger 75 di Las Franquesas del Valles (cemento outdoor) c’erano Lorenzo Giustino e Andrea Arnaboldi. Subito eliminato quest’ultimo dall’australiano Max Purcell (prima testa di serie del torneo) col punteggio di 3-6 6-1 7-6(3). Il tennista napoletano supera invece un turno a spese del tedesco Rudolf Molleker (n.326), prima di essere costretto alla resa dal russo Ivan Gakhov con il punteggio di 6-2 7-5.
Si giocava anche in Francia, al Challenger 75 di Saint Brieuc (cemento indoor) dove l’azzurro Giovanni Oradini viene fermato all’esordio dal qualificato francese Lucas Poullain (n.558 ATP) col punteggio di 6-1 7-6(2). Non supera le qualificazioni il 24enne di Carate Brianza Davide Pozzi.
ATP
Presentato a Torino il Piemonte Open Intesa Sanpaolo: “Un bel regalo per appassionati italiani”
Il torneo si disputerà nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma. Previsto un importante parco giocatori

Torino val bene un Super Challenger. Nella mattinata di oggi, lunedì 20 marzo, è stato presentato il nuovo “Piemonte Open Intesa Sanpaolo”, torneo in programma dal 14 al 20 maggio 2023 appartenente alla neonata categoria ATP Challenger 175, quella che comprende anche gli eventi di Phoenix (andato in scena nella settimana appena conclusa, con la vittoria di Nuno Borges) e Cagliari (si gioca dall’1 al 7 maggio). Si tratta di un ristrettissimo elenco di eventi “Premium” che si collocano di fatto a metà tra il circuito Challenger e quello ATP per punti, montepremi e parco partecipanti. L’idea, come noto, è stata quella di collocare questi tornei durante la seconda settimana dei Masters 1000 con tabelloni a 96 giocatori, in modo da consentire ai tennisti eliminati nei primi turni di avere una possibilità per rifarsi in tornei logisticamente collegabili. A Torino si giocherà dunque nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma.
Il Challenger 175 della capitale piemontese non è certo paragonabile alle ATP Finals, ma ne è in qualche modo parente, non foss’altro perché si gioca nella struttura che a novembre funge da Training Center per il torneo dei maestri. Ovviamente, cambia la stagione e la collocazione nel calendario, dunque la superficie sarà la terra rossa. “La prima edizione del Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ è una grande notizia per il Circolo della Stampa Sporting e per il movimento tennistico piemontese, per almeno tre motivi – dice Pietro Garibaldi, presidente del Circolo -. Innanzitutto il torneo segna il ritorno del grande tennis nel restaurato Campo Stadio del Circolo della Stampa Sporting che ospitò gli Internazionali del 1961 e degli incontri di Coppa Davis degli anni ‘70. Il secondo motivo riguarda il movimento tennistico piemontese; con il torneo di prequalificazione che si svolgerà presso il Circolo della Stampa Sporting a partire dal 23 aprile 2022, daremo a tutte le giovani leve tennistiche piemontesi e del resto d’Italia la possibilità di qualificarsi per un torneo internazionale di primo livello. Infine, il Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ conferma il ruolo del Circolo della Stampa Sporting come casa del tennis piemontese in stretto legame con tutte le istituzioni che ci hanno sostenuto in questi anni: il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Camera di commercio di Torino, la Sovrintendenza ai Beni Architettonici, le Fondazioni ex bancarie e lo sponsor Intesa Sanpaolo”.
Proprio nella forte presenza di Intesa Sanpaolo, title sponsor dell’evento, si ravvisa un altro elemento di contatto con le ATP Finals. Così Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo: “Nel percorso di sostegno al tennis intrapreso da Intesa Sanpaolo con le Nitto ATP Finals e le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals si apre oggi il nuovo capitolo del torneo Challenger 175. Gli atleti che si sfideranno al Circolo della Stampa Sporting, del quale sosteniamo il rilancio, esprimono capacità, energia, passione – le stesse della Banca nell’accompagnare ogni giorno lo sviluppo del Paese. Grazie a questo nuovo evento Torino si consolida come sede ideale per i grandi eventi sportivi e culturali”.
Direttore del torneo sarà Giorgio Di Palermo. “Il Challenger 175 ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ rappresenta un bel regalo per gli appassionati italiani e una nuova grande occasione per tutti i tennisti impegnati in quei giorni sulla terra rossa europea. I campioni usciti di scena nei primi giorni del Foro Italico avranno, infatti, l’opportunità di confrontarsi da domenica 14 a sabato 20 maggio al Circolo della Stampa Sporting; sugli storici campi torinesi troveranno le condizioni ideali per acquisire punti importanti per la classifica mondiale ATP. Questa nuova categoria premier garantisce, infatti, un alto tasso di qualità di tutti i partecipanti e rappresenta un’ottima opportunità per i giovani azzurri in rampa di lancio sul tour”, ha detto.
Le partite del torneo di Torino saranno trasmesse live sulla tv della Federazione Italiana Tennis e Padel SuperTennis Tv e sulla piattaforma digitale SuperTenniX. I biglietti per il torneo sono acquistabili a questo link: https://www.ticketone.it/artist/piemonte-open-intesa-sanpaolo/
Challenger
Challenger Phoenix: vince Borges e vola al 22° posto della Race
Nuno Borges, colui che mai perde al primo turno di un torneo ATP, batte in rimonta Shevchenko, l’autore dell’eliminazione di Berrettini e Monfils

[Alt] N. Borges b. [Q] A. Shevchenko 4-6 6-2 6-1
Si ferma in finale la corsa di Alexander Shevchenko, il ventiduenne di Rostov sul Don proveniente dalle qualificazioni che ha battuto tra gli altri Gael Monfils e Matteo Berrettini. Arrivato a un set dal traguardo, Shevchenko si è arreso alla rimonta del portoghese Nuno Borges che, dopo Monterrey, ha alzato il secondo trofeo Challenger consecutivo su due disputati quest’anno. Poco più di un’ora e mezza di match in cui Shevchenko è stato il giocatore più aggressivo, mentre Borges – che risponde abbastanza vicino alla riga e poi si allontana, tipo Nadal o Medvedev al contrario – ha fatto valere le proprie doti difensive. E proprio vincendo un punto (quasi) perso due o tre volte sul 3-2 30-30 del secondo set Nuno ha preso lo slancio per un parzialone da 10 giochi a 1.
I 175 punti in palio all’Arizona Tennis Classic (Challenger dalla partecipazione di altissimo livello in cui sono arrivati in finale un qualificato e un alternate) gli valgono il best ranking al n. 68, il 22° posto della Race e l’aggiunta del nome al dizionario del nostro programma di videoscrittura.
Classe 1997 (quindi teoricamente un Orginal Next Gen, anche se all’epoca della prima edizione del Masterino era fuori dai primi 500 della classifica), con quattro anni di tennis alla Mississippi State University, Borges è un esempio di come ci si possa costruire un’ottima classifica con i tornei Challenger. Tuttavia, nonostante l’esperienza nel circuito maggiore sia al momento limitata a 20 match, Nuno vanta una statistica interessante: non ha mai perso al primo turno di un torneo ATP. Un altro modo di dirlo è che non ha mai superato il secondo ostacolo nelle sue sei partecipazioni ma, in ogni caso, il prossimo passo non potrà che essere un quarto di finale (almeno) in un “250”.
“Sono così felice e orgoglioso che non so se riuscirò a dormire stanotte” ha commentato Borges dopo il successo. “Ero nelle qualificazioni quando mi sono iscirtto, ma sono entrato in tabellone all’ultimo momento, peraltro con basse aspettative, visto il primo turno tosto che mi aspettava”. E invece ha battuto in due set Diego Schwartzman e non si è più fermato.
Per quanto riguarda il ventiduenne Shevchenko, allievo della scuderia di Gunter Bresnik, si ferma a un solo passo dalla top 100, ma ha già dell’ottimo materiale da raccontare ai nipotini, come quella volta che batté due top 10, senza bisogno di entrare nei dettagli. Insomma, a dispetto del nome benaugurante, a Phoenix né Monfils né Berrettini sono risorti dalle proprie ceneri. Ceneri si fa per dire, naturalmente. Dopotutto, Lamonf è appena rientrato nel circuito e, dopotutto, Matteo è andato in Arizona per giocare qualche match e qualche match ha giocato; se poi, invece di perdere dal presunto ex pallone d’oro, fosse arrivato in fondo, sarebbe stato criticato per aver messo a rischio la propria integrità fisica giocando cinque incontri in quattro giorni. Ammettiamolo, Spike Lee dava un consiglio impossibile con il suo “Fa’ la cosa giusta”.