Dei delitti e delle pene (nel tennis): una proposta per l'ATP

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Dei delitti e delle pene (nel tennis): una proposta per l’ATP

Se sospendere un tennista di alto profilo è una decisione troppo difficile da prendere per i vertici del tennis, ecco una soluzione alternativa di sicuro interesse e… utilità

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Alexander Zverev - Olimpiadi Tokyo 2020 (via Twitter, @atptour)
 

Hanno fatto il giro del mondo le immagini di Alexander Zverev che al torneo di Acapulco, subito dopo avere perso la partita di doppio, si accanisce con la racchetta contro il seggiolone del giudice arbitro, colpevole a suo parere di avere preso una decisione sbagliata risultata poi determinante ai fini del risultato.

Zverev poco dopo il fatto ha dichiarato di avere commesso il più grande errore della sua vita, ma il pentimento non ha commosso l’ATP che gli ha inflitto una sanzione pecuniaria di 40.000 dollari e la sospensione dal circuito per otto settimane; la sospensione è stata però…sospesa, ovvero il tennista tedesco la sconterà solo qualora nel corso dei prossimi 12 mesi dovesse ricascare in comportamenti analoghi.

La sospensione della sospensione ha suscitato tante perplessità e pochi consensi, causando così un ulteriore danno di immagine all’ATP – già indirettamente danneggiata negli ultimi mesi dalla vicenda Djokovic –  e quindi al suo Presidente, Andrea Gaudenzi, a cui in questi anni non sono state risparmiate critiche alle quali si è appena aggiunta quella di Reilly Opelka che in sostanza gli ha addebitato un difetto di leadership.

Molti si sono chiesti se episodi simili in altri sport  – per esempio nel calcio – sarebbero stati trattati con la medesima indulgenza. Probabilmente no.

Ma negli sport di squadra un giocatore – per quanto bravo sia – può sempre essere rimpiazzato a differenza di quanto accade in uno sport individuale dove l’assenza di un campione di alto livello da un torneo può avere pesanti ricadute economiche; dopo due anni di recessione causati dalla pandemia e con una guerra in corso nel cuore dell’Europa questo è un lusso che il tennis in questo momento non può permettersi.

Quindi che cosa potrebbe fare di efficace l’ATP in circostanze analoghe e riconquistare così la credibilità perduta?

Una risposta potrebbe giungere dalla lettura dell’articolo 27 della Costituzione italiana che al terzo capoverso introduce un principio importante nel nostro ordinamento giuridico: “Le pene…..devono tendere alla rieducazione del condannato”. Le misure socialmente utili alternative alla detenzione traggono la loro origine legale da qui.

Mutatis mutandis crediamo valga la pena che l’ATP (e perché non anche la WTA) consideri la possibilità di offrire all’atleta che si è reso colpevole di una violazione del regolamento di evitare pesanti sanzioni scegliendo di svolgere un’attività socialmente utile in campo sportivo.

Nella fattispecie l’ATP avrebbe quindi potuto dire a Zverev: “Caro Alexander, per riparare al tuo errore hai la possibilità di scegliere tra una squalifica per otto settimane oppure trascorrere la pausa invernale in una scuola tennis dove ti dedicherai all’insegnamento gratuito del nostro sport ai bambini.” Secondo noi AZ avrebbe optato per l’insegnamento.

E’ solo un esempio di ciò che si potrebbe fare e pensiamo che così facendo tutti gli attori coinvolti ne trarrebbero grande beneficio.

Se poi la scuola tennis verrà individuata in un Paese povero e non nel Principato di Monaco tanto meglio: Nick Kyrgios alle prese con i bambini di una scuola tennis di una favela brasiliana è un’immagine che non ha prezzo.

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