[24] S. Halep b. [16] C. Gauff 6-3 6-4

Un compleanno di 18 anni memorabile per Cori Gauff ma non nel modo che si sarebbe aspettata. La tennista statunitense ha ricevuto una lezione di tennis non richiesta da parte dell’ex numero 1 del mondo, scesa in campo determinatissima a non concedere nulla alla teenager e tant’è stato. Simona Halep ha vinto 6-3 6-4 in un’ora e diciassette minuti salvando tutte le 4 palle break concesse, non mostrandosi mai in difficoltà e tenendo a bada sia l’esuberanza della sua avversaria – oggi invero molto sottotono – sia le condizioni di gioco tutt’altro che agevoli. Per l’ex n. 1 è la tredicesima vittoria stagionale ma ciò che più conta è il grande carisma mostrato nell’arco di tutto l’incontro: il lavoro col nuovo coach dunque sta funzionando. Il periodo di prova va verso l’estensione?

IL MATCH – Ritardate un po’ dal protrarsi del match di Berrettini sullo Stadium 1, le due tenniste sono scese in campo poco dopo le tre di notte italiana (18 ora locale), accompagnate da insistenti folate di vento similmente ai giorni precedenti. Nonostante fosse il suo di compleanno è Gauff la prima a fare regali, e con tre gratuiti con altrettanti fondamentali (rovescio, servizio e dritto) concede il break al terzo game; un pacchetto ben confezionato che Halep deve solo scartare e lo fa affidandosi alla sua proverbiale solidità da fondo con la quale sventa qualsiasi tentativo di rientro dell’avversaria.

La minor esperienza della neo-18enne si palesa nelle difficoltà che ha nel gestire le condizioni ventose di gioco, ma inizialmente tutto sembra esser bilanciato dalla tenacia sotto forma di grandi e ambiziosi rovesci. Il pragmatismo di Halep invece si manifesta nella sua scelta di iniziare lo scambio con palle centrali, per poi aprirsi il gioco una volta acquisita la giusta dose di fiducia. Nel momento del bisogno l’attuale n. 26 del mondo sa anche cambiare marcia e lo fa chiudendo il primo set 6-3, allungatosi leggermente nel finale ma che altrimenti ha visto una sola tennista dominare il campo.

Lo spirito e l’atteggiamento in campo di Halep sono encomiabili e, salvo qualche raro gratuito sparso qui e lì, anche nel suo gioco funziona tutto alla perfezione. Il secondo set è puro dominio delle tenniste al servizio e tutto si conclude col più classico dei passi falsi, avvenuto nel decimo game quando Gauff si appresta a servire per rimanere nel match sul 5-4. Già si presentiva che qualcosa di decisivo stava per accadere l’intensità di Halep era in aumento. Due passanti vincenti di dritto in fotocopia (su attacchi non particolarmente convinti), inframezzati da un’accelerazione di rovescio larga della statunitense, concedono tre match point consecutivi alla due volte campionessa Slam e il terzo è quello buono. Con un errore di dritto, Gauff mette fine alla sua partecipazione a Indian Wells, torneo che lo scorso anno la vide raggiungere i quarti di finale. La campionessa dell’edizione del 2015 invece si lascia andare in un fragoroso ruggito come non le si vedeva fare da tempo, a riprova della sua ferma intenzione di risalire ai piani alti di questo sport e di quanto ci tenesse a fare una bella prestazione. Per lei al terzo turno c’è il derby contro la romeba Sorana Cirstea, vincente in rimonta sulla russa Anna Kalinskaya 5-7 6-1 6-0.

[15] A. Kerber b. [23] D. Kasatkina 6-2 6-1

Se la prestazione di Halep è stata notevole, quella della sua collega ed ex numero 1 Angelique Kerber non è stata da meno. La tedesca ha impiegato appena 62 minuti per avere la meglio 6-2 6-1 sulla talentuosa russa Daria Kasatkina, la quale oggi non è riuscita a far fruttare il suo gioco articolato giocando palle corte troppo telefonate e colpi da fondo troppo poco incisivi, contro una regolarista d’eccellenza come la mancina Angelique. Ci si aspettava un match se non combattuto quantomeno frizzante negli scambi e invece tra le due woman in black non c’è stata storia. Per Kerber agli ottavi si prospetta l’interessante sfida inedita contro Iga Swiatek (vincente a fatica ad inizio giornata su Tauson) sperando che anche questo match non deluda le attese.

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