WTA Indian Wells: Sakkari raggiunge Swiatek in finale. In palio il numero due del ranking

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WTA Indian Wells: Sakkari raggiunge Swiatek in finale. In palio il numero due del ranking

Per la prima volta in carriera Sakkari raggiunge la finale di un WTA1000. Ad attenderla c’è la giovane polacca Swiatek, contro cui è in vantaggio 3-1 nei precedenti.

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Maria Sakkari - Indian Wells 2022 (foto Twitter @bnpparibasopen)
 

[6] M. Sakkari b. [5] P. Badosa 6-2 4-6 6-1

Dopo la vittoria di Iga Swiatek su Simona Halep, la seconda finalista del BNP Paribas Open è Maria Sakkari, che in tre set lottati estromette dal torneo la campionessa in carica Paula Badosa, infliggendole la prima sconfitta della carriera in questo torneo (la spagnola, infatti, aveva vinto i primi dieci match disputati qui: solo Martina Navratilova c’era riuscita prima di lei). Per la greca, invece, è una delle vittorie più importanti della carriera, dato che a livello di WTA1000 non aveva mai vinto una semifinale – 0/4 il bilancio prima di oggi – e, con questa vittoria, ottiene il primo successo su una top10 in stagione. Al termine di questo comunque già ottimo torneo, Sakkari è già certa di centrare il best ranking di numero tre al mondo, ma può permettersi anche di dare uno sguardo un po’ più in là. Chi tra lei e Swiatek solleverà il trofeo, infatti, da lunedì occuperà la seconda posizione del ranking alle spalle di Ashleigh Barty. Passando al racconto del match, non è stato un incontro particolarmente ricco di vincenti, ma è stato comunque ricco di intensità. A vincere è stata la giocatrice che, banalmente, ci ha creduto di più, oltre ad essere colei che meglio è riuscita ad affrontare ed arginare i momenti di blackout.

LA PARTITA – L’avvio di match è piuttosto incerto e caratterizzato da alcuni errori gratuiti di troppo, tra cui un doppio fallo a testa. Ne consegue l’immediato scambio di break ad inizio partita, con Sakkari che riesce poi a tenere il suo turno di servizio e a portarsi sul 2-1. Dopo 12 minuti Badosa riesce ad ottenere i primi due punti in battuta della sua partita, che arrivano però grazie ad altrettanti gratuiti di dritto della greca. Nonostante ciò, la spagnola commette altri due doppi falli e dà la sensazione di non essere ancora entrata totalmente in partita, perdendo nuovamente il servizio. Nonostante alcune difficoltà, Badosa riesce a costruirsi due palle break consecutive nel quinto game, ben annullate da Sakkari. La testa di serie numero sei è un muro in difesa e induce ripetutamente all’errore la sua avversaria, passando a condurre 4-1 alla prima chance utile. In risposta la greca continua ad avere diverse opportunità, arrivando sullo 0-30 e poi ai vantaggi, non riuscendo però ad arrivare a costruirsi la palla per il doppio break. Con grande fatica Badosa tiene il primo gioco al servizio della sua partita, ma quando si entra nello scambio è quasi sempre Sakkari a comandare. Senza problemi la greca sale 5-2 e, poco dopo, chiude 6-2 al terzo set point, sfruttando un rendimento in battuta piuttosto deficitario da parte della sua rivale. A testimoniarlo sono anche i numeri, con quattro doppi falli, 50% di punti vinti con la prima di servizio e appena 25% con la seconda per Badosa. Impietoso anche il confronto dei vincenti, 11-2 per la testa di serie numero sei, che strappa il primo set del torneo alla spagnola.

 

Anche il secondo parziale non sembra iniziare al meglio per Badosa, ma nel secondo game Sakkari commette addirittura quattro errori di dritto e, un po’ a sorpresa, in quello successivo cede il servizio, accusando un calo improvviso con questo fondamentale. L’iberica vince otto punti di fila, va a servire in vantaggio 2-1 e si lascia andare in un ruggito liberatorio che, però, inaugurerà una serie di tre break consecutivi. Sakkari, infatti, recupera lo svantaggio grazie all’ennesimo doppio fallo di Badosa, ma sul 2-2 0-30 sbaglia una clamorosa volée a campo aperto, affidandosi poi a una palla corta che, sul 15-40, non arriva nemmeno a rete. Questa volta la testa di serie numero cinque riesce a confermare il break, ritrovando quel servizio che tante gioie le aveva regalato contro Kudermetova e salendo 4-2 nonostante i soli tre vincenti realizzati da inizio partita. Il game crocevia del secondo set è l’ottavo, dove Sakkari arriva alla possibilità per il secondo contro-break ma – finalmente – riemerge il servizio di Badosa, che con due ottime prime si porta avanti 5-3. Con un grande carattere più che con un tennis scintillante, la ventiquattrenne nata a New York chiude 6-4 la seconda frazione. Anche Sakkari, com’era successo alla spagnola in precedenza, è costretta a cedere il primo set del suo torneo, strappatole da una Badosa il cui rendimento al servizio si è nettamente alzato, come testimoniano il 72% di prime in campo e il 71% di punti vinti con questo fondamentale.

Il terzo set si preannuncia una battaglia e lo si capisce già da come, vinto il primo gioco a quindici, Sakkari si lascia andare ad un grido di battaglia dai decibel piuttosto elevati. Nel game successivo la testa di serie numero cinque commette due brutti errori in uscita dal servizio e, nonostante il dritto della greca continui a concedere qualcosa, Badosa perde il subito la battuta, ricucendo però subito lo strappo con un meraviglioso passante di dritto. Come nel secondo set, ma a parti invertite, arrivano tre break consecutivi, tuttavia questa volta è Sakkari ad ottenerne due e a confermarne uno (con qualche patema) per salire 4-1. Il quinto gioco è quello che segna definitivamente la parola fine su questa seconda semifinale: Badosa si porta avanti 40-0 e non sfrutta nemmeno una quarta opportunità per il 2-4 mentre, alla prima occasione, la greca ottiene il doppio break. Con un settimo game dominato, come pochi se n’erano visti a dire il vero, Sakkari chiude 6-2 4-6 6-1, abbandonandosi alle lacrime e raggiungendo Iga Swiatek nella finale più importante della sua carriera.

LE PAROLE A CALDO – Non può che essere soddisfatta la testa di serie numero sei: “Ho lavorato una vita intera per essere qui e disputare questo genere di tornei. Non ho ancora vinto e sono solo in finale, ma questo significa già tutto per me.

Un pensiero va anche a Paula Badosa, nei confronti della quale c’è grande affetto e reciproca stima: “Lei è una giocatrice molto diversa dalle altre, con un tennis molto pesante. Io, però, ho creduto in me stessa in ogni momento e ora non ho parole per descrivere questo risultato. Significa molto per me, per il mio team e anche per la mia nazione, sono veramente felice per questa vittoria”

Infine, un piccolo sguardo sul suo prossimo match contro Swiatek, contro cui l’ateniese ha vinto tre dei quattro precedenti, perdendo però l’ultimo quest’anno a Doha (6-4 6-3 in favore della campionessa del Roland Garros 2020). “Iga è una ragazza meravigliosa e una giocatrice pazzesca, ha vinto uno slam a 19 anni. La rispetto tantissimo: sarà una grande battaglia, un match durissimo per entrambe perché tutte e due vogliamo tanto vincere questo torneo”.

Il tabellone femminile completo di Indian Wells 2022

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ATP Houston, il tabellone: Tiafoe e Paul guidano il monopolio americano

Sei teste di serie su otto sono per giocatori di casa, ma attenzione ai sudamericani Etcheverry e Garin, campione nel 2019

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Frances Tiafoe - United Cup 2023 Sydney (foto Tennis Australia/ JAMES GOURLEY)

Dopo la parentesi sudamericana di febbraio, la terra è pronta a tornare la protagonista del circuito. Da lunedì e fino alla fine del Roland Garros, e quindi per più di due mesi, si giocherà solo sul rosso. In campo maschile si partirà con tre tornei 250 in tre continenti diversi: Estoril, Marrakech e Houston. Quest’ultimo sarà, come spesso capita, la casa dei giocatori americani, storicamente non troppo amanti della terra europea. Tre delle ultime quattro edizioni sono state vinte da rappresentanti del team USA e ci sono tutti i presupposti perché le tradizioni vengano rispettate anche quest’anno: al via ci saranno infatti almeno dieci giocatori di casa e sei di questi avranno lo status di testa di serie, lasciandone soltanto due alle altre nazioni. I favoriti per arrivare in finale sono Frances Tiafoe e Tommy Paul, ma entrambi non conservano ricordi particolarmente positivi delle loro esperienze a Houston.

In tre apparizioni Tommy ha vinto solo due partite e non è mai andato oltre gli ottavi, mentre Frances ha come miglior risultato i quarti della scorsa edizione quando si fermò al cospetto di Isner. Proprio Big John, che ha disputato tre finali in questo torneo vincendo quella del 2013, è uno degli altri due americani, insieme a Tiafoe e Paul, che approfitterà di un bye al primo turno. Il quarto e ultimo è Brandon Nakashima che, dopo il trionfo alle Next Gen di Milano, sta faticando a trovare continuità di risultati in questo avvio di stagione.

La seconda linea statunitense è poi composta da JJ Wolf, numero 5 del seeding e chiamato a un primo turno complicato contro Jordan Thompson, e da Marcos Giron (settima testa di serie). Nelle retrovie ci sono invece, oltre a Kudla e Kovacevic, le wild card Steve Johnson (vincitore qui nel 2017 e nel 2018) e Jack Sock (anche lui campione del torneo nel 2015). Un altro past champion che ha ricevuto un invito per il tabellone principale è Fernando Verdasco che contro l’australiano Kubler (testa di serie n. 8) andrà a caccia di una vittoria ATP che gli manca dallo scorso settembre.

 

Tra chi punta a spezzare il monopolio a stelle e strisce, però, ci sono soprattutto due sudamericani: il primo è Etcheverry, finalista a Santiago a febbraio, che al primo turno affronterà Juan Manuel Cerundolo (fratello di Francisco); il secondo è Garin, già capace di trionfare sulla terra di Houston nel 2019. Il cileno sfiderà all’esordio Dellien con vista su un possibile secondo turno con Nakashima.

Questo il tabellone completo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship 2023:

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Sinner-Alcaraz sul 4-2 del primo set, 25 prodezze, lo scambio più bello dell’anno [VIDEO]

Il punto del match, si prenota già ora come il punto del 2023. Sinner chiude il passante di rovescio dopo mille capovolgimenti

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Nel video del direttore Scanagatta lanciato a caldo pochi minuti dopo la conclusione del fantastico duello vinto da Jannik Sinner sul n1del mondo Carlos Alcaraz si invitavano i lettori di Ubitennis a guardare lo scambio più bello, più impressionante del match giocato a Miami. È stato così spettacolare da poter suscitare la ammirazione sconfinata se non la gelosia di Federer, Djokovic, Nadal, e Murray per un’intensità e una velocità di palleggi perfino superiore a quella dei loro tempi. Questi tirano più forte!

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Quando un italiano vince sul numero 1: Sinner che batte Alcaraz vale il Panatta che battè Connors? [VIDEO]

Il direttore Scanagatta, a seguito della vittoria di Sonego su Djokovic, ripercorse tutti i 7 exploit italiani contro i n.1 del mondo. Da Barazzutti a Sonego, passando per Volandri e Fognini

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

Con la vittoria su Carlos Alcaraz, Jannik Sinner non ha solamente raggiunto la seconda finale in un Masters 1000 della carriera ma ha anche battuto il numero 1 del mondo per la prima volta (risultato che tra l’altro costa allo spagnolo la prima posizione del ranking a partire dalla prossima settimana a favore di Djokovic). Battere il primo del ranking ATP ha sempre un sapore più speciale e nella storia del tennis italiano solamente altri sei giocatori sono riusciti nell’impresa in Era Open, in ordine cronologico: Barazzutti, Panatta, Pozzi, Volandri, Fognini e Sonego, a cui si aggiunge ora anche Sinner

Tornando indietro agli anni ’60, va segnalato che Nicola Pietrangeli battè Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia a Roma nel 1961 (non c’è ufficialità sulla classifica di quel periodo, anche se Laver l’anno dopo compì il Grande Slam), e sempre in quegli anni Giuseppe Merlo battè sei giocatori campioni Slam.

Il primo a farcela nell’Era Open (cioé dal 1972 in poi) è stato Corrado Barazzutti, nel 1974, ai quarti di Monaco di Baviera sulla terra rossa battendo il romeno Ilie Nastase, sconfitto 3-6 7-6 6-1 dal tennista di Udine. Successivamente fu Adriano Panatta addirittura due volte vincitore sul numero 1 del mondo. Prima nella finale di Stoccolma 1975, sul cemento con l’americano Jimmy Connors che soccombe 6-4 6-3, poi il bis del romano un paio d’anni più tardi, ancora contro Connors, battuto 6-1 7-5 al secondo turno del torneo di Houston (cemento) nel 1977.

 

Si cambia millennio per arrivare al 15 giugno del 2000, durante il terzo turno del Queen’s su erba, quando il barese Gianluca Pozzi ha sfruttato al massimo le condizioni fisiche non perfette dello statunitense Andre Agassi, il quale perso il primo set 6-4 si ritira sul vantaggio di 3-2 nel secondo set. Sette anni dopo tocca a Filippo Volandri, al terzo turno degli Internazionali di Roma: il 10 maggio del 2007 il livornese supera 6-2 6-4 Roger Federer con una partita a dir poco memorabile per la storia recente del tennis italiano.

Roma palcoscenico di un altra vittoria azzurra sul numero 1 mondiale, il 16 maggio del 2017, impresa messa a segno da Fabio Fognini che ha sconfitto al 2° turno per 6-2 6-4 lo scozzese Andy Murray. Infine torniamo alla storia recente: 30 ottobre 2020, ATP 500 di Vienna, semifinale. Un Lorenzo Sonego strepitoso batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. Un 6-2 6-1 incassato dal serbo dopo aver acquisito matematicamente la posizione in cima al ranking anche al termine di quella stagione.

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