Boris Becker condannato per bancarotta fraudolenta

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Boris Becker condannato per bancarotta fraudolenta

Ritenuto colpevole dalla corte londinese, dopo essere già stato dichiarato fallito nel 2017. I guai di Becker con la giustizia e con il fisco, però, non hanno origini recenti

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Boris Becker - ATP Cup 2020 (via Twitter, @ATPCup)
 

Il sei volte campione Slam Boris Becker è stato giudicato colpevole di bancarotta fraudolenta dalla Southwark Crown Court di Londra nel processo di prima istanza che ha avuto inizio lunedì 21 marzo – la sentenza doveva arrivare al massimo entro tre settimane, la situazione si è dunque risolta a sette giorni dalla scadenza preventivata. L’ex tennista tedesco era stato accusato di aver nascosto al fisco diverse proprietà e all’incirca due milioni di euro, oltre ad aver trasferito ingenti cifre su svariati altri conti. Ad accompagnare queste accuse, anche quelle relative al non aver rispettato alcuni obblighi di divulgazione informativa, in particolar modo di natura bancaria.

Mentre per quanto riguarda le accuse appena citate la colpevolezza è stata confermata; come si legge sul The Guardian, tuttavia è stato scagionato dagli altri 20 reati riconosciutigli in un primo momento, inclusa la mancata consegna di nove trofei della sua carriera; tra cui troviamo quelli vinti all’All England Club nel 1985 e nel 1989, quelli ottenuti in seguito ai successi di Melbourne Park nel 1991 e nel 1996, con anche l’aggiunta della prestigiosa medaglia d’oro dei Giochi Olimpici di Barcellona ’92. Le imputazioni a suo carico comportano una pena massima di sette anni di reclusione. A Becker è stata concessa la libertà su cauzione fino all’udienza di condanna fissata il 29 aprile.

NON È LA PRIMA VOLTA CHE BECKER HA PROBLEMI CON IL FISCO – Ricordiamo inoltre, che i problemi con il fisco hanno radici ben più lontane, poiché il tre volte vincitore di Wimbledon ebbe già rapporti turbolenti con la giustizia – in quella circostanza tedesca – nel 2002, quando gli fu comminata una condanna a due anni di carcere (pena sospesa) ed anche un multa di 500 mila euro per evasione fiscale. Non contento. l’ex coach di Djokovic venne dichiarato fallito nel 2017 e due anni più tardi a causa del fallimento dovette mettere all’asta una settantina di cimeli della sua carriera per ripagare l’enorme debito da lui contratto, che si aggirava attorno ai 55 milioni di euro. Ed ecco arrivare il 2022, con il processo nella corte londinese, dove Becker è stato accusato di aver in modo illecito tenuto celato alcune proprietà immobiliari in suo possesso dislocate tra la capitale britannica e la Germania; oltre appunto al venire meno rispetto agli accordi presi in merito alla consegna dei riconoscimenti fisici dei suoi titoli più importanti tra quelli messi all’asta, di cui però come detto è stato scagionato.

“[È] molto difficile quando sei in bancarotta e compari nei titoli dei giornali ogni settimana a causa di questa situazione, fare molti soldi con il mio nome” ha detto alla giuria Becker, spiegando come sia difficile per lui continuare a lavorare con una reputazione sempre più compromessa. Nel discorso conclusivo dell’avvocato difensore di Boris, Jonathan Laidlaw, è stata invece sostenuta la tesi presso i giurati secondo la quale, sebbene il tedesco possa aver “seppellito la testa sotto la sabbia” quando si trattava di questioni di denaro e finanza, “alcuni dei [suoi] consiglieri gli stavano offrendo veri e propri buoni consigli nel migliore interesse possibile per l’imputato – altri invece, com’è il modo di fare del mondo, potrebbero aver semplicemente approfittato anche loro di una fetta della torta che la sua fama e fortuna gli offrivano”.

Inoltre prima che venisse deliberato il verdetto finale, durante il processo sono emerse anche altre dichiarazioni del 54enne di Leimen fondamentali per far sì che venisse prosciolto da una parte delle sue innumerevoli accuse. Infatti sembrerebbe che sia venuto fuori, ascoltando le sue parole, l’impossibilità di consegnare i trofei poiché, stando alla versione dell’ex n. 1, egli non sarebbe a conoscenza del luogo in cui si troverebbero. In merito a questo aspetto giuridico-processuale, la sentenza propugnata fa capire come ciò che ha sostenuto l’ex giocatore teutonico sia stato ritenuto veritiero. Sempre fra le parole rilasciate, in attesa del giudizio, c’è stato un virgolettato molto significativo nel quale Becker ha affermato con rimpianto e rimorso: “Vorrei avere ancora i trofei qui con me per mostrargli ai miei figli“. Purtroppo per Boris questo suo desiderio non potrà realizzarsi.

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