Sinner ha perso ma è stato grande. L’Italtennis può contare su lui per i prossimi 10-12 anni. Non ci sono più dubbi [VIDEO]

Editoriali del Direttore

Sinner ha perso ma è stato grande. L’Italtennis può contare su lui per i prossimi 10-12 anni. Non ci sono più dubbi [VIDEO]

Ha giocato alla pari, spesso anche meglio di Zverev n.3 del mondo. Ci ha perso per soli 2 punti, due dritti gratuiti e alla fine un rovescio in rete. Nessun italiano in semifinale… ma i francesi avevano perso tutti al primo turno

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Jannik Sinner - Montecarlo 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Un grande Sinner ha perso con un grande Zverev per due punti. So che è banale ricordarlo tutte le volte, ma il tennis è davvero lo sport del diavolo, perché si può giocare alla grande per 3 ore 7 minuti, vincere un primo set 7-5 rimontando da 1-4 (e facendo 33 punti esattamente come il tuo avversario), rimontare due volte il break di svantaggio nel terzo set dopo essere stati avanti inutilmente di un break nel secondo set perso, ma basta sbagliare due dritti piuttosto semplici nel tiebreak e si torna a casa con le pive nel sacco.

Un vero peccato. Ma anche se Jannik ha detto “Questa è una sconfitta difficile da digerire, poteva vincere, lui potevo vincere io, credo di aver fatto tante cose buone, ora si deve tornare a lavorare”.

Beh, che volete che dicesse, mentre azzannava un bagel e aveva i ciuffi rossi più scompigliati del solito? Era chiaramente deluso e lo sarebbe stato chiunque al suo posto.

Però, e non è un un discorso da volpe e l’uva, vedere un ragazzo di 20 anni che si batte a quel modo contro il n.3 del mondo garantisce quel che forse tanti hanno già intravisto da tempo… e cioè che l’Italia ha in Sinner un grande tennista. Con alcuni aspetti tecnici ancora da migliorare, e ci mancherebbe alla sua età dopo che si è visto grandissimi giocatori dimostrarsi capaci di migliorare addirittura dopo i 30 anni, ma già con alcune certezze, perché la partita più bella del torneo l’hanno giocata proprio lui e Zverev e la qualità del loro tennis è stata eccellente. Direi straordinari decine e decine di scambi, soprattutto sulla diagonale dei rovesci. Fantastici quelli del tedesco, ma stupendi anche tanti di Sinner.

Non dimenticherò facilmente, ad esempio, un passante incrociato di rovescio a una mano (!) di Jannik giocato nell’ottavo game del terzo set con le spalle alla rete. Roba da spellarsi le mani.

Un tennista che fa queste cose a 20 anni, ripeto, le farà con sempre maggiore continuità negli anni che verranno. Il tennis italiano e chi lo sostiene può stare tranquillo: per i prossimi 10 (anche 12 o 15? A giudicare da certi campioni ultratrentenni non è un’ipotesi azzardata) sta a posto. E per quel che si è visto nel primo set di Musetti contro Schwartzman, almeno sulla terra rossa il nostro orizzonte non si chiude con Sinner.

È mancata per un soffio l’ottava vittoria contro un top-ten e non è ancora successo che Jannik abbia battuto due top-ten di fila, però vedrete che entrambe le cose si verificheranno molto presto. 

Quando Sinner dice che c’è molto da lavorare – nel giorno in cui Riccardo Piatti dice nella sua prima intervista post divorzio da Jannik al collega francese di Radio Montecarlo Eric Salliot una piccola grande bugia a proposito dell’abbandono del suo figlioccio “Sono contento che Jannik abbia preso la sua decisione…io ho la mia filosofia, i miei metodi, ok faceva parte della mia famiglia ma non devi restare per la famiglia… i tuoi figli possono partire per l’estero per proseguire negli studi…” – è certamente sincero e onesto. Lo crede davvero. E ha ragione di crederlo. Oggi tante volte, vedendolo scambiare come un forsennato da fondocampo contro Zverev che non mollava di un centimetro – salvo quella incredibile follia quando ha tentato di fare un servizio sottomano alla Bublik sul 2-1 e 40-30 quando era avanti di un break e così si è beccato una salva di fischi, ha fatto un doppio fallo e ha perso il servizio – ma Jannik era riuscito a spingere vicino ai teloni di fondo Zverev, mi è venuto tante volte di pensare alle delicate smorzate di Carlitos Alcaraz.

Nei giorni scorsi avevamo visto che il nuovo Sinner by Vagnozzi qualche smorzata l’aveva giocata. Oggi non se la sentiva e non ne ha fatte che pochissime. Poteva essere un’arma importante. Ma lavorandoci su vedrete che la imparerà, anche se difficilmente sarà così naturale come quelle di Carlitos.  

Sinner non arriva quest’anno a far compagnia ai semifinalisti azzurri a Montecarlo, il solito Pietrangeli, Mulligan (che non si sa mai se considerarlo australiano o italiano…ma meglio uno in più piuttosto che uno in meno, no?) Panatta, Barazzutti, Gaudenzi, Fognini. Ma sono certo che ci arriverà. Così come sono certo che il tennis italiano sta molto meglio – salute al momento a parte…vero Berrettini? – di quello di tanti altri Paesi. Di certo della Francia che qui a Montecarlo ha visto uscire di scena tutti i suoi rappresentanti al primo turno nonostante che giocassero in casa. Mi pare di ricordare certe brutte, bruttissime annate al Foro Italico… Evviva che i tempi sono cambiati.

Il tabellone completo di Montecarlo

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