Alcaraz show a Madrid (Giammò, Bertellino, Martucci)

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Alcaraz show a Madrid (Giammò, Bertellino, Martucci)

La rassegna stampa di domenica 8 maggio 2022

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Alcaraz senza freni. Dopo Nadal elimina anche Djokovic (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Carlos Alcaraz voglia di aspettare non sembra averne. Nemmeno di fronte al n. 1 del mondo Novak Djokovic, battuto 6-7(5) 7-5 7-6(5) nella prima semifinale del Masters 1000 di Madrid. Un Djokovic ancora alle prese con un rodaggio che, al giro di boa delle tre ore di partita, si è rivelato carente di fiato e condizione per dirsi completo, ma orgoglioso nel non voler dar strada al giovane rivale e nel provare in tutti i modi a restare aggrappato a una partita che più volte è stata sul punto di sfuggirgli via. «Non so quale sia stata la differenza tra noi due oggi, ma è stata davvero minima. Lui ha avuto l’occasione di strapparmi il servizio alla fine del secondo set, anche il tiebreak del primo set è stato molto equilibrato. Davvero, non so cosa abbia fatto la differenza oggi», ha dichiarato il giovane spagnolo a fine match. Infatti non c’è stato un punto facile, non uno scambio scontato. Né è mancata la tensione, il nervosismo, le soluzioni imprevedibili. Tutto condensato in tre ore e trentotto minuti di una partita che si attesta come la più bella forse di questa stagione. «E’ una vittoria che mi dà molta fiducia in vista della finale», ha poi aggiunto il murciano – e mi dà fiducia anche per il resto delstagione, perché adesso penso di poter affrontare e battere i migliorai giocatori del mondo», ha chiosato. Oggi il ragazzo giocherà la sua seconda finale in un Masters1000 dopo quella vinta a Miami, la quarta del suo 2022. Giunti a metà del terzo set, con la partita ancora in bilico, era lecito pensare che intensità e poca dimestichezza con palcoscenici simili potessero farlo tremare; specialmente davanti a un Novak Djokovic che su partite come queste ha costruito buona parte della sua carriera. E’ in quel momento invece che si è capito come la paura in Alcaraz abbia già lasciato spazio alla consapevolezza di sé.

Alcaraz macina anche Djokovic (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Giovedì il traguardo dei 19 anni, venerdì il trionfo su Nadal girandosi pure una caviglia e sabato lo scalpo dei n.1 al mondo Novak Djokovic dopo una maratona di 3 ore e 35: cosa potrebbe volere di più Carlos Alcaraz? Semplice, vincere il suo secondo Masters 1000 oggi in finale. Era un confronto generazionale da record nel Manolo Santana Stadium gremito per la semifinale del Mutua Madrid Open tra Djokovic, il più vecchio nella storia del torneo ad aver raggiunto il traguardo, e Alcaraz, il più giovane ad aver fatto la stessa cosa, con i suoi 19 anni e due giomi. E Alcaraz, con 51 vincenti, ha fatto filotto, salendo al n. 6 per ora virtuale del mondo. Il murc iano è partito meglio, con un break iniziale, ma lo ha restituito al miglior Djokovic di stagione all’ottavo gioco (4-4). Bravo il serbo a mescolare le carte alternando colpi ficcanti e precisi ad altri lenti e alti che hanno fatto perdere un po’ il ritmo al rivale. La decisione è giunta al tie-break, in un set nel quale Alcaraz fino al passaggio di chiusura aveva fatto registrare otto punti in meno del n° 1 del mondo. Nel secondo parziele ancora equilibrio e prima palla break targata Alcaraz dopo un delizioso drop shot nel sesto gioco, annullata alla grande dal serbo. Ancora smorzate di alta scuola nel 7° game per l’iberico che si è portato sul 4-3 con partecipazione convinta della platea. Il finale di set è stato spettacolare, con lo spagnolo prima impegnato a cancellare altre due opportunità al n° 1 del monda sul 5-5, poi perfetto nel chiudere al 12°gioco con un incredibile recupero vincente al 2°setpoint Tutto ancora da decidere dopo 2 ore e 7minuti. Occasioni da una parte e dall’altra ma è stato un nuovo tie-break a scegliere il primo finalista del torneo. Alcaraz alle 16, troverà il vincente della seconda semifinale tra Stefanos Tsitsipas e Sascha Zverev, che però hanno finito quasi a notte.

Alcaraz show, anche Djokovic deve arrendersi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Alla fine la spudorata freschezza atletica e il tira e molla dei fendenti profondi alternati a deliziose e beffarde smorzate dei 19 anni di Carlos Alcaraz domano i 34 anni e l’esperienza di qualità di Novak Djokovic, replicando l’impresa di venerdì con i 35 anni di Rafa Nadal. Alla fine, dopo una partita equilibratissima, fra il giocatore già caldo e il numero 1 nella miglior versione stagionale, dopo 3 ore e 35 minuti il tennista più giovane segna una super doppietta e si qualifica per la seconda finale di casa: dopo il torneo “500” di Barcellona, la terra in altura nel “1000” di Madrid. Alla fine viene premiato l’attacco sulla difesa, l’evoluzione della specie del tennis atletico, quello che l’ex numero 1 del mondo Juan Carlos Ferrero sta perfezionando sul già fenomenale Carlos Alcaraz, segnando anche una via per i rivali, nel segno della spinta continua, della ricerca della rete, di ogni angolazione. di ogni effetto. A cominciare dal micidiale servizio kick che mette in difficoltà come non mai il più forte risponditore. Alla fine, dopo aver subito la micidiale lezione dei “gioco sporco” di Djokovic, dopo aver perso netto il tie-break iniziale, dopo aver rischiato il tracollo sul 4-4 e sul 5-5 del secondo set, vinto per 7-5, dopo aver mancato 5 palle break nel terzo parziale, dopo che il famoso avversario gli ha cancellato il primo match point con l’ace, Alcaraz ha finalmente demolito anche il totem Djokovic al tie-break del terzo set, dopo un’altra girandola di 5 mini-break col 51° vincente. Mentre il “Manolo Santana” intonava impazzito di felicità “Carlos Carlos”, in nome del nuovo re.

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