Alcaraz non si nasconde: "Obiettivo vincere uno Slam nel 2022 e diventare numero uno"

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Alcaraz non si nasconde: “Obiettivo vincere uno Slam nel 2022 e diventare numero uno”

Il neo n.6 del mondo ai microfoni di Marca confessa: “Passo troppo tempo sui social network, Ferrero me lo dice sempre”

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Carlos Alcaraz - Madrid 2022 (foto @MutuaMadridOpen)
 

Non sarà protagonista al Foro Italico, ma Carlos Alcaraz è di sicuro il personaggio del momento nel mondo del tennis. Il fenomenale teenager spagnolo, dopo la vittoria di Madrid, ha deciso di saltare il torneo di Roma e ora si proietta al Roland Garros senza nascondere che l’obiettivo è quello di vincerlo. “Restano tre Slam quest’anno e l’obiettivo è quello di vincerne almeno uno – ha detto Carlos a Marca dopo la vittoria del Masters 1000 di Madrid -. Aver vinto a Madrid mi dà la fiducia giusta per provare a vincere il Roland Garros. Il fatto che si giochi al meglio dei cinque set non mi spaventa, anzi, lo ritengo un vantaggio. Mi reputo un giocatore con buone capacità fisiche. Come diciamo all’interno del mio team, fisicamente sono un toro”. Dopo aver vinto a livello 500 e 1000, ad Alcaraz manca uno Slam ed è evidente che sia questo l’obiettivo del nuovo n.6 ATP. Posizione che, a detta di molti, è solo provvisoria. “Sì, il mio obiettivo è quello di diventare numero uno – dice Alcaraz con sincerità -. Da questo punto di vista, non ho ancora fatto nulla, ci sono ancora diversi giocatori davanti a me. Ora devo continuare a giocare e vincere così. Il migliore al mondo oggi non sono di certo io, anche se alcuni tennisti lo dicono, ma Djokovic, è lui il numero uno, come dice il ranking”.

Proprio sul serbo Alcaraz concede una riflessione, dopo averlo affrontato a Madrid per la prima volta, sia in allenamento che in partita. “Di lui non si dice che sia un grande battitore, ma io quello che ho trovato più difficile è stato rispondere al suo servizio, è molto difficile leggerne la direzione. E poi ovviamente c’è il ritmo che tiene dal fondo. Un conto è vederlo in tv, un altro è doverci giocare…”. Carlos non nasconde gli obiettivi, ma il suo approccio resta umile: “Quando lavoro all’Equelite (l’accademia di Juan Carlos Ferrero, ndr) mi reputo sempre uno del gruppo, uno qualsiasi nel mio gruppo di amici. Questo mi aiuta a rimanere concentrato sul lavoro. Poi è chiaro che sempre più persone iniziano a conoscermi e questa è una cosa da gestire. Tuttavia, non dimentico le mie radici“. Dopo la vittoria a Madrid, infatti, Alcaraz ha scritto sulla telecamera che lo inquadrava una dedica alla sua città, Murcia. “Un gesto che mi è venuto spontaneo, sul momento. Vincere a Madrid è spettacolare, ma non dimentico il mio club iniziale, il mio quartiere di El Palmar, la mia famiglia. Rimarrò sempre affezionato alle mie origini“. E se gli viene chiesto quale è un difetto, Alcaraz risponde: “Passo troppo tempo col telefono in mano a stare sui social network. Juan Carlos me lo dice sempre, a volte devo staccare con la mente e disconnettere“. Un ragazzo come tanti. Ma fino a un certo punto.

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