Roland Garros, da Alcaraz una nuova prova di forza: Khachanov battuto in tre set

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Roland Garros, da Alcaraz una nuova prova di forza: Khachanov battuto in tre set

Lo spagnolo non lascia scampo a un Karen encomiabile per come ha tenuto il campo nonostante l’inscalfibile superiorità dell’avversario

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Carlos Alcaraz - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

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[6] C. Alcaraz b. [21] K. Khachanov 6-1 6-4 6-4

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Non c’è nulla che Karen Khachanov possa fare per arginare la furia di Carlos Alcaraz: troppo alto il ritmo spagnolo e troppe le soluzioni per le caratteristiche di un avversario che tuttavia non ha mai gettato la spugna, neanche sotto di due set e un break. Dall’altra parte della rete, un Carlitos conscio della propria superiorità si è permesso anche qualche piccola distrazione e soluzione estemporanea, salvo poi tornare presente in un lampo quando si profilava una vaga opportunità per l’altro di mettere in dubbio l’andamento di un set. Magari non proprio di un set intero e nemmeno in vero dubbio ma, dopo il primo parziale volato via in un lampo anche per il mancato supporto del servizio, Karen è vieppiù cresciuto dando vita a un match anche divertente, in ogni caso piuttosto vicino al one-man show perché raramente, per stare larghi, le sorti non della sfida bensì dei singoli game (se non punti) sono state sulle corde del classe 1996, la prima infornata Next Gen. Una dimostrazione di forza e completezza che forse ci si può aspettare ma a cui non ci si può abituare.

IL MATCH – Carlos arriva alla sfida dopo aver annullato un match point a Ramos-Viñolas al secondo turno, salvo poi, all’impegno successivo, mettere in chiaro le cose battendo Sebi Korda in tre set. Per Karen, una stagione al momento anonima, in linea con l’attuale 25° posto della classifica, e la svolta potrebbe arrivare qua a Parigi dove ha raggiunto i quarti nel 2019, l’anno del best ranking, il numero 8.

Dal punto di vista tecnico, quando gli arriva una palla centrale rapida, Khachanov ci ha sempre fatto vedere che preferisce spostarsi sul rovescio, colpo che è più veloce a organizzare rispetto al dritto, sul quale fa affidamento per tentare di sfondare le difese avversarie quando ha più tempo. Tempo che Alcaraz non pare per nulla disposto a concedergli, muovendo bene la palla per tenere la battuta nel game di apertura. In teoria, un match tre su cinque e in particolare su terra non è uno sprint, ma nulla vieta di partire a velocità elevata, soprattutto se quella è la tua velocità di crociera. È così che Carlitos strappa subito la battuta, mettendo anche in mostra la prima smorzata su cui Karen neanche parte. È appena iniziata ed è senza dubbio prematuro fare proclami, anche perché parliamo di un teenager contro uno che è stato top 10, ma in questo momento sullo Chatrier va in onda Charlie in charge.

Con pochissime prime in campo, Khachanov si ritrova sotto 0-5 e appena un paio di punti giocati come piacciono a lui, in comando con il dritto. Il servizio arriva in extremis a salvarlo dal bagel, ma in risposta non riesce ancora a farsi sentire e il 6-1 è inevitabile, con i 12 vincenti a 2 che riassumono bene il rapporto di forza e quanto il suo gioco mal si adatti a quello imposto da Alcaraz.

Il numero 25 ATP, però, non fa una piega e tiene la battuta all’inizio della seconda partita, cercando poi inventarsi qualcosa in ribattuta, ma si fa applaudire solo per un drop shot perfetto. Il murciano prova già soluzioni da partitella e l’altro ne approfitta per mettere a referto un insperato secondo turno di servizio, comincia a piazzare anch’egli qualche buona giocata e i due regalano al pubblico l’illusoria impressione che ci sia partita. Carlitos rompe gli indugi al settimo game, non scherza sulla palla break e forza l’errore di dritto con lo slice in parallelo che atterra sulla linea di fondo. Karen fa intravedere un paio di piccolissimi segnali di scoramento, ma si carica chiudendo con il vincente bimane uno scambio da 21 colpi. Poco da fare però in risposta e Alcaraz mette al sicuro anche il secondo parziale.

La terza frazione non sembra e forse non può presentare qualcosa di diverso e l’allungo spagnolo al terzo game suona come un’ineluttabile conferma. Invece, al sesto gioco arrivano le prime palle break per il tennista senza bandiera, tre consecutive e la terza è quella buona, con un altro errore in palleggio del teenager. Uno dei problemi di Khachanov è che quando si è già costruito un punto che sembra quasi vinto, l’altro non solo rimette in campo un’altra palla, ma spesso pure complicata da gestire. Succede così che sul 3 pari perde di nuovo la battuta in un finale di game dallo spettacolo in crescendo, con entrambi che danno il meglio sulla palla break; un meglio che non può che avere un esito favorevole al numero 6 del mondo che scavalca quello di 198 cm con un lob in tweener.

Carlos vuole chiuderla subito, ma Khachanov proprio non ci sta a perdere e al servizio annulla vantaggi esterni che sono match point, uno, due, cinque, ormai calatosi nei panni del protagonista del film “La doccia può attendere”. Ed è una fortuna che ci sia un altro (questo sì ultimo) gioco per potersi gustare uno scambio di dritti a tirati al massimo, giusto per scoprire che non era affatto il massimo per il giovane fenomeno che ne pianta uno a velocità tale che ci si aspetta l’apparizione dello spirito di Albert Einstein pronto a far notare, equazione alla mano, “eh no, questo non è possibile”. Alcaraz vola così al suo primo quarto di finale parigino, il secondo a livello Slam dopo lo US Open 2021, dove è atteso da Sascha Zverev, battuto quest’anno a Madrid dopo le due sconfitte dell’anno scorso. Sconfitte che ora appaiono lontane anni luce.

Il tabellone maschile del Roland Garros 2022

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