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Roland Garros, Alcaraz torna subito a brillare: nulla può Korda
Nel venerdì sera parigino, Carlos Alcaraz non fa sconti a Sebastian Korda: tre set a zero in poco più di due ore e vola agli ottavi, atteso da Khachanov

Quello contro Ramos-Vinolas è stato solo un brutto sogno finito anche bene. È questo il responso del match di cartello della sesta giornata dell’edizione numero 121 del Roland Garros tra Alcaraz e Korda. Il diciannovenne spagnolo ha giocato una partita praticamente perfetta: niente a che vedere con quella che ha rischiato di perdere contro il connazionale al secondo turno. La prestazione di Korda è stata comunque buona, soprattutto nel secondo set in cui è riuscito a rispondere in anticipo mettendo in difficoltà l’avversario. La differenza tra i due è sembrata però evidente. Alcaraz, arrivato alla 13esima vittoria consecutiva, disputerà domenica il secondo ottavo di finale Slam (dopo lo US Open dell’anno scorso) nella sua giovane carriera: avrà di fronte Karen Khachanov, con cui non ha mai giocato.
[6] C. Alcaraz b. [27] S. Korda 6-4 6-4 6-2
C’è grande attesa sul Philippe Chatrier per quello che viene considerato da molti il big match della prima settimana. Si sfidano infatti due dei più promettenti giocatori nati dal 2000 in avanti: quello che è a detta di tutti il prossimo dominatore del circuito, Carlos Alcaraz, e colui che è stato in grado di batterlo quest’anno a Montecarlo (nell’unica sconfitta dello spagnolo sulla terra di quest’anno), Sebastian Korda. Quello del Principato è il secondo dei due precedenti tra i due: il primo ha avuto luogo a Milano proprio nella finale del torneo dedicato ai migliori under 21, in cui vinse Carlos in tre (mini) set.
Gli organizzatori decidono probabilmente di dare il tempo a tutto il pubblico di prendere posto senza perdere nemmeno uno scambio e infatti i giocatori scendono in campo con quasi 10 minuti di ritardo rispetto all’orario programmato. In una serata fresca e umida (il Presidente della Federazione francese Moretton ha bisogno della sciarpa) Korda parte molto bene al servizio con quattro prime su quattro. Nel primo game in risposta l’americano mostra subito di voler restare vicino alla linea di fondocampo. È però impreciso ed è quindi 1-1. Nel terzo gioco Alcaraz sfrutta un grave errore con il dritto di Korda per salire a palla break. Qui fornisce subito una spiegazione del perché sia considerato il futuro numero 1 del mondo: Korda spinge ma lui ancora di più e con il dritto lascia un solco vicino all’incrocio delle righe alla destra dell’americano.
Avanti 3-1 il numero 6 del mondo inizia anche a dare prova delle sue capacità di variazione rispetto allo spartito principale: palla corta, dritto carico in diagonale, back di rovescio in lungo linea. Grazie alla sua prima di servizio, però, Korda annulla due palle break e rimane vicino nel punteggio (con la seconda è però 0/5 dopo tre turni di battuta). Alcaraz continua a veleggiare al servizio con l’americano che non riesce a trovare i tempi giusti per rispondere da vicino. Il break di differenza rimane uno, ma il murciano ha ben saldo nelle mani il timone dell’incontro. Si arriva così al primo momento decisivo del match con Carlos che serve per il set sul 5-4. Non ci sono, però, sorprese rispetto all’andamento generale dei game precedenti: Korda continua a sbagliare troppe risposte (soffre in particolare il kick sul rovescio) e dopo 40 minuti è 6-4 Alcaraz.
Dopo un buon game al servizio in apertura di secondo set, Korda riesce finalmente a mettere in difficoltà l’avversario con un paio di ottime risposte anticipate. Alcaraz però si difende alla grande e appena riesce a spostarsi sul dritto tornano gli incubi per l’americano. Nel quarto gioco la risposta del figlio d’arte si conferma funzionante a tutti gli effetti: ciò gli permette di entrare nello scambio con un certo vantaggio. Alcaraz commette anche un paio di errori con il dritto e concede così le prime palle break della partita: Korda però ha bisogno di essere perfetto e in questo caso non lo è. Lo spagnolo si salva ed è 2-2.
Persa una bella occasione, l’americano torna a faticare al servizio. Carlitos delizia il pubblico: prima un passante di rovescio con il taglio da sotto, poi un pallonetto di rovescio sulla linea e infine una contro smorzata millimetrica. Il numero 30 del mondo cerca di alzare il livello e riesce ad annullare due palle break ma alla terza Alcaraz è ingiocabile con il dritto: 3-2 e servizio per lui. Il pubblico dimostra con la ola di aver gradito un game giocato bene da entrambi. L’intensità si abbassa nei giochi successivi e si procede senza ulteriori sussulti fino al 5-3: il numero 6 del mondo ha cinque set point, frutto dei troppi errori di Korda con il dritto (anche al volo) e di un punto in cui Carlos dà prova delle sue doti di sprinter. L’americano però non molla e servendo bene si salva. Il set però si prolunga solo per pochi minuti: Alcaraz seleziona la modalità “serve and volley” e poi approfitta di una bruttissima risposta di Korda su una seconda per portarsi ad un set dalla vittoria dopo un’ora e mezzo di match.
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Korda sa di star giocando tutto sommato un buon match ma di avere poche speranze. Ciononostante, inizia bene il terzo set ottenendo tre palle break nel secondo gioco. Ancora una volta, però, non riesce a concretizzare, in questo caso con l’aggravante visto che Alcaraz non fa nulla di straordinario per portarsi sull’1-1. Il quinto gioco rischia di porre fine definitivamente alle velleità di Sebastian: Carlos rende vani i tentativi di spinta dell’avversario, costretto sempre a giocare uno o anche due colpi in più del normale. Sulla palla break il murciano tira su qualsiasi cosa portando allo sfinimento Korda che sbaglia al volo. Da qui è solo discesa fino al traguardo per Alcaraz che brekka anche nel settimo gioco a suon di rincorse e passanti. Al servizio per chiudere la partita il numero 6 del mondo regala altri colpi spettacolari, tra cui un vincente di rovescio in back lungo linea incredibilmente tagliente e poi uno in top quasi di controbalzo sul match point. E’ quindi 6-4 6-4 6-2 dopo due ore e dieci minuti: Carlitos, che era contento dopo la partita con Ramos e a maggior ragione lo sarà oggi, è il più giovane a raggiungere gli ottavi al Roland Garros dal 2006, quando Djokovic arrivò da neo 19enne ai quarti.
Il tabellone maschile del Roland Garros 2022
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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton
Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

Resto del Mondo b. Europa 13-2
Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.
Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?
Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.
B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)
Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.
Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.
Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.
La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.
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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”
Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.
Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.
Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?
È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.
Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.
Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.
Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.
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ITF, David Haggerty rieletto Presidente
Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.
“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.