Roland Garros, Djokovic: "Essere il numero 1 è la miglior e peggior cosa dell'essere numero 1"

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Roland Garros, Djokovic: “Essere il numero 1 è la miglior e peggior cosa dell’essere numero 1”

Novak Djokovic elogia la sua costanza e quanto possa essere duro questo torneo: “Voglio sempre dare il meglio in questi tornei. Questo Slam è il più difficile da vincere per me”

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Novak Djokovic - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Non avrà giocato al meglio nella partita di ottavi Novak Djokovic, eppure ha tranquillamente battuto, senza fatica, Diego Schwartzman, per approdare per la sedicesima volta in carriera ai quarti di finale dello Slam rosso. Un risultato non da tutti, che rivela costanza e abnegazione oltre al talento. Qualità fondanti del serbo, insieme alla simpatia e alla serenità che sempre, come andremo a vedere, esprime in sala stampa.

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D: “Ben fatto. Sai che dal 2006 hai raggiunto i quarti di finale qui ogni anno tranne uno? Come ti fa sentire questa costanza e questo risultato?

Djokovic: “Non lo sapevo, grazie per avermelo ricordato. Be’, i Grandi Slam sono sempre stati una priorità per la programmazione. Ho sempre voluto farlo dare il meglio di me in questi tornei, e sono davvero contento di essere riuscito a creare questo tipo di costanza negli anni andando ancora forte“.

D: “Le migliori partite di questo evento si giocano nel tardo pomeriggio o nella sessione serale. Qual è la preferenza per te? Come top player, hai voce in capitolo? Parli con il direttore del torneo ed esprimi la tua opinione prima di un quarto di finale o una semifinale?

Djokovic: “Come top player abbiamo richieste, ma non vengono sempre accettate. Il direttore del torneo, insieme agli emittenti, alle TV(se vogliono la tua partita di giorno o di notte) alla fine è quello che decide, e devi solo adattarti a questo. Ovviamente, a seconda dell’avversario, a volte è favorevole giocare di notte, a volte di giorno, non c’è uno standard o una formula che funziona sempre, per così dire. Nonostante io storicamente ho giocato molto bene e vinto molte partite sotto le luci in diversi slam, specie in Australia“.

D: “Sei stato numero 1 per così tanto tempo, ma se guardi attraverso gli anni o le settimane da n. 1, quale diresti è la cosa migliore di esserlo? E quali sono le cose più difficili o peggiori?

Djokovic: “Penso che la risposta sia nella domanda: essere il numero 1 è la migliore e peggiore cosa dell’essere numero 1, perché è la sfida finale in questo sport, in qualsiasi sport è essere il meglio in quello che fai, ma in particolare nello sport individuale. Ho avuto la fortuna di essere il numero 1 per molte settimane per tutta la mia carriera, e quello è sempre stato l’obiettivo più alto all’inizio di ogni stagione, in particolare nell’era con Federer, Nadal, i grandi del gioco, e questo rende il successo ancora più grande. D’altra parte, lo svantaggio di essere il numero 1 è che sei sempre inseguito da tutti gli altri che vogliono detronizzarti e vincere contro di te, indipendentemente dalla dimensione o dalla categoria del torneo. Ma questo è qualcosa a cui mi sono fortunatamente abituato in questi anni, e affrontare ragazzi che vogliono sfidarmi per il primo posto mi dà ancora più motivazione. Lottare per il n. 1 è il massimo della sfida, perché devi giocare costantemente bene per tutta la stagione, per tutto l’anno, mentre tutti possono fare un grande torneo, un mese o tre o sei, ma alla fine per essere il numero 1 della stagione, devi giocare bene 11 mesi, essere costante, difendere i tuoi punti e affrontare quel tipo di pressioni più e più volte. Sì, penso che sia davvero una specie di Monte Everest da scalare nello sport individuale, in particolare in questa era, dove tutto i migliori contendenti per il numero 1 stanno giocando intere stagioni negli ultimi 15 anni, che non era il caso delle generazioni precedenti. Mancavano i migliori in uno slam, forse due, mentre oggigiorno tutto è diventato così professionale e tutti sono così focalizzati, ogni punto, ogni partita conta. Così il risultato è ancora più grande“.

D: “Hai una storia speciale con questo torneo per quante volte sei andato in finale prima di vincerlo finalmente. Mi chiedo, ora che l’hai vinto due volte, se si stia fondendo con gli altri Titoli del Grande Slam che hai o tornando indietro è ancora una cosa speciale per te?

Djokovic: “Mi ci sono voluti anni e anni per vincere il titolo qui. Certo che ho avuto un po’ di crepacuore qui, molte finali perse e semifinali come avvincenti maratone, per lo più contro Rafa prima del 2016. E ovviamente è stato molto speciale ed emozionante aggiudicarsi quel titolo nel 2016, è stato un grande sollievo più di ogni altra cosa. Quindi negli anni successivi stavo continuando a giocare costantemente bene qui. Poi fortunatamente ha ottenuto un altro titolo l’ultimo anno. E, in qualche modo, vincere un titolo qui è sempre probabilmente il più difficile di qualsiasi slam per me. L’anno scorso la seconda settimana che ho trascorso qui ha visto probabilmente le quattro partite più dure, i sette giorni più duri che ho dovuto affrontare per vincere qualsiasi slam nella mia carriera. Quindi, sì, gli dà un po’ più di significato“.

Il tabellone maschile del Roland Garros 2022

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