La 111esima vittoria al Roland Garros di Nadal è probabilmente l’unica da cui il campione spagnolo è uscito con sentimenti che non hanno niente a che fare con la felicità per un successo. Rafa era apparso subito preoccupato e scosso per l’infortunio di Zverev a cui ha mostrato la sua vicinanza sia quando il tedesco era ancora a terra sia quando è rientrato in campo per stringere la mano all’arbitro. Nadal si è poi presentato in sala stampa con l’atteggiamento di chi si sente quasi in colpa per aver tratto un beneficio – seppur solo sportivo – da un incidente occorso all’avversario. E proprio il maiorchino sa bene cosa significhi essere costretti al ritiro quando ci si sta giocando una finale Slam: nel 2018 fu una lesione al tendine rotuleo a fermarlo nella semifinale dello US Open contro Del Potro.
“Non è facile né bello parlare dopo quanto successo. L’unica cosa che posso dire è che spero non sia così grave, che non ci sia niente di rotto. So cosa significhi per lui lottare per vincere uno Slam. […] È un sogno essere nuovamente in finale al Roland Garros, ma non è questo il modo in cui avrei voluto arrivarci. Vedere un collega che soffre è un enorme dispiacere”. Queste sono state le prime parole di Rafa in una conferenza stampa contraddistinta da toni bassi. A detta dello spagnolo, però, la rovinosa caduta di Zverev dopo aver puntato la caviglia non è da imputare al campo dello Chatrier: “Non penso ci sia bisogno di creare una storia per trovare delle responsabilità. Il campo non era in cattive condizioni. E’ stato un momento sfortunato, un incidente e può succedere su ogni superficie”.
D: Cosa vi siete detti con Sascha negli spogliatoi mentre riceveva le prime cure?
Nadal: Sì ero con lui e stavano facendo un controllo alla caviglia con un’ecografia, con gli ultrasuoni. Ero lì per vedere l’evoluzione della situazione. Non sarò io a dire qualcosa sul suo infortunio, non posso parlare per lui.
D: Il campo sembrava molto lento oggi. C’era qualcosa di inusuale in termini di movimento?
Nadal: Le condizioni di gioco erano le più lente che ho dovuto affrontare da tanto tempo a questa parte. C’era molta umidità oggi pomeriggio, a maggior ragione con il tetto chiuso e le palle diventavano molto grosse: era difficile dare lo spin giusto. Le condizioni erano tutt’altro che ideali per il mio modo di giocare e perciò non sono stato in grado di aggredirlo e spingerlo fuori dal campo. La mia palla non rimbalzava come fa di solito. Lui ha iniziato il match giocando magnificamente ed è stato un miracolo vincere il primo set, ma ero lì a lottare e cercare soluzioni. Ci sono stati diversi momenti in cui si è trattato di ‘sopravvivere’.
D: Dopo tutti i traguardi che hai raggiunto ci sono ancora cose che possono metterti alla prova o senti che non hai già vissuto tutto?
Nadal: Non si tratta di cose che hai bisogno di provare. Il punto è quanto ti entusiasma fare ciò che fai. Se ti piace allora vai avanti. Se mi piace giocare a tennis e se sono in grado di continuare a farlo, vado avanti. Se sono abbastanza in salute per giocare, mi piace la competizione, giocare negli stadi più belli al mondo. Tutto ciò mi fa sentire orgoglioso e felice del lavoro che abbiamo fatto.
D: Questo è stato il terzo match di fila molto duro per te. Come ti senti fisicamente, a livello di gambe e con il piede?
Nadal: Fisicamente sto bene. La performance a livello fisico di solito non è un problema per me, anche se oggi le condizioni erano difficili: molto caldo e davvero umido. Con questo clima tendo a soffrire un po’ di più. Mi è successo in Australia contro Shapovalov.
D: Quanto è stato impegnativo da un punto di vista psicologico affrontare gli ‘up and down’ che hai vissuto da Roma fino ad arrivare in finale oggi?
Nadal: A Roma non avevo buone sensazioni per il mio piede ma sentivo che sarei stato in grado di giocare qui. Ed eccomi qua, ho giocato, lottato e fatto tutto il possibile per darmi almeno una chance di essere dove sono. Significa molto per me: tutti i sacrifici fatti per continuare a giocare acquisiscono senso quando puoi goderti momenti come quelli che sto vivendo in questo torneo.
Infine, Nadal ha parlato dell’ultimo ostacolo tra lui e il 22esimo Slam, nonché 14esimo Roland Garros: quel Casper Ruud che prima di raggiungere questi risultati ha frequentato la Nadal Academy. “Per me non è una grande sorpresa. Lo ritengo uno dei favoriti in ogni torneo sulla terra. Credo che all’accademia siamo stati capaci di dare un piccolo contributo alla sua crescita. Sono davvero contento per lui e per la sua famiglia: sono bravissime persone”.