Appassionata di scrittura, Alizé Cornet realizza il suo sogno con un primo romanzo

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Appassionata di scrittura, Alizé Cornet realizza il suo sogno con un primo romanzo

Scrive da quando era piccola e ha realizzato un sogno pubblicando
mercoledì il suo primo romanzo, edito da Flammarion, “La Valse des Jours”. Un percorso che la giocatrice ha apprezzato molto e una vera riconversione della sua vita dopo il tennis

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Alize Cornet - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Di Lucile Alard, L’Équipe, 7 maggio 2022

Entusiasta come una bambina davanti ad un enorme gelato alla vaniglia cosparso di gocce di cioccolato, Alizé Cornet contempla l’impressionante pila di libri messa davanti al lei sul tavolo. Ce ne sono un centinaio, divisi a gruppi di dieci. Il suo nome e cognome è in alto sulla copertina. Prendendo in mano il primo, ha avvertito una «sensazione fisica», dei «brividi» nel vedere il suo sogno di ragazzina diventare realtà. Romanziera… mentre da più di quindici anni, l’attuale numero uno di Francia e 34 al mondo picchia una pallina gialla ai quattro angoli del mondo.

Scopre questo status si diverte con spontaneità ed entusiasmo. «Sapete che si chiamavano fermalibri?» chiede mostrando l’espositore su cui giacciono i suoi libri nella libreria. Si diverte – no non lo sapevamo – rimette l’oggetto di cartone al suo posto e propone di farci una dedica su una copia de La valse des jours, il suo primo romanzo uscito mercoledì ed edito da Flammarion. La sua editrice, che l’accoglie nel suo ufficio per l’occasione, la riprende, ma oramai è troppo tardi: non ha scritto sulla pagina giusta. Alizé Cornet sorride: «mi insegna il lavoro».  Un vero mestiere nel quale ci è finita un po’per caso e un po’per vocazione.

Da regalo di Natale a romanzo pubblicato

Alla base c’è un progetto semplice ma folle: fare un bel regalo a sua madre in occasione del Natale 2020 mettendo su carta la storia della sua vita, di quella di sua sorella (sua zia) e di sua madre (la nonna della Cornet). «Volevo davvero farla contenta, cercare di farle un regalo originale. Almeno è stato originale. Tredici mesi di lavoro per un regalo, non so se siano in molti a farlo (ride). E questo si è trasformato in un libro che non era pensato per uscire da casa nostra. Tutto è inaspettato ma in senso buono.» Quando sua madre, grande lettrice e che le ha trasmesso questa passione, ha finito questo bel tomo (ai tempi erano più di 400 pagine) che ha ricevuto appena dopo Natale, le ha consigliato di mandarlo ad una casa editrice.

La francese ha già pubblicato un primo libro – un diario, Sans compromis (Amphora edizioni) – ma sa bene che l’esercizio non aveva niente a che vedere. In questo diario di bordo, confidava dei frammenti della sua vita e raccontava la sua esperienza nel circuito. Quando lei invia il testo a un contatto che ha in Flammarion, spera in una risposta, dei consigli, qualche parola di incoraggiamento ma non si fa molte illusioni, conscia del fatto che ce ne sono centinaia che tentano la fortuna. Le sue pagine arrivano fino all’ufficio dell’editrice responsabile della narrativa. Louise Danou non sa chi sia Alizé Cornet (vedi sotto) ma sa che ha tra le mani un romanzo che merita di essere pubblicato.

La macchina si mette in moto velocemente. Nell’aprile 2021, la francese, di scena a Charleston, riceve una chiamata prima di una riunione. «Stavo per rientrare in campo con i miei piccoli problemi di giocatrice di tennis e lei mi ha detto così… E’ stato un saliscendi di emozioni indescrivibile. Firmare con una casa editrice come Flammarion come scrittrice è un sogno.»

 «Ma onestamente è stato un lavoro cinese, super noioso, e io non mi rendevo conto che pubblicare un romanzo richiedesse così tanto lavoro dopo averlo scritto.»

Da sempre la nizzarda ha riempito pagine e pagine tra diari, fumetti e poemi. Una «terapia», ci ha confidato al momento dell’uscita della sua autobiografia. Ci ha raccontato dei suoi tre desideri da bambina: diventare scienziata, giocatrice di tennis o autrice. Il primo è bello che andato, ma a 32 anni si consola molto bene riuscendo nell’impresa di conciliare gli ultimi due. Resta concentrata «al 100%» sul tennis ma si è autorizzata ad «allentare la vite» su certi progetti per soddisfare questo desiderio di creazione e portare a termine questo progetto incredibile.

Per la prima versione del romanzo ha dovuto esporsi alle critiche e iniziare il processo di manda-rimanda tra le correzioni e le modifiche apportate da lei stessa. Il testo si è spostato con lei. Qualche settimana fa a Indian Wells cercava uno scanner per inviare l’ultima versione nei termini.

Era pronta a fare le foto a ogni pagina per mandarle alla Flammarion, ma la WTA le ha risolto la situazione. «Erano tutti sul pezzo e ce l’ho fatta nei tempi, la vigilia della scadenza, a inviare tutto corretto. Ma onestamente è stato un lavoro cinese, super noioso, e io non mi rendevo conto che pubblicare un romanzo richiedesse cosi tanto lavoro dopo averlo scritto.»

Un romanzo scritto «d’istinto»

Non è proprio la parte del lavoro che le è piaciuta di più ma ha accettato volentieri di immergersi fino alla fine in questo lavoro, necessario per ottenere il risultato finale. La sua editrice, stupita dalla prima stesura, le ha chiesto di dare più peso ad un personaggio per equilibrare il romanzo. Lei allora ha sviluppato questi passaggi e condensato anche la sua prima versione per arrivare al volume finale di 360 pagine dove ci si addentra con facilità e che porta lettori e lettrici sulle tracce di queste tre ragazze a metà degli anni 60.

Vedono le loro vite sconvolte dai capricci della vita e tutti, a modo loro, percorreranno la strada verso la libertà e l’indipendenza. Un libro di successo che ha scritto, dice, con pochi appunti su carta, «d’istinto ». Ispirata da queste tre donne della sua famiglia e soprattutto da sua madre, il personaggio di Jeanne, a cui ha voluto rendere omaggio prima di tutto.

 «Non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto e invece mi è piaciuto.»

«Ho avuto una vita da sogno rispetto alla sua di quando era piccola. E avevo voglia di renderla concreta e di toccarla. Era un po’ sbalordita che abbia finito il libro perché non ci si inventa come scrittrice», racconta Alizé Cornet con delicatezza nel momento in cui ricorda quella che l’ha accompagnata nel suo sogno di giocatrice professionista e ha smesso di lavorare per seguirla in gioventù. Voleva anche scrivere senza rivelare completamente la sua persona per non ferirla.

Quando si è lanciata, neanche lei pensava di arrivare in fondo. «Non è totalmente finto perché è comunque basato sull’infanzia di mia madre ma bisogna lo stesso avere una buona dose di ispirazione e di immaginazione per scrivere un romanzo dalla A alla Z. Non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto e invece mi è piaciuto. E stato appassionante.»

Ha già finito la stesura di un secondo romanzo e sta già lavorando al terzo

Talmente appassionata che ha già finito la stesura di un secondo romanzo. Si augura seguirà lo stesso percorso del primo e si è lanciata nella stesura di un terzo. Un’opzione concreta per il suo post-carriera con un piede sempre nel tennis (sogna di diventare capitana in Fed Cup), le mani ben salde sulla tastiera e il cervello in un vortice di storie. E non sono sicura che un giorno smetterà di guardare i suoi libri con gli occhi stupiti. Anche da adulti, si può ritornare bambini sgranocchiando il proprio gelato preferito.

 «Una vocazione di scrittrice di romanzi»

Louise Danou, redattore editoriale di Flammarion, racconta di come ha preso la decisione -molto velocemente – di pubblicare il romanzo di Alizé Cornet.

Come avete scoperto questo libro?
Sono queste le storie che piacciono molto alle case editrici. Cristophe Absi, il direttore di collana di Flammarion e grande conoscitore di tennis, mi ha chiamato per chiedermi se conoscessi Alizé Cornet. «Certo», ho detto mentendo, e lui mi ha inviato il manoscritto del suo primo romanzo. Ho iniziato a leggere le prime pagine e mi sono detta che non sapevo chi fosse per davvero ma quello che sapevo è che questa ragazza scriveva molto molto bene.

Che cosa vi ha colpito della sua scrittura?
Sono stato meravigliata e sorpresa. Meravigliata dalla storia, da questo modo molto naturale in cui Alizé ha mischiato le epoche e per la sua voglia di scrittura. E sono stata sorpresa perché sapevo che era un primo romanzo e ho notato che era molto ragionato in termini di struttura e scrittura. Si direbbe proprio che l’autrice di queste pagine si fosse allenata per molti anni. Era un abbozzo, c’erano dei punti che andavano un po’in tutti i sensi, un personaggio che non era abbastanza sviluppato ma era fantastico.

Avete preso subito la decisione di pubblicarlo?
Il giorno dopo aver ricevuto il testo per me non c’erano dubbi sul fatto che andasse pubblicato. Ne ho parlato con la direttrice di Flammarion che ci ha permesso di offrire un contratto ad Alizé. E’ tutto andato a gonfie vele. Raramente un libro viene ricevuto in una casa con così tanta gioia e convinzione.

Una volta che avete capito che lei era impegnata in una carriera sportiva di alto livello, avete avuto qualche preoccupazione?
Un po’ di preoccupazione e allo stesso tempo di eccitazione. Sapevamo che non sarebbe stato un progetto banale. Il romanzo non è una maniera velata di parlare di tennis. Nasce dalla vocazione di scrittrice. Credo di saper riconoscere questa fiamma e questa fiamma non può sfociare che nel viaggio. Credevo che avesse poco tempo da dedicarsi. Ma, nonostante i suoi impegni, è riuscita a portarlo a fondo e ha avuto molto coraggio perché ce ne vuole per riprendere un testo, sviluppare un personaggio, lavorare sulle correzioni.

Ci credete? Quante copie avete pubblicato?
Abbiamo realizzato circa 10000 copie, ma preferisco non dare un numero. Siamo l’industria dei miracoli. Quello che so è che si cerca di fare il massimo per preparare questo miracolo e poi il libro andrà per la sua strada. Vale comunque la pena di essere letto, conosciuto e condiviso.

Può aiutare avere un nome conosciuto sulla copertina di un libro?
Un primo romanzo ha più sostegno se c’è un nome dietro, ma c’è talmente tanta concorrenza sul mercato… Il nome non garantisce il successo. E, rovescio della medaglia, è che qualcuno dice che lui o lei non possono averlo scritto da soli. Con Alizé, non si è passati per la notorietà, si è passato attraverso la dimensione letteraria del libro e della sua personalità.

Traduzione di Luca Rossi

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