Jelena Dokic racconta il suo trauma: "Sono quasi saltata giù dal 26°piano per togliermi la vita"

Rubriche

Jelena Dokic racconta il suo trauma: “Sono quasi saltata giù dal 26°piano per togliermi la vita”

L’ex n. 4 del ranking australiana in un post su Instagram condivide con si suoi followers gli ultimi tragici mesi della propria vita: “Ottenere l’aiuto di uno psicologo mi ha salvato la vita”

Pubblicato

il

Jelena Dokic vincitrice nel 2008 del $25.000 di Firenze
 

Jelena Dokic, ex tennista serba ma naturalizzata australiana con un best ranking di n. 4 della classifica mondiale fatto registrare nell’agosto 2002, ritiratasi nel 2014 all’età di 31 anni e capace nella sua carriera da professionista (16 stagioni dal 1998) di raggiungere una semifinale a Wimbledon nel 2000, quando a soli 17 anni si arrese soltanto dinnanzi alla campionessa in carica Lindsey Davenport, e sempre nella stessa stagione di spingersi sino al penultimo atto dei Giochi Olimpici di Sydney; – dove gli venne spezzato il sogno della medaglia di bronzo da una leggenda come Monica Seles – ha pubblicato un toccante post sul proprio profilo Instagram. Una lettera a cuore aperto, quella di Jelena, dai toni struggenti, drammatici, laceranti; con la quale ha voluto condividere con milioni di persone le sue difficolta psichiche degli ultimi mesi. Un racconto, che colpisce diretto al cuore e che non può lasciare indifferenti. La 39enne australiana comincia la descrizione straziante delle problematiche psicologiche che ha dovuto affrontare nell’ultimo periodo, dal momento più buio; quello in cui la propria esistenza ha toccato il fondo: l’avvenimento nel quale ha tentato il suicidio per porre finne alle sue sofferenze: “Sono quasi saltata giù dal mio balcone al 26°piano per togliermi la vita. Non dimenticherò mai quel giorno. Tutto è sfocato. Tutto è buio. Nessun tono, nessuna immagine, niente ha sensosolo lacrime, tristezza, depressione, ansia e dolore. Gli ultimi sei mesi sono stati duri”.

LA PERDITA DELLE MOTIVAZIONI PER CONTINUARE A VIVERE – Dopo aver avuto la forza per aprirsi e condividere l’attimo più tragico della propria vita, Jelena continua ritornando indietro nel tempo per mostrare senza paura quegli instanti del vivere quotidiano che l’hanno prosciugata, gradualmente ed inesorabilmente, dell’energia vitale fino a trascinarla al punto dal non scovare più dentro di se alcuna motivazione che la spronasse a non arrendersi e a portare avanti quella lotta con il suo inconscio; fondamentale per riappropriarsi della voglia di sorridere alla vita:  “È stato un pianto costante, ovunque. Dal nascondermi in bagno quando ero al lavoro – dopo aver appeso la racchetta al chiodo ha intrapreso l’avventura di scrittrice e commentatrice televisiva – per asciugare le mie lacrime in modo che nessuno le vedesse, all’inarrestabile pianto a casa tra le mie quattro mura è stato insopportabile. I costanti sentimenti di tristezza e dolore non stanno scomparendo e la mia vita è andata in frantumi. Biasimo me stessa, non penso di essere degna di amare e ho paura. So anche che ho ancora così tante cose per cui essere grata e poi comincio a odiarmi perché sentendomi in questo modo mi sento come se non fossi grata per quello che di bello mi è accaduto nella vita. Non devo esserne grata, perché voglio porre fine a tutto. Un circolo vizioso nella mia testa. Il risultato di questo disagio mentale: quasi saltare dal mio balcone al 26° piano il 28 aprile. Non dimenticherò mai quel giorno, volevo solo che il dolore e la sofferenza si fermassero. Mi sono tirata fuori dal bordo del precipizio, non so nemmeno come sia riuscita a farlo”.

IL PERCORSO DI RINASCITA – Per fortuna Jelena non è stata lasciata sola in questa fase fragile della propria esistenza, e chi le è stato vicino, le ha fatto comprendere l’importanza di avviare un percorso di sostegno e supporto con un professionista del settore; affinché l’aiutasse e le fornisse gli strumenti necessari per uscire dal quel orizzonte di buio pesto nel quale emotivamente era entrata: “Ottenere l’aiuto di un professionista del settore, di uno psicologo mi ha salvato la vita. Quello che vi sto raccontando non è facile da scrivere, ma sono sempre stata aperta, onesta e vulnerabile con tutti voi e credo profondamente nel potere di condividere le nostre storie per aiutarci a superare a vicenda, le cose che non vanno della nostra esistenza. Sto scrivendo tutto ciò perché so di non essere l’unica a lottare. Sappiate solo che non siete soli. Non dirò che sta andando alla grande ora, ma sono sicuramente sulla strada del recupero. Alcuni giorni sono migliori di altri e a volte faccio un passo avanti e poi un passo indietro, ma sto combattendo e credo di poter superare questo scoglio che la vita mi ha messo di fronte. Credo in quanto segue: ‘va bene sentire quello che sento. Va bene sentirsi tristi, basta continuare a combattere per tornare. Questo è quello che sto cercando di fare ed è quello che mi fa andare avanti. Non vergognatevi di ciò che sentite’. Va bene sentirsi in questo modo, se è propedeutico ad un percorso che permetta di abbandonare questo stato emotivo di negatività. È possibile, basta continuare a credere. Voi tutti amate ed ecco che combattere e sopravviverete per continuare a vivere e vedere un altro giorno. Tornerò più forte che mai”.

UN’INFANZIA DRAMMATICA: LA GUERRA DEI BALCANI, LA VIOLENZA SUBITA DAL PADRE – Nonostante non ne sia uscita definitivamente, e continui in alcuni momenti ad essere triste, a provare una dolorosa sofferenza; il cammino intrapreso da Dokic sta riscontrando i frutti sperati. L’ex tennista serba, adesso, ha fatto nuovamente propria la voglia di combattere e ha accettato la sofferenza perché è convinta di avere ora nella sua anima la forza di ritornare ad una vita serena e tranquilla. Si dibatte costantemente dell’utilizzo nocivo dei Social Network, ma quando ci troviamo di fronte a situazioni di questo tipo dove grandi uomini e donne dello sport hanno la forza e allo stesso tempo l’umiltà di mostrare le proprie fragilità, senza volersi nascondere dietro lo stereotipo del super atleta imbattibile e che non conosce debolezza, queste piattaforme assumono tutt’altro significato; poiché ci garantiscono di avere uno strumento per veicolare messaggi di speranza ma soprattutto di empatia. Dei racconti che siano in grado di non far sentire sole le persone comuni che affrontano le medesime problematiche, e che appurando che anche straordinari sportivi siano stati colpiti da tali difficoltà, può rappresentare per loro un motivo in più per continuare a lottare. In questo senso il tennis negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, basti pensare alle vicende di Naomi Osaka, di Juan Ignacio Londero e di altri casi riguardanti la salute mentale.

Francamente conoscendo l’intera storia di vita della nativa croata, possiamo affermare che ha già sofferto abbastanza e che meriterebbe soltanto di rivivere i ricordi delle sue imprese sportive; e non di dover ancora rincorrere la felicità. Infatti Dokic, nata in Jugoslavia durante il periodo del conflitto nei Balcani e perciò già costretta a dover fronteggiare i postumi e gli strascichi che una guerra comporta, subì numerosi maltrattamenti da parte del padre; prima di trasferirsi in Australia, cambiare cittadinanza e voltare pagina. Non possiamo dunque che augurare a Jelena di tornare a vivere felicemente il prima possibile, e di fare in modo che gli scheletri della sua psiche siano solamente un brutto ricordo ormai lontano.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement