La Giorgi in cattedra. E' una lezione di stile (Bertellino). Berrettini ha già "battuto" Nadal (Pavan). A Wimbledon c'è pure Vavassori (Giammò)

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La Giorgi in cattedra. E’ una lezione di stile (Bertellino). Berrettini ha già “battuto” Nadal (Pavan). A Wimbledon c’è pure Vavassori (Giammò)

La rassegna stampa di venerdì 24 giugno 2022

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La Giorgi in cattedra. E’ una lezione di stile (Roberto Bertellino, Tuttosport)

E’ stata una lezione di tennis, quella impartita ieri a Eastbourne da Camila Giorgi nei quarti di finale del WTA 500. L’ “allieva” del caso si chiama Viktorija Tomova, numero 128 del mondo e nell’occasione approdata tra le migliori otto del torneo da lucky loser per il forfait in singolare di Ons Jabeur (che ieri ha rinunciato anche al doppio con Serena Williams). Alla 30enne maceratese sono stati sufficienti 64 minuti per avere la meglio sulla bulgara ed eguagliare a Eastbourne il risultato del 2021, ovvero la semifinale che lo scorso anno l’aveva poi vista ritirarsi contro l’estone Kontaveit per un problema fisico. Lo score finale di 6-2 6-1 in favore dell’azzurra è la perfetta fotografia dell’andamento del match che dopo lo 0-2 d’avvio ha visto Camila non sbagliare più nulla e far male alla rivale da ogni zona del campo. Risposte ficcanti, attacchi vincenti in controtempo chiusi con volée classiche o schiaffi al volo di diritto. Ottimo anche il rendimento al servizio, arma che non sempre riesce ad usare con il giusto equilibrio. Ieri ha ottenuto oltre l’80% dei punti quando ha messo in campo la prima: «Sono molto felice di essere tornata in semifinale a Eastbourne – ha affermato al termine la marchigiana -. Ho disputato un match molto buono e mi sono sentita bene. Il feeling con questo torneo è indubbio e anche grazie a questo riesco a divertirmi. La battuta, a differenza di quanto accaduto negli ottavi, ha funzionato a dovere è questo è fondamentale. In generale però sono stata più consistente rispetto agli altri incontri messi in campo questa settimana. Sono inoltre molto felice per il fatto di avere l’intera famiglia qui a sostenermi». Ciò che ha colpito ieri della numero uno italiana e 26 del ranking WTA è stata la capacità di giocare bene in difesa, area del suo tennis che non ama particolarmente. Oggi la Giorgi giocherà la sua ventesima semifinale in carriera nel massimo circuito contro Jelena Ostapenko, testa di serie n. 8 e 14 del mondo. I precedenti tra Ostapenko e Giorgi sono in perfetta parita. L’altra semifinale opporrà la brasiliana Haddad Maia, reduce da due titoli consecutivi vinti, alla ceca Petra Kvitova.

Berrettini ha già “battuto” Nadal (Andrea Pavan, Tuttosport)

Wimbledon, primo set: 6-4. Per ora basta, e avanza pure, considerato che I’avversario di Berrettini: era Nadal. Incontri ravvicinati di un certo tipo. Piccoli segnali d’un qualcosa di grande, al cospetto degli immensi. Metti il campo centrale dell’All England Club, deserto, ma stavolta non per la pandemia. Infilaci una leggenda come Nadal, aggiungici alla fine un mito come Djokovilc; piazzaci poi nel mezzo quel bel ragazzone che più di tutti sta ridando un senso mondiale al nostro tennis – Berrettini – e in pochi minuti il cocktail diventa un evento a suo modo epocale, per quanto ininfluente ai fini della competizione. Quella che, al netto delle qualificazioni in corso, sull’erba londinese progressivamente spelacchiata inizierà lunedì nel torneo più prestigioso del circuito e della storia. Mai gli organizzatori avevano permesso ai giocatori di testare l’erba prima che ogni pallina valesse ufficialmente un 15. Che l’abbiano concesso a Berrettini diventa quasi un’investitura per Matteo. E ieri – stando alla soffiata di un reporter spagnolo, tra i pochi imbucati d’eccezione oltre al rispettivi coach – ha appunto già “battuto” Nadal, neutralizzando uno 0-30 nell’ultimo turno al servizio. Terminato quel set è spuntato per un sopralluogo proprio Nole, che ha poi palleggialo con Cilic, finalista nel 2017 contro Federer. Un anno fa molti si erano lamentati di una superficie troppo scivolosa, in coda al grave infortunio di Serena Williams: di qui, gli inediti test.

A Wimbledon c’è pure Vavassori (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Ieri mentre Rafa Nadal e Matteo Berrettini si allenavano per la prima volta sul Centrale di Wimbledon, cinque miglia più a nord, a Roehampton, anche un altro italiano aveva la sua prima volta da festeggiare. Oltre a Berrettini (8), Sinner (10), Sonego (28), Fognini e Musetti, il contingente azzurro potrà contare infatti anche su Andrea Vavassori che ieri si è imposto per (5)6-7, 7-6(4), 6-1, 7-6(5) contro il ceco Kolar nell’ultimo turno delle qualificazioni del torneo. Il ventisettenne di Pinerolo farà così il suo esordio nel tabellone principale di uno Slam in quello che sarà il suo secondo evento giocato sul circuito ATP dopo l’Open di Stoccolma dell’anno scorso quando fu eliminato al secondo turno da Shapovalov. Al suo debutto assoluto sull’erba, Vavassori fin dall’inizio ha dato l’impressione di avere gioco e movimenti che ben gli si addicono. Delle tre vittorie ottenute in quattro giorni, quella di ieri contro Kolar è la più importante perché, oltre a schiudergli i cancelli dell’AEC, è arrivata contro un avversario che già si era fatto notare sul circuito quando a Parigi costrinse Thitsipas a una vittoria in quattro set scandita da ben tre tie-break. Nei primi due set, c’è stato equilibrio nei rispettivi turni di battuta, che hanno portato a due tiebreak con una vittoria per parte. Vinto il secondo set e riportatosi in parità, Vavassori ha preso il largo nel terzo per poi dimostrarsi freddo nel quarto quando è stato chiamato ad annullare due set point. Giunti ancora al tie-break, è stato un passante largo del ceco a consegnargli una vittoria a cui lo stesso Vavassori, al lungo sdraiato sull’erba, stentava ancora a credere. […]

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