Wimbledon: l’impronosticabile Slam di Rybakina, terzo torneo dopo due minori, sarà solo il primo di tanti?

Editoriali del Direttore

Wimbledon: l’impronosticabile Slam di Rybakina, terzo torneo dopo due minori, sarà solo il primo di tanti?

Dalla sua c’è l’età. La più giovane dopo Kvitova nel 2011. Gran servizio, bei fondamentali, ma mano non troppo delicata. Jabeur troppo narcisista. Djokovic-Kyrgios: tifo per l’antipatico che vorrebbe essere amato o per il maleducato che se ne infischia?

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Non è stata una gran finale, in tutta onestà. Ha vinto la ragazza che serviva meglio e tirava più forte, sia al servizio sia con i fondamentali, anche se Elena Rybakina come mano lascia davvero parecchio a desiderare perché è capace di sbagliare palle facilissime a due passi dalla rete. Per inesperienza forse, ma anche per una tecnica da affinare.

La sconfitta Jabeur ha decisamente un tennis più originale  e piacevole, ma anche più discontinuo e qualche volta sembra eccedere in narcisismi davvero controproducenti, come quando nel rincorrere un lob aspetta a farlo rallentando la corsa invece di accelerarla, per giocare un tweener tanto spettacolare quando inutile, o un colpo dietro la schiena che non ha molto senso.

Insomma io, mentre seguivo questa finale ricca di errori, mi sono trovato a rimpiangere le prestazioni finali di tante campionesse del passato, Serena Williams nei suoi cenci (7 Wimbledon), ma anche Venus (5 Wimbledon vinti) , Mauresmo (l’ultima ad aver vinto un Wimbledon pur avendo perso il primo set della finale prima di oggi), Sharapova, Hingis, Graf, per non stare a risalire alla… mia preistoria con Evert (1974 il mio primo Wimbledon), King, Goolagong, Navratilova, Novotna….Perché magari la Ribakina farà incetta di Slam anche se finora aveva vinto solo due tornei minori, però per ora non mi sembra proprio all’altezza del livello delle campionesse citate. La vittoria potrebbe farle scattare una molla in termini di personalità, fiducia e il resto che ne consegue.

L’attenuante per una partita interpretata in modo non straordinario, soprattutta nel primo set, ma comunque vinta poi con due 6-2 di fila, per la Rybakina c’è. Tutto sommato non le si poteva chiedere troppo di più a lei esordiente in una grande finale.

E ha dovuto sopportare un discreto stress mediatico procuratole da un po’ tutti i giornalisti per il fatto che lei è nata a Mosca e da russa qui quest’anno non avrebbe potuto giocare. Ma invece ha potuto farlo essendo diventata kazaka nel 2018. Gran parte delle domande a lei rivolte in questi giorni erano incentrate su questo argomento e soprattutto i giornalisti dei tabloid volevano strapparle una qualche dichiarazione anti-Putin… che lei si è ben guardata dal fare. Mentre sempre ringrazia il Kazakhstan che l’aveva aiutata quando non avrebbe avuto modo di sostenersi finanziariamente. Paese che lei ha difeso con orgoglio anche alle Olimpiadi di Tokyo.

Aggiungo per correttezza verso chi mi legge, a questo punto, che se a vincere questa edizione in tono minore di Wimbledon e anche dopo una finale non esaltante, fosse stata una nostra tennista, Camila Giorgi, Martina Trevisan o un’altra, beh i toni sarebbero stati inevitabilmente e sciovinisticamente diversi, meno critici.

Avremmo celebrato la prima vittoria di Wimbledon di una nostra giocatrice, come farebbero i giornalisti kazaki se ci fossero – non li ho visti, non ci sono state domande non inglesi a fine conferenza stampa, quindi ho presunto che non ci fossero – sottolineando la grandezza dell’impresa e senza soffermarsi sugli errori gratuiti che sono stati 33! Non pochi in un match vinto, di tre set in tutto, e conclusi da un duplice 6-2 finale.

Ora tutti dovrebbero aver imparato che per chiamare Elena Rybakina si dovrebbe mettere l’accento sulla prima a e non sulla i (che somigliava un po’ troppo alla Varechina, un marchio ormai obsoleto di candeggina di ipoclorito di sodio che si usava per smacchiare…e si usa ancora ma nessuno la chiama più così).

Eh sì perché, sebbene la bella seppur algida ragazza kazaka, fosse solo n.17 del seeding – e soltanto Serena Williams ha vinto con un seeeding peggiore ma lo aveva per altri motivi – è lei la nuova campionessa di Wimbledon, anche se quando ha trasformato il matchpoint finale ha palesato una calma olimpica ed è andata a stringere la mano alla Jabeur e all’arbitro senza minimamente esultare. Né pugnetti al cielo, né grida… e neppure lacrime quando si è seduta sulla sedia in attesa della premiazione effettuata dalla duchessa di Cambridge Kate in abito lungo e giallo …Ucraino.

Ma il suo coach Stefano Vukov l’ha “raccontata” come un tipo molto ma molto introverso: “Diversamene da me …è sempre calma, riesce a tenersi tutto dentro…ma sono sicuro che le emozioni le sente anche lei”.  Succede nell’albo d’oro a Ash Barty, baby pensionata, che un anno fa battè Karolina Pliskova.

Aveva perso un solo set nel torneo, con la Tomljanovic, e ne ha perso un altro, il primo della finale, con la Jabeur dalla quale aveva perso due volte in due duelli.

23 anni un mese fa Elena è la più giovane campionessa da quando Petra Kvitova vinse la prima volta nel 2011Aveva vinto solo 2 tornei e non di prima grandezza, Bucarest nel 2019 e Hobart (Tasmania) nel 2020, e il suo obiettivo qui a Wimbledon era raggiungere la seconda settimana dei Championships, cioè gli ottavi… anche perché nessun tennista kazako, uomo o donna, era mai andato oltre i quarti di finale in uno Slam.

C’era stata solo una tennista kazaka, Yaroslava Shvedova che, in coppia con l’americana Vania King, aveva vinto uno Slam in doppio nel 2010.

Elena è la 57ma vincitrice della storia open degli Slam, la ventitreesima di Wimbledon. Aveva battuto 7 top-10 in carriera, ma soltanto una in uno Slam, Serena Williams, al Roland Garros un anno fa. E Serena era già messa maluccio…

“Forse mi verrà da piangere soltanto quando sarò sola nella mia camera stasera, ora non riesco a capacitarmi di quanto è successo e sono riuscita a fare”.

Elena ha fatto 4 aces che si aggiungono ai 49 fatti nel torneo, ma soprattutto ha messo a segno 173 vincenti nel torneo con i 29 della finale. 11 di dritto, il colpo migliore, ma anche 8 di rovescio, quindi quasi altrettanto pregevole. Gli altri 12 punti sono arrivati dai servizi. 23 volte è riuscita a non far rispondere la Jabeur.

Sono curioso di vedere se è stato un fuoco di paglia. Voi pensate che ne vincerà ancora di Slam? Io sarei un po’ scettico, ma è anche vero che non è che il tennis femminile di questi tempi offra granchè, Swiatek a parte.

Pr quanto riguarda la finale Kyrgios-Djokovic mi chiedo che posizione prenderà il pubblico. Gli inglesi ameranno di più l’antipatico che vorrebbe essere amato o l’antipatico che se ne infischia?

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