Wimbledon, Rybakina si commuove in conferenza stampa: "Volevate le mie emozioni, eccole..."

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Wimbledon, Rybakina si commuove in conferenza stampa: “Volevate le mie emozioni, eccole…”

Alla kazaka in conferenza stampa dopo il suo successo viene chiesto quale è la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Ecco la sua risposta

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Elena Rybakina - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
Elena Rybakina - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
 

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L’erba di Wimbledon ha incoronato una nuova regina. Primo titolo a livello slam per la kazaka Elena Rybakina che ha rimontato la tunisina Ons Jabeur e ha portato a casa il titolo più importante della sua carriera pur mantenendo una calma olimpica. Festeggiamenti e stile pagato per la tennista kazaka che cede alle emozioni solo alla fine della conferenza stampa.

Moderatore: Elena, sei la vincitrice di Wimbledon come ti senti?

Rybakina: “Non riesco ancora a crederci, forse un giorno tra qualche giorno mi siederò e realizzerò quello che ho fatto. Per il momento sono super orgogliosa di me stessa e del mio team e di chiunque abbia lavorato con me. È stata dura ma ce l’abbiamo fatta tutti insieme”.

D: Hai detto sul campo che eri nervosa prima del match e anche durante, come hai gestito la tensione e cosa hai detto a te stessa per superare questa situazione?

Rybakina: “Ero molto nervosa il giorno prima, mi sono allenata bene ma la sera ho iniziato a sentirmi molto nervosa e anche stamane. Ho provato a dire a me stessa che si trattava solo di un match e che per me non era la prima volta. Secondo me la cosa peggiore è ovviamente quando sei carica e poi perdi la partita e sfortunatamente mi sono capitate diverse sfide come questa; quindi, forse aver vissuto esperienze simili mi ha aiutato un po’. Stavo cercando di convincermi che un match di questo livello potrebbe verificarsi nuovamente. Mi sono detto che non sarebbe stata la prima e unica volta e che avevo già fatto un ottimo lavoro con la mia squadra. Con queste tipo di parole ho cercato di tranquillizzarmi”.

D: Ti sei detta le stesse cose durante il match?

Rybakina: “Sì perché non ho iniziato bene. Poi mi sono concentrata completamente sulla partita e su cosa dovevo fare perché Ons ha giocato in modo incredibile ed è un’avversaria molto dura con i vari dropshot che effettua e molto altro; quindi, quando la sfida è iniziata mi sono focalizzata interamente su quella e mi sono concentrata punto per punto“.

D: Ons Jabeur ha scherzato dicendo che dovrebbe insegnarti come festeggiare perché hai reagito in maniera un po’ fredda e non molto entusiasta, come festeggerai stasera?

Rybakina: “Non ne ho idea, abbiamo lavorato molto per essere qui ma è stato così inatteso tutto quello che è accaduto in queste due settimane. È stato un match duro fisicamente e mentalmente, alla fine ero così felice che fosse finito. In questo momento non ho ancora realizzato di avercela fatta ma di sicuro festeggerò con il mio team, amici e familiari”.

D: Hai mai fatto dei grandi festeggiamenti oppure ogni volta che vinci sei così calma?

Rybakina: “Sono sempre calma, non so cosa accadrà, ogni volta che faccio dei discorsi penso sto per scoppiare a piangere ma in qualche modo riesco a trattenerle; forse dopo quando sarò sola in camera piangerò a dirotto (dice sorridendo).

D: La vittoria è accompagnata da un assegno di 2 milioni di sterline. In passato tuo padre era preoccupato per i costi del tennis. Puoi spiegarci cosa questo assegno significhi per la tua carriera, cosa significhi guadagnarlo giocando a tennis?

Rybakina: “Onestamente quando ho iniziato a giocare a tennis non ho mai pensato al denaro. È un bel lavoro perché puoi guadagnare tanti soldi ma allo stesso tempo so quanto sia costoso arrivare qui. Per me è sempre stata una gioia giocare a tennis, mi sono divertita sin dagli inizi, molte volte ho partecipato a dei tornei senza sapere nulla sul prize money. Ho vinto una grossa cifra ma onestamente non so cosa ci farò. Il denaro non è mai stato al primo posto“.

D: Una persona che era molto felice oggi era il presidente della federazione kazaka di tennis, come ti senti nel ripagare la fiducia che il Kazakistan ha riposto in te?

Rybakina: “È incredibile e sono super felice, e ho apprezzato che il presidente è venuto per supportarmi dalla semifinale e ci siamo sempre sentiti al telefono durante le due settimane. Sono molto grata per tutto, è un traguardo storico ed è difficile da crederci”.

D: Cosa ti ha permesso di smettere di essere nervosa e di essere più costante?

Rybakina: “Nel primo set ero molto nervosa e Ons ha giocato bene e ho avuto bisogno di tempo per adattarmi al suo gioco ma poi mi sono detta che dovevo lottare fino alla fine, quindi ho provato a focalizzarmi su ogni singolo punto perché è stata molto dura. C’era molto caldo, ero nervosa, fisicamente pensavo di non farcela ma alla fine ho corso recuperando ogni sua palla: ho pensato, è la prima volta che corro così tanto“.

D: Hai detto belle parole su Ons a fine match, puoi dirci cosa pensi di lei come giocatrice e come persona?

Rybakina: “Penso che sia una brava persona perché la prima volta che ci siamo incontrate si trattava di uno dei miei primi tornei WTA, ero lì con mio padre e non sapevo neanche dove si trovasse il tennis club e ho incontrato lei. È stata molto carina con me e mi ha mostrato tutto. Io ero fuori dalle prime duecento in classifica, ma neanche lei era così in altro nel ranking e la rispetto molto avendo visto cosa abbia raggiunto e sapendo da dove è partita“.

D: Hai parlato di come sia un piacere giocare a tennis professionalmente, oggi eri nervosa ma sei riuscita a goderti l’esperienza o hai pensato sono qui per fare il mio lavoro?

Rybakina: “Devo essere onesta, oggi ero talmente stressata che non mi sono divertita come avrei dovuto, mi sono divertita di più in semifinale. Ho giocato molto bene anche quel match. Probabilmente mi godrò il momento domani quando tutto sarà più calmo e sarò con i miei amici e parenti e ricorderò tutti gli eventi ma al momento è tutto così stressante“.

D: Hai vinto uno Slam, pensi che se arriverai nella parte finale di uno Slam, in una altra finale ti godrai di più lì esperienza?

Rybakina: “Penso di sì, se andrò avanti in un altro torneo del Grande slam, la prossima la approccerò in maniera diversa”.

D: Cosa pensi di aver dimostrato a te stessa oggi e cosa hai mostrato al mondo del tennis?

Rybakina: “Forse ho dimostrato che non serve avere un grande team sin da piccola perché non lo ho avuto fino ai 17 18 anni. Non importa la situazione finanziaria, non importa chi sei, devi giocare per raggiungere grandi risultati. A me stessa ho dimostrato che posso davvero vincere un torneo del Grande Slam e che devo credere di più in me stessa per vincere altri Slam”.

D. Condanni la guerra e le azioni di Putin? Penso che la gente vorrebbe sapere qual è la tua posizione.

Rybakina: “Scusa, il mio inglese non è il massimo. Non ho capito la seconda parte della domanda. Da parte mia posso solo dire che rappresento il Kazakistan. Non ho scelto io dove sono nata. Il Kazakistan mi ha sostenuto così tanto e la gente ha creduto in me. Anche oggi ho sentito tanto appoggio. Ho visto le bandiere. Quindi non so come rispondere a queste domande”.

D: Hai menzionato i tuoi genitori prima. E anche sul campo. Hai avuto la possibilità di parlare con loro?

Rybakina: “No, non ancora”.

D: Quale pensi possa essere la loro reazione?

Rybakina: “Probabilmente saranno super orgogliosi… (commossa)”

IL MODERATORE: Tutto bene?

Rybakina: “Sì… Volevate vedermi emozionata, ecco qua”.

D: Quando vedrai i tuoi genitori?

Rybakina: “Questo non lo so ancora. Dobbiamo ancora decidere il programma dei prossimi giorni, ma starò qui ancora per un po’ di tempo”.

D: Come cambierà la tua vita, ora che sei campionessa di Wimbledon?

Rybakina: “Non ho idea, per ora so solo che sarà socia a vita di questo circolo ed è una cosa bella. Per il resto non ho idea”.

D: Cosa ti ha detto la Duchessa di Cambridge?

Rybakina: “Si è congratulata e mi ha detto che ho giocato molto bene. In quel momento ero in stato di shock quindi non ricordo bene cosa abbia detto. Però è stata molto carina e sono stata contenta di ricevere il trofeo dalle sue mani”.

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