Challenger Cordenons: Andrea Vavassori frenato dalla pioggia, a vincere è Zhang

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Challenger Cordenons: Andrea Vavassori frenato dalla pioggia, a vincere è Zhang

Il tennista torinese, dopo la vittoria in doppio, perde una finale dove purtroppo la sfortuna ha avuto un ruolo fondamentale. La Cina domina anche a Lexington con Juncheng Shang

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Zhang Zhizheng - Cordenons 2022
Zhang Zhizheng - Cordenons 2022 (Facebook)
 

Al Challenger di Cordenons c’è stato un protagonista tanto bravo quanto sfortunato: Andrea Vavassori. Il 27enne tennista torinese dopo un sabato da leone in cui ha prima regolato Nicolas Moreno De Alboran (n.374 ATP) col punteggio di 6-7(5) 6-1 6-4, e poi è tornato in campo, ‘dopo una ragionevole sosta’, come recitano in questi casi i programmi ufficiali, per vincere il titolo di doppio. In coppia col ritrovato Dustin Brown ha battuto i serbi Ivan e Matej Sabanov (teste di serie n.1) col punteggio di 6-4 7-5. Per Andrea è stato il 12esimo trofeo Challenger accompagnato dal nuovo best ranking di doppio alla posizione n.63 ATP. Una notte di relax e poi tutti i pensieri sono andati a Zhizheng Zhang che lo aspettava per la finale. Match che si prospettava non facile perché il 25enne cinese (n.197 ATP) è un tipo tosto, uno che non attira su di sé i riflettori ma, quatto quatto, alle fasi finali dei tornei lui ci arriva spesso. L’azzurro parte fortissimo e già nel terzo game ottiene un break a zero. Sul 4-2 Andrea conquista il secondo break con un bel passante di rovescio, per poi chiudere al primo set point. Non c’è niente da fare, in questo momento se Andrea è in giornata non ce n’è proprio per nessuno. Lui gioca in una sorta di trance agonistica e gli avversari spesso non sono pronti a controbattere i suoi schemi del tutto inusuali nel tennis omologato dei giorni nostri (‘Il panda del serve and volley’ l’ha chiamato un mio illustre collega). In altre parole non è facile alzare lo sguardo e ritrovarsi sempre aggrappato a rete questo ragazzone di 191 cm che dà del tu alla palla e non ne vuole sapere di scambi prolungati. Il discorso sembra già se non chiuso perlomeno ben avviato, senonché a questo punto ci mette lo zampino la sfortuna, sotto le sembianze di un violento scroscio di pioggia che rimanda tutti negli spogliatoi per oltre un’ora.

Giusto il tempo per raffreddarsi e farsi scivolare di mano l’inerzia della partita. Infatti alla ripresa del gioco le cose sono cambiate: Andrea appare meno incisivo al servizio, più falloso e dunque meno sicuro nell’applicazione dei propri schemi. Soprattutto colpa della pioggia che ha appesantito il campo e ha cambiato gli equilibri, come ci ha detto lo stesso Vavassori al termine del match. E’ lesto ad approfittarne il suo avversario che sale molto di livello e dimostra, a dispetto dei suoi 25 anni, di essere uno già molto esperto (non a caso a 15 anni era già professionista). Dopo che l’italiano ha annullato un set point servendo sul 4-5, si arriva al tie-break dove il cinese non lascia alcuna chance al suo avversario. Il parziale decisivo inizia così sotto i peggiori auspici, confermati nel quinto game quando Vavassori spara fuori un diritto incrociato in maniera del tutto gratuita e perde il servizio. E’ praticamente la fine del match che infatti termina velocemente, al netto di un’altra breve sospensione per pioggia. Per Zhang è il terzo titolo Challenger in carriera, per Andrea è la seconda sconfitta consecutiva in finale dopo quella di San Benedetto. Temiamo che il nuovo best ranking alla posizione n.176 non sia sufficiente a consolarlo. Rimane però la consapevolezza di vivere la miglior estate della sua carriera e di essere diventato ormai un protagonista assoluto a livello Challenger, pronto per spiccare il volo verso altri traguardi, a partire dalle prossime qualificazioni degli US Open.

Al Challenger 80 di Lexington (contea di Fayette, stato del Kentucky) non erano presenti italiani in tabellone ma c’era, eccome se c’era, il 17enne cineseJuncheng Shang che ha raggiunto la finale attraverso un percorso tutt’altro che facile (tre delle quattro vittorie ottenute al terzo set). Il ragazzino studia da fenomeno all’IMG Academy di Bradenton in Florida, dove tuttora non capiscono come da un padre ex calciatore e una madre campionessa di tennis tavolo sia uscito un talento del genere. Comunque sia Juncheng l’anno scorso, mentre diventava n.1 al mondo tra gli juniores, iniziava anche a riempire la bacheca dove al momento fanno bella mostra di sé quattro titoli Futures. Da questa sera fa loro compagnia il trofeo Challenger di Lexington che il teenager ha portato a casa, con estrema facilità, liquidando l’ecuadoregno Emilio Gomez con un doppio 6-4. Per lui ovviamente anche il nuovo best ranking alla posizione n.241, terzo cinese in classifica. 

In Repubblica Ceca (Liberec, terra battuta) la finale tra Jiri Lehecka e Nicolas Alvarez Varona (n.269 ATP) si è conclusa senza sussulti a favore del beniamino di casa che ha chiuso la pratica con un doppio 6-4 in poco meno di un’ora e mezza. Il 20enne n.65 del mondo aveva sicuramente sofferto di più in semifinale contro il francese Perricard (6-4 6-7 7-6) e oggi non è che abbia dominato ma ha semplicemente fatto tutto un po’ meglio del suo avversario, confermando una solidità che lo porterà lontano. Intanto questo suo terzo successo Challenger (Tampere e Bucarest i precedenti dello scorso anno) lo proietta al n.59 ATP, suo nuovo best ranking. 

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