Insospettabili trionfi: non solo Coric. Da Pavel a Sock, le imprese inattese nella storia recente del tennis

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Insospettabili trionfi: non solo Coric. Da Pavel a Sock, le imprese inattese nella storia recente del tennis

Dalla vittoria di Ivanisevic a Wimbledon a quella di Ljubicic a Indian Wells: quali imprese di outsider sono paragonabili a quella di Coric?

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La vittoria inaspettata del croato Coric al Masters 1000 di Cincinnati è l’ultima di una serie di imprese impronosticabili alla vigilia. Coric era uscito dai radar, nell’ultimo anno ha sofferto per un problema alla spalla che lo ha tenuto lontano dai palcoscenici più prestigiosi. Un bel po’ di purgatorio prima del paradiso a Cincinnati: poco più di un mese fa nel Challenger di Iasi in Romania veniva sconfitto in due set al primo turno da Nicholas Ionel, 279 del ranking. Il resto è storia.

LE CINDERELLA A LIVELLO SLAM – Dicevamo dei campioni inaspettati, gli outsiders. In America hanno un termine per descrivere quelle squadre che senza aver nulla da perdere in partenza compiono imprese al di là delle loro possibilità: Cinderella. Delle Cenerentole troppo brutte per essere regine, ma con un cuore troppo grande per arrendersi al fato. Nella storia del tennis di imprese così son pieni gli annali, ripercorriamone alcune tra quelle degli ultimi vent’anni di tennis. Il primo richiamo non può che essere dedicato a Goran Ivanišević che nel 2001 da wild card trionfò a Wimbledon battendo in finale Patrick Rafter. Ivanišević, croato come Coric, quell’anno era n.125 del ranking ATP, prima di Cincinnati Borna era 152. Sempre a livello slam c’è la vittoria in tre set di Marin Cilic allo US Open contro Kei Nishikori, anno di grazia 2014; in quell’edizione i due sconfissero in semifinale rispettivamente Federer e Djokovic per giocare una delle finali slam più imprevedibili di sempre.

Spostandoci in Australia la vittoria dello svedese Thomas Johansson nel 2002, in finale contro il russo Marat Safin, fece abbastanza rumore; Johansson quell’anno vinse da testa di serie n.16, ma fu agevolato da un tabellone non irresistibile. Eterna è rimasta la vittoria di un giovane teenager al French Open del 1989: parliamo ovviamente di Michelino Chang in finale contro Stefanello Edberg come era solito apostrofarli lo scriba Clerici. Chang resta ad oggi il più giovane vincitore slam.

I CAMPIONI A LIVELLO ATP – Partendo dalla cronaca recente la vittoria di Cameron Norrie contro Nikoloz Basilašvili nel Master 1000 di Indian Wells 2021 resta l’ultimo acuto britannico dai tempi di Andy Murray. Nel 2018 a Parigi-Bercy c’è stata la prima volta di Karen Khačanov contro sua maestà Novak Djokovic, vittoria che permise al russo di raggiungere l’11a posizione del ranking, primato personale. Sempre a Parigi l’anno prima toccò a Jack Sock che in finale sconfisse in tre set Filip Krajinović: vittoria che gli valse la top ten e titolo di n.1 americano. Andando a ritroso la vittoria di Félix Mantilla a Roma nel 2003 contro Roger Federer resta impressa nella memoria. Così come quella del romeno Andrei Pavel contro Rafter nel Mater Series di Montreal nel 2001. Pavel in quell’edizione non era nemmeno testa di serie ma mise in fila: Roddick, Haas e Rafter in finale.

Altra grande prestazione è quella del croato Ivan Ljubičić che nella parte finale della carriera si tolse la soddisfazione di vincere il Masters 1000 di Indian Wells 2010 battendo nell’ordine: Novak Đoković negli ottavi, nei quarti Juan Mónaco, in semifinale Rafael Nadal, e in finale Andy Roddick. Non male per uno che aveva già scollinato quota 30 anni. Per chiudere una nota di merito campanilistica: la vittoria del nostro Fabio Fognini nel Masters 1000 di Monte-Carlo nel 2019. Impressionate rimane il suo ruolino di marcia che non ha lasciato scampo ai vari Rublev, Zverev, Coric e Nadal. La finale contro il serbo Dušan Lajović una formalità sbrigata in due set. Per Fabio quella è rimasta la settimana da incorniciare della sua carriera.

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