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US Open: Nadal cede un set ad Hijikata e trova Fognini [VIDEO]. Nessun problema per Norrie, Cilic e Hurkacz, avanti col brivido Rublev, Coric e Shapovalov
Primo set di assestamento per Rafa, che torna a New York dopo tre anni. Saluta invece il tennis in modo definitivo Sam Querrey, ex numero 11 del mondo

[2] R. Nadal b. [WC] R. Hijikata 4-6 6-2 6-3 6-3

Rafael Nadal torna a New York dopo due anni d’assenza. Dopo aver conquistato il titolo nel 2019, infatti, lo spagnolo ha saltato le edizioni 2020 (causa pandemia) e 2021 (per via dell’infortunio al piede). Al rientro sul più prestigioso cemento americano l’esordio contro Rinky Hijikata – wild card australiana classe 2001 – si presentava certamente più morbido. Anche Nadal, evidentemente, ha bisogno di tempo per adattarsi alle condizioni di gioco e per ritrovare il ritmo partita, lui che dal ritiro in semifinale a Wimbledon ha disputato soltanto un incontro (perso a Cincinnati contro il futuro campione Borna Coric).
IL MATCH – Hijikata non mostra nessun tipo di timore reverenziale nei confronti di un 22 volte campione Slam, tenendo a 30 i suoi primi tre turni di servizio e dimostrando di poter dire la sua. Nadal parte al servizio e concede appena due punti nei primi tre turni, con l’australiano che fatica inizialmente ad offrire risposte insidiose. Sul 3-3 lo spagnolo torna a servire e, sorprendentemente, è lui a dover affrontare la prima palla break del match, che Hijikata sfrutta subito con un gran riflesso a rete. Con grande personalità e dimostrando una grande tenuta fisica il 21enne di Sydney centra con un ace il 6-4 che gli vale il primo set, in cui ha fatto meglio del suo avversario a livello di vincenti (11-8), prime in campo (79%-58%) e punti vinti con la prima (74%-67%).
È logico che quando si ottiene un risultato simile contro un campione del genere, per quando si possa giocare bene, è necessaria qualche contemporanea incertezza da parte sua. Incertezze, dubbi e incomprensioni che, con il passare dei minuti, Nadal spazza via. Per mettere subito le cose in chiaro, il maiorchino ottiene un break ad inizio secondo set – sottolineato dal primo Vamos! intimidatorio – portandosi rapidamente sul 3-0. Hijikata inizia a mostrare qualche problema con il dritto, ma nel complesso continua a dimostrare perché la federazione australiana ha deciso di affidargli l’unica wild card disponibile. All’ultimo vincitore dell’Australian Open e del Roland Garros, in ogni caso, poco importano questi discorsi: sul finire del set arriva un altro break, che vale il 6-2 con cui Nadal dà prova di essere finalmente atterrato sull’Arthur Ashe.
Sia il terzo che il quarto set procedono indicativamente sugli stessi binari. Sotto il tetto chiuso del campo principale dello US Open, alla prima chance Nadal prende vantaggio senza voltarsi più indietro. In entrambi i parziali i break decisivi arrivano a metà parziale, in favore dello spagnolo che è ora decisamente più pimpante. Soltanto al tramonto della partita Hijikata torna ad avere palle break: sono tre di fila, con il numero 2 del mondo in vantaggio 4-3 ma sotto 0-40. Nadal non si scompone, rimonta e poco dopo, alla quinta possibilità, vince 4-6 6-2 6-3 6-3 con un fantastico passante di dritto. Al secondo turno la testa di serie numero 2 troverà Fabio Fognini, che ha rimontato da 0-2 Aslan Karatsev.
GLI ALTRI MATCH – C’era molta curiosità intorno alle condizioni fisiche di Grigor Dimitrov, ritiratosi la settimana scorsa a Winston-Salem contro Dominic Thiem. Il bulgaro dimostra di stare bene, lasciando appena 7 game a Johnson (6-3 6-2 6-2) e raggiungendo Nakashima al secondo turno, vittorioso in tre set su Kotov. Esordio sul velluto anche per Cameron Norrie, che passeggia 6-0 7-6 (1) 6-0 sui resti tennistici di Benoit Paire, spesso apparso molto svogliato nell’arco del match: al prossimo turno c’è Sousa. Poche preoccupazioni anche per John Isner (6-3 6-1 7-5 a Delbonis), Holger Rune (6-2 6-4 7-6 a Gojowczyk), Marin Cilic (6-3 6-2 7-5 a Marterer) e Hubert Hurkacz (6-4 6-2 6-4 a Otte). I primi due si affronteranno in un secondo turno molto interessante; il croato trova Ramos, mentre per il polacco c’è Ivashka (con vista su Musetti e Sinner).
Non è però andato tutto liscio per altri protagonisti, in una giornata che comunque non ha regalato sorprese. Andrey Rublev, non certo nel momento più felice della sua carriera, ha rischiato di sciupare un vantaggio di due set contro Laslo Djere, ma è comunque riuscito ad amministrare bene il quinto set, vincendo 7-6 (5) 6-3 3-6 4-6 6-4: al prossimo turno trova Kwon.
Pensando ad un quinto set oggi, a dire il vero, non può che venire in mente l’Ital-tennis, che ha fatto all-in con il 3/3 al set decisivo (qui il racconto delle vittorie di Sinner, Musetti e Fognini). Anche l’inatteso vincitore di Cincinnati Borna Coric ha dovuto sudare parecchio per conquistare il secondo turno, non sfruttando come Rublev due set di vantaggio e battendo Couacaud 6-2 7-6 (5) 3-6 4-6 7-5. Anche in questo caso si prospetta un match da non perdere contro Brooksby. Non scontata, visto il periodo, nemmeno la vittoria di Denis Shapovalov, a cui quasi sembra piacere complicarsi la vita, riuscendo ad avere la meglio di Huesler per 2-6 6-4 6-4 3-6 6-1.
Nella notte italiana, avanza Diego Schwartzman grazie al ritiro dell’americano Jack Sock, che pure stava conducendo per due set a uno 3-6, 5-7, 6-0, 1-0 (ret.). Dall’inizio del terzo set, Sock è stato ostacolato da un problema alla schiena che gli ha impedito di continuare a giocare. Fino a quel momento, Jack è parso vicino ai suoi giorni migliori per potenza dei colpi da fondocampo ed efficacia del servizio. Poi è arrivato questo infortunio, a nulla è servito l’intervento del fisioterapista. Una vera disdetta per Sock, la cui carriera è stata già sufficientemente compromessa dagli infortuni. Attualmente l’americano è numero 107 del mondo.
Merita una menzione speciale infine l’ultimo match in carriera di Sam Querrey. Lo statunitense è stato capace di raggiungere la semifinale a Wimbledon nel 2017 (battendo il numero uno del mondo Andy Murray, mentre l’anno prima aveva eliminato Novak Djokovic) così come i quarti allo US Open; è stato capace anche di issarsi fino alle porte della top10, fermandosi al numero 11. Il 7 ottobre Querrey compirà 35 anni e oggi ha disputato il suo ultimo incontro a livello professionistico, cedendo 4-6 6-4 7-6 (8) 6-3 a Ivashka.
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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton
Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

Resto del Mondo b. Europa 13-2
Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.
Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?
Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.
B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)
Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.
Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.
Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.
La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.
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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”
Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.
Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.
Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?
È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.
Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.
Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.
Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.
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ITF, David Haggerty rieletto Presidente
Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.
“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.