US Open, Berrettini: “Ecco perché il periodo di stop per infortunio mi è stato utile”

Flash

US Open, Berrettini: “Ecco perché il periodo di stop per infortunio mi è stato utile”

Il tennista italiano parla a 360° dopo la vittoria contro Grenier. “Ora sono cresciuto e so che non devo pensare sempre e solo al tennis. Che fascino la sfida con Murray, ci siamo allenati insieme pochi giorni fa”

Pubblicato

il

Matteo Berrettini US Open
 

E’ stata una faticaccia, di quelle che però potrebbero avere conseguenze positive. Matteo Berrettini supera in quattro set Hugo Grenier e si qualifica al terzo turno dello US Open, dove affronterà nella giornata di venerdì Andy Murray. Ecco le parole del tennista italiano nella conferenza stampa pre-gara, in cui si è concesso con i giornalisti presenti per riflessioni a 360° sul suo momento ma anche su quelli che sono stati i mesi precedenti, caratterizzati da diversi stop per infortuni.

D: Potresti parlarci dei tuoi pensieri su questo match?

Berrettini: “Sì, è stato un match molto difficile. Non ho iniziato nel migliore dei modi. Poi mi sono detto che c’era tempo, che era un match al meglio dei cinque set. Ho avuto bisogno di tempo per realizzare cosa dovevo fare per avere più energie e giocare meglio. Sono felice di esserci riuscito subito a inizio secondo set. Poi nel terzo e nel quarto set mi sentivo bene. Ho avuto diverse chances, ma non le ho colte. Siamo andati avanti fino ai tie-break. Penso di aver giocato meglio di lui nei momenti importanti. Questa è stata la chiave. Era difficile giocare oggi, c’era molto vento, non c’era umidità come negli altri giorni. Le palle svolazzavano un po’ di più. Ma questo è il tennis. Devi capire cosa fare durante la partita e adattarti. Sono felice di esserci riuscito”.

D: Il tuo prossimo avversario, Murray: sei avanti 2-1 nei precedenti con lui. Quali sono le tue aspettative?

Berrettini: “Abbiamo giocato in condizioni differenti. Abbiamo giocato nel 2019 a Pechino, quindi sul cemento, ma al meglio dei tre set. Poi due volte sull’erba. Tutte le partite sono state delle battaglie. Lui è oggi in una forma migliore rispetto all’anno precedente. Di sicuro non spetta a me dire tutto quello che ha raggiunto in carriera. Lui è una leggenda di questo sport. Sarà un grande match, molto difficile, ma sono fiducioso. Mi piace giocare qui, soprattutto nei grandi stadi. Sono pronto”.

D: E’ stato un anno ricco di interruzioni per te. Ma in un certo senso è buono essere oggi più fresco di altri anni a questo punto della stagione?

Berrettini: “Dovresti chiederlo al mio team. Sicuramente non ho giocato molto. Quindi ho molta voglia di giocare tutte le partite che posso. Allo stesso tempo, per tornare da infortuni, serve energia. Quando non giochi, fai appello alle risorse mentali per non mollare e tornare più forte di prima. Soprattutto quando hai un’operazione come ce l’ho avuta io alla mano destra. La prima volta che ho provato a prendere in mano una racchetta non riuscivo nemmeno a impugnarla. Quindi è vero che non ho giocato molto, ma comunque ho usato energie per tornare. Quindi è per questo che a volte mi sento svuotato allo stesso modo. In ogni caso ora mi sento molto bene e pieno di energia. Sono felice di stare bene e di essere qui allo US Open. Non vedo l’ora di giocare la prossima partita”.

D: Quando hai battuto Murray a Stoccarda, hai detto nel tuo discorso dopo la vittoria che Andy rappresenta un giocatore che ha saputo oltrepassare difficoltà e infortuni. Vi conoscete bene?

Berrettini: “Siamo amici, ma non migliori amici, diciamo che c’è un buon rapporto. Lui ha avuto un’incredibile operazione chirurgica, specialmente quando era numero uno del mondo. Mentalmente deve essere stata davvero dura per lui. Ma penso che la volontà che abbia dimostrato sia di ispirazione. L’ho sempre ammirato. Spesso ci siamo allenati insieme. Quando ero ragazzino, lo guardavo in tv. Per me è sempre un sogno il fatto di giocare contro uno così. E’ qualcosa che apprezzo molto ed è un altro motivo per cui sono felice di giocare una partita del genere”.

D: Hai detto che ti sei allenato con Andy. Perché è utile per te?

Berrettini: “In generale, quando ti alleni ti concentri su te stesso, sulle tue cose, sulle tue armi, su cosa vuoi fare. Ma comunque cerco sempre giocatori che hanno grande energia, che vogliono allenarsi duramente, perché è quello che piace anche a me. Lui è uno di quelli, è uno che lavora duro. Ci siamo allenati anche prima del torneo sul Louis Armstrong. Abbiamo giocato un grande set. Quindi non è che cerco lui specificamente per il gioco che ha, ma perché mi piace l’approccio al lavoro che ha”.

D: Mentalmente, come hai gestito le tante interruzioni che hai dovuto affrontare quest’anno?

Berrettini: “Non è stato facile, quando mi hanno operato c’è stato un momento in cui ero proprio spossato. Ho dovuto fermarmi. Ho dovuto saltare tornei a cui tengo come quelli sulla terra battuta. Ma poi ho pensato: ok, userò questo tempo per fare cose che non potrei fare se stessi bene. Quindi ho passato del tempo con amici e famiglia. Sono stato a eventi a cui non ero mai stato. Ed è stato bello. Ho conosciuto nuove persone, e questo mi ha aiutato a capire ancora una volta quanto amo il tennis ma anche il fatto che deve esserci una vita oltre al tennis. Quindi questo periodo di stop mi ha aiutato, in un certo modo. Ed è stato uno dei motivi per cui quando sono tornato ho vinto diversi match di fila”.

D: A Wimbledon hai dovuto di nuovo fermarti per Covid. Sembrava davvero ingiusto. Quanto eri triste? Come è andata emozionalmente? E ora, sei particolarmente attento alle misure anti-Covid?

Berrettini: “Spero che i miei anticorpi mi proteggano. Però bisogna essere attenti. All’inizio non realizzavo bene quello che era accaduto. Mi sentivo male, avevo la febbre. Ho preso l’unica decisione che potevo prendere. Il torneo è andato avanti e ho guardato delle partite, non poteva non venirmi in mente il fatto che stavo giocando bene prima di Wimbledon. E’ stata dura, molto dura. Il prossimo Wimbledon sarà tra un anno. Ma le cose stanno come stanno. Devi incassare e tornare più forte. Non è stato facile. Mi ci sono volute tre settimane per sentirmi meglio. Faticavo a livello muscolare nel tornare in forma. Ma ora sto bene di nuovo, e sono entusiasta”.

D: Hai detto che ci sono stati eventi da te frequentati ai quali non saresti potuto andare se fossi stato bene. Puoi dirci quali?

Berrettini: “Per esempio sono andato a Cannes, al festival del cinema. Bellissimo. E poi è vicino a Monaco, dove vivo. Non è stato un lungo viaggio. Ho visto alcuni attori e ho allacciato contatti con loro. Non ero abituato al red carpet. C’era anche mio fratello. E’ stato bello vedere che esperienze si possono fare oltre al tennis”.

D: Quando fai altre cose oltre al tennis, come metti le cose in prospettiva? Quanto ti aiuta a vedere la tua vita nel circuito da un altro punto di vista?

Berrettini: “Ognuno di noi evolve in diversi modi. Io non sono certo lo stesso che ero quando sono venuto qui per la prima volta. Ora ho 26 anni, sono ancora giovane, ma mi considero più vecchio di una volta. Sto imparando quello che mi piace fare. Prima ero più un ragazzo, pensavo solo al tennis e basta. Ma è utile avere un’idea di quello che c’è fuori. E ti fa anche bene per la salute mentale. Altrimenti ti stressi troppo. Se pensi solo a una cosa e poi non la ottieni, cosa ti rimane? Niente. Invece è importante godersi la famiglia, gli amici, fare anche altre cose. Altrimenti mentalmente diventa dura. Ovviamente non perdo di vista il fatto che siamo fortunati a essere qui, a giocare per guadagnare tanti soldi davanti a migliaia e migliaia di persone. Però bisogna anche pensare a sé stessi ogni tanto”.

D: Ancora sull’allenarsi con Andy: puoi dirci chi ha vinto il set di allenamento? Lo hai visto meglio rispetto alla finale di Stoccarda? Lui ha detto di sentirsi meglio oggi rispetto a settimane fa.

Berrettini: “Sì, penso sia stato un set di alta qualità. Ero sotto di un break, poi ho recuperato. Abbiamo giocato un tie-break sul 5-5 perché avevamo poco tempo e doveva arrivare qualcun altro. Ho vinto il tie-break. Posso dire che il livello di gioco è stato alto. Lui stava giocando bene. Fisicamente sta bene ora. Rispetto all’ultima volta che abbiamo giocato, non saprei dire, perché era sull’erba, tutta un’altra superficie. Ma non importa. Quando giochi contro Murray, giochi contro Murray. E devi dare il massimo”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement