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US Open: Carlos Alcaraz ha la sua rivincita. Sinner non sfrutta un match point e cede dopo oltre cinque ore
Lo spagnolo rinasce dalle proprie ceneri, vincendo uno dei match più lunghi dello US Open e conquistando la prima semifinale Slam in carriera


[3] C. Alcaraz b. [11] J. Sinner 6-3 6-7 (7) 6-7 (0) 7-5 6-3
Non sono in molti a poter vantare nel proprio bagaglio tecnico colpi più potenti rispetto a quelli di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Di certo, nei periodi migliori delle rispettive carriere due campioni come Andy Roddick e Juan Martin Del Potro avrebbero sicuramente potuto avere voce in capitolo, ma questa sera sono semplicemente spettatori eccezionali di un match altrettanto stellare.
“Stiamo guardando il gioco del tennis che cambia davanti ai nostri occhi. Questa è l’evoluzione futura del gioco“ – ha dichiarato John McEnroe durante un incontro che potrebbe aprire definitivamente un nuovo capitolo nel nostro sport. La premessa è d’obbligo: chi, per qualunque motivo, non avesse visto questa partita deve trovare quattro ore abbondanti di tempo per farlo. Possibilmente in fretta: il rischio è che spesso ce ne siano tante altre di pari livello. O, perché no, anche superiore. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz continuano imperterriti a stupire, regalando un livello di tennis eccezionale. Un livello che solo da altri tre fenomeni si è visto mantenere così costantemente elevato. Alla fine a spuntarla è lo spagnolo, graziato dall’azzurro che manca un match point e, alla lunga, emerge la differenza a livello fisico tra i due giocatori in campo. Per la prima volta in carriera Alcaraz è in una semifinale Slam, divenendo il più giovane a spingersi così in là in un Major dal 2005. Quell’anno fu Rafael Nadal, che poi vinse il suo primo Roland Garros. 17 anni dopo il testimone passa virtualmente nelle mani di un altro spagnolo, che a soli 19 anni ha la stessa fame del suo illustre predecessore. Se dovesse emularne le gesta, conquistando quindi il primo Major in carriera, lo scavalcherebbe anche in vetta al ranking.
CONFERENZA DI JANNIK SINNER: “QUESTA SCONFITTA FARA’ MALE PER UN BEL PO'”
IL MATCH – Sinner parte al servizio e l’avvio di match è semplicemente spettacolare. C’è subito spazio tanto per un suo ottimo passante di rovescio quanto per una splendida volée di Alcaraz, ma anche per tre doppi falli azzurri che comportano altrettante palle break in favore dello spagnolo. Il numero 11 del seeding annulla con merito le prime due, ma il nastro trascina in corridoio il suo dritto sulla terza chance. L’allievo di Juan Carlos Ferrero parte subito forte anche in battuta e si porta sul 2-0. Le sue intenzioni sono chiare fin dai primi scambi: spingere quanto più forte possibile per assumere subito il controllo dello scambio, togliendo il tempo al suo avversario. Nel quarto game, però, Alcaraz esagera e incappa in qualche gratuito di troppo, restituendo il break a Sinner. L’italiano manifesta ancora evidenti problemi con la seconda di servizio (2/11 finora) e deve cancellare un’altra opportunità di break, ma alla quinta occasione sale 3-2, anche grazie al primo punto spettacolare dell’incontro.
I 33 minuti necessari a concludere i primi cinque giochi (ieri ne sono bastati appena due in più per il 7-5 di Khachanov su Kyrgios) testimoniano, come da attese, una grande lotta. Il livello è elevatissimo e i vincenti – spesso straordinari – abbondano da entrambe le parti. Nel settimo game Alcaraz trova un nuovo break, sfruttando alla perfezione le troppe seconde del suo avversario e trovando sempre risposte molto incisive. Sinner va a servire per rimanere nel primo set sul 3-5, ma i problemi al servizio persistono. L’iberico, iperaggressivo, chiude 6-4 un primo parziale in cui a fare la differenza è il rendimento con la seconda di servizio: con appena il 32% dei punti vinti (6/17) e 4 doppi falli è difficile fare partita pari.
Nulla da togliere, comunque, alla fin qui straordinaria prestazione del numero quattro del mondo, che copre il campo in maniera magistrale e in un solo set trova più break (3) di quanto non fatto nei precedenti due interi incontri (zero in sette set tra Wimbledon e Umago). Sinner deve provare a resistere alle vampate del suo avversario, sbagliando meno e provando a muovere maggiormente lo spagnolo. Nel terzo gioco del secondo set succede esattamente questo: l’azzurro si procura due break point e, alla seconda chance, con un devastante cross di dritto trova l’allungo, confermato ai vantaggi sul 3-1. Rispetto alla prima frazione il numero 13 del ranking è decisamente più incisivo, anche per via di un Alcaraz che è momentaneamente sceso dalla nuvoletta e fa meno male in risposta.
Sinner riesce a mantenere il preziosissimo break di vantaggio fino a fine set, chiudendo anche molti punti a rete. L’iberico, nel nono game, vincere due punti in difesa senza un senso logico e, sotto 4-5 l’italiano torna a palesare evidenti problemi con la seconda. Alla prima occasione, Alcaraz rientra nel set: 5-5. La testa di serie numero 3 torna prepotentemente sui livelli del primo set, trovando vincenti da ogni dove e costringendo Sinner all’errore. Nel dodicesimo gioco l’azzurro precipita sullo 0-40, ma estrae dal cilindro quattro servizi vincenti consecutivi. Il tie-break sembra alle porte, ma lo spagnolo si inventa il punto del torneo, rimettendo in gioco un dritto dell’italiano con un colpo clamoroso dietro la schiena.
Il numero 4 del mondo riesce a procurarsi anche un quarto set point ma, al momento di chiudere, manda in rete il dritto più facile della sua partita. Sinner ringrazia, si salva e agguanta davvero il 6-6. Il livello di tennis espresso rasenta la perfezione. L’italiano è il primo a trovare un mini-break, viene immediatamente ripreso ma si procura comunque un set point. Sotto 5-6 Alcaraz trova un passante incrociato di rovescio illegale in oltre 200 paesi del mondo e, dopo il cambio campo, è lui ad andare a set point. Sinner, però, si affida ancora al servizio, trovando un ace provvidenziale e salendo 8-7. Con una risposta vincente di rovescio l’azzurro vince 7-6 (7) uno dei set più belli dell’anno, strappando per la prima volta un tie-break allo spagnolo.
Tra il secondo e il terzo set ci si ferma qualche minuto per asciugare le righe e, dal body language di Alcaraz, sembra che lo spagnolo abbia accusato il colpo. Sembra, appunto, perché dopo aver annullato con merito un break point nel secondo gioco è lui a procurarsene due di fila nel terzo. Sinner ha però la forza di annullarli entrambi, vincendo due punti con la seconda, la cui resa tra primo e secondo set è quasi raddoppiata, passando dal 32% al 61%. Il game si allunga, si continua a giocare quasi esclusivamente sulle righe ma l’azzurro si salva, andando a condurre 2-1 e scatenando l’ira del 19enne di Murcia. Il problema è che il servizio torna a funzionare a fasi alterne: nel quinto game l’italiano va sotto 0-40, raggiunge ancora una volta la parità eppure, alla quarta chance, Alcaraz opera il sorpasso. Tre dritti clamorosamente vicini alle righe gli valgono il 3-2 e servizio, ma nessuno dei due può minimamente permettersi un leggero calo di tensione. Lo spagnolo commette un doppio fallo sul 30 pari, però Sinner stecca la risposta di rovescio su una seconda un po’ incerta: l’allievo di Ferrero ringrazia e sale 4-2.
È persino difficile rendere in fredde parole la costante e a tratti surreale intensità che entrambi i giocatori riescono a sprigionare. Nell’ottavo gioco Sinner si rifà sotto, risponde divinamente e manda in difficoltà Alcaraz, riuscendo finalmente ad abbattere il muro iberico, recuperando il break di svantaggio e infilando tre game consecutivi: 5-4. Il problema dell’azzurro è che il numero tre del tabellone rischia di fare lo stesso. Nell’undicesimo gioco lo spagnolo rispolvera momenti di esuberanza tennistica appartenuti soltanto al primo set (e al finire del secondo), trovando continuamente colpi profondi e penetranti e andando a servire per il set. La risposta del 21enne di Sesto Pusteria esplora confini mistici prima raggiunti soltanto da Novak Djokovic. Dopo aver trovato l’immediato contro-break, anche grazie all’ennesimo punto fantascientifico, Sinner raggiunge un nuovo tie-break. Che, questa volta, è letteralmente a senso unico: per una ventina di minuti circa l’azzurro non sbaglia un colpo e mette per la prima volta la testa avanti: 7-6 (0). Dopo tre ore e 22 minuti. All’una di notte newyorkese.
CONFERENZA DI JANNIK SINNER: “QUESTA SCONFITTA FARA’ MALE PER UN BEL PO'”
Alcaraz deve cercare di resettare quanto prima, ma il toilet break tra terzo e quarto parziale non frutta gli effetti sperati. Al rientro in campo, infatti, lo spagnolo perde subito la battuta, andando sotto 0-2. La partita si è totalmente ribaltata: è molto più spesso Sinner ad avere in mano il pallino del gioco, mentre Alcaraz a tratti appare impotente. I primi due turni giochi in battuta dell’azzurro sono tutto fuorché banali, tenuti entrambi ai vantaggi pur senza concedere palla break. Sullo scoccare delle 4 ore di gioco il 19enne di Murcia si scrolla di dosso un po’ di tensione, si porta sullo 0-40 e trova tre traccianti di dritto uno più devastante dell’altro, ricucendo lo strappo. Nel momento sulla carta a lui più sfavorevole Sinner non fa una piega, continua a rispondere a tutto e ripaga l’iberico con la stessa moneta. Sul nuovo 0-40 Alcaraz commette doppio fallo, riconsegnando il break al suo avversario, che scaglia due ace e non si guarda indietro: 5-3. Nel momento più importante della sua giovane carriera anche Jannik Sinner dimostra un recondito lato umano, mancando un match point e cedendo il servizio alla seconda occasione: 5-5. Il numero 3 del seeding è rinato in un attimo dalle proprie ceneri, tornando a sparare cannonate da ogni parte del campo e vincendo gli ultimi quattro giochi di fila e 11 degli ultimi 12 punti del quarto set.
Il compito più difficile per Sinner è ora quello di rientrare in campo e provare a dimenticare l’idea di essere andato così vicino ad un traguardo storico. Di certo le oltre quattro ore e mezza trascorse non lo aiutano, anche perché ad inizio quinto set è lui che, tra i due, sembra pagare maggiormente dal punto di vista fisico. Alcaraz appare più pimpante e tiene facilmente a 15 i suoi primi due turni di battuta, mentre l’azzurro ha qualche patema in più, ma impatta comunque sul 2-2. Le prime palle break del quinto set sono inaspettatamente sue e arrivano grazie a tre gratuiti consecutivi del numero 4 del mondo. Sinner non può lasciarsi sfuggire un’occasione simile, sfrutta la seconda chance e passa a condurre. Questa partita non smette mai di stupire e, da 3-2 40-15, la testa di serie numero 11 non riesce ad aggrapparsi al servizio, arma più importante che gli è rimasta, venendo ancora una volta prima ripreso, poi superato. Alcaraz vola sul 4-3 e non accenna a calare fisicamente, mentre le gambe dell’italiano iniziano a non rispondere più ai comandi. Nell’ottavo gioco lo spagnolo piazza l’allungo decisivo, convertendo la seconda palla break. Dopo 5h15, alle 2.50 locali, Carlos Alcaraz vince 6-3 6-7 (7) 6-7 (0) 7-5 6-3 il match più importante della sua carriera, frantumando il record del match più tardivo nella storia dello US Open. È la prima semifinale in carriera a livello Slam per il 19enne di Murcia: troverà Francis Tiafoe, che ha eliminato ai quarti Andrey Rublev, per provare a mantenere vivo il sogno di diventare numero uno al mondo.
CONFERENZA DI JANNIK SINNER: “QUESTA SCONFITTA FARA’ MALE PER UN BEL PO'”
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ATP Miami, Sinner: “Ho sfruttato le mie chance e ho sbagliato poco da fondocampo”[ESCLUSIVA]
L’azzurro al termine del match con Rublev: “Quando servo così bene mi sento più tranquillo in risposta”

Jannik Sinner continua a volare nel Miami Open presented by Itaù: il tennista altoatesino ha superato in scioltezza 6-2 6-4 Andrey Rublev, conquistando per la terza volta consecutiva i quarti di finale nel torneo della Florida. Una prestazione convincente e soddisfacente quella dell’attuale numero 11 del mondo che ha analizzato così la sua prova ai nostri microfoni e in conferenza stampa.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni, bellissima vittoria. Ho notato che negli ultimi match hai limitato molto il numero degli errori, adesso pensi di più al colpo che devi giocare. È una cosa che ti aiuta a sbagliare di meno?
Jannik Sinner: “Stiamo lavorando molto su ogni colpo da giocare in partita, ma devo sempre avere la palla giusta per giocarlo. Come avevo detto quando ho vinto con Dimitrov, stiamo lavorando per essere più imprevedibili, gli avversari altrimenti ti conoscono bene. Sicuramente oggi ho sbagliato poco da fondocampo, ho giocato le palle giuste. Ho servito bene e quindi mi sento più tranquillo in risposta, potendo rischiare di più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Servizio e risposta sono stati importanti in questo match: hai servito molto bene e l’hai messo sotto pressione con la risposta. Hai fatto qualcosa di particolare che ha funzionato bene?
Jannik Sinner: “Sicuramente di stare aggressivo sulla seconda, quando serve la prima è difficile rispondere, serve forte e preciso. Oggi ha servito il 70% di prime, quindi dovevo sfruttare ogni chance che avevo. Nel primo set ho sbagliato la volée sulla prima palla break e nel secondo set un dritto. Oggi sono riuscito a sfruttare le mie chance, ma arriveranno anche le giornate in cui farò più fatica a sfruttarle”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: In questi tornei in cui a volte c’è un giorno di pausa e a volte no, per alcuni giocatori è più difficile gestire la routine. Per te com’è questo ritmo?
Jannik Sinner: “Alla fine ti devi adattare. Nei giorni di riposo ti alleni in base a quanto hai giocato il giorno prima, se stai servendo peggio fai un po’ più di servizio. Ieri ho fatto un po’ meno perché mi sono sentito meglio. Oggi mi riposerò perché so di rigiocare domani, quindi devo gestirmi”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Parlaci del tuo prossimo avversario.
Jannik Sinner: “Con Emil sarebbe una partita dura, ci conosciamo abbastanza bene, ci siamo allenati nella preparazione insieme. È un giocatore solido, sta iniziando a servire bene. Van de Zandschulp forse serve un po’ meglio, si muove bene da fondocampo e tira forte. Sarebbe una partita nuova, non ci siamo mai allenati insieme”.
Interessanti anche le dichiarazioni ai giornalisti in inglese, soprattutto riferite al suo atteggiamento in campo: “Sono un giocatore migliore adesso. Cerco di trovare sempre a strada migliore per interpretare il match, ho un piano chiaro in testa e cerco di portarlo avanti. Cerco di fare sempre il possibile e di dare il meglio, con il migliore atteggiamento possibile che posso tenere”.
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WTA Miami, Trevisan: “Ho tolto certezze a Ostapenko sin dall’inizio, le ho fatto giocare sempre una palla in più” [ESCLUSIVA]
Intervista esclusiva di Ubitennis alla toscana dopo il successo contro Jelena Ostapenko: “Ho cercato sempre di farla difendere”

Una grande Martina Trevisan ha conquistato per la prima volta in carriera un quarto di finale a livello WTA 1000 nel Miami Open presented by Itaù, superando con un netto 6-3 6-3 Jelena Ostapenko, ex campionessa del Roland Garros. Con questa vittoria, la tennista fiorentina si è issata virtualmente addirittura al numero 20 del ranking mondiale. La numero 1 d’Italia ha rilasciato delle parole al nostro inviato in Florida, Vanni Gibertini.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Congratulazioni Martina. Un’ottima partita, sicuramente lei (Ostapenko, ndr) ti ha dato una mano, ma tu hai approfittato di tutte le occasioni che ti ha concesso.
Martina Trevisan: “Lei ha iniziato molto bene perché nel primo game ha fatto subito tre, quattro vincenti. Da parte mia sono stata brava a toglierle le certezze che aveva inizialmente, l’ho portata a un punto in cui ha perso un po’ di pazienza e mi ha concesso qualcosa in più, ma credo che sono stata brava a toglierle certezze in quel momento”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: All’inizio del secondo set si sentiva forte una voce parlare, non so se anche in campo si è sentito come dagli spalti.
Martina Trevisan: “Fortunatamente non ho sentito questa voce, ma c’era un sacco di movimento, c’era uno che si alzava costantemente con la maglietta arancione”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Ultimamente si è parlato molto del lasciare più libertà agli spettatori, ne hanno parlato sia Jessica Pegula che Frances Tiafoe. Che cosa ne pensi tu?
Martina Trevisan: “Penso che sia uno sport in cui abbiamo bisogno di silenzio e di calma rispetto ad altri sport. Loro sono più abituati alla confusione con il basket e il football, ma a mio parere è meglio così”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tornando alla partita di oggi, come si fa a gestire una giocatrice che non ti dà ritmo, spara tutto ed è capace di fare i punti in un modo e nell’altro.
Martina Trevisan: “La cosa che mi ero prefissata di fare era di contrattaccare quando avrei avuto la possibilità perché a lei non piace difendere. Sono entrata in campo con molta decisione e ho cercato di farle giocare sempre una palla in più”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tu giocherai domani contro un’avversaria sicuramente forte, una tra Rybakina e Mertens. Parlaci di entrambe.
Martina Trevisan: “Con Rybakina non ci ho mai giocato, ma sappiamo come gioca. Con Mertens ci ho giocato ad Abu Dhabi un mese fa, ma siamo a Miami e sarebbe sicuramente una partita diversa, so come prepararla”.
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Varvara Gracheva diventerà presto francese? La fredda reazione di Tarpischev
Cresciuta tennisticamente in Francia dove risiede da sette anni, la moscovita classe 2000 avrebbe completato la procedura di naturalizzazione

Nata a Mosca il 2 agosto 2000, Varvara Gracheva si sta facendo notare in questo inizio di stagione. Dopo il balzo del 2019 dalla posizione n. 479 alla 108 del ranking, è rimasta per buona parte degli ultimi tre anni all’interno della top 100, arrivando tra le prime 60 per un breve periodo durante la scorsa estate per poi perdere una quarantina di posizioni. In queste settimane, dopo il terzo turno all’Australian Open battendo anche Daria Kasatkina, ha messo a segno diverse vittorie che tra l’altro l’hanno portata in finale a Austin e agli ottavi a Indian Wells. In California, partendo dalle qualificazioni, si è arresa solo alla futura campionessa Elena Rybakina, risultato che l’ha premiata con un nuovo best ranking al n. 54 che è tuttavia già “scaduto”, dal momento che è ancora in gara a Miami e virtualmente 44a nella classifica live, in attesa del match di ottavi contro Kvitova nella tarda serata italiana di lunedì.
Varvara fa ora parlare di sé anche per un motivo non direttamente legato alle sue prestazioni sul campo da tennis. Secondo quanto riporta l’Équipe citando beIN Sports, la tennista al momento senza bandiera sarebbe sul punto di ottenere la cittadinanza francese. Sulla procedura è stato mantenuto uno stretto riserbo e, sempre stando al quotidiano parigino, sia la federtennis francese sia la Direction Technique Nationale (preposta alla formazione dei campioni e allo promozione dello sport) erano state istruite a non divulgare la notizia, che alla fine è evidentemente trapelata.
Varvara vive in Francia e si allena all’Élite Tennis Center da quando aveva sedici anni e il processo di naturalizzazione non sarebbe in alcun modo legato all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A quanto pare, la procedura è stata completata lo scorso 5 marzo ed è ora al vaglio del ministro degli Interni, restando dunque solo da attendere la pubblicazione ufficiale del decreto.
Sulla vicenda si registra anche un commento non esattamente conciliante di Shamil Tarpischev, il capo della federtennis russa. “Sono in un training camp in Turchia, non ho informazioni su Gracheva, quindi non posso commentare. Ma non vedo grandi perdite per noi. Abbiamo tante ragazze talentuose e stiamo lavorando sulla prossima generazione”, ha detto, come riportato da ubitennis.net.
Da parte francese, la speranza è che possa gareggiare sotto il drapeau tricolore già dal Roland Garros e partecipare alla Billie Jean King Cup, anche se difficilmente già alle qualificazioni di metà aprile, con les bleues attese a Coventry dalla Gran Bretagna. Oltre a considerare i vantaggi di un passaporto comunitario per chi viaggia continuamente come i professionisti del tennis, Varvara sta per diventare la seconda tennista di Francia, dietro alla numero 4 Caroline Garcia e davanti ad Alizè Cornet, 66a.