US Open, Ferrero: "Il gioco di Alcaraz è al 60% del suo potenziale"

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US Open, Ferrero: “Il gioco di Alcaraz è al 60% del suo potenziale”

“A 14 anni era magro come uno spaghetto, ma già in grado di competere con un giocatore come Federico Gaio”, il coach del nuovo n.1 del mondo regala spunti d’interesse sul suo pupillo

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Juan Carlos Ferrero - Shanghai 2017
 

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Il video-commento di Ubaldo che compare qui continua sul sito di Intesa Sanpaolo nella sezione “Sottorete” curata in collaborazione con Ubitennis, che potrete trovare al seguente link.

Clicca qui per guardare il video-commento completo di Ubaldo Scanagatta sulla finale maschile dello US Open 2022 sul sito di Intesa Sanpaolo

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Lunga vita a Re Carlos, non Carlo terzo di Gran Bretagna, – succeduto al trono di sua maestà Elisabetta, alla quale anche noi abbiamo voluto dedicare un omaggio – ma un 19enne murciano discendente dalla stirpe dei Garfia. Per gli amici Carlitos, per gli amanti del sport con la racchetta il più giovane numero uno della storia: classe 2003 capace di raggiungere in una così precoce esistenza tennistica, già il suo primo titolo Slam. Dopo aver preso in esame le parole di Alcaraz e Ruud, rilasciate nelle rispettive conferenze stampa nel post match, è il turno di Juan Carlos Ferrero. Un altro Carlos, un altro spagnolo, un altro in grado d’issarsi alla prima piazza del ranking, che prese in custodia il piccolo Carlitos per forgiare un nuovo campione proveniente dalla celeberrima scuola iberica e dare un erede a colui che irrefrenabilmente ha dominato gli ultimi decenni di tennis spagnolo, l’imperatore Rafael da Manacor. Ora per Alcaraz viene il bello, e il meglio, ma anche il difficile: gestire tutto questo, è il compito del campione del Roland Garros 2003, che deve sostenere e affiancare il suo pupillo nel lungo, insidioso e terribilmente entusiasmante percorso che lo attende al varco d’adesso in avanti.

D: Cosa hai detto a Carlos prima della partita per non fargli pensare alle tre partite decise al quinto set, che ha disputato durante il torneo, e per gestire la pressione di giocare per il numero 1 del ranking?

Juan Carlos Ferrero: Le partite che aveva vinto in cinque set erano ormai passate Poi, ovviamente sapevamo che tutte le ore trascorse in campo avevano la loro influenza e che avrebbero potuto avere un impatto sulla finale. Come ha detto anche Carlos, non c’è tempo per essere stanchi nelle finali. Chiaramente questo, è stato uno degli aspetti di cui abbiamo parlato prima della partita. Ho cercato di fargli capire che aveva tutto il tempo per affrontare al meglio l’ultimo match del torneo, e di evitare che avesse la sensazione di non riuscire a giocare al suo livello. E per fortuna è andato tutto secondo i nostri piani, ha cercato di spingere e di spingere ancora per tutto l’incontro”.

D: Puoi provare a descrivere la magia che avvolge Carlos, cosa lo rende così speciale e così incredibilmente dotato come atleta?

Juan Carlos Ferrero: “Non lo so, è molto difficile descrivere a parole l’eccezionalità di Carlos. Penso che sia nato per giocare questo tipo di tornei, nato per giocare questo tipo di partite. Dal momento in cui ho iniziato a lavorare con lui, ho potuto osservare in lui alcuni dettagli che lo rendevano totalmente diverso rispetto a tutti gli altri ragazzi della sua età, e ciò lo si può vedere chiaramente ogni volta che scende in campo. Nei momenti importanti, cerca sempre di guardare avanti con fiducia, attaccando. Questa è una delle cose più difficili da fare nel tennis, soprattutto in questa circostanza considerando che affrontava la sua prima finale Slam. È un grande agonista, è sempre lì per l’intera partita, ci prova fino alla fine. L’abbiamo potuto vedere nelle ultime partite, contro Cilic, Sinner o Tiafoe; non ha mai rinunciato. Ha sempre voluto spingere sull’acceleratore, cercando di rimanere in partita”.

D: Lo conosci da così tanto tempo, ma sei sorpreso del fatto che sia stato in grado di vincere un titolo del Grande Slam così giovane?

Juan Carlos Ferrero: “No assolutamente, perché conosco il suo livello. Certo, può sorprendere il fatto che questo traguardo sia arrivato così velocemente; ma non coglie di sorpresa me poiché mi sono allenato con lui ogni giorno da tanto tempo a questa parte, e so cosa è in grado di fare in campo. Ero abbastanza sicuro che la vittoria di uno Slam sarebbe giunta molto rapidamente, se non si fosse materializzata quest’anno, l’avrebbe fatto il prossimo. Quindi alla fine faceva parte delle mie previsioni, me lo aspettavo e sono molto felice che abbia raggiunto questo obbiettivo già nel 2022. Ora il prossimo passo, e continuare su questa strada”.

D: Questo trionfo rappresenta l’inizio dell’era di Carlos Alcaraz? Può andare avanti in questo modo e dominare il tennis d’ora in poi?

Juan Carlos Ferrero: “Non lo so, mi piacerebbe molto. Come ho detto prima, credo sia nato per giocare questo tipo di eventi, vuole giocare per vincere titoli Majors. L’altro giorno avevo detto a qualcuno della stampa che, secondo me, probabilmente Sinner e Carlos potrebbero dominare il Tour per i prossimi dieci anni, vedendo il livello che sono stati capaci di mostrare sul campo nella loro sfida. Certo, ci sono altri giocatori come Zverev, Thiem, Casper, Tsitsipas, i quali avranno sicuramente l’opportunità di vincere un torneo dello Slam. Ma con tutto il rispetto, questo è il mio pensiero”.

D: Carlos ha vinto il suo primo match nel Tour nel febbraio 2020, poi il tennis si è fermato per tre mesi. Penso che abbia trascorso molto tempo con te all’accademia, durante quel periodo. Credi che se il circuito non si fosse fermato per la pandemia, sarebbe stato in grado di ottenere un tale successo ancora più precocemente?

Juan Carlos Ferrero: “Si, forse sarebbe potuto accadere; perché comunque in quel momento quando tutto è stato bloccato stava per giocare Indian Wells e Miami, ovvero alcuni dei più grandi tornei del Tour. Abbiamo dovuto fermarci per quasi tre mesi”.

D: Potresti parlarci un po’ della sua velocità, che riesce a sprigionare e che gli permette di coprire il campo in maniera sublime. E’ una caratteristica che ha innata dà sempre, che gli hai visto fin dall’inizio; oppure è qualcosa su cui avete lavorato?

Juan Carlos Ferrero: “E’ incredibilmente esplosivo, tuttavia allo stesso tempo ha dovuto lavorare molto per migliorare da questo punto di vista. Quando da quindicenne arrivò all’accademia, era come uno spaghetto, molto magro (sorridente). Sapevamo che avremmo dovuto lavorare molto. Ovviamente abbiamo visto che aveva mani molto veloci, gambe molto rapide. Al contrario, non possedeva nessun muscolo, non nella schiena, non nelle gambe. Quindi il lavoro che abbiamo svolto è stato imponente e lungo, ma ovviamente si vedeva qualcosa di molto speciale in lui”.

D: Ora che Carlos ha avuto questo grande successo così giovane; come allenatore, su cosa lavorerai per cercare di rendere questo trionfo non qualcosa di isolato ma di duraturo nel tempo?

Juan Carlos Ferrero: “Come prima cosa, e glielo dico costantemente, penso che sia al 60% delle su potenzialità a livello di gioco. Può migliorare molte cose, sia io che lui sappiamo perfettamente di dover continuare a lavorare. Una volta arrivati al numero uno della classifica, non vuol dire che si sia oramai raggiunto il massimo e che non si possa progredire. Deve continuare a lavorare, continuare a esprimere un livello enorme nei grandi appuntamenti e soprattutto continuare a vincere. Siamo ben consapevoli del percorso da svolgere, sarò sempre vicino a lui per ricordarglielo (sorridendo)”.

D: Carlos è andato molto a rete oggi [ieri notte] e ha a servito molto bene tirando giù ace provvidenziali sui set point annullati. Qual è stata la tattica preparata, da questo punto di vista, quando toccava a lui servire? Inoltre come si sono evolute, e quindi migliorate, le sue volée da quando è arrivato alla tua accademia?

Juan Carlos Ferrero: “Una delle cose di cui ho parlato con lui dopo Cincinnati, è stata proprio che forse alcune volte perde un po’ della sua felicità quando è in campo, poiché si preoccupa eccessivamente dei numeri che fa registrare o dei tornei a cui partecipa, tralasciando invece l’aspetto più importante: il gioco. Siamo venuti qui, e gli ho dato il seguente consiglio: ‘ vai a rete su qualsiasi palla dell’avversario che fosse corta’. Quindi abbiamo cercato di esercitarci per tutte e due le settimane, in particolar modo sulle discese in avanti. È fin da subito ha iniziato a sentirsi meglio in campo, con questa tattica, andando a rete non appena ne aveva l’occasione. Penso che sia stata una delle chiavi del suo fantastico torneo, anche perché gli piace molto giocare questo tennis, è nelle sue corde”.

D: È stato difficile per lui avere questa pressione sulla schiena, come è accaduto ad altri Top Players, i quali hanno dichiarato di aver smarrito a causa di ciò un po’ della loro gioia. Ha incontrato delle difficoltà nel vestire il ruolo di grande giocatore, e vedere come man mano i suoi avversari alzassero il loro livello contro di lui; proprio con l’obbiettivo di poter mettere a segno uno scalpo importante?

Juan Carlos Ferrero: “No non è successo nulla di tutto ciò.  E’ normale che i giocatori lo affrontassero molto motivati, dopo questo trionfo sarà così a maggior ragione perché numero 1. E’ come Real Madrid-Barcellona, ora ci sarà rivalità che permetterà anche a te stesso, di aumentare il livello, è quello che gli accadrà contro i suoi avversari, deve essere pronto”.

D: Negli ultimi anni, i fan ma anche molti addetti ai lavori si erano detti preoccupati del fatto che si venisse a creare vuoto, quando una volta arrivato il momento in cui Rafa, Nole e Roger si sarebbero dovuti fermare; nessuno avrebbe preso il loro posto. Da diversi anni, invece, tu al contrario dopo aver anche avviato la collaborazione con Carlos, hai sempre dichiarato di non essere preoccupato per il futuro e che tutto sarebbe andato per il meglio. Ora forse quelle tue considerazioni stanno diventando sempre più evidenti ?

Juan Carlos Ferrero: “Il mio obbiettivo è quello di portare Carlos ad alto livello nel tennis. Certo, penso che sarà molto, ma molto difficile ottenere quello che hanno ottenuto Roger, Rafa e Novak. Stiamo parlando di 63 tornei del Grande Slam, con almeno 20 titoli vinti da ciascuno di loro tre. Carlos invece ha soltanto raggiunto un unico titolo finora, c’è ancora molta strada da fare. Poi quello che può accedere in futuro, nessuno lo può sapere. Io penso che abbia tutto il tennis e il potenziale per essere uno dei migliori. Tutto quello che dobbiamo fare è provarlo”.

D: In termini di carisma, incide il fatto che abbia un grande interesse per lo sport…

Juan Carlos Ferrero: “Assolutamente, si può ammirare chiaramente in campo. La gente si diverte con lui”.

DICHIARAZIONI ALLA STAMPA SPAGNOLA

IL RICORDO DEL PADRE:“Nelle ultime partite se mi avete visto un po’ emozionato e perché pensavo a mio padre [scomparso la primavera scorsa durante il torneo di Miami n.d.r.] e a quanto gli sarebbe piaciuto vedere quello che stava succedendo, dal momento che gli piaceva moltissimo il tennis. Mi è venuto in mente lui nel corso degli ultimi match”.

LE STIGMATE DEL CAMPIONE A 12 ANNI, CON ANCHE L’ITALIA NEL PERCORSO DI CARLOS:“La prima volta che ho visto Carlos? Aveva 12-13 anni, ci siamo allenati un giorno, era molto piccolo, tutti già parlavano di lui, e possedeva già tutto quello che ha oggi, con l’unica differenza che era veramente piccolino. Sapeva fare un po’ tutto, veniva a rete, sapeva approcciarsi in avanti… Quando a 14 anni abbiamo cominciato ufficialmente a lavorare insieme, ha vinto il suo primo punto ATP, e senza fisico adeguato, a 14 anni era già in grado di competere con un giocatore come Federico Gaio, un avversario comunque molto complicato per lui”.

L’ESPERIENZA DA GIOCATORE DI FERRERO FONDAMENTALE PER COSTRUIRE LE MIGLIORI CONDIZIONI ATTORNO AD ALCARAZ: Aver giocato e aver messo in cascina così tanta esperienza nel circuito, mi ha sicuramente aiutato nel gestirlo in maniera diretta. Era importante creare subito una squadra molto forte, perché Carlos potesse avere la fiducia necessaria in tutto il team e non solo in me. E’ stato ovviamente un lavoro molto lungo, che ha richiesto tanto tempo, ma con giocatori di questo valore vale certamente ne vale la pena”.

PIEDI PER TERRA E CONTINUARE A MIGLIORARE: “Carlos è esattamente come appare, non ha una seconda personalità. Si vede che ha molto carattere, quando proviamo a fargli fare cose che non gli piacciono, reagisce ma poi comunque impara. E’ un ragazzo molto semplice, umile. Viene da una famiglia straordinaria, che lo aiuta a tenere sempre i piedi ben piantati per terra. Anche adesso suo padre, dopo averlo visto vincere la partita, mi ha detto che dobbiamo frenarlo e assicurarci che rimanga sé stesso. Ci sono tante cose che deve migliorare: come recuperare bene dopo un dispendio energetico importante, il servizio, il rovescio in certe situazioni, la gestione dei momenti. Sono tutti quegli aspetti che fino a che, si continua a giocare a tennis bisogna cercare sempre di migliorare”.

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