Coppa Davis: Alcaraz stecca la prima da n.1, Aliassime eroe canadese in singolare e doppio

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Coppa Davis: Alcaraz stecca la prima da n.1, Aliassime eroe canadese in singolare e doppio

VALENCIA – Un’incredibile maratona di Davis viene vinta dal Canada, lucky loser dopo l’esclusione della Russia.
Felix Auger-Aliassime grande protagonista della giornata: prima supera il n°1 ATP Alcaraz, poi, in coppia con Pospisil, vince il doppio

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Frank Dancevic, Vasek Pospisil e Felix Auger-Aliassime - Valencia 2022 (Photo : Davis Cup/Kosmos Tennis)
 

Da Valencia, il nostro insiato

Canada-Spagna 2-1
R. Bautista b. V. Pospisil 3-6 6-3 6-3
F. Auger-Aliassime b. C. Alcaraz 6-7(3) 6-4 6-2
F. Auger-Aliassime/V. Pospisil b. M. Granollers/P. Martinez 4-6 6-4 7-5

Ci sono voluti nove set e quasi otto ore di partite per decidere la vincente dell’incredibile sfida tra Spagna e Canada, con quest’ultima vincitrice a sorpresa al fotofinish. Nel silenzio dei circa 2000 spettatori rimasti quando a Valencia erano ormai le 00.48 del sabato, i nord-americani hanno potuto festeggiare un sorprendente successo con l’affermazione nel doppio, ottenuta dopo che i padroni di casa erano andati con Pedro Martinez qualche minuto prima a servire per la vittoria sul 5-4 del terzo set.

 

Ma la notizia che fa il giro del mondo del tennis è un’altra: inizia con una sconfitta IL regno al numero 1 di Carlos Alcaraz (proprio come successo a Medvedev pochi mesi fa) battuto al termine di una bella partita da un Felix Auger Aliassime autore di una prova di altissimo livello. Nell’analisi del risultato vanno contestualizzate le non facili condizioni con le quali è sceso in campo il tennista murciano, arrivato solo martedì qui a Valencia e probabilmente -senza esserne conscio- scarico dopo il grande sforzo psico-fisico necessario nelle ultime due settimane per vincere gli US Open e guadagnare contestualmente la vetta del ranking ATP. Pur sostenuto da un pubblico caloroso che ha provato ad aiutarlo in ogni modo, Alcaraz è stato autore di una prova fatta di alti e bassi e pur arrivando vicino alla vittoria (si è trovato avanti di un set e ha avuto la palla break per andare a servire sul 4-3 nel secondo) ha probabilmente meritato di perdere contro un Auger-Aliassime costante nel rendimento, ad eccezione del tie-break del primo parziale, giocato dal canadese in maniera sciagurata. Decisivo per la sconfitta di Alcaraz il suo passaggio a vuoto tra metà del secondo set e inizio del terzo, nel quale ha subito un parziale di 7 giochi a 1. Lo abbiamo ascoltato nella sua conferenza stampa post match, nella quale ha parlato con il volto corrucciato per la sconfitta: “Non ero al meglio: non è facile arrivare qui solo martedì avere pochi allenamenti e scendere in campo contro un tennista che vale la top ten, soprattutto se si considera che ho giocato in condizioni di gioco così diverse da quelle di New York e su un campo lento come questo. Felix sa giocare molto bene e ha meritato di vincere, purtroppo a metà del secondo set ho iniziato a sbagliare molto di più e questo mi è costato la sconfitta. Ci tenevo tanto a giocare per la Spagna, mi sentivo pronto a farlo e spero di poter aiutare la mia squadra ancora e di centrare la qualificazione per le Finals di Malaga (il numero al mondo dopo la conferenza stampa è subito andato a seguire i suoi compagni di doppio sino al termine del match, ndr)Ringrazio il pubblico che è stato meraviglioso con me dal primo all’ultimo punto del match, avrei voluto ripagare così tanto affetto in bel altro modo” I giornalisti spagnoli gli hanno chiesto anche del ritiro di Federer: “Non ci volevo credere quando l’ho saputo, sognavo ancora di giocarci contro: lui rappresenta la magia e il talento nel tennis“.

BAUTISTA PIU’ FORTE ALLA DISTANZA- Il match tra Bautista Agut e Pospisil che ha aperto la sfida tra Spagna e Canada era stato già giocato quattro volte nel circuito, tre delle quali vinte dallo spagnolo, ma con l’ultimo confronto conquistato dal canadese, che si era imposto agli US Open 2020 (quella di due anni fa è stata anche l’ultima vittoria del nord-americano contro un tennista nella top 25 ATP). Parte meglio dai blocchi Pospisil: dopo i primi cinque giochi chiusi senza palle break, nel sesto game strappa a 0 il servizio all’avversari, suggellando l’allungo nel punteggio con un bellissimo smash all’incrocio delle righe. Gioca molto bene il tennista canadese nel primo set, riuscendo a non dare mai il ritmo necessario a Bautista per imbastire le sue trame di gioco: serve con effiacacia (chiude il parziale con 4 ace e il 71% di punti vinti con la seconda), scende a rete appena possibile e accorcia gli scambi con smorzate o fendenti da fondocampo. Il tennista spagnolo con il passare dei minuti sale però di livello e riesce nel nono gioco ad avere due palle break, che però spreca (sulla prima è frenato anche da un pizzico di sfortuna, perché un suo passante di rovescio, che il pubblico vede dentro, finisce fuori di pochissimo). A Pospisil non trema la mano e dopo 36 minuti di gioco chiude con una gran volée di dritto un primo set giocato ai livelli di quando otto anni fa si issò al suo best career ranking di 25 ATP. Il 32 enne canadese inizia a calare col proseguire dell’incontro e contestualmente Bautista alza il livello del suo tennis: i prodromi del cambiamento di inerzia del match si avvertono già al secondo game, quando il 21 ATP va sul 15-40, facendosi rimontare dal suo avversario. Il 21 ATP ne guadagna però una terza ed è quella per lui buona: dopo un lungo scambio, infatti, Pospisil spara lungo il dritto. Il tennista nord-americano non riesce più a venire fuori dalla ragnatela che ha tessuto Bautista e nel sesto gioco deve annullare una nuova palla break, riuscendoci con un servizio vincente che quantomeno lo mantiene in scia, seppur in ritardo nel punteggio.

Il pubblico diventa sempre più un fattore, a dire il vero non sempre facendolo in maniera sportiva: quando nel silenzio generale la panchina canadese si alza ad applaudire vivacemente un bel punto del proprio giocatore, viene fischiata sonoramente dagli spettatori accorsi al San Luis. Bautista non concede più palle break e chiude con un servizio vincente sul primo set point disponibile, portando al terzo parziale il match. Dopo due giochi del terzo e decisivo set, Pospisil mostra i primi segni di cedimento chiamando un medical time-out per un dolore avverito dietro alla coscia sinistra. Nel quarto game il canadese ha l’ultima occasione per indirizzare a proprio favore il match: riesce a guadagnare una palla break (non gli riusciva dal sesto game del primo parziale), ma dopo un lunghissimo scambio spara ben oltre le righe di fondocampo il rovescio. Il match finisce in pratica qui: Vasek è sempre più stanco e subisce nel corso delle ultime fasi dell’incontro due warning per time violation che lo costringono a giocare la seconda. Dopo il pericolo corso, Bautista strappa il servizio al 141 ATP al quinto gioco e da lì non ha problemi a portarsi sul 5-3, concedendo un solo punto nei suoi due successivi turni di servizio. Si arriva così al 5-3 0-40 nel nono gioco: Pospisil ha un moto d’orgoglio e annulla i tre match point, ma Batuista ne guadagna un quarto, sul quale costringe all’errore Pospisil. Dopo 2 ore e 18 minuti il primo punto della sfida è spagnolo e la qualificazione per gli iberici sembra a un passo.

ESORDIO NEGATIVO DA NUMERO 1 PER ALCARAZ- Nella sfida che mette di fronte i due numeri 1 di Spagna e Canada si raggiunge il picco dell’applausometro avvertito in questi giornia Valencia: accade quando Carlos Alcaraz fa il suo ingresso in campo. Mai vista da martedì in questa veste calda e festosa la Fonteta; così viene chiamato dai suoi cittadini il Palasport cittadino, ufficilamente denominato Pabellón Municipal Fuente de San Luis. Un nickname dato al palazzetto perchè dove è stato costruito la leggenda vuole che ci sia una fonte d’acqua dai poteri miracolosi, capace di salvare dalla morte anche il santo Luil Bertran. Ci sono circa 7000 spagnoli a contribuire a un’atmosfera che ricorda i match della vecchia Coppa Davis: gli spalti per la prima volta sono occupati quasi in ogni ordine di posto da spettatori ricchi di entusiasmo e una parte di loro è costituita da tanti concittadini del numero 1, facilmente riconoscibili dalle bandiere spagnole appoggiate sulle tribune, alcune delle quali caratteruzate dalla scritta Murcia. Auger-Aliassime inizia l’incontro servendo costantemente sopra i 200 Kmh e raggiungendo molte volte i 220: il numero 1 al mondo non riesce a entrare in partita quando è alla risposta e arriva al tie-break avendo conquistato appena 4 punti quando non è al servizio. Il recente vincitore degli US Open non concede palle break, ma è comunque costretto in tre suoi turni di servizio ad arrivare ai vantaggi. Inevitabile, arriva il tie-break, che vede partire meglio il canadese, bravo a portarsi sul 3-1, prima di incartarsi in una serie di errori gratuiti capaci di portare  Alcaraz sul 6-3, con il murciano bravissimo a chiudere il set con uno splendido dritto inside-in dopo 79 minuti di match già piacevolissimi. Nei primi cinque giochi del secondo set non ci sono sussulti, con chi serve che facilmente porta a casa il proprio turno di servizio. Il sesto gioco è probabilmente il turning moment dell’intero match: Alcaraz guadagna la prima palla break dell’incontro ma Auger-Aliassime la annulla brillantemente con servizio e dritto al volo. Nel gioco successivo il numero 1 ATP si salva sul 30 pari con un recupero prodigioso che merita la candidatura a uno dei punti più belli dell’anno. Nel nono gioco arriva il break che decide il set: sulla sua prima palla break dell’incontro, arrivata dopo 110 minuti di match, il numero 13 al mondo stecca clamorasamente la risposta su una seconda di Alcaraz sparata a 145 kmh. Ne guadagna però una seconda e Alcaraz, dopo una serie di scambi, manda in corridoio il suo rovescio. Inizia ad aprirsi un solco tra il rendimento dei due giocatori: lo spagnolo sbaglia sempre di più (e nei momenti di difficoltà cerca molto più lo sguardo di Ferrero, presente sulla panchina spagnola, che quello del suo capitano Bruguera), mentre il canadese torna a essere incisivo col servizio, espolsivo con i colpi da fondocampo e bravo a chiudere a rete quando necessario. Si apre cosi un solco nel punteggio: il 13 ATP non ha difficoltà con un servizio vincente a portare la partita al terzo e brekkare Alcaraz nel primo gioco del terzo e decisivo parziale. La partita finisce in pratica lì: Alcaraz è un combattente e sino all’ultimo prova a rendere la vita difficile al suo avversario. Nel quarto gioco lo spagnolo guadagna ben cinque palle break, ma Aliassime è in gran spolvero e le annulla, allungando poi sul 5-1. Dopo due ore e cinquantacinque minuti di un match a tratti molto spettacolare, il numero 13 ATP con un servizio vincente porta il Canada sul 1 pari, riscattando abbondantemente la scialba prestazione offerta nella sconfitta subita martedì contro Kwon.

POSPISIL E AUGER-ALIASSIME REGALANO IL PUNTO DECISIVO- Il doppio decisivo per le sorti della sfida tra Spagna e Canada è giocato dalle coppie annunciate dai capitani nel primo pomeriggio: scendono in campo Marcelo Granollers e Pedro Martinez per la squadra spagnola, Vasek Pospisil e Felix Auger-Aliassime per il team canadese, entrambi tandem sperimentati con successo nella prima giornata del gruppo B di questa fase della Coppa Davis. La partita è caratterizzata da un’ottima efficacia di chi va al servizio e i primi due set sono così segnati da un unico break. Il primo parziale va agli spagnoli (perchè Auger- Aliassime perde il servizio nel game inaugurale del match), il secondo ai canadesi (Granollers si fa strappare la battuta nel corso del decimo gioco). Quando il tennista capace poche ore prima di superare Alcaraz sul 2-2 del terzo e decisivo set si fa brekkare, il comunque caldo e piuttosto numeroso pubblico spagnolo esulta pensando di aver ormai vinto. Invece, sul 5-4 va a servire un sin lì bravo Martinez, che però va nel pallone e inizia a sbagliare tanto, concedendo ai canadesi prima di rientrare in partita sul 5 pari e poi, sulle ali dell’entusiasmo,  di operare l’allungo decisivo sul 7-5 dopo 129 di una partita piacevole.

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David Haggerty (ITF): “La nuova formula della Coppa Davis funziona”

Nonostante la fine del contratto con Kosmos per la gestione della Coppa Davis, il presidente dell’ITF David Haggerty ribadisce che la nuova formula per la competizione a squadre è la scelta vincente

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David Haggerty - Finali Coppa Davis 2019 (photo by Diego Souto / Kosmos Tennis)

Presente a Nizza per la presentazione della Hopman Cup che si svolgerà a luglio nella settimana che segue Wimbledon, il presidente dell’International Tennis Federation (ITF) David Haggerty ha ribadito che la tanto criticata nuova formula della Coppa Davis “ha funzionato”.

A gennaio, l’ITF si è trovata costretta a riprendere il controllo dell’organizzazione dell’evento, ponendo fine alla collaborazione con Kosmos, il gruppo di investimento presieduto dal calciatore spagnolo Gerard Piqué, iniziato nel 2018 e che doveva durare ben 25 anni. Sulle ragioni della fine della partnership, ne abbiamo parlato in questo articolo.

Con l’arrivo di Kosmos nel 2018, la formula della competizione a squadre più antica della storia dello sport era stata modificata con il consenso dell’ITF. Le tradizionali partite in casa o in trasferta sono state abbandonate a favore di fasi giocate in un unico luogo. Questo nuovo sistema ha faticato a convincere giocatori e tifosi e continua a far discutere.

 

La fine della collaborazione aveva fatto sperare le tante voci contrarie su un possibile “ritorno al passato” o, quantomeno a una ridefinizione dell’attuale formula. Haggerty però sembra convinto: “Abbiamo un modello che funziona”, anche se “continuiamo a lavorare per migliorare il format”.

Ricordiamo che, dopo un primo turno eliminatorio che si è giocato all’inizio di questo febbraio, 12 nazioni si sono qualificate (Cile, Corea del Sud, Croazia, Francia, Finlandia, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Serbia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera) per una fase a gironi che si giocherà dal 12 al 17 settembre in quattro città diverse (delle quali ancora non si conosce il nome, però ci rivediamo a Bologna), a cui parteciperanno anche Italia, Spagna, Australia e Canada, ammesse senza passare dalle qualificazioni. Gran finale con la fase a eliminazione diretta a Malaga dal 21 al 26 novembre.

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Coppa Davis, sorteggiati i tie dei World Group. Ma cosa succederà nel 2024?

Ecco tutti gli accoppiamenti delle sfide di settembre dei due gruppi mondiali. Le vincitrici del World Group I giocheranno le qualificazioni per le Finals 2024

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Coppa Davis a Montreal (foto Ubitennis)

Mattinata dedicata ai sorteggi quella di giovedì negli uffici dell’ITF a Londra. 48 sono stati i nomi delle nazioni estratti dall’urna per 24 sfide settembrine con il tradizionale formato casa-trasferta con cinque incontri individuali (rubber) al meglio dei meno tradizionali tre set. Il tutto su due giorni, anche se in realtà sono complessivamente tre perché la squadra di casa può scegliere se giocare venerdì e sabato oppure sabato e domenica. Il weekend sarà naturalmente quello del 15-17 settembre, dunque la settimana successiva allo US Open.

Ai tie validi per il World Group I prenderanno parte le 12 nazioni uscite sconfitte dalle qualificazioni disputate lo scorso fine settimana e le 12 vincitrici dei playoff del Gruppo I, con il sorteggio che ha tenuto conto del ranking ITF. Le vincenti di settembre, leggiamo nel comunicato della Federazione Internazionale, saranno ammesse ai Qualifiers del febbraio 2024, validi per guadagnarsi la possibilità di disputare le Finals. Eravamo però rimasti, dopo la rottura fra Kosmos e ITF, che il format non sarebbe cambiato… per quest’anno. Ci stanno dicendo che questa formula verrà confermata?

Perché, tralasciando (si fa per dire) il fallimento della collaborazione con il gruppo di Piqué e i cambi in corsa delle ultime edizioni, la parte del comunicato in cui quelli dell’ITF si dicevano “concentrati sulla crescita futura della più ampia competizione sportiva annuale a squadre” faceva presagire un nuovo cambiamento. Lo scopriremo, abbiamo quasi un’intera stagione davanti prima che sia battuta la prima palla del prossimo tie. Vediamoli, allora, questi abbinamenti, tenendo presente che la nazione con la (c) ha la scelta del campo (l’asterisco significa che tale prerogativa è stata sorteggiata) e i numeri indicano la testa di serie.

 

World Group I

Bosnia ed Erzegovina (c)* vs Germania (1)
Bulgaria (c)* vs Kazakistan (2)
Belgio (3) (c)* vs Uzbekistan
Argentina (4) (c)* vs Lituania
Ucraina (c)* vs Colombia (5)
Ungheria (6) (c)* vs Turchia
Israele (c) vs Giappone (7)
Austria (8) (c) vs Portogallo
Grecia (c)* vs Slovacchia (9)
Perù (c)* vs Norvegia ((10)
Romania (11) (c)* vs Taiwan
Danimarca (c)* vs Brasile (12)

Dodici sono i tie anche per il World Group II. Nell’urna, le perdenti dei playoff di cui sopra e le vincitrici dei playoff del Gruppo II. Le vincitrici delle sfide elencate qui sotto e le perdenti di quelle sopra giocheranno i playoff 2024 del Gruppo I.

World Group II

Monaco (c)* vs Ecuador (1)
India (2) (c)* vs Marocco
Nuova Zelanda (3) (c) vs Thailandia
Messico (4) (c)* vs Cina
Pakistan (5) (c)* vs Indonesia
Uruguay (6) (c)* vs Egitto
Libano (7) (c)* vs Giamaica
Slovenia (8) (c)* vs Lussemburgo
Georgia (c)* vs Tunisia (9)
El Salvador (10) (c)* vs Irlanda
Hong Kong (11) (c)* vs Lettonia
Polonia (12) (c)* vs Barbados

L’ultima informazione è che Pakistan e Uruguay sono pari nel ranking, per cui le rispettive teste di serie son state assegnate tirando una moneta – o con il sistema che sono soliti usare negli uffici dell’ITF.

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Giudicelli, vicepresidente ITF: “Mahut è un ignorante, ormai può andare in pensione”

L’ex Presidente della Federtennis francese replica duramente a Nicolas Mahut, che di recente aveva criticato il format che la Coppa Davis ha assunto dal 2019

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Nicolas Mahut - Queen's 2019 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)

L’ultimo weekend di tennis andato in archivio ha regalato agli appassionati tante belle storie, a cominciare dall’inaspettato trionfo a Lione di Alycia Parks, che non nasconde le sue ambizioni e aspira alla top10 entro fine anno. Nell’altro torneo in programma a livello WTA Zhu Lin ha vinto in Thailandia il primo titolo in carriera, lei che è reduce dalla sorprendente campagna australiana. Anche la 29enne cinese sta contribuendo e non poco alla lenta ma costante rinascita del tennis cinese, con tante ragazze pronte a lasciare il segno.

Il circuito ATP si è invece fermato per una settimana, lasciando spazio alle qualificazioni di Coppa Davis (qui le 16 squadre qualificate per la fase a gironi di metà settembre), che hanno visto tanti pronostici rispettati ma anche qualcuno ribaltato. Un esempio sono le inattese vittorie di Finlandia, che per la prima volta nella sua storia parteciperà alle Finals, così come quella della Svizzera, capace di ribaltare la Germania di uno spento Zverev.

Tra le 16 qualificate a settembre ci sarà anche l’eclettica Francia, che ha faticato molto più del previsto contro l’Ungheria, prevalendo 3-2 al match decisivo. Contando che Fucsovics, numero uno ungherese, ha perso (da favorito) entrambi i suoi match di singolare, lo smacco per i transalpini era davvero dietro l’angolo. Una delle due partite perse è stato il doppio, dove i francesi sulla carta partivano decisamente più avanti rispetto a Marozsan/Valkusz, capaci però di imporsi in due set su Rinderknech/Mahut.

 

Proprio quest’ultimo è stato preso di mira da Bernard Giudicelli, attuale vicepresidente della ITF ed ex presidente della Federtennis francese, che lo ha invitato ad andare in pensione. Tra i due non è mai corso buon sangue, come dimostra un’intervista, questa volta da parte del tennista transalpino, in cui non vedeva di buon occhio l’elezione di Giudicelli alla presidenza della Federazione del suo paese.

Il motivo del nuovo battibecco tra i due risiede questa volta proprio nella Coppa Davis. Mahut non ha mai nascosto le sue perplessità riguardo al nuovo format (quello in vigore dal 2019), mentre la FFT – nella figura di Giudicelli – si è sempre detta favorevole al cambiamento. “Abbiamo buttato via quattro anni. Bernard sa che cosa penso delle sue decisioni da vicepresidente dell’ITF e presidente della FFT: ha grandi responsabilità per questo fiasco, ma vedo che non si mette in discussione – aveva dichiarato a L’Équipe il 41enne di Angers.

La risposta di Giudicelli non è tardata ad arrivare e, intercettato da Tennis Actu, l’ex presidente della FFT non le ha mandare a dire: Nicolas Mahut è un ignorante. Non sarà un giocatore di 41 anni a spiegare oggi ad un giocatore di 20 o 22 anni come dovranno funzionare le cose. Ormai va bene per la pensione.

L’intervento di Guidicelli si poi concentrato anche sul weekend di Davis appena trascorso, visto in modo più che positivo: “Ero in Finlandia e lì c’era un’atmosfera eccezionale. Nonostante sia un piccolo paese, con poco più di cinque milioni di abitanti, c’erano circa 5000 persone al giorno a seguire l’evento, cioè quasi 10.000 spettatori nei due giorni di competizione. È stato un evento vero e proprio, organizzato alla perfezione dalla Federazione finlandese”.

La Finlandia sarà tra le 16 nazioni che, a settembre, si giocheranno l’accesso alle Davis Cup Finals di Malaga, anche se ancora non sono note le città che a settembre ospiteranno le fasi a gironi. Oltre a Bologna, infatti, al momento sono da stabilire le altre tre sedi, come confermato dal vicepresidente dell’ITF: Non sappiamo ancora quali città ospiteranno i gironi a settembre.

Dalla nuova formula, secondo Giudicelli, non si può più scappare, con buona pace di chi la pensa diversamente: “Ormai non si può più tornare indietro. Mahut ha detto che abbiamo perso quattro anni? Lui è uno che parla senza sapere. Non abbiamo perso proprio niente, anzi, abbiamo salvato la Coppa Davis. Il format antico, quello in vigore fino al 2018, non funzionava più perché, semplicemente, non attirava più i migliori giocatori”.

Ancora Giudicelli: “Gli sponsor principali avevano detto che non avrebbero rinnovato i contratti. Non abbiamo sprecato quattro anni, abbiamo trovato un nuovo sistema che garantisce un pubblico eccezionale anche per le qualificazioni: basta guardare a quello che è successo in Grecia. Grecia e Ecuador non sono nazioni con una grande storia tennistica, eppure hanno generato grande entusiasmo perché c’erano giocatori forti. Mahut è un ignorante, può andare in pensione e magari diventare un giornalista. Avrebbe così l’opportunità di fare diverse critiche, cosa che tra l’altro gli riesce piuttosto bene”.

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