Lo schema Volandri: «Gruppo vincente, sono tutti titolari» (Cocchi). «Vogliamo vincerle tutte». Volandri avvisa la Svezia (Strocchi). Svezia, cara nemica (Semeraro). Azzurri, attenti all'anti-Alcaraz (Giammò)

Rassegna stampa

Lo schema Volandri: «Gruppo vincente, sono tutti titolari» (Cocchi). «Vogliamo vincerle tutte». Volandri avvisa la Svezia (Strocchi). Svezia, cara nemica (Semeraro). Azzurri, attenti all’anti-Alcaraz (Giammò)

La rassegna stampa di domenica 18 settembre 2022

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Lo schema Volandri: «Gruppo vincente, sono tutti titolari» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Qualità, quantità, unità. Tre parole chiave per descrivere la squadra azzurra che il capitano Fillippo Volandri ha plasmato in questi mesi da quando, poco più di un anno fa, ha preso in mano la Nazionale. Un lavoro importante, con un gruppo che non è mai stato al completo fino a questa settimana di Bologna, ma che ha cercato di far sentire una cosa sola nonostante le distanze. E la forza del gruppo, con una rosa di titolari invidiabile, ha fatto la differenza nella qualificazione per Malaga. Soltanto oggi, dopo la sfida contro la sorprendente Svezia dei fratelli Ymer, sapremo se saremo primi o secondi nel girone. Al di là di primo e secondo posto, la certezza e che questa Italia ha tutte le possibilità di riportare a casa un’Insalatiera d’argento che manca dall’unica impresa del 1976 a Santiago del Cile. Un’Italia a cinque stelle, con la potenza di Matteo Berrettini, la solidità di Jannik Sinner, la classe di Lorenzo Musetti e l’esperienza di Fabio Fognini e Simone Bolelli. Una miscela esplosiva che va maneggiata con cura, gestendola durante l’anno e coinvolgendo giocatori e team con un contatto costante e un approccio completamente diverso rispetto al passato: «Io sono per l’integrazione e la condivisione – spiega Volandri -. L’ho fatto nel settore tecnico negli ultimi sei anni e ho portato questa esperienza anche in Davis. Per me è molto importante che un giocatore abbia la sua routine 365 giorni l’anno, non posso certo cambiargliela io nelle tre settimane che giocano la Coppa. Devono avere tutto ciò che li mette a loro agio a partire dall’allenatore. I tecnici fanno parte del movimento che sta rendendo l’Italia così vincente negli ultimi anni ed è importante che ci sia un costante scambio di informazioni per crescere tutti insieme». II capitano si occupa di parlare con i team, programmare la stagione e parlare con i giocatori. Così è riuscito a creare un gruppo coeso: «La parola collaborazione è all’apparenza molto semplice, ma fa una grande differenza. In questo modo abbiamo alzato il livello dei giocatori, degli allenatori e di tutto il sistema». E ora si vedono i risultati. C’è un concetto che Volandri continua a ribadire dall’inizio di questa esperienza in Coppa Davis, il valore del gruppo. «Ho tanti singolaristi, un doppio competitivo e tra l’altro non è l’unico. Sono tutti titolari. Possono giocare Matteo, Fabio, Lorenzo, Jannik, senza dimenticare Lorenzo Sonego che non c’è perché ne posso scegliere solo cinque. Tutti si sono fatti trovare pronti». […]

«Vogliamo vincerle tutte». Volandri avvisa la Svezia (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Filippo Volandri sgombra subito il campo da qualsiasi dubbio eventuale. «Noi vogliamo vincerle tutte». L”Italia oggi contro la Svezia chiude le sue fatiche nel gruppo A delle Davis Cup by Rakuten Finals 2022 alla Unipol Arena di Bologna. Dunque, con il biglietto per la fase ad eliminazione diretta di Malaga (22-27 novembre) già staccato grazie alle affermazioni su Croazia e Argentina, la missione stabilita dal capitano è calare il tris vincente e mettere definitivamente in cassaforte il primo posto del girone. Salvo sorprese dell’ultirn’ora, il timoniere azzurro dovrebbe affidarsi di nuovo a Matteo Berrettini e Jannik Sinner, opposti secondo il programma di giornata ai fratelli Elias e Mikael , posizionati rispettivamente ai n.119 e 98 del ranking Atp, ampiamente alla portata delle due punte di diamante dell’italtennis. Che, se sarà in grado di rispettare il pronostico, potrà iniziare a pensare ai prossimi avversari. «In questi giomi abbiamo costruito ancora di più un gruppo, aspetto non scontato considerando che per Matteo è una sorta di esordio dopo la sua apparizione nel 2019 – sottolinea Volandri -. Sono orgoglioso del fatto che tutti quanti, quando sono stati chiamati in causa, si sono fatti trovare pronti nonostante le difficoltà. Abbiamo centrato l’obiettivo primario, la qualificazione, adesso però non intendiamo fermarci, quindi facciamo un passo alla volta concentrandoci al massimo sulla Svezia e poi vedremo, anche alla luce di come si verrà a comporre il tabellone dei quarti». […]

Svezia, cara nemica. Ci giochiamo il primato contro i fratelli Ymer (Stefano Semeraro, La Stampa)

Svezia, carissima nemica. Affrontare i vichinghi in Coppa Davis, come ricapita oggi a Bologna per la 21′ volta (il bilancio è 11-9 per noi) all’Italia è costato caro soprattutto per la bruciante sconfitta nell’unica finale casalinga (su sette): a Milano, nel 1998, quando la spalla sdrucita di Andrea Gaudenzi ci costrinse alla resa nonostante una prestazione eroica dell’attuale presidente dell’Atp contro Magnus Norman. Lo scontro di oggi vale solo il primato nel girone A, ma può garantirci un quarto di finale più comodo alle Final 8 di Malaga. Ed è un match che fotografa il puzzle etnico che oggi compone tante squadre. Il gruppo svedese è guidato dai fratelli Ymer, Elias e Mikael, nati in Svezia da genitori etiopi e cresciuti nel mito di lbrahimovic. Elias a Stoccolma ha avuto come coach anche un italiano, Gianluca Marchiori. Agli allenamenti arrivava con le scarpe mezze rotte e i vestiti in una busta di plastica; oggi, a 26anni, è n.119 Atp e con Mikael, il fratello minore ma più forte, 24 anni, n. 98 Atp (e n. 67 nel 2020) è l’unico svedese fra i primi 290 del ranking. Dragos Nikolae Madaras, n.292, nato in Romania, completa la squadra insieme con Jonathan Mridha, di origini bengalesi, e il doppista Andre Goransson. Molte storie di riuscita integrazione, insomma, ma nessuna stella per una ex superpotenza del tennis che vanta tre n.1 del mondo (Borg, Wilander, Edberg) e 20 top ten. La Svezia ha vinto 7 volte la Coppa (più 5 finali), l’ultima nel ’98. Da dieci anni però, complici ragioni climatiche ed economiche, è sprofondata in una crisi dalla quale gli «Ymer bros» tentano di estrarla. L’Italia è favorita, ma gli Ymer hanno sorpreso l’Argentina e giocano con grinta davvero viking. Guai a sottovalutarli.

Azzurri, attenti all’anti-Alcaraz (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Dopo la vittoria a sorpresa contro l’Argentina al primo turno, la sconfitta successiva contro la Croazia ha complicato il percorso della Svezia nel girone di Bologna, assottigliandone le chance di qualificazione e costringendola oggi ad andare a caccia dei punti necessari per il passaggio del turno contro litalia, già sicura di un posto tra le otto finaliste della competizione. La strada per Malaga per gli scandinavi si è ulteriormente ristretta ieri per via del successo tondo della Croazia contro l’Argentina. Un 3-0, quella dei croati, che gli svedesi dovranno cercare di bissare ai danni degli azzurri, unica condizione a cui è legata adesso la loro qualificazione. La speranza è flebile, epica sarebbe l’impresa, e tre a quel punto risulterebbero le squadre appaiate a quota due vittorie, con la Svezia prima e l’Italia retrocessa in seconda posizione. Vietato scherzare, quindi. Dopo quanto visto nei primi due turni, un’eventuale sconfitta azzurra equivarrebbe a sciupare una settimana che fin qui ha dato invece risposte più che confortanti in casa Italia. Salutare da imbattuti la Unipol Arena di Bologna sarebbe una bella iniezione di fiducia – individuale e collettiva – da cui ripartire verso una fase finale che ai quarti ci vedrebbe opposti agli Stati Uniti e un ultimo swing di stagione in cui i nostri tenteranno l’ultimo blitz per raggiungere le ATP Finals di Torino. Ci basta vincere un solo match per arrivare primi nel girone. In caso di 0-3, invece, rischiamo di trovare la Spagna, che oggi dovrebbe battere la Corea del Sud. I fratelli Ymer, Mikael (n.98) e Elias (n.119), hanno una bella storia alle spalle e un futuro che stenta ancora a definirsi. La loro famiglia lasciò l’Etiopia durante la guerra civile di fine anni Ottanta per arrivare in Svezia, dove i due fratelli sono nati a due anni di distanza l’uno dall’altro. Sia Mikael, il maggiore, che Elias, in età juniores ottengono buoni risultati. Finita la favola, la loro carriera è proseguita senza però decollare del tutto e dei due Ymer, oggi, è Mikael quello cui prestare maggiore attenzione. Anche se sono passate già tre stagioni dal suo miglior ranking (n.67), il maggiore degli Ymer appena un anno fa si è tolto il lusso di battere Carlos Alcaraz, proprio lui, l’attuale n.1 del mondo, in ben due occasioni. Prima eliminandolo al secondo turno degli Australian Open, e poi superandolo ancora nella semifinale di Winston-Salem, torneo che poi Mikael perse ma che riportò uno svedese in una finale ATP a dieci anni di distanza da Robin Soderling, ultimo a riuscirci – e ad imporsi – sulla terra di casa di Bastad. E a proposito di scalpi prestigiosi, fu sempre Mikael nel 2020 a eliminare Jannik Sinner al primo turno dell’Open di Montpellier unica sua vittoria in quattro sfide giocate. A un’ora dal via oggi capitan Volandri scioglierà le riserve e comunicherà le sue scelte, ma nulla lascia intendere un cambio rispetto a quanto visto nell’ultima uscita contro l’Argentina.

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