Cuore Berrettini. L'Italia va (Cocchi). Italia-Usa nei quarti. La Spagna è la favorita (Giammò). Usa, attenti all'Italia (Azzolini)

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Cuore Berrettini. L’Italia va (Cocchi). Italia-Usa nei quarti. La Spagna è la favorita (Giammò). Usa, attenti all’Italia (Azzolini)

La rassegna stampa di lunedì 19 settembre 2022

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Cuore Berrettini. L’Italia va (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Tre, il numero perfetto. Tre vittorie su tre. Così l’Italia di Filippo Volandri chiude la settimana splendida di Bologna battendo anche la Svezia 2-1. Finisce con gli azzurri a godersi la festa dei 6000 dell’Unipoi Arena e saltare tutti insieme in mezzo al campo, vincitori e no. Missione compiuta con lode, dunque, e testa alla prossima tappa dal 22 al 27 novembre a Malaga dove per continuare il viaggio verso l’insalatiera che ci manca dal 1976, affronteremo (il 24 novembre) gli Stati Uniti di Fritz e Tiafoe. Apre Berrettini e chiude il doppio, con in mezzo l’unico piccolo neo della settimana, la sconfitta di Jannik Sinner contro Mikael Ymer. Un calo di tensione anche dovuto alla certezza della qualificazione al primo posto del girone conquistato da Matteo Berrettini con la prima vittoria della giornata contro il n.2 Elias Ymer. Finalmente Matteo Ne aveva una voglia matta, Matteo Berrettini. Di azzurro, di casa, di urla della folla. Si è goduto i suoi tre singolari come si gusta una lasagna bolognese e li ha portati a casa come un regalo dopo le sofferenze del passato. Il suo punto contro Elias Ymer, il più giovane dei fratelli svedesi, è stato decisivo per chiudere aritmeticamente il girone al primo po sto. Un sorriso grande cosi per l’allievo di Santopadre che si è subito accomodato in panchina per caricare Jannik Sinner, ma non è bastato. L’imbattibilità dell’attuale numero 1 Italiano in singolare si è fermata a quota sei. Una sconfitta fortunatamente indolore ai fini della qualificazione, impacchettata venerdì contro l’Argentina e infiocchettata oggi dal Berretto nazionale e dall’inossidabile duo Slam Bolelli-Fognini.

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Saranno Fritz e compagni i primi avversari nei quarti di finale a Malaga: «La prima e unica volta che ho giocato in Davis era stato contro di loro ed abbiamo perso, poi mi sono infortunato. Questa volta io sono di verso, ho più esperienza e anche la nostra squadra è diversa, più forte e molto unita». Insomma, non fanno così paura questi americani: «Magari anche loro non sono cosi contenti di sapere che troveranno noi. Comunque è probabile che a Malaga avranno anche l’aiuto di Tiafoe. Sarà una partita difficile ma non impossibile, e se vuoi andare in fondo non devi temere nessuno». Anche perché al momento, guardando anche le altre formazioni di questa fase a gironi sparsa per l’Europa, l’Italia è l’unica squadra ad avere giocatori tutti tra i primi 30 al mondo tra singolare e doppio. Matteo, poi, da numero 2 è un osso day vero duro da masticare: «Sicuri? Perché nella fase finale, se pensiamo alla Spagna al completo, il numero 2 sarebbe Nadal e non è proprio scarsissimo», ha scherzato il romano. Sognare Fuori dalla Unipol Arena c’è una installazione di palline da tennis, ognuna con una frase motivazionale. Matteo ne sceglie una: «”Osa sognare’, perché è un po’ la mia storia. Non avrei mai pensato di arriva re qui. A20 anni guardavo Vincenzo (Santopadre, ndr) come un campionissimo ora l’ho superato e sono arrivato fin qui».

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Bologna promossa E se gli azzurri sono promossi alla fase finale, anche Bologna lo è con il suo pubblico che ha riempito le tribune dell’impianto bolognese ogni giorno: ieri si è arrivati a 6.300 presenze per un totale di 28.115 spettatori nella settimana di Coppa. Un entusiasmo che ha travolto Berrettini, pronto addirittura a organizzare torpedoni per Malaga: «Voglio tutti voi a fare il tifo alle Finals! Quanta più gente possibile, pago anche di tasca mia, ma giocare in un’atmosfera così e pazzesco, incredibile». Preparate i bagagli, la Berrettini Airlines è pronta al decollo.

Italia-Usa nei quarti. La Spagna è la favorita (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

A qualificazione già ottenuta, all’Italia di Coppa Davis bastava un punto per garantirsi il passaggio del turno da prima in classifica. E il punto è stato subito portato in dote da Matteo Berrettini, vincitore del primo singolare (6-4, 6-4) contro Mikael Ymer. Per la vittoria invece questa volta si è dovuto aspettare fino al doppio e al successo di Bolelli e Fognini su Goransson e Madaras (7-6, 6-2), successo che oltre a far chiudere all’Italia il suo girone da imbattuta, conferma l’affiatamento di un tandem che, distante appena 400 punti da un posto per le ATP Finals di Torino, sfrutterà al meglio questo finale di stagione per perfezionare la sua intesa. Il passo falso lo aveva commesso Jannik Sinner, sconfitto in tre set da Elias Ymer che saluta così da imbattuto la Uninpol Arena di Bologna. Prima squadra a qualificarsi per Malaga, l’Italia ai quarti affronterà gli Stati Uniti, accoppiamento già maturato 48 ore fa. Stati Uniti, quindi.

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In singolare gli Usa hanno schierato infatti Tommy Paul e Taylor Fritz, ma è squadra solida e profonda, la loro, che potrà contare anche sul rinvigorito Tiafoe o, se vorrà prediligere l’esperienza, al veterano John Isner. Non sarà semplice per gli uomini di capitan Volandri ma, come dichiarato da Matteo Berrettini alla fine del suo match, ‘<neanche gli Usa saranno felici di doverci affrontare. Non ci saranno sfide facili e se vogliamo puntare alla Coppa dobbiamo essere in grado di battere chiunque». Ieri si è anche completato il tabellone delle altre sei pretendenti che a novembre proveranno a conquistare la più famosa insalatiera del mondo. La Croazia, seconda nel girone degli azzurri e finalista della scorsa edizione, se la vedrà con la Spagna padrona di casa. Gli iberici al momento possono vantare sia il n.1 che il n.3 del mondo – Carlos Alcaraz e Rafa Nadal – e se gli acciacchi con cui ha dovuto fare i conti per tutta la stagione dovessero lasciarlo in pace, difficile che capitan Sergi Brugera si lasci sfuggire l’occasione di schierare il veterano maiorchino al fianco del giovane fenomeno in ascesa.

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Usa, attenti all’Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Quando si dice fare le cose a regola d’arte. Tuttavia arte, quella di saperci fare in ciò che si fa, dopo le sei muse che ci ispirano dai tempi classici (dovrebbero) e la settima aggiunta in coda, il cinema. in senso lato, secondo l’enciclopedia Treccani, la capacità di agire e produrre in base a un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche. In senso tennistico, ottenere un risultato per le vie dirette, disponendo sul campo tutto ciò che serve a evidenziare la superiorità sull’avversario. Come ieri Matteo Berrettini, che ha battuto Elias Ymer (26 anni, 119 ATP con un best ranking al 105), fratello maggiore ma un po’ meno forte di Mikael (24 anni, 98 ATP, best ranking al numero 67) destinato a Sinner. Era il punto che serviva all’Italia per chiudere al primo posto il girone A di questa fase finale di Coppa Davis, e aggiungere la settimana di Malaga in coda alla stagione, subito dopo le Finals di Torino. Lì si ripartirà dai quarti di finale, contra gli Stati Uniti. In semifinale troveremo con ogni probabilità la Spagna. Poi, si vedrà…Matteo ha scelto la via più classica dei match di Coppa. Puntare forte sui colpi migliori, attendere che l’avversario portasse qualche dono, approfittarne appena possibile. Facile? Quando tutto va per il meglio, sì. Ma la Coppa ha sempre sconsigliato pronostici scolpiti sul cemento, non a caso circolano tanti giocatori (uno è il croata Gojo) che non godono di grande considerazione nel circuito internazionale, ma sanno trasformarsi in Davis alle prime note dell’inno nazionale.

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Berrettini non ha fatto una piega, ha tenuto alta la resa del servizio, ha fatto funzionare bene il dritto (meglio, rispetto ai giorni scorsi) e non appena l’avversario è apparso scosso ne ha approfittato per sfrecciargli accanto e sorpassarlo.

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Berrettini ha centrato subito tre ace e ha perso appena sei punti nei dieci turni di battuta. Dieci ace, l’89 per cento dei primi servizi tradotto in punti, due break giunti al 9° game del primo set e al quinto del secondo. Numeri robusti, come si vede. A Malaga ci aspettano incontri difficili. Con gli Stati Uniti nei quarti il match è aperto. Oggi Matteo è il numero due di questa squadra, ed arduo prevedere se sarà così anche in Spagna. Lì un ruolo che lo pone di fronte alla necessità di vincere, di fare subito il primo punto del match. Ma tutto è relativo, tanto più in Coppa. Per quanto Matteo venga considerato il numero due più forte in circolazione, se battiamo gli Stati Uniti e andiamo in semifinale contro la Spagna, il numero due da affrontare – ammesso che gli iberici siano al completo – sarebbe un certo NadaL. L’imporrtante è che Berrettini abbia recuperato una buana condizione proprio in vista delle prove che ci aspettano. Il regalo di giornata gli giunge da Bjorn Borg, che lo ha voluto nel gruppo della Laver Cup per l’addio a Federer. Al momento come «alternate, poi si vedrà. «È la 2a convocazione, mi fa piacere e mi darà modo di salutare e ringraziare Roger. Ho scelto il tennis grazie a lui, gli devo molto». È stato Sinner, stavolta, a mancare l’occasione. Nan è in grande condizione, si sapeva, e si è trovato a giocare un match contro corrente, per quanto inutile per il risultato finale. Ha fatto gara di break con Mikael Ymer nel primo set ma non è stato continuo fino in fondo. Ha dominato le fasi iniziali del secondo, poi nel terzo l’incontro gli è sfuggito di mano su un passaggio a vuoto nel quinto game, dopo il break e il contro break nei primi giochi. Falloso e impaziente, Sinner non è stato capace quasi mai di prenderel’iniziativa. «Perdere così capita, è successo a tutti, la Davis è traditrice», lo assolve Panatta. Se ne va al 7° match, invece, l’imbattibilità di Jannik nei singolari di Coppa.

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Il doppio contro gli svedesi Goranasan-Madaras ha rimesso le cose a posto e consegnato all’Italia la 33 vittoria. Successo importante, perché invita – anche noi, e gli appassionati tutti – a non sottovalutare la risorsa rappresentata da Fognini e Bolelli che in questo girone hanno battuto anche i numeri uno, Metkic e Pavic. Ci sanno fare, sono esperti, fanno gruppo. E l’idea di prendersi la Davis stuzzica anche loro.

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