La platea dei giovani italiani che si stanno affacciando nei grandi palcoscenici e sempre più ampia. Tra i Next Gen del nostro paese che stanno scalando la classifica vi è il ventunenne Francesco Passaro. Nato a Perugia, Passaro sarà tra i protagonisti dell’UniCredit Firenze Open, facendo il suo esordio con l’ex top 10 David Goffin.
Chiuso il 2021 al numero 605 del ranking ATP, Passaro è esploso in questa stagione grazie a grandissime prestazioni nel circuito Challenger, con il titolo nel torneo di Trieste a fare da ciliegine sulla torta ad altre solide prestazioni quali le finali a Forlì 6, Sanremo, Como e Milano. Risultati che hanno permesso all’allievo di Coach Tarpani di risalire sino al numero 126 delle classifiche mondiali, e al numero nove nella Race To Milan, con l’obiettivo di essere uno dei protagonisti alle prossime Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals.
Una stagione di alto livello che il tennista perugino ha ripercorso in un’intervista concessa al sito dell’ATP da come è nata la passione sino ai giorni d’oggi: “Quando ho iniziato a giocare a tennis [all’età di sei anni], la mia famiglia viveva praticamente nel club. Casa mia era a due minuti dal club e per me era facile da raggiungere. Poi, quando ho cominciato a frequentare il circolo, ho instaurato molte amicizie ed è diventata come la mia seconda famiglia. Penso di aver passato più tempo lì che a casa mia”.
Vita che sarebbe stata completamente diversa se Passaro avesse scelto il calcio al tennis: “Da bambino giocavo anche a calcio. Poi a 12 anni, per un anno, ho deciso di giocare solo a calcio. Avevo interrotto gli allenamenti di tennis e mi limitavo a giocare solo qualche torneo. Il mio ruolo da calciatore era quello del portiere, ed è stata una bella esperienza che, tuttavia, [mi ha fatto capire] che volevo solo giocare a tennis”.
Una scelta quella di abbandonare i guantoni e prendere in mano nuovamente la racchetta che ha dato i suoi frutti in questa stagione con un titolo e diverse finali Challenger, perse con avversari di un certo calibro quali Rune, a Sanremo, e Musetti, a Forlì. Due possibili avversari alle Next Gen di Milano: “Ho perso entrambe le finali al terzo set. Contro Holger [Rune], conducevo 4-2 e ho avuto una palla break per andare 5-2 nel terzo set; a fine partita non è stato facile, ma so di aver giocato bene contro un grande giocatore. Capisco le mie capacità e quello che posso fare. Contro Lorenzo, sapevo di giocare contro un grande giocatore, quindi dovevo solo vedere i lati positivi di quella sconfitta”.
L’Unicredit Firenze Open sarà la seconda esperienza in un main draw ATP per Passaro, dopo l’esordio al Foro Italico perso in due set contro Garin. La crescita di tanti talenti italiani, li aiuta anche a fare gruppo e li sprona l’un l’altro a dare il meglio di loro come dichiarato dal tennista perugino: “Sono molto amico di Matteo Arnaldi. Abbiamo giocato molti tornei insieme e in doppio. Ma lo stesso discorso vale per Lorenzo [Musetti], Giulio [Zeppieri], Luca [Nardi] e Francesco [Maestrelli]. Abbiamo giocato insieme molti Challenger quest’anno ed è qualcosa di speciale. Quando uno [di noi] inizia a vincere, gli altri pensano: posso vincere anche io. Un grande aiuto per noi sono i tornei in Italia dato che abbiamo l’opportunità di giocare ogni settimana a grandi livelli nel nostro paese”.
Sulle Next Gen Finals di Milano: “Le ho seguite in TV lo scorso anno e due anni fa quando vinse Jannik. Il pubblico italiano, e l’atmosfera sono molto, molto belle. Penso che per me sia una grande opportunità perché potrei essere uno dei migliori giocatori under 21 del mondo e perché si gioca in Italia. È un mio grande obiettivo e quest’anno sono cresciuto molto e sono più sicuro di me”.

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