ATP Vienna, Medvedev: "Con Jannik mi è piaciuto anche giocare di strategia"

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ATP Vienna, Medvedev: “Con Jannik mi è piaciuto anche giocare di strategia”

Il russo racconta la partita contro Jannik Sinner e questo momento felice della sua vita

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Daniil Medvedev – Vienna Erste Bank Open 2022 (© e|motion/Bildagentur Zolles KG/Photographer)
 

Al termine del match Daniil Medvedev si è presentato ai microfoni della stampa di ottimo umore, e come sempre non è stata una chiacchierata banale; la prima domanda si è focalizzata sulla sua vita privata (il russo è da poco diventato padre);

Daniil, come ti senti in questa nuova veste di padre? La cosa sta avendo effetti benefici in campo?

Sicuramente quando uno è felice nella vita poi questo si riflette in tutto, anche nel suo lavoro. Non si può scindere il privato dal resto e ovviamente il fatto che adesso sono felice si vede. Parlando di tennis era da parecchio che non mi sentivo così bene, probabilmente dall’inizio della stagione in Australia. Sento che da Astana il mio tennis sta tornando a fluire.”

Domanda Ubitennis: come hai detto l’aspetto mentale è importante: è possibile che il colpo nel quale si vede maggiormente sia la battuta? sembra che in questi giorni tu riesca a trovare servizi vincenti a comando

“Sì, probabilmente il servizio è il colpo che maggiormente è influenzato da questi aspetti. Quest’estate ad esempio non stavo giocando male, ma non avevo quella fluidità di cui parlavo prima. Ad esempio nella semifinale di Cincinnati contro Tsitsipas ho fatto un’enormità di doppi falli, più di una decina. In generale stavo sbagliando e a questi livelli è inammissibile. Intendo dire che è inammissibile se si hanno degli obiettivi ambiziosi. Il servizio è forse il colpo più importante nel tennis oggi. Insomma mi rendevo conto che era un problema e ho lavorato parecchio con Gilles, il mio coach. e devo dire che da Astana in poi le cose hanno ripreso a funzionare.

SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio

Ti piacerebbe poter partecipare alla United Cup?

Si, certo, i tornei a squadre in cui posso competere con gli altri ragazzi mi piacciono. Ovviamente adesso non possiamo, ma è un peccato perché siamo una bella squadra. Quando siamo a pieno organico siamo temibili per chiunque (ricordiamo che la Russia nel 2021 ha vinto la Davis Cup, ndr).”

Che ne pensi dell’atmosfera qua a Vienna?

Mi piace un sacco, (anche Dimitrov aveva apprezzato, sottolineando come capita poche volte di trovare gli spalti pieni un giorno feriale alle 2 del pomeriggio). Ieri con Thiem ovviamente il pubblico era dalla sua parte e a volte io sono un po sanguigno: c’era un gruppetto che al termine del match mi stava fischiando e io ho risposto. Però niente di che, il resto della gente mi ha applaudito. Anche oggi mi pare che il pubblico fosse dalla parte di Jannik, ma sempre in maniera molto sportiva. Domani contro Dimitrov sarà una bella partita; Grigor magari non è più continuo come una volta, ma ha dei picchi di rendimento notevoli. Mi ricordo l’anno scorso a Indian Wells che stavo vincendo comodamente ed ero avanti di due break. ma poi si è acceso e non mi ha fatto vedere la palla. E non capita spesso che perda un set in cui sono avanti di due break.”

Domanda Ubitennis: Oggi Jannik pur non essendo al meglio ha cercato soluzioni per lui fuori dall’ordinario, come palle corte e serve and volley: ti hanno infastidito? È stata una buona idea?

“Beh, ci sta che uno cerchi di trovare una chiave tattica nei match e di mischiare le carte. si è vero mi ha fatto diverse palle corte ed è sceso a rete qualche volta. Io pure ho cercato di variare, nel primo set ho cercato varie volte il drop shot, ma Jannik era velocissimo e allora mi son detto, “ok, meglio lasciar stare”. In generale con la palla corta bisogna fare attenzione, vale per tutti, non ti può uscire sempre bene; ad esempio lui oggi l’ha giocata bene e spesso ha portato a casa il punto, ma sul 4-2 ad esempio ha fatto un errore che gli è costato caro, visto che mi ha consentito di strappargli nuovamente il servizio. Forse era anche un modo per uscire dagli scambi. Devo dire che questo aspetto mentale del tennis mi piace molto, ricorda un po’ gli scacchi (Daniil aveva giocato da piccolo, ma adesso nella squadra russo l’unico “serio” è Kachanov). L’aspetto strategico e il cercare di entrare nella mente dell’avversario sono fondamentali: ad esempio oggi contro jannik ho cercato di rispondere quasi sempre sul suo rovescio, poi a un certo punto mi son detto che era ora di cambiare: gli ho giocato due risposte consecutive sul dritto e l’ho destabilizzato, visto che ha sbagliato in entrambi i casi.

IL TABELLONE DELL’ATP 500 DI VIENNA

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