Ash Barty passeggia per Melbourne Park: "Mi manca gareggiare, ma non tutto ciò che ne consegue"

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Ash Barty passeggia per Melbourne Park: “Mi manca gareggiare, ma non tutto ciò che ne consegue”

L’ex n. 1 del mondo, oramai in pensione, si sta godendo la normalità mentre dà gli ultimi ritocchi alla sua fondazione, che si occuperà principalmente delle comunità indigene

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Ash Barty in conferenza con i media australiani
Ash Barty in conferenza con i media australiani
 

Ashleigh Barty è tornata nel luogo dove tutto si è concluso – come riporta il The Guardian -, dove ha realizzato il sogno più grande della sua carriera sportiva: vincere l’Australian Open. Un successo che l’ha talmente appagata dà spingerla appena un mese dopo ad annunciare, scioccando l’intero universo dello sport, un clamoroso ritiro dalle scene. Per cui potremmo assolutamente definirlo un comeback nella location che difatti è stato il luogo del delitto della propria vita da tennista. Ash ha avuto così l’opportunità di visitare ed ammirare l’immenso impianto di Melbourne Park, in una versione a lei pienamente estranea e sconosciuta: rendersi conto dello spettacolo della Rod Laver Arena, in uno scenario completamente vuoto e dunque antitetico rispetto a quello gremito di australiani che ha accompagnato il suo trionfo all’Happy Slam. La circostanza si è venuta a creare in occasione del lancio del nuovo libro a cura dell’ex n. 1 del mondo WTA – oramai da diverso tempo nelle vesti di scrittrice – “My Dream Time“, che all’interno del suo Tour promozionale vedeva per l’appunto nel teatro dell’ultimo successo tennistico di Ash una delle tappe principali.

La campionessa tre volte vincitrice Slam, ha sfruttato questo appuntamento per rilasciare alcune dichiarazioni che testimoniano e certificano ancora una volta come abbia definitivamente chiuso il capitolo “Tennis” alla voce ‘carriera professionistica’ rincarando la dose e dando corpo a ciò che aveva già fatto capire in passato: non ci sarà un ritorno di fiamma, non rientrerà nel circuito. Il suo essersi calata, oramai, completamente nella normalità della quotidianità della vita come qualsiasi persona su questo globo, accantonando senza ripensamenti il suo passato da atleta di fama mondiale con tutte le vicissitudini mediatiche che ne conseguono; lo si evince perfettamente dal suo essersi distaccata da quello che era il proprio mondo a tal punto dal non avere più per lui neanche posto nei ricordi: “Non riesco a ricordare l’ultima volta che ho camminato qui – si riferisce a quel labirinto di tunnel che collega la Rod Laver Arena con i campi di allenamento, e che la stessa Barty quando giocava frequentava assiduamente facendo la spola -. Sono assolutamente stupita di come sia cambiata. Così come è cambiata tutta l’area attorno allo Show Court Three, così come anche non avevo mai visto prima un evento nel Grand Slam Oval in pieno svolgimento. Non ero mai stata al livello del punto di osservazione del pubblico, da dove gli spettatori possono vedere il torneo. E’ molto diverso come sensazioni e percezioni“.

Barty ha preso la decisione di dire basta con il tennis agonistico perché spinta dalla voglia di nuove avventure e di raggiungere nuovi traguardi o successi che esulassero dai soli ottenibili con una racchetta in mano; considerando anche che se fosse stato questo il suo reale obbiettivo probabilmente adesso non la ritroveremmo ad allietare con carta e penna ma a competere in quel di Fort Worth per le Finals – titolo che tra l’altro vinse nel 2019 – per poi successivamente attraversare l’Oceano Atlantico e andare a difendere i colori dell’Australia in Billie Jean King Cup. Dunque il senso di appagamento è rimasto immutato dal giorno del ritiro. Tuttavia la voglia di competizione, ed in particolar modo di costante sfida con se stessa rimane ancora viva dentro di lei. Ma Ash è riuscita ad ovviare a questa situazione, perseguendo altri cammini che non siano quello del tennis: “Mi manca sfidare me stessa nella competizione con i migliori del mondo, ma non non ciò che ne deriva. Ora probabilmente mi sto abituando a sfidare me stessa in modi diversi, scovando continuamente altri percorsi che mi permettano di competere e di crescere ancora. E penso che uno dei modi sia stando a casa, vivendo dei momenti che prima non avevo l’opportunità di vivere“. Ebbene, avere la possibilità di vivere esperienze familiari che nel passato viaggiando in giro per il mondo non poteva vivere, riempiono il cuore di Ashleigh che ama moltissimo interpretare il suo ruolo di Zia.

Ma quando si ha di fronte una campionessa del calibro della 26enne di Ipswich, è inevitabile non toccare il tema dell’attualità sportiva. E così chi meglio di colei che ne ha ereditato la corona per sciogliere il ghiaccio: “È una boccata d’aria fresca e ha completamente dominato questa stagione“. È rimasta per certi versi meravigliata dall’annata di Swiatek, Ash, ma allo stesso tempo crede che la polacca – che considera sinceramente un’amica – sia capace di cose ancora più grandi in futuro: “E’ stata sia per il livello espresso, che per testa nettamente sopra tutte le altre, ed è stato incredibile vederla fiorire“.

Come detto, però, la vita della prima australiana a riportare il Major Down Under nuovamente a casa, dopo un digiuno di 44 anni, prosegue a gonfie vele al ritmo di un fiume in piena – anche senza la sua amata racchetta – tra svariate iniziative di ogni genere. Circa cinque mesi fa, assieme ai suoi due ex coach Craig Tyzzer e Jason Stoltenbery si è incontrata con il CEO di Tennis Australia Craig Tiley per discutere dell’avviamento di un piano di coaching sul quale vertono forti speranze. Inoltre i suoi primi mesi da “pensionata”, le hanno fruttato anche diverse richieste di partnership da parte di molte aziende – anche una di Telecomunicazioni – dove lei cerca di apprendere da esperti dirigenti portando la sua abitudine al lavoro di squadra. Ma soprattutto una parte che rivesterà un ruolo fondamentale nei suoi prossimi anni, sarà la propria Fondazione; di cui il suo team sta apportando gli ultimi ritocchi e che concentrerà il proprio lavoro sulle comunità indigene. Alcuni sono inoltre convinti, che Barty abbia le qualità necessarie per diventare un’allenatrice straordinaria, nelle ultime settime infatti ha seguito la 20enne della Gold Coast Olivia Gadecki che sta muovendo i primi passi nel circuito.

Dunque è un’Ashleigh sempre pronta a nuove sfide ed impegnata in una serie innumerevole di progetti, che sigillano così la chiusura con il passato spezzando quel legame con il suo essere tennista: “Devo ancora definire con precisione ciò che farò in futuro, ho ancora tante cose da portare avanti. E’ pazzesco pensare che manchino solamente un paio di mesi alla fine dell’anno. E’ volato“. Perciò pur mancando molto al tennis femminile, lei certamente non si sta annoiando.

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