Otto Virtanen vince a Bergamo, il Challenger orobico ha lanciato una nuova stella?

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Otto Virtanen vince a Bergamo, il Challenger orobico ha lanciato una nuova stella?

Sconfitto in finale Jan-Lennard Struff. Gli italiani si fermano nei quarti mentre a Guayaqiul Cecchinato si deve accontentare della semifinale.

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Virtanen Otto vince a Bergamo - Foto Antonio Milesi
 

Il Challenger di Bergamo (cemento indoor)ha rispettato la tradizione che lo vuole trampolino di lancio per futuri campioni. Basti ricordare in questi ultimi anni i successi di Berrettini (2018), Sinner (2019) e Holger Rune lo scorso anno. Questa volta dal cilindro bergamasco è uscito il nome di Otto Virtanen, finlandese, classe 2001. È stato numero 6 del mondo tra gli juniores, mentre tra i professionisti il suo approccio non era stato dei più semplici e stava faticando parecchio ad emergere. Bergamo per lui potrebbe rappresentare una svolta: nella sua prima finale in un torneo Challenger, dopo le semifinali a Surbiton e a Liberec, il finnico non ha accusato alcuna particolare emozione e ha avuto la meglio sul navigato Jan-Lennard Struff col punteggio di 6-2 7-5 dopo poco più di un’ora di partita. Virtanen ha dimostrato anche in questa finale di essere un giocatore dalle grandi potenzialità, ma ancora piuttosto grezzo. Dotato di un servizio potentissimo (alla fine per lui 19 aces) e un diritto altrettanto rapido, alterna giocate super-spettacolari a punti giocati con colpevole sufficienza, quasi con indolenza. Se riuscirà a incanalare nel modo giusto il suo talento, ha tutto per diventare un giocatore “vero”, da top-100 e probabilmente qualcosa in più. E’ istruttivo l’esempio di Jarkko Nieminen, miglior giocatore finlandese di sempre che, pur senza un talento cristallino, arrivò al numero 13 ATP grazie alla sua incredibile abnegazione. E pensiamo che il giovane Virtanen non abbia niente da invidiare a Nieminen, e intanto migliora il proprio best ranking salendo alla posizione n.195, secondo finlandese nella classifica mondiale dopo Ruusuvuori. Incredulo il vincitore che al momento della premiazione che ha detto: “La cosa pazzesca è che ho seriamente rischiato di non esserci perché sabato sera ero ancora al Challenger di Brest (nella lontana Bretagna) a giocare la finale del doppio, mentre il giorno dopo avrei dovuto esordire a Bergamo nel tabellone di qualificazione. Per fortuna giocavo tardi e così sono riuscito ad incastrare due voli (Brest-Parigi e Parigi-Bergamo) in maniera quasi miracolosa. Quanto alla finale ho sempre avuto la sensazione di trovarmi a mio agio sul suo servizio più di quanto lui lo fosse sul mio. Adesso sono felicissimo per questa mia prima vittoria nel circuito e anche perché è forte la suggestione di Bergamo come torneo portafortuna…basta vedere cosa ha appena combinato Holger Rune a Parigi. Ma la mia stagione non è ancora finita: adesso torno in Francia a Roanne e poi chiuderò in casa a Helsinki che dista appena 50 km dalla mia Hyvinkaa”.

Peccato per il 32enne tedesco Struff che qui a Bergamo sembra vittima di uno stranissimo sortilegio che gli concede la finale ma gli nega poi la vittoria, come era già successo nel 2013 e 2014. In questa edizione dovrà accontentarsi del trofeo di doppio, vinto al super tie-break, in coppia col 22enne connazionale Henri Squire, contro i francesi Jonathan Eysseric e Albano Olivetti. Avesse vinto anche il singolare per lui sarebbe stata la seconda doppietta nella storia del torneo dopo quella firmata da Andreas Seppi nel 2008. Eliminati con onore nei quarti Andrea Vavassori che ha fatto il possibile contro il portoghese Nuno Borges e Matteo Arnaldi che si è fatto recuperare da Struff. Il sanremese era piuttosto abbattuto per la sconfitta ma siamo sicuri che si sarà rinfrancato non appena avuta la notizia di essere subentrato nel tabellone delle Next Gen Finals di Milano al posto di Holger Rune, che ha rinunciato per essere ‘alternate’ alle ATP Finals di Torino. Arnaldi sarà nel girone verde assieme a Passaro, Nakashima e Lehecka.

Questa settimana era in programma, tra gli altri, anche il Challenger 80 di Guayaquil (Ecuador, terra battuta) dove ha vinto il tedesco Daniel Altmaier che in finale ha avuto facilmente la meglio (6-2 6-4) su Federico Coria. Il nostro Marco Cecchinato è stato vittima in semifinale proprio del futuro vincitore, in un match molto duro che però l’ha visto soccombere col punteggio di 7-6(4) 6-4. Per il 24enne tedesco è la seconda vittoria consecutiva dopo quella di Lima (la sesta in carriera), il Ceck invece può festeggiare il rientro in top 100 (al n.99). L’azzurro al momento sarebbe dentro al tabellone principale dei prossimi AO, ma in una posizione non particolarmente garantita. Gli toccherà allora cercare altri punti in questa estenuante tournée sudamericana che prosegue in Uruguay con il Challenger 80 di Montevideo, sempre sulla sua amata terra battuta, dove al primo turno troverà l’argentino Marco Trungelliti.

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