ISP Next Gen Finals, non basta un Arnaldi super: vince Nakashima

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ISP Next Gen Finals, non basta un Arnaldi super: vince Nakashima

Nel torneo Intesa Sanpaolo Next Gen Finals Vince l’americano in oltre due ore di gioco e solo al quinto set, piegando a fatica un coriaceo Arnaldi autore di una prova superlativa

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[4] Brandon Nakashima b. [9] Matteo Arnaldi 2-4, 4-3(7), 4-3(4), 3-4(4), 4-2

Il match che non ti aspetti. Alzi la mano chi avrebbe mai potuto immaginare una partita del genere; una partita in cui il divario in classifica tra Brandon Nakashima, numero 49 del mondo e Matteo Arnaldi, numero 134, fosse semplicemente annullato per oltre due ore di partita, regalando al pubblico dell’Allianz Cloud di Milano la partita più bella di questa prima giornata delle Intesa Sanpaolo Next Gen Finals.

A vincere è stato l’americano che solo al quinto set ha vinto la resistenza del più giovane collega, giunto a Milano solo lunedì e dopo la rinuncia della testa di serie numero 1 del torneo, Holger Rune, che dopo la vittoria di Parigi ha deciso, giustamente, di ascoltare le sirene di Torino, del master “dei grandi”, accettando il ruolo di seconda riserva che, visti gli infortuni di fine stagione e vista la passata edizione, può voler dire vederlo e vedersi in campo. Tornando alla partita, nonostante la vittoria di Nakashima, i giusti riflettori di gloria sono puntati sul ragazzo di Sanremo, in grado di giocare alla pari con il più esperto avversario e regalandosi un primo set da antologia con statistiche folli. Certo, è un peccato perché alla fine non è riuscito a ribaltare l’inerzia di un match che ad un certo punto, sembrava essere totalmente a suo vantaggio, ma può uscire dal campo con il sorriso Matteo. Contento di quello che ha fatto e di quello che sicuramente farà vedere ancora nel corso del torneo.

IL MATCH – Il primo set inizia col brivido per Brandon Nakashima chiamato subito a salvare, sul 15-40 ben tre palle break. Tre vincenti però, uno con il servizio, uno con un dritto e una volée, sono sufficienti per recuperare un game che sembrava perso da parte dell’americano. La risposta di Arnaldi nel suo primo turno di battuta non si fa attendere: due ace in fila per Arnaldi e game vinto a zero. Nel gioco successivo si rivivono le emozioni del primo game con Arnaldi subito avanti 0-40, ma a differenza del primo game con ben tre palle break da sfruttare: annullate le prime due da Nakashima è la terza quella decisiva, grazie ad un dritto americano che lentamente muore sulla rete. Il break per l’azzurro è realtà. Break confermato nel game successivo grazie ad una solidità al servizio che è la vera misura che sposta gli equilibri: al centro, ad uscire, tagliato, di potenza, sono varie le soluzioni nel mazzo del sanremese che mettono in difficoltà il suo avversario. Il turno di servizio successivo è prettamente interlocutorio e serve per arrivare al momento che decide il set. Arnaldi is on fire, per utilizzare un refrain particolarmente in voga in questi mesi e che ne recupera altri del passato. Spinge col servizio, spinge col dritto per Arnaldi sembra tutto facile: la logica conseguenza è il 4-2 finale del primo set. Alcuni numeri ci aiutano a comprendere lo scenario sul campo: 12 prime su 13 per il sanremese, 5 ace e 11 punti su 12 al servizio.

L’inizio del secondo set, segue le logiche del servizio: Nakashima è solido al servizio, scende leggermente la percentuale stratosferica delle prime di servizio dell’azzurro che comunque chiude il primo game al servizio con il quinto ace del match. Un copione seguito pedissequamente anche nei due game successivi che continuano a vedere i due contendenti sfidarsi sui propri punti di forza: regolare l’americano, in costante attacco l’azzurro che evidentemente ama concludere con un ace i propri turni di battuta. Sul 2-2 però si inceppa Nakashima e la sua regolarità si prende evidentemente una pausa: questo vuol dire 4 palle break per Arnaldi. È la terza però quella buona, con il dritto americano a chiudersi dolcemente sulla scritta “Milano” dando così la possibilità ad Arnaldi di servire per il secondo set. Come lasciarsi sfuggire l’occasione? Una domanda a cui però non troveremo una risposta, se non nell’oggettiva impossibilità di trasformare due palle set e di concedere il tie break all’avversario. Un tie break che vede scappare avanti Nakashima, grazie ad un mini break iniziale, fissando il punteggio sul 3-1. In questa fase del match è l’americano a comandare gli scambi, imponendo una maggiore pesantezza di palla e di punti. Però è Arnaldi a difendersi con le unghie e con i denti nei due turni di servizio di Nakashima, pareggiando il punteggio sul 4-4 e poi andando lui avanti 5-4. Ma nonostante i due set point guadagnati sul primo dei due servizi, è nuovamente pareggio, 6 pari. Arriva il quinto set point sul 7-6 per Arnaldi: la sorte è però la stessa degli altri 4. Sono infatti due doppi falli italiani a concedere al numero 49 del mondo la possibilità di chiudere il set con un dritto a sventaglio con i piedi ben dentro il campo e che fissa il tie break sul 9-7. 1-1 e tutto da ricostruire per Arnaldi.

Ma l’architettura del gioco del ragazzo sanremese ben si presta alla costruzione o alla ricostruzione di un match che, ai più sarebbe, forse sfuggito dal controllo: invece preso per mano dal proprio servizio e consolidata una situazione di gioco favorevole, difende bene il proprio servizio dagli attacchi avversari e resta attaccato al match. Dall’altra parte della rete, l’obiettivo di Nakashima è quello di tenere quanto più lunghi possibili gli scambi per confermare e consolidare la propria regolarità. La conseguenza di quest’equilibrio formale e sostanziale è il tie break anche nel terzo set. E come nel secondo set, il più solido e concreto è Nakashima, bravo a piazzare la giusta zampata nel momento di massimo equilibrio sul 4 pari, e guadagnando così l’allungo decisivo per il tie break, per il set e forse per la partita. Il terzo set si chiude sul 4-3 (4).

La sensazione all’inizio del quarto set è che possa essere equilibrato come gli altri tre, che la strada possa essere tracciata verso il tie break: ed è così. Non sensa un brivido: Nakashima è bravo a sfruttare l’unica occasione possibile che arriva al quarto game e che significa break americano e significa servire per il match. Ma Arnaldi non molla nonostante il 3-1 e ottiene subito il controbreak sfrutta la seconda delle tre palle break conquistate sul campo: sbaglia col dritto Nakashima e c’è ancora match. Il 3-2 fa scrollare un po’ di tensione addosso, cercando di attingere a piene mani l’entusiasmo del pubblico. E così è: trascinato dall’Allianz Cloud riesce ad arrivare al tie break da “survivor”, pensando di aver perso tutto, ma c’è ancora vita. Soprattutto c’è ancora match. Perché a vincerlo il tie break, stavolta è Arnaldi: perfetto, puntuale, con il timing giusto, mette a segno uno dietro l’altro i punti necessari per portare la partita lì dove lui vuole, dove il pubblico vuole. Conquistando il settimo punto con un servizio vincente, il set è italiano. La partita al quinto e decisivo set.

Un set, il quinto, che segna il punto di svolta definitivo del match. Arnaldi ci prova ma ad imprimere la svolta è l’americano, precisamente al terzo game, quando Nakashima ottiene il break che segna il solco tra i due giocatori; e su quel solco si insinua fino al punto vincente, sino al 4-2 finale che vuol dire gioco, partita e incontro. Un match bello, divertente che ha mostrato e fatto scoprire al grasnde pubblico le qualità di un giocatore, Matteo Arnaldi, ritrovatosi a Milano quasi senza aspettarselo e che invece ha dato mostra di tutto il suo talento e il suo carattere: ecco forse quest’ultimo è l’aspetto da rimarcare e il punto di forza più importante per il sanremese che ha dimostrato, nonostante il divario con il più regolare e talentuoso americano, di poter stare a questo livello ed in questo torneo.

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