Ottimo esordio di Musetti alle Next Gen (Crivelli, Strocchi, Ponciroli). Binaghi: "Atp Finals in Italia anche dopo il 2025" (Brusorio). King Cup. L'Italia torna a sognare in grande (Crivelli)

Rassegna stampa

Ottimo esordio di Musetti alle Next Gen (Crivelli, Strocchi, Ponciroli). Binaghi: “Atp Finals in Italia anche dopo il 2025” (Brusorio). King Cup. L’Italia torna a sognare in grande (Crivelli)

La rassegna stampa di mercoledì 9 novembre 2022

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Musetti si esalta con il tifo di Fognini (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Lasciate che i bambini vadano a Musetti. E si innamorino dello sport ammirandone il talento sconfinato da cui sgorgano magie sempre imprevedibili, una classe innata e spumeggiante che in questa stagione si è messa finalmente al servizio di una solidità mentale e fisica da top player. Osannato dalle torme di ragazzini delle scuole tennis che animano l’Allianz Cloud in un pomeriggio lavorativo che ovviamente tiene lontano il grande pubblico (ma oggi giocherà in serale e si attende l’esaurito), Lollo inizia la seconda avventura alle Next Gen Finals dopo la mezza delusione di un anno fa (usci ai gironi) con una vittoria chirurgica contro il taiwanese Chung Hsin Tseng, 90 Atp, che è stato numero uno juniores l’anno prima di lui (nel 2018). Un successo con il marchio del favorito, come da classifica, qualità e rendimento dopo il forfeit dell’ultima ora di Rune: «Per me è stato senza dubbio un esordio migliore rispetto a quello del 2021, sono contento perché ho giocato un ottimo match, con un break per set che ha fatto la differenza: il format del punteggio tende un po’ ad appiattire i valori, bisogna sempre rimanere concentrati. E sono contento anche per il pubblico, per la bella atmosfera e per i tanti bambini che sono venuti a vedermi». Al suo angolo, attento su ogni punto, siede pure Fognini insieme a Flavia Pennetta: «Mi aveva detto che sarebbe venuto, siamo molto amici, siamo compagni in Davis e mi fa piacere averlo in panchina. Stiamo condividendo dei bei momenti oltre al tennis e come ho detto più volte, quando mi sono affacciato al circuito maggiore è stato come un padre, per me». Fabio, del resto, con l’occhio clinico dell’osservatore competente, aveva profetizzato un grande avvenire per Lollo fin dalla vittoria agii Australian Open giovanili di tre anni fa: «Non era difficile intuire le sue enormi qualità, adesso con la maturazione tecnica e fisica le sta esprimendo in pieno, è sulla strada per diventare un giocatore fenomenale; e poi ha uno stile così diverso dai colpitori monocorde di oggi, è capace di regalare spettacolo». […] Matteo Arnaldi esce tra applausi scroscianti al culmine di una battaglia di oltre due ore con Nakashima, persa solo perché l’altro, già top 50, è più giocatore nei momenti caldi. La presenza di tre italiani (c’è pure Passaro, finito ko con Lehecka) testimonia il momento d’oro del nostro tennis, ma questo, per tifo e passione, è già il torneo di Musetti: «Quella parola, “vincere”, nessuno la può pronunciare con certezza, ma del resto è così in ogni torneo. La mia mentalità è cambiata, adesso l’obiettivo che mi pongo a ogni torneo è sempre quello di arrivare in fondo».

«Ottima partenza» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Aveva gli occhi di tutti puntati addosso, però non è stata una zavorra per Lorenzo Musetti, capace di partire con la marcia giusta alle Next Gen AtpFinals. E di godersi il caldo abbraccio del pubblico deIl’Allianz Cloud di Milano, con tanti teenager sugli spalti, molti dei quali desiderosi di imitare un giorno i migliori under 21 del mondo. Il 20enne di Carrara, n.23 del ranking, ha rotto il ghiaccio superando con un periodico 4-2 il cinese di Taipei Chun-Hsin Tseng (n.90) nel match di apertura del Gruppo Rosso. L’azzurro ha messo a segno 17 vincenti, con passanti da applausi di diritto e rovescio, oltre ad alcuni tocchi sotto rete e volée. Musetti ha dialogato costantemente con coach Simone Tartarini durante la partita, disciplinato sul piano tattico (sotto gli occhi anche di capitan Filippo Volandri e dell’intero staff della nazionale) così da cogliere la 21^ affermazione negli ultimi trenta incontri. «Per me è stato un esordio migliore rispetto a quello del 2021 – sottolinea Lorenzo -, sono contento perché ho disputato un ottimo match, con un break per set a fare la differenza e buona continuità al servizio. È un piacere tornare a giocare in questa cornice, per la bella atmosfera, a maggior ragione davanti a tanti giovanissimi». A tifare per il talento di Carrara anche la coppia Pennetta e Fognini. «Fabio mi aveva detto che sarebbe venuto, siamo molto amici, dentro e fuori dal campo, e mi fa piacere averlo in panchina. La Davis? È l’evento che tutti ormai stiamo aspettando, anche perché abbiamo una squadra che se al completo è competitiva contro qualsiasi avversario. Sappiamo che non sarà facile a Malaga, ma noi ce la metteremo tutta facendo leva sullo spirito di gruppo». Stasera c’è il secondo esame milanese, per provare a ipotecare la semifinale. «Sono un giocatore diverso rispetto al 2021, con più esperienza e consapevolezza. La mia mentalità è cambiata e adesso l’obiettivo che mi pongo è sempre quello di arrivare in fondo. Il format delle Next Gen tende un po’ ad appiattire il livello, l’obiettivo è sapersi adattare». […]

Musetti si esalta con il tifo dei bambini (Fabrizio Ponciroli, Corriere dello Sport)

Buona la prima per Lorenzo Musetti alle Next Gen ATP Finals 2022. Il n.1 del tabellone ha impiegato solo un’ora e dieci minuti per sbarazzarsi di Chan-Hsin Tsung (4-2, 4-2, 4-2). Davanti a una platea di tantissimi bambini, il carrarese ha mostrato lampi di pura classe, confermando di essere in un momento di grande forma. Deliziato anche il palato fino di Filippo Volandri, presente sulle tribune dell’Allianz Cloud per seguire i tre azzurri in gioco nel torneo dei migliori Under 21 del mondo. Lo sfidante, nonostante il notevole impegno profuso, nulla ha potuto contro la qualità dell’azzurro che a suon di passanti e risposte al bacio (soprattutto di rovescio) ha preso le redini del match impedendo a Chan-Hsin Tsung di provare a rovinargli la festa. Lo scorso anno, alla sua prima apparizione alle NextGen ATP Finals, l’azzurro era stato battuto da Sebastian Baez. Quest’anno la musica e diversa. Un successo perentorio che certifica le qualità del carrarese, indicato come il favorito numero uno del torneo. «Questa volta è andata diversamente rispetto allo scorso anno. Il pubblico è incredibile, tanti bambini… mi hanno trasmesso molta energia. Mi sento abbastanza bene e sono contento per la vittoria. Il tempo più rapido tra un punto e l’altro può darti l’impressione di andare di fretta, per cui bisogna essere pazienti, guardare lo shot clock e non correre». […] «La superficie influisce tanto, ma credo di essere migliorato molto su questi campi rispetto allo scorso anno. Non mi piace troppo un campo molto veloce, però nell’ultimo periodo ho dimostrato che in futuro potrò fare bene anche sul rapido». Esordio sfortunato per l’altro azzurro Francesco Passaro, superato da Lehecka in tre set (4-1, 4-3, 4-1). Il ceco mostra sin dalle prime battute più sicurezza nello scambio. Passaro paga tante imprecisioni, soprattutto nei momenti clou del match. Decisivo il secondo set quando, al tie-break, l’azzurro salva ben tre set point prima di tentare una palla corta forzata. Perso il secondo parziale; il perugino si innervosisce e, in un’ora e quattro minuti, lascia il successo a Jiri Lehecka che festeggia al meglio il suo 21esimo compleanno. […] Sconfitto ma non abbattuto Francesco Passaro: «Sono contento anche se non mi sono espresso al massimo, forse per colpa di un po’ di emozione. Non mi era mai capitato di giocare su un campo con un’atmosfera del genere. Spero di fare meglio nei prossimi incontri». In serata, spazio a Matteo Arnaldi (nel torneo per la rinuncia di Holger Rune) che disputa una signora partita contro il più esperto Brandon Nakashima. Lo statunitense si impone alla distanza (2-4, 4-3, 4-3, 3-4, 4-2 in due ore e dieci minuti di gioco). Il sanremese ha sorpreso per la solidità dei suoi colpi ma ha anche tanto di cui rammaricarsi. Avanti 4-2, nel secondo set ha sprecato ben cinque set point, prima di lasciare il parziale all’americano con un orrido doppio fallo. Resta la prova di enorme qualità per l’ennesimo azzurro di belle speranze.

Binaghi: “Atp Finals in Italia anche dopo il 2025” (Paolo Brusorio, La Stampa)

Rewind. Anno pandemico 2021, alba di novembre. Atp Finals a Torino, atto primo. II Cts apre al 70% della capienza, federazione e governo gonfiano il petto. Poi la doccia gelata. Si scende al 60%, code, proteste, spettatori rispediti a casa, ricorsi, inchiesta penale. Infine: edizione riuscita, ma dettagli da sistemare. Play. 2022, Torino anno e atto secondo. Tra gli invitati alla festa di fine stagione non ci sono italiani, da domenica capiremo non solo chi succederà a Zverev ma anche se le Atp Finals avranno attecchito da queste parti. Intanto, però, libera circolazione al PalaAlpitour. Presidente Binaghi, un guaio in meno e un sollievo in più? «Di sicuro. Per la scorsa gestione ho ricevuto anche un avviso di garanzia, la mia posizione è stata appena archiviata. Segno che abbiamo agito secondo le regole. Oggi è tutta un’altra musica, il numero dei biglietti venduti è straordinario seppur senza un giocatore italiano. Purtroppo è un incidente di percorso figlio di un anno con ottimi risultati ma devastato dagli infortuni di Berrettini e Sinner: strappi muscolari, Covid e i suoi strascichi, distorsioni, vesciche. Eppure se Jannik avesse messo in campo quel diritto nel match point contro Alcaraz oggi probabilmente sarebbe a Torino».

E’ deluso?

Non abbiamo Alcaraz o Rune, siamo un sistema a più punte: modello unico al mondo in questo momento. Resta l’amaro in bocca, ma non è detto sia un male: il tennis italiano è un’azienda e preferisco una crescita regolare ad una a strappi.

Ha dato forfait anche Alcaraz: quanto è sostenibile ancora una stagione da gennaio a fine novembre?

Si gioca troppo. E le conseguenze estreme sono figlie del primo anno post pandemico: i tennisti non erano più abituati ad allenarsi e a giocare con questa intensità. Prenda Berrettini: si è trascinato le conseguenze del covid per un mese. […]

Torino avrà le Finals fino al 2025. L’Italia si ricandiderà?

Certo. Se no che cosa ci sto a fare qui? Ma vola oltre la mia testa la possibile nuova sede. Siamo a Torino perché qui era sindaco Appendino. Che la prossima città sia Milano, che ha un importante passato nel tennis, Pesaro, Bologna o ancora Torino lo deciderà il governo, garante economico della candidatura. Io obbedisco.

Dopo sei mandati non sarà più ricandidabile. Ha già scelto il successore?

Ho troppo da fare ora. Ci penserò dal prossimo anno. Non conta chi lo farà, ma come sarà gestita la federazione. Quasi il 90% del nostro patrimonio arriva dall’autofinanziamento figlio di attività commerciali come le Finals, il 10% dallo Stato. II ministro dello Sport Abodi è stato chiaro, siamo un caso scuola. Vogliamo continuare così o tornare a 20 anni fa quando il tennis stava affondando?

Si è scontrato duramente con il presidente del Coni Malagò per la vicenda dei giocatori russi agli Internazionali d’Italia. Ora come sono i rapporti?

Quelli personali sono buoni. Ci divide proprio la visione sulla gestione dello sport. Quella del Coni è vecchia di 50 anni e lui pensa principalmente a difendere il suo modello dalla politica ma la riforma Giorgetti ha permesso di spendere i soldi pubblici con criteri oggettivi, premiando i meriti e non i demeriti. […]

Si candiderà alla presidenza del Coni nel 2025?

Non ci penso nemmeno, mi sarebbe piaciuto contribuire a riformarlo, ma mi sono quasi arreso. Da decenni non cambia nulla e alcune regole sono assurde.

Avete annesso il padel: vi succhierà praticanti?

Se il padel fosse rimasto autonomo, i nostri circoli sarebbero stati devastati come 20 anni fa lo furono con il calcetto. E ci guadagna anche lo Stato senza tirare fuori un soldo: il padel ha un giro d’affari stimato in 700 milioni, paga l’Iva per 150. […]

L’Italia può alzare la coppa Davis a fine novembre?

In 4-5 anni dobbiamo vincerla. A Malaga molto lo farà la condizione fisica, di sicuro non ci sarà il Cile in finale…

Il suo tennista preferito?

Nadal, il miglior mix tra campo e fuori. E un esempio clamoroso, un paese dovrebbe pagare per avere uno come lui. Altri, magari più belli in campo, fuori non sono la stessa cosa. Ma è meglio non fare nomi.

King Cup. L’Italia torna a sognare in grande (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Dove eravamo rimasti? Ai quattro trionfi in Fed Cup tra il 2006 e il 2013, l’epopea dei tennis in rosa italiano, con i nomi di Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci da pronunciare tutti d’un fiato come un prolungato inno alla gioia. Era nella logica delle cose che dopo un romanzo di successo così irripetibile, il tramonto della generazione dorata avrebbe inaugurato un periodo di lacrime e sangue, ma con tenacia e pazienza la capitana Tathiana Garbin, che di quella fenomenale Nazionale respirò l’atmosfera da giocatrice, ha ricostruito negli anni un team compatto e solidissimo. Perciò, anche se la manifestazione ha cambiato nome, diventando la Billie Jean King Cup per omaggiare un simbolo del movimento sportivo femminile, l’Italia si ritrova finalmente nel Gruppo Mondiale a lottare con le grandi, nelle Finals di Glasgow cominciate ieri, mentre il debutto azzurro è fissato per stamattina alle 11 contro la Svizzera dell’olimpionica Bencic, finalista un anno fa. Certo, da tempo non abbiamo più una top ten, ma il nostro quartetto (manca la Giorgi, fascite plantare) possiede entusiasmo e buona qualità complessiva. Tanto che la scelta delle due singolariste, che la Garbin comunicherà stamattina dopo la riunione serale di ieri, non appare scontata: la Trevisan, per classifica (28) ed esperienza, sarebbe la leader dichiarata, ma Paolini e Cocciaretto negli ultimi mesi hanno giocato meglio. Ma quando si hanno problemi di abbondanza, significa che la strada è giusta: «Sono contenta – analizza la capitana – perché nel nostro gruppo si sta sempre più creando un clima di fiducia e soprattutto una squadra coesa e forte che può puntare a traguardi importanti. Siamo partite poco meno di tre anni fa dai play off in Estonia per tornare nell’élite del tennis mondiale. Di questo sono molto orgogliosa e ringrazio le ragazze che in Nazionale riescono a trovare risorse supplementari e a creare quella forza che molte volte ci ha permesso di conquistare vittorie inimmaginabili». Comunque vada, è già un successo tornare a sognare in grande.

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