Passaro - Arnaldi, Il loro futuro è a Milano (Cocchi). Lollo che battaglia! (Strocchi). La mia carriera è un sogno ma non lotto più per il n.1 (Semeraro). Azzurre ko, semifinali una chimera (Giammò)

Rassegna stampa

Passaro – Arnaldi, Il loro futuro è a Milano (Cocchi). Lollo che battaglia! (Strocchi). La mia carriera è un sogno ma non lotto più per il n.1 (Semeraro). Azzurre ko, semifinali una chimera (Giammò)

La rassegna stampa di giovedì 10 novembre 2022

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Passaro – Arnaldi, i baby maratoneti. Il loro futuro è a Milano (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Tanto per cominciare hanno segnato il record di partita più lunga delle 5 edizioni delle Next gen Atp Finals: due ore e 38 minuti. Poi hanno fatto divertire il pubblico con una partita da montagne russe emotive tra match point sfumati, crampi, e abbraccio finale. Nel derby dei fratellini d’Italia, Francesco Passaro (che ha vinto) e Matteo Arnaldi (alla seconda sconfitta al 5* set in 2 giorni) hanno segnato un’altra tacca importante nelle loro storia personale e di un’amicizia che si intreccia col tennis a tal punto che i loro destini sono legati anche oggi, ancora in corsa per la qualificazione alle semifinali e dipendenti l’uno dal risultato dell’altro

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E sì, perché Matteo ha bruciato 3match point permettendo all’amico di chiudere con la prima vittoria sul campo dell’Allianz Cloud di Milano. L’idea di Passaro sarebbe stata quella di correre a San Siro per vedere l’amata Inter contro il Bologna, ma dopo la maratona era il caso di recuperare («È durissimo sapere che lo stadio è così vicino e non poterci andare») perché il risultato è ancora aperto e domani lo aspetta uno solido come Nakashima I crampi che lo hanno colto nel terso set hanno convinto il team a metterlo a riposo. In porta E dire che questo sodalizio avrebbe potuto non nascere mai se i due avessero scelto gli altri sport che praticavano. Passaro ha un trascorso da talento del calcio: a 12 anni aveva anche smesso col tennis per dedicarsi solo al pallone «Giocavo in porta – racconta l’allievo di Roberto Tarpani a Junior Tennis Perugia -. Mi piaceva, è un ruolo che ricorda il tennista: hai molta responsabilità nelle tue mani».

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Matteo, entrato nel tabellone di Milano dopo la rinuncia di Rune, ha vissuto come Passaro una stagione importante con 223 posizioni guadagnate. E per la prossima l’obiettivo è la top 100 («E giocare il primo Slam»), anche con i consigli di Fabio Fognini che gli fa da mentoree anche ieri era nel box a seguirlo: «Sono entrato nella sua società di management e Fabio con me è sempre stato molto presente. Mi aiuterà a crescere». I fratellini d’Italia hanno appena iniziato.

Lollo che battaglia! (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

«Il meglio deve ancora venire» recitava un cartello di un tifoso italiano fiducioso, all’ingresso in campo di Lorenzo Musetti. Una profezia che deve tenersi stretta per i prossimi match il 20enne di Carrara, incappato nella prima battuta d’arresto alle Next Gen Atp Finals in corso a Milano. Non gli è bastato il calore del pubblico dell’Allianz Cloud (comprese Flavia Pennetta e Francesca Schiavone)) per domare l’esuberanza dello svizzero Dominic Stricker. L’azzurro n 23 del ranking (il giocatore di classifica più alta fra gli otto presenti), dopo l’affermazione d’esordio sul cinese di Taipei Chun-Hsin Tseng, ha dovuto inchinarsi di fronte a un avversario on fire (n.111 Atp), che ha dimostrato come gli exploit a livello juniores (campione in singolare e doppio, in coppia con Flavio Cobolli, sulla terra rossa del Roland Garros 2020) non siano un caso.

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Per Musetti invece il confronto dì stasera con l’altro mancino Draper è uno spareggio per proseguire l’avventura. In corsa per un posto c’è anche Francesco Passaro, che ha saputo gettare il cuore oltre l’ostacolo per aggiudicarsi una partita che resterà negli annali. Il primo derby tutto tricolore nella storia delle Next Gen Finals ha visto infatti il 21enne di Perugia (n.19) prevalere in rimonta sul coetaneo Matteo Arnaldi (n.136) in cinque set ricchi di pathos e capovolgimenti di fronte, dopo ben due ore e 38; durata record per l’evento riservato ai migliori under 21. Il testa a testa trai due giocatasi più cresciuti tra gli 8 a Milano nel ranking 2022 (480 posizioni guadagnate da Passaro, 223 da Araldi) non ha traditole attese, coinvolgendo gli spettatori, in particolare i tantissimi ragazzi delle scuole tennis (compresi quelli arrivati da Umbria e Liguria a sostenere i loro beniamini).

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Si gode il primo successo invece il tennista umbro, che nell’ultimo confronto del round robin cercherà il colpaccio proprio contro Nakashima: “E’ stata durissima, però non ho mai smesso di crederci e sono davvero felice di averla vinta. ora mi divertirò’

La mia carriera è un sogno ma non lotto più per il n.1 (Stefano Semeraro, La Stampa)

Il problema più grosso, per intervistare Rafa Nadal, può essere quello di trovare un posto per chiacchierare in pace, dentro la caotica pancia di un grande stadio. Come al solito, a risolvere il problema ci pensa lui, il campeon. «Ecco – dice spostando un paio di divanetti con le sue mani – possiamo sederci qui». Praticità, rapidità, iniziativa. Nadal al cento per cento. Rafa, lei è il tennista, l’uomo che ha vinto più Slam nella storia, 22. Ha passato 209 settimane al n.1, conquistato quattro volte la Coppa Davis, 92 tornei e due ori olimpici.

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Federer si è appena ritirato: vedremo mai altre rivalità come la vostra? «Non lo so, servono molte circostanze favorevoli. Noi siamo riusciti ad essere rivali in maniera molto positiva, sportiva, bella anche sul piano umano, qualcosa di speciale. Sono sicuro che ci saranno altre rivalità del genere. Ma dovranno passare molti anni…». Sinner e Alcaraz saranno i prossimi? «Sono due grandi tennisti, ma è presto per paragonarli a me e Federer. Le premesse sono buone, ma devono vincere ancora tanto. E non è giusto mettere loro pressione già da adesso». È stato l’idolo di Alcaraz: gli dà ancora consigli o ormai è un avversario da temere? «Chi sono io per dare consigli al numero 1 del mondo? Se Carlos ha qualcosa da chiedermi come collega, sono sempre disponibile. Ma ha un team che lo aiuta benissimo». L’addio di Federer a Londra è stato commovente. In futuro vedremo lei e Roger in campo per una esibizione al Bernabeu? «Chi lo sa. Di certo quando saranno finiti i lavori sarà uno stadio incredibile. Giocare lì sarebbe una grande emozione».

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Con lei e Alcaraz in cima al ranking, la Spagna è sempre più caput tennis. Come lo spiega? «Credo sia una questione di *** esperienza, conoscenza e passione per lo sport. Ci sono paesi con molto più potenziale economico del nostro, che organizzano uno Slam o un Masters 1000. L’Italia ha Roma, può investire in propaganda, ed ecco che nascono Berrettini, Sinner, Musetti. Lo stesso vale per il Canada con Auger-Aliassime e Shapovalov. Il denaro è importante per crescere i giovani, ma non è tutto. Per questo alla Spagna va riconosciuto un merito speciale». Berrettini, Musetti e Sinner: vinceranno uno Slam? «Sinner è stato a un punto dal farcela: il matchpoint con Alcaraz nei quarti degli Us Open. Se ci fosse riuscito, sono convinto che il favorito sarebbe stato lui. Ma lo sport è fatto così. Matteo purtroppo ha sofferto molti infortuni, Musetti ha fatto un passo avanti importante nella seconda parte della stagione. Credo che uno di loro vincerà uno Slam, ma non so se saràl’anno prossimo» Musetti gioca il rovescio a una mano: un vantaggio o uno svantaggio? «Non credo sia uno svantaggio: non lo è stato per Federer e Wawrinka. Per vincere gli Slam bisogna essere molto forti, sia se giochi a una mano sia se giochi a due».

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Quando smetterò, sarà un altro cambiamento. Vedremo quali saranno le mie ambizioni e le mie motivazioni». Come va con i pannolini, li cambia lei a Rafa junior? Il suo amico Casper Ruud dice che non sta dormendo molto ultimamente… «I pannolini li cambio, come no. E se dormo poco non importa, perché sono felice. La vita è fatta di cambiamenti, la cosa importante è sapersi adattare»

Azzurre ko, semifinali una chimera (Ronald Giammò, Correre dello Sport)

Inizia con una sconfitta il cammino dell’Italia nelle Finals di Billie JeanKingCup. A Glasgow, opposte alla Svizzera, le azzurre hanno perso il loro primo incontro per 3-0 e adesso per sognare la qualificazione alle semifinali occorrerà loro battere oggi con un identico parziale il Canada, sperare che le canadesi facciano altrettanto contro la Svizzera nel match di domani che chiuderà il girone e affidarsi poi al conteggio dei set incamerati nel computo delle due sfide.

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Spalle al muro, Teichmann con un ace è ritiita ad annullare un match point e da 11 in poi la partita è diventata una lotta a tutto campo in cui più della strategia ha potuto llstinto di sopravvivenza delle due giocatrici, consapevoli del peso specifico che ormai aveva assunto il risultato del loro incontro. «Dopo il match point fallito io sono calata e lei invece è salita di livello – ha dichiarato Cocciaretto a fine match – Mi rimprovero di non aver iniziato bene e di avere avuto alti e bassi. Mi servirà perla prossima volta per provare a far meglio».

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Come accaduto nel primo singolare, scampato il pericolo il gioco della svizzera è sembrato schiudersi in favore di traiettorie che puntuali si rivelavano sempre più precise condannando l’azzurra e l’Italia a una sconfitta e a un parziale che il doppio finale non è riuscito ad alleggerire. «Adesso parlerò con le mie ragazze e valuterò chi schierare, bisogna resettare e approcciarsi all’incontro di domani (oggi, ndr) con positività», ha chiosato capitan Garbin

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