Sinner, avanti tutta. Djokovic si emoziona (Crivelli). Ecco il vero Berrettini. Steso Ruud (Giammò). Bentornato Re Martello (Azzolini). Il nuovo Sinner ricomincia dal servizio (Nizegorodcew)

Rassegna stampa

Sinner, avanti tutta. Djokovic si emoziona (Crivelli). Ecco il vero Berrettini. Steso Ruud (Giammò). Bentornato Re Martello (Azzolini). Il nuovo Sinner ricomincia dal servizio (Nizegorodcew)

La rassegna stampa di mercoledì 4 gennaio 2023

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Sinner, avanti tutta. Djokovic si emoziona (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Ricominciare fa sempre un po’ paura. Così, per esorcizzare il debutto nella stagione che per il più giovane deve portare alla maturazione definitiva e per il più vecchio aprire possibilmente le porte al record di Slam da sottrarre a Nadal (al momento, 22 a 21 il conto a favore dello spagnolo), Sinner e Djokovic la settimana scorsa si sono allenati insieme. Entrambi hanno scelto il torneo di Adelaide per iniziare il percorso verso gli Australian Open, in un contesto ad alta densità di talento, visto che c’erano pure Medvedev, AugerAliassime, Rublev e Rune. E poco importa che gli ultimi tre abbiano già salutato la compagnia, perché basta la presenza del Djoker a un anno dai fattacci di Melbourne con conseguente arresto in un centro di detenzione per immigrati clandestini a nobilitare l’appuntamento e a condirlo del sale della curiosità. Jannik e Novak non hanno fallito il primo passo, ma essendo dalla parte opposta del tabellone potrebbero ritrovarsi eventualmente solo in finale. L’azzurro si libera con poca fatica di Edmund, ex grande promessa britannica poi martoriata dagli infortuni, un test con pochi parametri tecnici che però lo ha soddisfatto: «Bello giocare qui, l’atmosfera è fantastica, grazie al pubblico. Nel prossimo turno mi aspetta un avversario duro come Kokkinakis, ma credo che il giorno di riposo sarà utile per prepararmi bene. A che livello sono? Il primo match dell’anno è sempre difficile, bisogna cercare di giocare in maniera abbastanza libera. Spero di poter migliorare il mio livello con il passare dei turni. Coach Cahill? Lui è di qui, quindi un po’ mi sentivo a casa È una persona meravigliosa; e poi mi ha detto che non aveva mai vinto una partita qui da coach, ora almeno ha spezzato l’incantesimo». Sinner è ripartito dal numero 16 del mondo, da alcune grandi partite nel 2022 e dalla voglia feroce di mettersi una volta per tutte al centro del villaggio, soprattutto negli Slam: «Ovvio che avrei preferito essere più in alto in classifica, ma è stato un anno con alti e bassi e di grandi cambiamenti. Ho subito qualche piccolo infortunio durante tornei importanti, ma sarebbe ingiusto soffermarsi solo sui momenti negativi. C’è stato anche del buono». Dall’altro lato del tabellone Nole si sbarazza facilmente del francese Lestienne, numero 65 del mondo, ma la vera questione prima del match riguardava l’accoglienza del pubblico di fronte al ritorno dell’ex reprobo che solo 12 mesi fa aveva scatenato contro di sé tutto il paese a seguito dell’ingresso illegale. Ebbene, il tifo si è tramutato in vera e propria passione, confermando il feeling speciale del Djoker con l’Australia: basti pensare che con quella di ieri è arrivato alla 30′ vittoria consecutiva sul continente, dove non perde dagli ottavi degli Australian Open 2018 con Chung. Un bel sollievo: «Vedere lo stadio gremito è stata sicuramente una sorpresa molto piacevole, con tanto affetto. Questo ovviamente mi ha motivato. Dopo gli eventi dell’anno scorso, non è stato facile per nessuno. Ma sono solo felice di essere qui a concentrarmi sul tennis e di godermi il tempo con questo pubblico favoloso».

Ecco il vero Berrettini. Steso Ruud (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Avversari tosti chiedeva Matteo Berrettini per saggiare condizione e livello di gioco rimasti a lungo privi di riscontri e continuità, e avversario tosto ha ottenuto nella sua seconda uscita in United Cup. Nella fattispecie, quel Casper Ruud autore di un 2022 sontuoso, costellato di titoli (tre, più altre quattro finali giocate) e andato in archivio con la chance di potersi issare addirittura in vetta al ranking mondiale, non fosse stato per Carlos Alcaraz, suo carnefice nella finale degli ultimi US Open. Sarà anche una sorta di esibizione questa United Cup, ma collocazione in calendario, precedenti tra i due rivali e aspettative della viglia conferivano al match un’importanza ben diversa da quella associata a una banale passerella. Bene dunque che sia arrivata una vittoria. Chiara, netta, al termine di due ser condotti dall’azzurro in maniera pressoché impeccabile. Il piano di gioco orchestrato con coach Santopadre ha funzionato alla perfezione: aggressività sostenuta, quesiti diversi da porre a un avversario bravo a leggere in fretta il gioco altrui, e volontà incessante nel volerlo confinare sempre più lontano dalla riga di fondo campo, territorio scomodo da cui provare a innescare qualsiasi tipo di rimonta. A parte due palle break concesse al norvegese a metà del primo set, e prontamente annullate, Matteo non ha più concesso nulla. […] «Casper è un giocatore super solido, è migliorato tanto nell’ultimo anno e sapevo che dovevo fare del mio meglio – ha dichiarato a caldo Berrettini a fine partita – Ci conosciamo abbastanza bene e sapevo che dovevo servire in quel modo. Ma una cosa è saperlo, un’altra è poi riuscire a farlo». Perché una cosa sia vera però, occorre che si ripeta. E la Polonia, prossimo avversario contro cui giocarsi il passaggio alla fase finale della competizione in quel di Sydney, sarà verifica interessante perché riporterà in campo l’azzurro contro Hubert Hurkacz, frequentatore ormai abituale da due stagioni a questa parte della Top 10. «L’obiettivo è fare la corsa più lunga possibile».[…]

Bentornato Re Martello (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Se “a nuttata” è passata davvero, lo sapremo quando il sole picchierà duro su Melbourne Park e l’obbligo sarà di darci dentro sui campi di cemento bollente, per il festival del tennis grigliato. Ma occorre attendere altri dodici giorni, poi sarà Slam. Al momento, le novità da gossip che giungano down under riguardano un ritorno di fiamma di Matteo Berrettini nei confronti di se stesso. Si vuole di nuovo bene, e tira giù sassate che mettono allegria. Al punto che lo stesso Ruud, non sapendo come porre riparo all’incessante gragnola di servizi vincenti misti ad ace, è stato colto da un irrefrenabile fourire nell’osservare i suoi stessi coach costernati per la velocità con la quale i servizi di Matteo andavano a segno. E stiamo parlando di battute da 214 orari “di media”. Del resto, se la notte di Matteo era popolata di fantasmi, oltre che di brutti pensieri («Mi sono trovato a chiedermi se il tennis fosse davvero lo sport per me», disse in una delle interviste concesse nel periodo notturno dello scorso anno), è logico supporre che la gran parte di quelle malefiche ombre si riunisse nello spettrale nome di Casper. Va da Ruud a Ruud il periodo nero berrettiniano, con il norvegese era cominciato, nella finale persa a Gstaad di ritorno dal Covid (quello che non gli permise di giocare a Wimbledon), e poi proseguito nei quarti degli US Open, ai quali Matteo giunse prosciugato nel tennis e nella forza d’animo, per consegnarsi da capo al fantasmino operoso in un match che lo vide trafitto da pallate assai simili a quelle che il romano è solito distribuire alla concorrenza. Così, è possibile che proprio contro Ruud Matteo abbia santificato il ritorno ai piani alti del nostro sport, dato che il trattamento riservato da Berrettini all’omino del nord è stato pari ai ceffoni a suo tempo beccati sui campi di Flushing Meadows. […] Due set in fotocopia o quasi, questi della United Cup di Brisbane, nei quali Berrettini è tornato Re Martello, e non ha permesso a Ruud di prendere una qualsiasi iniziativa, né di coltivare qualche speranza di poter ribaltare l’aire del match. Nemmeno quando, un po’ frettoloso, Matteo gli ha concesso due palle break con tre gratuiti nel sesto game della prima frazione (15-40), presto cancellati con sonore deflagrazioni del servizio. Un buon consiglio di Santopadre, […] «rispondere senza tentare da subito il tutto per tutto», ha guidato Berrettini al primo break sul 4 pari. Ruud ha regalato qualcosa, Matteo ha attaccato gli angoli moltiplicando le discese a rete, e Casperino ha consegnato il break a zero. Gli stessi eventi si sono riprodotti nel secondo set, grazie anche alla buona corsa di Matteo, finalmente rapido negli spostamenti laterali, e tale da permettergli una buona tenuta con il rovescio. Il break ha preso forma nel quinto game e Ruud non è più riuscito a riprenderselo. Ci ha provato nel game finale (30-30), magli ultimi due servizi di Berrettini hanno avuto l’identico crepitio dei mortaretti di fine anno. A festeggiare un 2023 che si spera ben diverso dal 2022 da Azienda Sanitaria Locale appena terminato. […] «Sono felice – ha detto subito Matteo – mi sto ritrovando e la vittoria su Ruud, che è così solido, se mi ha sorpreso da un lato, dall’altro mi ha dato la convinzione di essere a buon punto, dopo i tanti problemi fisici del 2022. Contro Casper la regola è aggredirlo, non dargli modo di manovrare, altrimenti diventa difficile fermarlo. Io l’ho fatto ed è andata bene. Mi piace questa competizione, siamo un bel gruppo. Però non c’è tempo per fare festa. C’è la Polonia, e Hurkacz è un avversario tosto e sempre molto preparato». […]

Il nuovo Sinner ricomincia dal servizio (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Il buongiorno si vede dal servizio. Jannik Sinner ha aperto al meglio la nuova stagione con una convincente vittoria 6-3 6-2 sul britannico Kyle Edmund, già Top-20 ATP nel 2018 ma oggi crollato in classifica a causa di infiniti problemi fisici. Ad Adelaide, città natale di coach Darren Cahill, l’azzurro ha mostrato sin da subito sicurezza, migliorie tecniche e una grande voglia di rivincita. Ogni aspetto andrà rivalutato al secondo turno contro l’idolo di casa Thanasi Kokkinakis, in un match molto più ostico e pericoloso. Il 2022 è stato un anno complicato ma, tra infortuni e delusioni, Sinner è comunque riuscito a raggiungere tre volte i quarti di finale in uno Slam (Australian Open, Wimbledon e US Open) e a vincere il torneo di Umago. La stagione 2023 può (ri)lanciare definitivamente Jannik in Top-10 e alla conquista del suo primo ‘big tournament’. Parole chiave: prevenzione e continuità. Il fondamentale su cui Sinner si è maggiormente concentrato durante la preparazione invernale è stato il servizio. I coach Vagnozzi e Cahill hanno costruito un movimento che appare più fluido, sprigionando allo stesso tempo grande forza con apparente sicurezza e continuità. La percentuale di prime in campo (61%) è stata ottima, così come quella di punti vinti con la prima (92%) e con la seconda (81%). Nessuna palla break concessa. Solamente 5 i punti concessi all’avversario nei propri turni di battuta, così come 5 sono stati gli ace. La seconda di servizio è sembrata anche più rapida rispetto allo scorso anno. Il match non è stato in alcun modo in discussione e Sinner non si è mai trovato alla battuta sotto pressione. I miglioramenti nelle palle corte, nello slice di rovescio e nelle discese a rete andranno valutati dal prossimo incontro con Kokkinakis, già affrontato e battuto lo scorso anno a Cincinnati in una maratona (3h14) terminata 6-7 6-4 7-6. A seguire l’altoatesino sugli spalti di Adelaide sono presenti anche il preparatore fisico Umberto Ferrara e il fisioterapista Jerome Bianchi. Evitare gli infortuni sarà il primo grande obiettivo stagionale, ancor prima dei risultati. La continuità fisica non potrà che portare maggiore solidità mentale e consapevolezza crescente. Verrà poi il momento di lavorare su forza e resistenza. […]

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