Manca sempre meno all’inizio dell’Australian Open, con il tabellone femminile che però dovrà fare a meno di Paula Badosa e Ajla Tomljanovic, entrambe cancellatesi dopo il sorteggio a causa di un infortunio. Tra le favorite al titolo non può che esserci Ons Jabeur, numero 2 del mondo che ha grande voglia di tornare a disputare il primo Major dell’anno dopo che, l’anno scorso, non ha potuto partecipare. “Non vedo l’ora di poter giocare di nuovo qui: mi sono mancati il caldo e il calore dei tifosi australiani!” – ha esordito la tunisina nella consueta conferenza stampa pre torneo. Di seguito alcuni dei suoi interventi più interessanti, partendo dal focus sul piccolo problema fisico che non le ha consentito di disputare il WTA500 di Adelaide 2, stravinto da Belinda Bencic.

D: Ci dai un piccolo aggiornamento sulla tua schiena? Non sembravi al top ad Adelaide: dopo gli allenamenti di questa settimana la situazione è migliorata?

Ons Jabeur: “Decisamente! Avevo giusto bisogno di un paio di giorni per prepararmi al meglio. Siamo ad inizio stagione e sono molto contenta di essere tornata a giocare qui. Mi sono allenata molto bene, adoro questi campi”.

D: Hai detto che ti è mancato il caldo australiano, non sono in molti a pensarla così. A te non importa giocare con queste temperature? Potrebbe per te essere un piccolo vantaggio?

Ons Jabeur: “Beh sai, sono tunisina, quindi sono decisamente abituata a queste temperature. Ad Adelaide, comunque, ci sono stati giorni che faceva davvero caldo, anche più rispetto a Melbourne. Però mi piace adattarmi ad ogni tipo di condizioni di gioco, anche se sappiamo che per giocare qui bisogna seguire determinati protocolli per la nostra sicurezza“.

D: Che cosa ti ha spinto ad entrare nella PTPA?

Ons Jabeur: “Ci sono molti aspetti che possiamo migliorare del nostro sport e sono molto curiosa di capire che cosa si può fare di meglio. Non vogliamo combattere nessuno, vogliamo soltanto fare il meglio per il tennis e dargli ciò che merita, in particolare ai giocatori e alle giocatrici. Questo è il mio primo obiettivo, anche se abbiamo appena iniziato”.

D: Hai raggiunto due finali Slam la scorsa stagione e vinto un Masters1000 sulla terra. Si può dire che ti senti a tuo agio su ogni superficie?

Ons Jabeur: “Mi conoscete ormai e sapete come gioco, cercando sempre di adattarmi al meglio ad ogni superficie. Adoro i campi in Australia e spero di poter sfruttare le esperienze dell’anno scorso. Il mio obiettivo è quello di non perdere più finali (sorride)! Sento che non c’è molta pressione su di me alla vigilia di questo torneo, quindi spedo di poter far bene e vedere che cosa accadrà”.

D: Ci dici qualcosa sul tuo nuovo contratto con Evolve (la società di managment fondata l’anno scorso da Naomi Osaka insieme al suo agente Stuart Duguid, ndr)? Quando si è concretizzato? Che programmi hai?

Ons Jabeur: “Non c’è solo Evolve, ma anche Adel e AASolutions, voglio puntare al massimo. Penso di meritare di più, voglio esplorare il mondo e darmi più opportunità. Penso sia la cosa giusta per me in questo momento”.

D: Hai già visto Break Point su Netflix?

Ons Jabeur: “Ho visto il primo episodio e quello in cui ci sono io. Anzi, in realtà… sono saltata direttamente al mio! Mi è piaciuto molto l’episodio con Paula (Badosa, ndr), abbiamo filmato altre scene anche se poi non sono andate in onda. Aspetto con ansia la seconda parte perché ci sono molti contenuti interessanti che abbiamo girato a Wimbledon e allo US Open. È stato molto bello, spero che si riuscirà a mostrare sempre di più di ciò che accade negli spogliatoi. È importante che alle persone arrivino i contenuti che vogliono vedere“.

D: Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno?

Ons Jabeur: “Voglio vincere i tornei dello Slam: voi (riferito ai giornalisti, ndr) vi aspettate questo da me e non voglio deludervi! Vorrei riuscire a diventare numero 1 del mondo, non soltanto riferito alla classifica ma anche ai vari comportamenti da seguire fouri dal campo. Penso ci siano cinque giocatrici che possono vincere questo torneo, credo che sia meno aperto di quanto la gente creda”.