Australian Open: le brutte notizie Kyrgios e Musetti. Le buone Shang e Nadal. Il pari azzurro, 2-2, fa ora sognare un improbabile 4-4

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Australian Open: le brutte notizie Kyrgios e Musetti. Le buone Shang e Nadal. Il pari azzurro, 2-2, fa ora sognare un improbabile 4-4

La prima giornata dice che… Musetti non è Houdini e che il derby fra lui e Sinner non ci sarà. Kyrgios goodbye a Indian Wells. Gli Slam Us Open e Roland Garros dei “nemo propheta in patria”

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Le notizie più importanti della prima giornata dell’Australian Open, che ha subito qualche rinvio per via della pioggia, sono secondo me

1) Il forfait di Nick Kyrgios (che si accompagna a quello di Aila Tomljanovic…che brutta giornata per gli Aussies!);

2) La sofferta vittoria n. 1068 di un Rafa Nadal non ancora centrato (48 errori gratuiti non è cosa da Nadal) in un derby tutto mancino contro uno dei 16 “lefties” in tabellone, il “Brit” Draper che fisicamente stava peggio di lui, al punto da soffrire di crampi già a fine secondo set

3) L’exploit di un cinesino di 17 anni, Jungcheng Shang, 194 ATP  che si fa chiamare Jerry e ha da poco licenziato Marcelo Rios, ma ha battuto il suo primo top-100 nel tedesco Otte mettendo a segno ben 53 vincenti; è il secondo cinese a vincere un match in uno Slam Open (Wu ne avevi vinti due a New York) e questo Australian Open è il primo Slam ad allineare tre cinesi in main draw, anche se ormai sono rimasti solo in due: Wu Yubing ha già perso (in 5 set con Moutet dopo 4 ore e 14 minuti). L’altro superstite è quel Zhang Zizhen che qualcuno ricorderà di aver visto all’opera nel corso del torneo di Napoli. Per la verità ci sarebbe anche un quarto cinese, si chiama Hsu Yu Hsiou, ed è uscito dalle qualificazioni. Ma è di Taipei. Finchè la Cina non segue il cattivo esempio della Russia con l’Ucraina cercando di annettere Taipei, lui non è… “vero” cinese. Prossimo avversario del cinesino n.1 del mondo junior? Frances Tiafoe. Sarà dura. Durissima.

4) La più alta testa di serie in classifica è italiana purtroppo fra le pochissime teste di serie subito eliminate, appena quattro Lorenzo Musetti sembrava essersi tirato fuori dalle pesti arrampicandosi al quinto set dopo essere stato a due punti dal k.o. già nel terzo. Ma ha finito per perdere al long tiebreak del quinto set, un tiebreak compromesso da una serie iniziale di errori gratuiti di dritto contro il sudafricano Harris che non giocava da 6 mesi per essersi operato al polso nella scorsa primavera ma era stato n.31 ATP, un ranking certamente più veritiero dell’attuale protected ranking n.186.

C’erano quattro italiani in campo nella prima giornata dell’Australian Open e abbiamo chiuso con un pareggio non entusiasmante, 2 vittorie (Sinner in 3 set e Sonego in 4 che dovevano essere 3 se non si fosse mangiato due set point nel tiebreak del terzo con questo portoghese, Borges, bravo soprattutto di rovescio, ma è stato bravo a dmenticarseli e a dominare il quarto) e 2 sconfitte (Cocciaretto e appunto Musetti).

Nella seconda giornata dell’Australian Open (fra notte e mattino nostrani) giocheranno gli altri 8 italiani della nostra pattuglia di 12, e cioè 3 uomini (Berrettini vs Murray, Fognini vs Kokkinakis, Bellucci-Bonzi) e 5 donne (Giorgi vs Pavlyuchenkova, Bronzetti vs Siegemund, Trevisan vs Schmiedlova, Paolini vs Samsonova e Stefanini vs Maria.

Potrebbe scapparci un altro pareggio, e mi soddisferebbe più il secondo pareggio rispetto al primo (credevo in un 3-1 azzurro), ma non è detto perché il solo duello sul quale io mi sento piuttosto ottimista – anche se a molti potrebbe sembrare azzardato visto che lo scozzese ha giocato a Melbourne ben 5 finali – è quello fra Matteo Berrettini e Andy Murray battuto dall’azzurro le ultime 3 volte, l’ultima in 4 set all’US Open 2022.

Era prevedibile la sconfitta di Eli Cocciaretto con la campionessa dell’ultimo Wimbledon, la Rybakina. Eli ha giocato bene, pur arrivando trafelata dal brillante torneo di Hobart e subito buttata in campo a Melbourne, proprio come la sua vittima di semifinale in Tasmania Sofia Kenin, anche lei soccombente nel duello di primo round con la Azarenka, il derby fra le sole due tenniste in tabellone a poter vantare un trionfo in un Australian Open.

Era meno prevedibile quella di Lorenzo Musetti con il sudafricano Harris, gran servizio dall’alto del suo metro e 93,buon rovescio, dritto più ballerino che Lorenzo gli ha cercato poco disputando un match assai disordinato.

Meno prevedibile soprattutto dopo che –come già accennato – Musetti si era felicemente e abbastanza inattesamente arrampicato al quinto set avendo rimontato lo spilungone sudafricano da 1-4 a 4 pari nel terzo set ed essendo stato a due punti dal k.o, sul 5-4 per Harris e 15-30 sul proprio servizio.

Vinto il terzo e il quarto set, Lorenzo ha avuto 2 pallebreak per il 3-1, ma come spesso accade quando si mancano quelle trasformazioni, è stato poi lui a cedere la battuta nel game successivo e a ritrovarsi sotto di un break, 3-2.

Quando l’ha recuperato, raggiungendo il 4 pari, con il sudafricano che appariva assai provato, ho pensato: “Dai è fatta!”.

Stavo immaginando di poter scrivere di Musetti Houdini mago illusionista austroungarico, uno dei più grandi “escapologi” della storia, ma Lorenzo è franato nel tiebreak. Houdini è rimasto imbattuto, come Harris.

Non ci sarà quindi al terzo turno l’attesissimo derby azzurro Sinner-Musetti, fra il tennista altoatesino che viene considerato più solido – negli Slam del 2022 solo Nadal ha vinto più gare di lui – e quello toscano che viene considerato più estroso. Sinner ha vinto, anzi stravinto, nuovamente contro il britannico Edmund, stavolta 64 60 62 in poco meno di due ore. Con 24 vincenti. C’è stata gara solo nel primo set contro l’ex n.14 del mondo, altra vittima di uno sport diventato troppo brutale.

Sinner troverà al prossimo turno l’argentino Etchverry n.79 ATP. Manco a dirlo Sinner ha messo le mani avanti: “Sarà un incontro molto duro”. Che cosa pretendevate che dicesse? L’unico derby possibile – a breve –fra i maschietti è Fognini-Berrettini, ma Kokkinakis potrebbe anche comportarsi come quell’Orazio che fece fuori i Curiazi (che erano tre e non solo due). I sognatori italici attendono un Berrettin-Sinner, domenica 29 gennaio.

Sul match Nadal Draper ha scritto più che bene nella nostra notte Giovanni Pelazzo: il match si è deciso, almeno secondo me, nel decimo game con break del terzo set, al decimo punto. Pensavo che Draper si rimettesse in carreggiata grazie al break iniziale del quarto set, invece quello è stato anche il suo ultimo game. Rafa è migliorato cammin facendo. Come molti si attendono – sperano? – che accada lungo il torneo, 2022 docet. E non solo. Da McDonald difficilmente Rafa perderà, anche se l’americano che gli ha tolto di mezzo il (per me) più temibile Nakashima (sì, il vincitore del NextGen di Milano) è più solido atleticamente, e più esperto, dell’imberbe Draper. Intanto con 1068 vittorie Rafa ha eguagliato Lendl. Ma quanto dovrebbe giocare ancora per eguagliare anche Federer e Connors? Probabilmente troppo più di quanto il suo fisico abbastanza martoriato gli possa consentire.

Poi, come ho raccontato in un qualche video, e scusate se non ricordo quale dei tre fra sito Ubitennis, Instagram (avete visto quante cose abbiamo postato su Instagram? Non dovreste perdervele. Un grande sforzo che merita la vostra attenzione!) e TikToka Nadal è successo quanto non gli era mai successo in 19 anni di Slam. E a me di vederlo accadere in oltre 160 Slam. Prima la racchetta rubata e poi le 3 palle sgonfie. Se siete un minimo curiosi controllate sui nostri social.

Torno un attimo su Kyrgios per dire che mi dispiace molto il suo forfait. Come dicevo all’epoca anche per altri due BadBoy di enorme talento, Ilie Nastase e John McEnroe, una partita di Nick Kyrgios vale (quasi) sempre il prezzo del biglietto.

Il fatto è, poi, che l’Australia non vincerà il suo Slam maschile casalingo neppure quest’annoMark Edmondson, da outsider, lo vinse nel ’76 (facile da ricordare: è l’anno magico di Panatta e della nostra unica Davis). Battè due miti, Rosewall e Newcombe, entrambi in 4 set. Dicevano facesse l’imbianchino, ma è un po’ come quando scrissero che Peter Szoke, l’ungherese che battè Panatta in Davis, faceva il cameriere.

Nessuno dei 4 Slam attende da più tempo un vincitore indigeno. Ma Wimbledon attese 77 anni, dal 1936 di Fred Perry al 2013 di Andy Murray e al Roland Garros si aspetta l’arrivo del…Messia dal 1983 quando trionfò Yannick Noah, ultimo campione tutto d’attacco. Ma se oggi Richard Gasquet è ancora il n.1 francese, mi sa che i cugini d’Oltralpe dovranno armarsi di santa pazienza. Nemo propheta in patria. Del resto anche a Roma l’attesa si protrae dal’76 (annus …Panatta). E a New York l’ultimo campione made in USA è stato Andy Roddick (2003). Non ieri o ieri l’altro.

Tornando a Kyrgios mi lascia perplesso che abbia giocato l’esibizione con Djokovic l’altro giorno. Lui dice di averlo fatto per farsi un test probante. Mah, sarà. E non sarà una questione di soldi. Ma se gli faceva così male il ginocchio, se c’era questa cisti così fastidiosa da impedirgli di giocare nel torneo di casa, avrebbe dovuto bastargli, per capirlo, anche un qualsiasi allenamento non retribuito. O no?

Certo con la Stosur che si è arresa definitivamente all’anagrafe anche in doppio, con la ex di Matteo Berrettini, Ajla Tomljanovic che si è dovuta ritirare anche lei (Ajla era stata la “ragazza” di Kyrgios per un certo periodo…ben prima di diventarlo di Matteo)– non sarà mica la serie di Netflix a portare male? Ho visto comparirvi spesso anche Paula Badosa…- l’unico “canguro” che può fare un po’ di strada, ma mica tanta, è Alex de Minaur. Ma lui, che è pure mezzo spagnolo, se passa il cinesino di Taipei sopra menzionato poi trova forse Isner e poi forse ancora Carreno Busta (Carreno…Basta?) e poi…semmai Djokovic. E lì basta davvero.

A proposito di DjokerNole, “Djokodiecivic” come già ha preso a battezzarlo qualcuno dando per scontato il suo decimo trionfo a Melbourne, in allenamento ha mostrato una vistosa fascia elastica alla coscia destra.

Nole non ha commentato il forfait di Kyrgios, almeno che io sappia, ma avrebbe potuto incontrarlo nei quarti (invece di Rublev o Rune) e secondo me non deve essergli dispiaciuto farne eventualmente a meno. Sarebbe stata la sola sfida in cui il Nole attuale beniamino aussie (e NoVax) avrebbe avuto il pubblico contro. O forse anche nell’eventuale (improbabile?) finale con Nadal? Oppure anche con Tsitsipas che ha dalla sua mezza della Grecia stabilitasi a Melbourne – con 300.000 greci è la città greca più popolosa dopo Atene! – e che gli ha dato gran mano anche nel terzo set vinto sul francese Halys che si era procurato 4 set point.  

Questa è la vita – ha filosofeggiato Kyrgios – è dagli US Open quando persi da Khachanov che pensavo all’Australian Open. Bad timing davvero. Gli infortuni fanno parte dello sport. Devo ispirarmi al mio amico Kokkinakis che ne ha avuti tanti, ma ha sempre trovato la forza per tornare. So che tornerò al mio meglio, ma oggi sono devastato. È il mio Grande Slam, è casa. Ho così tanti ricordi qui, il titolo in doppio dell’anno scorso. Tutto quello che posso fare è andare avanti. L’anno scorso non ero nemmeno tra i primi 100 e sono entrato nei primi 20. Sono una testa di serie in uno Slam, mi sentivo bene. Il dolore non mi ha fatto dormire per quattro o cinque notti. Ogni volta che tiro un servizio, mi esce una piccola protuberanza su un lato del ginocchio. Può crescere. Ostacola i movimenti. L’unico modo per liberarsene è aprire e rimuoverla. Ho aspettato fino alla fine prima di arrendermi. Volevo darmi una possibilità

Spera di riprendere per Indian Wells. E noi con lui. E’ stato un vero boomerang. C’erano 6 campioni di Slam nel tabellone di questo Australian Open: Djokovic, Nadal, Wawrinka, Medvedev, Murray e Thiem. I primi tre hanno vinto qui, ma Wawrinka (battuto in 5 set da Molcan) è già out. I secondi tre qui sono stati “solo” finalisti, ma Thiem al primo turno ha Rublev e temo farà la fine di Wawrinka. Non è ancora tornato lui. E chissà se mai tornerà lui. Per finire segnalo l’outfit Nike e il commento di Tiafoe: “Forse lo stilista mentre disegnava questo outfit …è inciampato!”

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