[5] A. Rublev b. [25] D. Evans 6-4 6-2 6-3
Il tormentato russo e il britannico energetico; il secondo match sulla Margaret Court Arena vede affrontarsi due personalità molto diverse, che si paleseranno per tutta la durata dell’incontro. Le cose per il venticinquenne moscovita si incanaleranno abbastanza presto nella direzione giusta, ma questo non impedirà ad Andrey di manifestare con foga il proprio disappunto. Il tema del match si rivela quello facilmente prevedibile: Rublev spinge da subito con la sua classica doppietta servizio/dritto, ed Evans cerca di contenere con il rovescio, sovente tagliato ma anche coperto, a cercare qualche angolo recondito nella metà campo del rivale. L’azione proseguirà per tutta la durata dell’incontro, e la difesa dell’inglese cederà terreno progressivamente.
Il finale è inevitabile, e l’incredibile numero di vincenti del vincitore non fa che confermare che tipo di contesa ha avuto luogo: sessanta! “Solo” venti per la testa di serie numero 5. Il russo sfiderà per un posto nei quarti di finale Holger Rune.
Il primo set vede da subito Rublev aggirare la pallina e spingere con forza negli angoli dello sfidante, che si difende cercando di tenere basso il colpo con il suo ottimo slice, e provando di quando in quando con colpi liftati a sorprendere la testa di serie numero cinque. Nel settimo gioco, con due dritti lungolinea Evans infastidisce il venticinquenne russo, e si ritaglia una palla break. Ma con una volée di dritto e poi uno scambio che conclude al terzo smash (e più d’uno nella audience ha pensato a Kokkinakis) Andrey cancella il pericolo, per poi chiudere con un break al decimo gioco.
Evans si concede una pausa fisiologica al termine del primo set, e la frazione seguente comincia con un buonissimo Rublev che operando con lo sventaglio di dritto a uscire pare ora prendere il comando in maniera più netta. Nei primi due game al servizio non cede nemmeno un quindici, mentre il britannico deve fronteggiare due palle break nel quarto gioco, che annulla con coraggio.
Nel quinto game improvvisamente il russo si disunisce; viene raggiunto sul 30 pari e urla il proprio disappunto in direzione del suo angolo. Non sarà l’unica volta, mentre Evans si incoraggia con ripetuti c’mon ogni volta che strappa un punto. Ma la pressione del semifinalista delle recenti ATP Finals cresce di minuto in minuto, e il britannico si inventa serve and volley estemporanei che portano qualche risultato ma non ribaltano le sorti del set. Rublev ottiene il break al sesto gioco e all’ottavo, complici proprio due volée sbagliate dall’avversario, e chiude 6-2.
Nel terzo set è già break al secondo gioco per il moscovita, che ha un unico momento di smarrimento quando concede nel gioco successivo tre occasioni per rientrare in partita al trentaduenne di Birmingham. Ma è l’ultimo ostacolo: Rublev le annulla, la terza ancora con tre smash, e chiude il game con un nastro tremendo che non ammette repliche. Ancora qualche palla break annullata da un Evans, che ha però esaurito le idee per fermare il rivale.
[9] H. Rune b. U. Humbert 6-4 6-2 7-6
Prosegue senza intoppi la scalata del tabellone dell’open d’Australia da parte del diciannovenne danese; dopo la sconfitta di inizio stagione con Nishioka a Adelaide, Rune vinto tutti e 9 i set disputati a Melbourne. E in grandissime condizioni atletiche ed agonistiche, e considerati i problemi che stanno affliggendo alcuni tra i protagonisti, non è assolutamente azzardato considerare il classe 2003 di Gentofte uno dei primi favoriti per la vittoria finale. Dal canto suo Humbert ha raggiunto il suo miglior risultato di sempre in questo torneo, e nel complesso non ha sfigurato contro uno dei giocatori più caldi del circuito.
Il numero nove del seeding parte con basse percentuali sulla prima di servizio, ma difende comunque bene il campo dai sussulti del mancino di Francia. Il favorito della vigilia conquista il break al terzo e al settimo gioco; si distrae solo per qualche minuto e subisce un parziale di otto a zero, con cui Humbert recupera parzialmente lo svantaggio. Ma è una piccola nuvola passeggera, e al decimo gioco la frazione prende la strada della Danimarca.
Il successo nel parziale carica il nordeuropeo, che cala sul secondo set con tutti i suoi migliori propositi. Si prende nuovamente due break, e costruisce i suoi risultati su percentuali clamorose al servizio. Mette in campo il novanta per cento di prime palle con realizzazione del 79%; così facendo concede cinque miseri punti sulla battuta al ventiquattrenne di Metz, e chiude 6-2 facilmente.
Il terzo set è invece più combattuto; entrambi giocano bene le loro carte al servizio e lo scambio diviene più scheletrico. Rune annulla l’unica palla break del set, in uno dei soli due game che finiscono ai vantaggi. Lo jeu decisif diviene così il naturale epilogo del parziale.
Humbert ottiene un minibreak con un doppio fallo, che però restituisce subito. Sul due a due compie un miracolo salvandosi con una volée di dritto da un nastro assassino; gioca il suo miglior tennis, ma l’asso danese lo contiene e lo costringe all’errore con lo smash. E al primo matchpoint un colpo lungo del francese sancisce la fine dei giochi.
Danilo Gori