La settima giornata dell’Australian Open si è aperta con una grande sopresa sul versante femminile: Iga Swiatek, numero uno del mondo e indiscussa favorita per la vittoria finale, ha ceduto in due set netti (6-4 6-4) alla testa di serie numero 22, la detentrice del titolo di Wimbledon Elena Rybakina. Le parole delle due al termine del match.
D: Elena, congratulazioni. Qual è stata la tua strategia per affrontare Iga, la numero uno del mondo e la dominatrice del circuito? Cosa hai provato a fare per metterla in difficoltà?
Rybakina: Quando giochi contro il numero uno non hai niente da perdere. Sapevo di dover essere molto aggressiva fin dalla prima palla, perché lei si muove e si difende molto bene.
Ho semplicemente provato ad attaccarla fin dalla prima palla…e ha funzionato.
D: Quando guardavate Iga vincere tutte quelle partite di fila l’anno scorso, tu e il tuo coach provavate ad identificare certi aspetti per cui sapevi che, se avessi giocato bene, avresti potuto batterla?
Rybakina: Abbiamo giocato molte volte contro, anche l’anno scorso. Il mio punto debole è sicuramente sul lato fisico perché lei, come ho detto, si muove molto bene. Con la sua esperienza, sa quando alzare il livello. Sapevo che sarebbe stato un match difficile. Quando io e il mio coach guardiamo le altre giocatrici sappiamo cosa aspettarci, e partiamo da lì.
D: Quanto sei diversa come giocatrice rispetto a un anno fa?
Rybakina: Ho acquisito molta esperienza nel corso dell’anno, specialmente dopo Wimbledon. Anche ora ho fatto una grande preparazione con il mio team. Ho perso ad Adelaide e ci sono un po’ rimasta male, perché sentivo di stare giocando bene, ma una buona preparazione non vuol dire vittoria assicurata.
Sapevo però che se fossi andata avanti così e avessimo analizzato le ultime due settimane, sarebbe arrivato il momento in cui mi sarei sentita bene sul campo e avrei iniziato a vincere.
D: A causa delle inusuali circostanze che si sono verificate l’anno scorso a Wimbledon, il tuo ranking non rispecchia quanto sei forte e quanto sono stati buoni i tuoi risultati. Quanto di disturba, se lo fa, che ci sia un numero accanto al tuo nome che non rispecchia il tuo valore?
Rybakina: Non mi disturba perché sono già passati sei mesi da Wimbledon, e l’anno è appena iniziato. È lunga, ci sono molti tornei, e per me l’obiettivo è sì migliorare ma anche rimanere in salute perché non è facile scendere in campo tutte le settimane senza infortunarsi. Credo sia questa la cosa più importante.
Ecco invece le parole della sconfitta, Iga Swiatek:
D: Oggi è andata male. Cosa ne pensi della necessità di lavorare sulla mentalità e le differenze dall’ultima stagione? È troppo presto per dirlo? Hai idea di cosa sia diverso?
Swiatek: Beh, sicuramente le ultime due settimane non sono state facili. Oggi sentivo di non avere quel qualcosa da tirare fuori per lottare di più. Mi sembra di aver fatto un passo indietro nel modo di approcciare questi grandi tornei, e forse volevo vincere troppo ardentemente. Proverò a stare un po’ più tranquilla, tutto qui.
D: Stavo ripensando a quando la tua striscia di vittorie si è fermata, l’anno scorso a Wimbledon contro Alize Cornet: poi ti sei ripresa e sei riuscita a vincere lo US Open. Quale esperienza ne puoi ricavare? Cos’ha funzionato l’ultima volta?
Swiatek: Sinceramente non vedo tutte quelle somiglianze. Non è difficile: ho sprecato troppe energie prima del torneo e durante le prime giornate. E poi è un periodo diverso per me: prima dello US Open ero stata in grado di lasciar scorrere un po’ di più, perché avevo giocato abbastanza male a Toronto e a Cincinnati, e ciò mi ha aiutato a resettare e ad arrivare allo US Open senza aspettarmi molto da me stessa. Qui è stato diverso, quindi non collego lo US Open con la striscia di vittorie. Non comparo questa situazione alla sconfitta a Wimbledon.
D: È una sconfitta che ti peserà, sulla quale indugerai, oppure, confrontandola con le sconfitte che hai subito in passato, riuscirai a superarla in maniera relativamente rapida?
Swiatek: Sarò in grado non solo di superarla, ma anche di imparare da essa. Di solito quando faccio fatica durante tutto il torneo e poi perdo, sono in grado di concentrarmi più sul mio tennis e su me stessa in generale, prima che sul fatto che ho perso la partita.
Sono convinta che questa sconfitta mi motiverà, giocherò i prossimi tornei con qualcosa su cui concentrarmi e su cui lavorare, e credo progredirò.
Quindi tutto sommato è okay. Avrò più tempo per resettare. Non mi interessa se sia stato un quarto turno o una finale. Voglio solo andare avanti.