Sinner in finale a Rotterdam (Crivelli, Giammò, Bertellino)

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Sinner in finale a Rotterdam (Crivelli, Giammò, Bertellino)

La rassegna stampa di domenica 19 febbraio 2023

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Sinner, esame finale (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il segno del talento è quel pallonetto delizioso di rovescio che bacia la riga di fondo sul secondo match point e manda Sinner in paradiso per la seconda settimana di fila. Dopo Montpellier, che poi ha annesso ai suoi domini, Jannik va in finale (la nona in carriera, sette successi) anche a Rotterdam, e il peso specifico stavolta ha un tonnellaggio diverso. Perché il torneo olandese, per qualità del tabellone, quest’anno era un 1000 mascherato, tanto che la Volpe Rossa, da numero 14 del mondo, ha incrociato la spada con il numero 3 Tsitsipas già agli ottavi, in quella che resta fin qui la sua miglior prestazione stagionale. […] Dall’altra parte della rete oggi alle 15.30 Jan troverà il redivivo Medvedev, fino a settembre numero uno del mondo e poi incartatosi in una crisi di gioco e di motivazioni cui certamente non è stata estranea la situazione geopolitica della madrepatria Russia. Ma rimane un superbo califfo anche se è sceso al numero 11 (domani però torna in top 10) e soprattutto si è imposto in tutti e quattro i precedenti contro l’azzurro e sempre sul veloce indoor. Tuttavia, più il blasone dell’avversario chiede rispetto, più Sinner affila la sua classe innata: non a caso, nella semifinale contro il sorprendente idolo di casa Griekspoor, n.61 Atp omaggiato di una wild card, il Rosso di Sesto Pusteria morde il campo solo a sprazzi e nel primo set serve appena il 42% di prime, anche se in tutta la partita non concederà palle break. Una fatica forse inattesa, insomma, amplificata dalle ottime qualità dell’olandese, che tira sempre a tutto braccio e spesso restringe il campo mettendo il naso a rete: «Ho sentito tantissima pressione — confesserà Jannik — ma sono soddisfatto per come sono riuscito a gestirla. Ho cercato di servire bene e di essere aggressivo, a volte ci sono riuscito e a volte no. Però sono davvero contento di essere in un’altra finale». Per la prima volta in carriera ne giocherà due consecutive, e nella giornata meno brillante della settimana ha rispolverato la qualità del campione vero e lucido, andandosi a prendere i pochi punti chiave che servivano per portare la sfida dalla sua parte: con il break nel 12° game del primo set e con la freddezza nel tie break del secondo set. Del resto, a fine 2022, dati statistici dell’Atp indicavano proprio nella capacità di gestire le situazioni di pressione il miglioramento più significativo dell’allievo di Vagnozzi e Cahill. Sono state prese in considerazione le palle break, trasformate e salvate, la percentuale di successo nei tie break e al set decisivo, il quinto negli Slam e il terzo negli altri tornei. In un anno, Sinner è passato dall’11 al secondo posto in questa graduatoria. Certamente il test odierno con Medvedev rappresenterà un altro step incisivo sulla strada della completa e definitiva maturazione: «Perché Daniil mi ha sempre battuto? Beh, perché è molto solido, risponde benissimo e fargli il break è davvero difficile: dovrò servire con attenzione e giocare con coraggio. Ne parlerò come sempre con il mio team, ma sono già concentrato sulla finale: il pensiero di raggiungere grandi campioni nell’albo d’oro è molto stimolante». La rinascita del rivale russo, qualunque sarà l’esito del loro incrocio, comunque arricchisce di nuovo il circuito. L’Orso moscovita che vive in Francia, dopo la finale persa agli Australian Open del 2022, ha smarrito all’improvviso le formidabili geometrie in campo e soprattutto è sembrato svuotato del sacro fuoco, tranne qualche scintilla: «Il tennis è così tosto perché in top 30 tutti possono battere tutti. Io ho perso il numero uno semplicemente perché per il mio gioco non meritavo più di stare così in alto. In realtà i miei colpi non sono cambiati granché, credevo di giocare scambi bellissimi e poi li vincevano gli altri. Aveva a che fare con la fiducia, all’essere “in the zone”, e io non c’ero. Sento che sto ritornando, ma per avere una chance contro Sinner dovrò essere molto vicino ai livelli di quando ero al top».

Martello Sinner, un’altra finale (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Il suo momento di gloria TalIon Griekspoor lo aveva vissuto la scorsa Epifania, aggiudicandosi a Pune, in India, il suo primo titolo in carriera a livello Atp. Logico che ieri l’olandese, giunto in semifinale nel suo torneo di casa a Rotterdam dopo aver eliminato prima Kwon e soprattutto Alexander Zverev, volesse dar seguito al suo buon momento: con il pubblico dalla sua e fresco di best ranking in carriera (da lunedl sarà n. 40 del mondo), non era certo lui quello che più aveva da perdere alla vigilia del match contro Jannilc Sinner. L’azzurro ha infine prevalso in due set, 7-5, 7-6(5), al termine di un match in cui le differenze si son rivelate molto più sottili della distanza che separa i due nel ranking, e oggi alle 15.30 affronterà in finale Daniil Medvedev provando a riconquistare un titolo che qui a Rotterdam manca all’Italia da 32 anni (vittoria di Omar Camporse contro Ivan Lendl). «E’ stata una partita molto difficile, non ci avevo mai giocato, ma sono contento di come l’ho gestita — ha dichiarato Sinner a fine match – Lui è aggressivo, non era semplice, ma sono soddisfatto del mio livello anche se ho sbagliato qualcosina, ma è normale, era una semifinale e c’era un po’ di pressione». Entrambi solidi alla battuta, è stato nei game in risposta che Sinner è riuscito a costruirsi il suo vantaggio. Ci è voluta pazienza e fatica. Ma la ricompensa e arrivata in chiusura di primo set sotto forma di palla break, l’unica del parziale coincisa tra l’altro col set point, concretizzatasi grazie a un errore dell’olandese da lui accolto con un lancio della racchetta. Tutt’altro che sfiduciato, Griekspoor nel secondo set ha continuato a interpretare il match così come fatto nel primo parziale: accettando il tennis dal fondo dell’azzurro e attaccandolo appena possibile. Sinner ha però ancora una volta dato prova di maturità e tenuta mentale. Quando c’è stato da difendersi ha corso, rincorso, scivolato e saltato senza accusare alcunché.E quando c’è stato da mandar fuori giri il gioco del rivale, bravo è stato a ricorrere a variazioni tese a rallentarne l’inerzia anziché affidarsi ad accelerazioni potenzialmente più rischiose. Il tutto senza offrire alcuna palla-break. Nel tie-break decisivo, Sinner ha chiuso con un pallonetto accolto finalmente dagli applausi del pubblico. Sono sette le vittorie consecutive del n.12 del mondo, e quella di domani sarà la sua nona finale in carriera. Troverà Daniil Medvedev che ha battuto senza fatica Dimitrov 6-1 6-2 e contro cui nei quattro precedenti giocati non ha mai vinto. «Dovrò parlare col mio team per capire come provare a batterlo. Sarà una partita diversa, è da tanto che non giochiamo contro, ma sono contento di riaffrontarlo e di avere un’altra chance». […]

Per Sinner c’è l’esame più difficile (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Sulle orme di Omar Camporese, che 32 anni fa raggiunse la finale del torneo di Rotterdam, per poi vincerla contro Ivan Lendl, ieri Jannik Sinner ha fatto altrettanto. Giocherà oggi per eguagliare il bolognese ed alzare il suo ottavo trofeo in carriera dopo aver eliminato in semifinale il beniamino di rasa, Tallon Griekspoor 26enne attuale n” 61 del mondo. Cinico l’azzurro nei momenti importanti, come sul 30-30 del primo set quando si è procurato la prima palla break, subito concretizzata, per il 7-5. Pur meno esplosivo rispetto alle altre uscite nell’ABN AMRO Open, Jannik ha saputo aspettare gestendo bene gli scambi e contenendo le accelerazioni di diritto del rivale. Dominante il servizio, da entrambe le parti e soluzione al tie-break. Due match point sono arrivati per l’azzurro sul 6-4. Il secondo è stato quello utile, con un gran lob finito sulla riga, per il 7-5 7-6. «È stato un match duro – ha detto a caldo – contro un ottimo giocatore. Un posto speciale per me, cercherò di dare il meglio e mostrare i progressi fatti». Finale dunque, la seconda consecutiva dopo quella vinta a Montpellier. Ad attenderlo c’è il russo Daniil Medvedev che a Rotterdam ha ritrovato il miglior tennis tanto da essere approdato in finale perdendo un solo set, il primo del match d’apertura contro lo spagnolo Davidovich Fokina. Poi solo successi netti come quello centrato ieri in semifinale con l’ex numero 3 del mondo Grigor Dimitrov. Medvedev ha chiuso 6-1 6-2 non concedendo chance al rivale e facendo a tratti vedere il gioco che gli aveva permesso nel 2022 di issarsi sulla prima poltrona mondiale. Un’affermazione che, indipendentemente dal risultato odierno, permetterà al 27enne russo di tornare in top ten. Tra Sinner e Medvedev i precedenti sono quattro e tutti favorevoli al tennista dell’est, in più sempre giocati sul duro indoor. […] In campo femminile, a Doha ha concluso la sua settimana stellare la numero 1 del mondo, Iga Swiatek. In finale ha concesso solo tre giochi alla n°2 del seeding e 3 del mondo Jessica Pegula, contro la quale aveva perso a inizio stagione nella United Cup. La polacca, campionessa uscente, ha conquistato il 12° titolo in carriera dopo un’ora e 9 minuti di assoluto dominio, come aveva già fatto nel 500 degli Emirati Arabi contro la russa Kudermetova e l’americana Collins, usufruendo di un bye in primo turno e del forfait nei quarti di Belinda Bencic. Il circuito WTA si sposta ora a Dubai per un categoria 1000 dove guida ancora Iga Swiatek. Si è qualificata Jasmine Paolini che giocherà in primo turno contro l’americana Madison Keys, già finalista Slam.

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