ATP Rio: lampi di super Fognini ma Alcaraz vince alla distanza

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ATP Rio: lampi di super Fognini ma Alcaraz vince alla distanza

Primo set fantastico da parte di Fabio Fognini che si impone al tie-break. Nonostante la stanchezza, lotta fino alla fine contro Carlos Alcaraz

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Carlos Alcaraz – ATP Rio 2023 (foto via Twitter @RioOpenOficial)
 

[1] C. Alcaraz b. F. Fognini 6-7(5) 6-2 6-4

Non si compie la rivincita della semifinale della passata edizione, quando l’allora n. 29 Carlos Alcaraz batté Fabio Fognini 6-2 7-5 per andare poi a prendersi il suo secondo titolo ATP. Questo giovedì, agli ottavi del Rio Open presented by Claro, sul campo dove nel 2015 ha battuto Rafael Nadal, Fabio si arrende al numero 2 del mondo, non prima però di avergli strappato un primo set costellato da giocate davvero pregevoli da parte di entrambi, magari con qualche sbavatura tradita dagli otto break complessivi che tuttavia non vanno a sminuire l’ottimo livello espresso dai due contendenti.

Fognini finisce poi con il pagare lo sforzo nel parziale successivo di fronte a un Alcaraz bravo a trovare la concentrazione e anche l’umiltà necessaria per eliminare esagerazioni, pericolose quando l’azzurro è in giornata. E, in ogni caso, Carlos dispensa colpi fenomenali anche senza strafare. Un plauso finale al nostro per averci provato nella partita decisiva nonostante la partenza in salita, evitando non solo che diventasse un one-man show, ma riavvicinando Alcaraz nel punteggi, costringendolo a restare presente e soprattutto contribuendo allo spettacolo.

 

Primo set, sprazzi di gran tennis

Alcaraz comincia tenendo il servizio, compito che non riesce a Fognini per lo smash piuttosto semplice messo in rete e qualche unforced dritto. Confermato il break con eccessiva facilità da parte spagnola, Fabio sembra entrare in partita e, se i punti condotti con maestria si alternano a errori evidenti, riesce a iscriversi a referto al termine di un game sofferto. Si sono già visti scambi pregevoli, Carlos tende sempre a esagerare e finisce con il cedere la battuta buttando il dritto al volo dopo un punto di Fognini alla sua maniera, rovescio vincente dalla tribuna laterale.

L’andamento del parziale è insensato, tra Fabio che ogni tanto cede alla tentazione di sfidare l’altro a chi tira più forte e Alcaraz che va fuori giri, un po’ per poca umiltà, un po’ per il nostro che usa al meglio il campo per togliergli equilibrio e certezze. Di sicuro c’è la forma fisica del Fogna che ha voglia di correre come un ragazzino e c’è un Carlos che pare seccato, forse per essere lì a giocarsela. L’azzurro rispolvera i suoi classici, come i rovesci con cui si apre il campo o i due dritti in uscita dal servizio che volano larghi. Se ne va così il primo tentativo di chiudere con la battuta e se ne va anche quello sul 6-5, con Alcaraz che ora è tornato convinto. Il tie-break non può che replicare lo sviluppo da montagne senza bandiera del set, senza che manchino giocate da far sbucciare le estremità applaudenti e l’errore spagnolo in palleggio che vale il 7-6 Fognini.

Secondo set: Fabio è stanco, Carlos dilaga

Il classe 2003 di Murcia ripone pettini e bambole nella borsa e rientra in campo agguerritissimo, badando al sodo – e il suo sodo significa dolori per tutti. Che, poi, di dolori ulteriori il Fogna farebbe anche a meno avendone già di suoi, lui che nella pausa si è fatto fasciare la caviglia destra. Ha corso tanto e anche questo contribuisce a lasciare via libera all’avversario che si prende il 3-0 pesante. Il taggiasco muove il punteggio al quinto game, sarebbe importante cercare di ritrovare buone sensazioni per evitare che la sfida scivoli nel terzo set senza soluzione di continuità. Lo svantaggio rimane però incolmabile e Alcaraz pareggia il conto dei set con un 6-2.

Terzo set: da falsa partenza a quasi rientro

Vinto uno scambio spettacolare sul 30 pari del primo game, Fabio fa sentire che c’è, ma i tre successivi errori raccontano una storia molto più tormentata. Alcaraz sale sul 3-0 pesante ma, quando sembra fatta, Fognini rientra di un break e accorcia le distanze. I due continuano ad offrire al pubblico occasioni per divertirsi e si divertono loro stessi – una caratteristica di gran parte dei match di Carlitos, che tende a tirar fuori il meglio dell’avversario: vincere sì, ma che siano dei match memorabili. Fabio gli resta incollato, dà l’impressione che manchi poco per l’aggancio, ma l’altro tira sempre fuori quel qualcosa in più o non fa il qualcosa in meno e chiude 6-4 al primo match point dopo due ore e 47 minuti.

Parte così la corsa di Carlos verso la conferma del titolo che lo porterebbe a pari punti con Novak Djokovic (che manterrebbe comunque il primo posto del ranking). Al prossimo turno, troverà il vincente del derby serbo tra Laslo Djere e Dusan Lajovic.

IL TABELLONE DELL’ATP 500 DI RIO

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ATP Chengdu: il trionfo di Zverev, battuto Safiullin in rimonta

Per l’ex numero 2 del mondo 21° titolo in carriera, il secondo del 2023: le Finals di Torino si avvicinano. Onore al russo alla sua prima finale

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Alexander Zverev - Chengdu 2023 (Twitter @ChengduOpen)
Alexander Zverev - Chengdu 2023 (Twitter @ChengduOpen)

[1] A. Zverev b. R. Safiullin 6-7 (2) 7-6 (5) 6-3

Alexander Zverev è il nuovo campione del Chengdu Open. In questa inedita finale dell’ATP 250 giocata di martedì, il numero 10 del mondo ha sconfitto in tre set il coetaneo Roman Safiullin (26 anni, numero 55 ATP, alla prima finale della carriera nel circuito maggiore) dopo una bella e intensa battaglia durata quasi tre ore.

Zverev prosegue la sua risalita in classifica dopo un anno difficilissimo, un vero e proprio incubo iniziato nel corso della semifinale del Roland Garros 2022 con un tremendo infortunio alla caviglia e terminato proprio quest’anno a Parigi, dove ha approfittato di un tabellone favorevole per difendere tutti i punti.

 

La semifinale con Ruud è stata una mattanza, ma quel torneo ha senza dubbio rappresentato una svolta per l’ex numero due del mondo e da lì è iniziata un’estate serena di risalita e di rivincite con la semifinale ad Halle, e poi il titolo di Amburgo, la semifinale a Cincinnati battendo Medvedev, e infine i quarti a New York con la vittoria su Sinner.

Ricordiamo che Sascha si era presentato a Parigi da numero 27 del mondo con oltre 700 punti da difendere e il rischio concreto di un potenziale terremoto a livello di ranking.

Quattro mesi dopo Zverev si ritrova numero 10 del mondo e soprattutto, dopo la vittoria nel 250 cinese, al numero 7 nella race valida per la qualificazione alle ATP Finals (che il tedesco ha già vinto due volte, nel 2018 e nel 2021, nella prima edizione italiana di Torino), ad una manciata di punti dal numero 5 occupato da Andrey Rublev.

Safiullin si è inevitabilmente commosso nel corso della premiazione, nel suo sguardo un misto di orgoglio (a fine 2022 era ancora fuori dai primi 100 del ranking) e allo stesso tempo di rimpianto per l’occasione persa (nel corso del tie break del secondo set è arrivato a due punti dalla vittoria).

Per il russo resta comunque una settimana memorabile, un probabile punto di partenza: ha infatti raggiunto la sua prima finale a livello ATP e l’ha raggiunta senza perdere nemmeno un set, battendo uno dietro l’altro Nakashima, Evans, Thompson e Musetti, ed anche nel corso della finale ha oggettivamente controllato per lunghi tratti il gioco, mettendo in mostra un tennis brillante e completo, che ben si adatta al cemento rapido tipico dei tornei asiatici.

Grazie a questo risultato, il migliore della carriera dopo i quarti di finale raggiunti un paio di mesi fa a Wimbledon, ritoccherà nuovamente il proprio best ranking, arrivando fino al numero 41.

LA CRONACA DELLA PARTITA

Primo set: Zverev non sfrutta tre set point consecutivi, Safiullin chiude al tie break

Zverev parte fortissimo al servizio, con una percentuale di prime in campo quasi irreale (intorno al 90%) considerando la velocità media di quei servizi, spesso oltre i 210 km/h.

Nei suoi turni di battuta non c’è storia, quei servizi sono troppo pesanti per il russo, che però, dopo essersi salvato nel secondo game (palla break, brutta risposta in rete del tedesco) imposta una partita coraggiosa: Sascha sta lontano dal campo, invitandolo a spingere, e Safiullin non si fa pregare, rischiando e attaccando il più spesso possibile, anche in controtempo.

Ma sul *4-5 il 26enne russo si mette improvvisamente nei pasticci con tre errori gratuiti (compreso un doppio fallo): 0-40 e di conseguenza tre set point consecutivi.

Ma il numero 55 reagisce annullandoli con tre punti eccellenti (da segnalare in particolare la combinazione dritto-smorzata sul 30-40) e, grazie anche ad un errore piuttosto generoso di Zverev sul 40 pari, riesce a sopravvivere: 5 pari.

Nel game successivo il numero 10 del mondo sembra subire il contraccolpo delle occasioni appena mancate: la sua prima di servizio, fino a quel momento impeccabile, scompare completamente, costringendolo al primo turno di battuta faticoso dell’intero match.

Sul 15-30 si salva con una grande seconda, ma alla fine arriva la prima palla break della partita di Safiullin: il russo però sente troppo il momento, interpretando lo scambio in maniera stranamente timida con Sascha che ovviamente non si fa pregare chiudendo il punto col suo classico rovescio lungolinea in avanzamento.

Si arriva al tie break, e qui il debuttante si trasforma in veterano: scappa subito e poi gioca in scioltezza.

Da segnalare in particolare il vincente con il quale si porta sul 6 a 2, ovvero un dritto in contropiede sontuoso, in cross, che toglie il tempo a Zverev lasciandolo completamente immobile.

È 7-2 Safiullin, che prosegue il suo cammino immacolato a Chengdu (nove set vinti su nove).

Secondo set: Zverev sopravvive in un tie break rocambolesco

Primi tre game piuttosto elaborati, con Safiullin che tiene in apertura salvandosi da 15-40, poi breakka a 30 (solito doppio fallo di Zverev da destra, il suo tallone d’Achille, seguito da un clamoroso errore di dritto) e infine perde la battuta sul 2-0 dopo avere avuto anche una palla del 3-0.

La sensazione è che, al netto di una percentuale assurda di prime palle in campo da parte del tedesco (a metà secondo set ancora intorno all’80%), la partita sia sotto il controllo tennistico di Safiullin: è lui che decide cosa succede nello scambio, è lui che sceglie la diagonale, è lui che imposta il ritmo. Sascha di conseguenza può dunque solo aggrapparsi al servizio, in attesa di qualche errore gratuito dell’avversario.

Senza colpi di scena si arriva ancora al tie break, con Zverev che tiene facilmente il servizio sul *5-6 grazie ad uno splendido riflesso nei pressi della rete (volèe bimane di opposizione, una vera e propria parata).

Nel momento clou Zverev diventa improvvisamente aggressivo e prova a scappare con un meraviglioso rovescio lungolinea (mini-break e 4-2) ma successivamente pasticcia a rete con due errori nello spazio di pochi punti: prima decide di giocare un serve and volley sciagurato su una seconda di servizio (4-3) e poi non chiude un comodo smash a rimbalzo (5 pari).

Il russo però per la prima volta sembra sentire la pressione e infatti sul 5 pari questo tie break rocambolesco si risolve nel modo più scontato, con il campione che mette a segno un ace (il numero otto della sua partita) e il debuttante che invece nel punto successivo commette doppio fallo.

Zverev di conseguenza si salva, vince il tie break col punteggio di 7 a 5 e prenota il trofeo.

Terzo set: dopo lo spavento Zverev vince il match in scioltezza

Come prevedibile Zverev, dopo un tie break in cui si è ritrovato a due punti dalla sconfitta, prende subito il controllo del terzo parziale. Il break decisivo arriva sul 2-1 grazie a quattro errori gratuiti di uno stanco Safiullin, e il tedesco da quel momento in poi non si guarda più indietro. Cinque punti totali persi al servizio in cinque turni di servizio, sintomatici di un set giocato sul velluto e chiuso in meno di mezz’ora col punteggio di 6-3.

Jacopo Gadarco

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ATP Zhuhai: trionfa la testa di serie numero 1 Karen Khachanov, battuto Nishioka

Il 27 enne russo batte il giapponese Yoshito Nishioka per 7-6(2) 6-1, tornando a vincere un titolo in singolare dal 2018

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Karen Khachanov - US Open 2022 (foto Twitter @atptour)

K. Khachanov b. Y. Nishioka 7-6(2) 6-1

Karen Khachanov vince il quinto torneo della sua carriera. Il russo attuale numero 15 del mondo, ha battuto nella finale dell’ATP 250 di Zhuhai il giapponese Yoshito Nishioka per 7-6(2) 6-1 centrando il quarto alloro a livello 250, interrompendo un digiuno che durava dall’ottobreo 2018 quando trionfò al Masters 1000 di Bercy. Il tennista russo ora ha un giorno di “riposo”, prima di volare in direzione Pechino, dove affronterà al primo turno l’italiano Lorenzo Musetti (qui il tabellone del 500 cinese).

Khachanov ha raggiunto questa finale giocando solo tre turni, essendo la prima testa di serie. In questi tre match ha avuto la meglio su Alex Bolt, Mackenzie Mcdonald e Sebastian Korda. Yoshito Nishioka, invece, ne ha dovuti giocare quattro, essendo la testa di serie numero otto. Ha avuto qualche difficoltà solo nel primo turno con il francese Terence Atmane, che ha sconfitto in rimonta 0-6 6-4 6-2. Negli altri turni ha sconfitto in scioltezza Lloyd Harris, Jan-Lennard Struff e Aslan Karatsev, prima di arrendersi al russo in quella che era la quinta finale della carriera (due vinte e tre perse).

 

Priomo set: Karen piazza l’allungo nel tiebreak

L’inizio del primo set è caratterizzato da un grande equilibrio tra i due giocatori che nei primi quattro game non concedono palle break. Il tennista giapponese classe 1995, inizia a subire l’aggressività in risposta del numero 15 della classifica mondiale, che gioca molto profondo costringendo Nishioka ad accorciare la preparazione dei suoi colpi. Khachanov riesce dunque a strappare il servizio al tennista giapponese, confermando poi il suo turno in battuta grazie alla sua prima di servizio, che non è assolutamente mancata nel primo set (7 ace). Yoshito Nishioka non si vuole arrendere e riesce a riprendere il break portando il set al tiebreak. Nel tiebreak il tennista russo vince 6 punti di fila e porta a casa il set con il punteggio di 7-6(2).

Secondo set: il russo prende il largo contro il mancino giapponese

Nel secondo parziale Karen Khachanov gioca un tennis pulito, sbagliando poco ed aggrappandosi ai tanti errori del tennista giapponese, che, dopo aver tenuto il servizio nel primo game del set, inizia a subire i colpi del russo sulle due diagonali. Il rovescio di Khachanov riesce a fare molto male al dritto del mancino nipponico. Nishioka perde due volte il servizio, portando il set sul parziale di 5-1 e concedendo l’occasione a Khachanov di servire per il torneo. Il russo si fa trovare pronto e al secondo match point chiude con il punteggio di 7-6(2) 6-1.

Renato Nunziante

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ATP Pechino, il tabellone: Sinner torna in campo, possibili duelli con Rune e Alcaraz. Ci sono anche Musetti e Sonego

Tra gli altri protagonisti spiccano Medvedev, Rune, Tsitsipas e Rublev: il 500 cinese è di altissimo livello

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Jannik Sinner - US Open 2023 (foto Twitter @usopen)

Giovedì 28 settembre avranno inizio le sfide del tabellone principale dell’ATP 500 di Pechino, che torna a far parte del circuito dopo 3 anni di assenza. Ai nastri di partenza troviamo molti giocatori di alto livello, con ben 8 dei primi 10 tennisti del mondo (Djokovic e Fritz unici assenti). Gli italiani direttamente in tabellone sono Jannik Sinner, testa di serie numero 6, Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego. Inoltre, Matteo Arnaldi affronterà l’ultimo turno delle qualificazioni per raggiungere i connazionali nel tabellone principale, che vede moltissimi primi turni davvero interessanti.

La testa di serie numero uno sarà Carlos Alcaraz, che esordirà contro un qualificato, mentre il numero due sarà Daniil Medvedev, impegnato subito in una sfida sulla carta molto difficile contro Tommy Paul.

L’ultimo a trionfare in questa competizione è stato Dominic Thiem nel 2019, avendo la meglio su Stefanos Tsitsipas nella finale. Il recordman di titoli è Novak Djokovic, con ben 6 trionfi. Gli unici altri tennisti in attività a vantare almeno un titolo a Pechino sono Rafael Nadal, che sarà ancora assente per qualche mese dal circuito, Andy Murray, che esordirà contro Alex De Minaur, e Nikoloz Basilashvili, sceso al numero 357 del ranking ATP.

 

Per quanto riguarda gli azzurri, Jannik Sinner torna in campo a tre settimane di distanza dal ko allo US Open contro Zverev. In mezzo, le note polemiche per la sua assenza dalla Coppa Davis. Jannik farà il suo esordio contro il britannico Daniel Evans. Seguendo le posizioni di classifica, si prospetta per lui un quarto di finale contro Holger Rune. Il danese dovrà vedersela però al primo turno con Felix Auger-Aliassime, e sta attraversando un momento di forma tutt’altro che positivo. Sempre ipoteticamente, Sinner potrebbe incrociare in semifinale Carlos Alcaraz, che però prima potrebbe incrociare Lorenzo Musetti, il quale si trova nel primo quarto di tabellone. Il carrarino affronterà Karen Khachanov in un primo turno ostico. Il suo probabile avversario nel secondo turno sarebbe ancora più ostico, visto che si parla appunto di Alcaraz. Nell’ultimo quarto di tabellone troviamo invece Lorenzo Sonego, che se la vedrà con Ugo Humbert per arrivare ad un possibile scontro con Rublev. Nel possibile quarto di finale, il suo avversario più quotato sarebbe Daniil Medvedev.

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