Djokovic si sa, non è vaccinato contro il Covid e negli Stati Uniti è tuttora in vigore una legge per cui gli stranieri devono esserlo per poter atterrare nel paese. Il campione serbo dunque avrebbe bisogno di un permesso speciale per entrare negli USA e disputare i Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Un permesso che è stato chiesto dal giocatore, ma che tuttora non è arrivato, anzi, non è arrivata nemmeno una risposta. “Non ho ancora ricevuto riscontri – ha detto Djokovic, in conferenza stampa a Dubai -. Se non ci dovessero essere novità, non lascerei che il sorteggio di Indian Wells si effettuasse senza sicurezze sulla mia presenza. Dunque, sono pronto a dare forfait dal torneo prima che venga formato il tabellone”. Alle porte c’è la prima volta in questo secolo in cui i due tornei del Sunshine Double si giocheranno senza nessuno tra Federer, Nadal e Djokovic.

A Miami Blake si espone: “Chiesta un’esenzione, la sua presenza non è un pericolo”

Intanto, a Miami, James Blake scende in campo per Djokovic: “Abbiamo chiesto al governo USA di concedergli un’eccezione per giocare a Miami”. L’ex Top 10 mondiale – oggi direttore del Masters 1000 con sede in Florida – non vede nel serbo un potenziale pericolo, nonostante non possa ancora entrare negli Stati Uniti. Sappiamo infatti che l’obbligo di vaccinazione per gli stranieri dura al momento fino all’11 maggio, ma il torneo è alle porte (19 marzo) e non c’è tempo da perdere. Novak, che ha recentemente battuto il record di settimane da numero 1 in carriera di Steffi Graf, è ancora impossibilitato ad entrare in America per via dell’ attuale protocollo sanitario. Quest’ultimo prevede che i viaggiatori stranieri in arrivo negli USA debbano dimostrare di aver completato il ciclo di vaccini contro il COVID-19. A tal proposito Blake fa il punto della situazione: “Abbiamo richiesto un’esenzione sulla base del fatto che non vediamo un pericolo imminente nella sua presenza in campo. L’obbligo di vaccinazione per gli stranieri sarà cancellato l’11 maggio, ma noi non possiamo spostare il torneo dopo l’11 maggio. Si gioca in questa data e vorremmo avere qui il nostro più grande campione. Abbiamo anche sottolineato che la sua presenza sarebbe positiva per l’economia locale, per la comunità di Miami, per tutti gli appassionati di tennis che vogliono vedere quello che oggi è il più grande giocatore nel nostro sport”.