Andy Murray ha vinto in due set. Se qualche anno fa questa frase rientrava nella più attesa routine, oggi fa certamente un altro effetto. Sì perché Sir Andy non riusciva in questa piccola impresa da cinque mesi, quando lo scorso 11 ottobre sconfisse 7-5 6-2 Davidovich-Fokina a Gijón. Un successo che, finalmente, consente all’ex n°1 del mondo di tirare il fiato e ricaricare le pile in vista dell’atteso derby contro Jack Draper. Ecco qualche pensiero di Murray al termine del successo su Radu Albot.
D: C’era molta attesa per una tua vittoria senza perdere set, che cosa provi?
Andy Murray: “Non c’è dubbio che giocare meglio ti dà l’opportunità di chiudere prima le partite. Spesso però quest’anno, durante i miei match lunghi, non ero favorito, quindi erano ipotizzabili incontri piuttosto tirati. Alcuni di quelli avrei potuto terminarli prima, ma in altri avrei anche potuto perdere prima del previsto. Quando non sei testa di serie è tutto più complicato, perché spesso ti ritrovi ad affrontare giocatori sulla carta migliori di te o comunque molto vicini. A Doha ad esempio, quando ho giocato contro Sonego, le nostre classifiche erano praticamente identiche.
D: Quali differenze ci sono quando termini un match presto, come accaduto ieri, e quando finisci tardi come all’Australian Open?
Andy Murray: “Ovviamente in questo caso dormo di più e meglio. Poi se giochi una partita più corta hai meno dolore e fastidio, il che ti aiuta a riposare meglio. Anche il giorno di riposo diventa più produttivo, perché riesci ad allenarti con maggiore intensità e a provare situazioni più specifiche”.
D: Ci sono molte regole e tradizioni nel tennis. Se potessi cambiare qualcosa, che cosa modificheresti?
Andy Murray: “Credo toglierei il riscaldamento prima dell’inizio delle partite. Di solito prima di un match inizi a scaldarti due ore e mezza/tre prima dell’inizio dell’incontro, mentre io preferirei iniziare il riscaldamento 20 minuti prima. Tuttavia, visto il modo in cui i match sono programmati uno dopo l’altro, sarebbe complicato percorrere questa via”.
D: Che cosa succede quando all’ultimo cambia il nome del tuo avversario? (Murray avrebbe dovuto esordire contro Carreño Busta, che si è però ritirato lasciando spazio ad Albot come lucky loser, ndr). Riesci a studiare un po’ le caratteristiche di chi affronterai o semplicemente vai in campo e giochi?
Andy Murray: “Albot e Carreño Busta giocano in modo piuttosto simile per quel che riguarda la gestione del punto e, magari, per quanto concerne le direzioni dei loro servizi. Chiaramente c’è differenza tra loro due, ma il mio piano partita non è poi cambiato più di tanto. Ho pensato che fosse una buona opportunità per me, con il tabellone che si era aperto un po’: volevo finire in fretta“.
D: Sei apparso piuttosto nervoso oggi, riesci a dartene una spiegazione?
Andy Murray: “Di solito preferisco comunque sentire un po’ di pressione e provare un po’ di nervosismo durante i miei match. Ero abbastanza in controllo del match e stavo servendo bene, ma c’era probabilmente più tensione del necessario in campo. Magari oggi il mio nervosismo non era granché motivato, ma io so che se mi sveglio senza un po’ di tensione non è un buon segno“.