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Jessica Pegula: “Se il pubblico potesse camminare durante i punti non sarebbe un problema”
Le parole dell’americana da Miami: “Sono d’accordo con Tiafoe, allentare le regole per i tifosi potrebbe portare più gente alle partite”

Il tennis americano in quel di Miami, quantomeno sul versante femminile, ha avuto un debutto di teste di serie che più soddisfacente non si poteva. Sia Coco Gauff che Jessica Pegula, n.2 e n.1 USA, hanno vinto senza problemi contro due canadesi. Nello specifico, la n.3 del mondo ha inflitto un netto 6-3 6-1 a Katherine Sebov, trovando giusto un po’ di resistenza nel primo parziale prima di fare il vuoto. L’analisi del match, insieme ad altri interessanti pensieri sul torneo, Pegula le ha espresse in una serena conferenza stampa.
D: Parlaci del primo set, perché è proprio lì che Sebov ti stava dando qualche problema. Cosa ti faceva soffrire?
Pegula: “Colpisce un po’ come me, palla molto bassa e molto piatta. E su questi campi la palla viaggia più velocemente. All’inizio stavo provando a seguire il suo diritto, poi ho cambiato e ho iniziato a giocare sul suo rovescio, e sembrava funzionare; strategia molto semplice. Penso anche di aver servito abbastanza bene, ho ottenuto molti punti gratuiti. Sul suo servizio, mi sentivo come se potessi brekkare ogni volta. Non stava davvero colpendo così forte, ma stava più servendo in kick per lavorare sulle traiettorie. Quindi una volta che ho letto meglio e ho iniziato ad rispondere più avanti, questo mi ha aiutato“
D: Al prossimo turno hai Danielle Collins. La conosci da molti anni; è complicato, è una finalista dell’Australian Open.
Pegula: “È strano che ci affrontiamo al terzo turno, sembra molto presto. Penso che anche oggi abbia superato una partita difficile. È sempre pericolosa, soprattutto sul cemento, soprattutto negli Stati Uniti e in queste condizioni. Conosciamo molto bene il gioco l’una dell’altra, quindi sì, sarà una partita molto dura“
D: Frances Tiafoe ritiene che per attirare più giovani a guardare il tennis dovrebbe esserci la possibilità di camminare sugli spalti durante i punti. Tu cosa ne pensi?
Pegula: “Mi piace. Anch’io sono una di quelle persone che la pensano così. Non mi preoccupo se le persone stanno in piedi o urlano o parlano (forse urlare no…). Ricordo che anche allo US Open dell’anno scorso molte giocatrici si sono lamentate di quanto fosse rumoroso. Immagino che se l’avessi notato avrei concordato, ma non lo so, quella roba non mi preoccupa molto. Posso constatare come sia un bel modo di vedere. Anche parlando con i due ragazzi del football oggi (Kaiir Elan e Dion Dawkins), non avevano idea dell’etichetta che bisogna avere su un campo da tennis. E stavano uscendo durante il punto quando si sono accorti che tutti li stavano guardando. Penso che per portare un po’ di personalità allo sport dobbiamo iniziare a valutare alcune cose diverse per toccare una generazione più giovane. E ragazzi come Tiafoe, che hanno così tanta personalità e così tanta energia, e hanno una base di fan così incredibile, ce l’hanno proprio grazie alla loro energia. Qualcosa che potrebbe davvero aiutare lo sport“
D: Che dire però di quando sei nel mezzo di un punto o stai per servire, e qualcuno urla o fa un commento?
Pegula: “Dovrebbero esserci dei parametri. Non credo che potrebbe mai essere replicato esattamente, ma penso che l’idea di pensare fuori dagli schemi sia positiva. Ho capito cosa intendi: non puoi avere persone che urlano nel mezzo di un punto, ma se le regole fossero meno restrittive per il pubblico, non sarebbe un grosso problema. Poi certo ti apri a cose che potrebbero accadere e causare problemi durante il gioco, e questo influisce davvero sui giocatori. Frances ama l’NBA e va alle partite NBA. E lì è come un continuo chiacchiericcio tra i giocatori e le persone sedute in campo, c’è molto movimento, musica. Penso che dobbiamo implementare alcune di queste cose. Ovviamente dobbiamo adattarle al nostro sport, ma penso che l’idea ci possa stare, pur perfezionandola“.
D: C’è un’altra cosa detta da un americano, Reilly Opelka, sul doppio, che ne ha sminuito l’importanza. Volevo il tuo punto di vista come una delle migliori giocatrici, che sceglie di partecipare sia al singolo che al doppio ai massimi livelli. Cosa significa il doppio per te e la tua esperienza in tour, e cosa significa per il tennis nel suo insieme?“
Pegula: “Penso che Reilly sia un po’ annoiato, è stato infortunato per un po’. Mi piace Reilly, ma gli piace sempre fare questi commenti e far parlare la gente, è una cosa di lui che mi piace. Non ha paura di dire quello che vuole, e ha diritto a questa opinione, ma personalmente amo giocare in doppio. Posso constatare il suo punto di vista, ma allo stesso tempo penso che la maggior parte dei giocatori giochino il doppio senza problemi. Tutti nel sud della Florida, nei campionati, giocano il doppio femminile, è tutta la loro vita. È molto popolare, c’è qualcosa lì che forse non abbiamo raggiunto. Ma giocando con Coco, l’anno scorso o giù di lì, abbiamo avuto grandi folle alle partite. Quindi per me è divertente perché facciamo bene, abbiamo molte persone che ci supportano.
Ma è anche perché anche la nostra classifica in singolare è molto alta. Io amo giocare in doppio, mi piace rimanere sempre in modalità competizione. Mi piace farlo in un giorno libero dai match di singolare invece di esercitarmi per un’ora senza pensare. Mi piace rimanere in quella mentalità, guardando alla prossima partita, quindi per me questo è ciò che mi aiuta davvero, ed è per questo che amo giocarlo. So che ovviamente molti giocatori di doppio sono super appassionati e sono ottimi atleti; si guadagnano da vivere giocando abbastanza bene. Quindi, personalmente non sono d’accordo con i suoi commenti avventati. Mi piace giocare in doppio, ma questa è la sua opinione, e può dirla“.
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Intervento chirurgico per Rafa Nadal
Venerdì pomeriggio, il 22 volte campione Slam è stato operato in artroscopia al muscolo ileopsoas dal dottor Cotorro. Sabato mattina i dettagli

Tramite il suo team, Rafa Nadal ha comunicato che nel pomeriggio di venerdì si è sottoposto a un intervento in artroscopia. Lo scopo era quello di riesaminare la lesione al muscolo ileopsoas sinistro. L’operazione è stata eseguita dal medico di fiducia di Rafa, il dottor Ángel Cotorro.
Il campione maiorchino non gioca da quando si era infortunato all’Australian Open e, dopo aver ripetutamente rinviato il rientro, il 18 maggio scorso aveva annunciato la rinuncia al Roland Garros e una pausa di diversi mesi prima della sua ultima stagione. Sabato mattina sarà ancora lui stesso a spiegare nei dettagli l’esito dell’operazione.
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Roland Garros, Musetti: “Un periodo no può capitare, l’importante è uscirne. Ora voglio cavalcare l’onda”
Lorenzo Musetti soddisfatto dopo la vittoria contro Norrie, analizza il suo momento, la sua crescita e la probabile sfida con Alcaraz

D. E stata la miglior partita della tua stagione?
“Probabilmente si, ho espresso il miglior tennis anche tenendo conto del valore del mio avversario. Io credo che sia una conferma del buon periodo che sto vivendo, delle sensazioni che sto avendo in campo, sto trovando grande continuità. Partire subito bene mi mette tranquillità e la toglie al mio avversario. Credo che Cameron si sia trovato in una situazione molto scomoda, è stato bravo a reagire nel terzo, ma in ogni caso queste due mie ultime partite sono quelle più iconiche sinora della mia stagione sulla terra”.
D. Antonio Garofalo ( Ubitennis): Ho visto che ad un certo punto della partita hai variato ritmo, hai alzato molto le traiettorie. Era una cosa dovuta alle palline e alla lentezza del campo o una scelta per mettere in difficoltà il tuo avversario che avevi preparato?
“Penso che Norrie sia un giocatore molto bravo quando colpisce all’altezza delle spalle, se trova una palla più carica e con molto spin va in difficoltà. Credo sia stata la chiave del match aver adottato questa strategia”
D. Hai detto che devi concentrarti su te stesso, ma hai dimostrato di saper adattare la strategia al tuo avversario?
“ Una cosa non esclude l’altra, ogni partita devi concentrarti preparando la partita pensando all’avversario ma cercando di imporre le mie caratteristiche e far giocare l’avversario come voglio io”
D. Vanni Gibertini ( Ubitennis): Sei arrivato a giocare le due migliori partite della stagione in un momento importante come il Roland Garros. E’ successo qualcosa che ha fatto scattare un clic o il percorso che ti ha portato qui era il percorso giusto per arrivare esattamente dove volevi?
“Non lo so, forse non lo sa nemmeno Dio ( ride). Credo che un periodo buio lo abbiamo trascorso tutti, l’importante è uscirne, con la volontà e la forza di mettersi in gioco. Ad un ragazzo giovane come me che ha ancora tante cosa da imparare può fare anche bene avere un paio di mesi in cui le cose vanno male, poi sono stato bravo a lavorare e ad allenarmi e a venirne fuori. Speriamo di cavalcare l’onda”.
D. Sei molto giovane ma hai già una buona esperienza. In questo torneo del Grande Slam ti senti come mai in passato?
” Sì, probabilmente sì, perché io sento che tutto l’equilibrio di cui ho bisogno per essere ben preparato
ad affrontare questo tipo di giocatori in questo tipo di atmosfera è completamente diverso dai normali tornei.
D. Potresti giocare contro Alcaraz al prossimo turno, lo hai già battuto. Se non fosse cresciuto così velocemente magari si parlerebbe più di te, come vedi questa partita? "E' il primo ada ver aperto una strada. ha vinto un torneo del Grande Slam dopo i tre grandi, quindi penso che sia una specie di ispirazione per noi, per me, Holger, Jannik e chiunque altro è dietro di lui, e cerca di spingerlo via e ci prova avvicinarsi. Quindi penso che la partita di Amburgo mi abbia dato molto fiducia. Quindi penso che ci divertiremo e godremo la nostra partita" D. Due anni fa hai affrontato Novak, ora probabilmente Alcaraz. Come sei cambiato in due anni? "Due anni fa è stata la mia prima apparizione nel Grande Slam, era tutto nuovo. Se mi chiedi se mi sento diverso rispetto a due anni fa, io dico si. Mi vedo più maturo, con più esperienza, con molte, molte più partite, vittorie, sconfitte che mi hanno aiutato ad affrontare la vita e come giocatore in un certo modo e in un modo migliore. Quindi direi sicuramente che sono sicuramente più preparato di quanto ero con Nole, ma questo non significa che andrò in campo e vincerò facile. Ma sento di poter gestire meglio tutte le cose intorno a me la prossima partita"
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Roland Garros, Fognini: “Pettorale stirato, ho giocato perché un’occasione così non capiterà più”
“Sono stufo di farmi male, a 36 anni è dura accettare certe cose”. Sconfitto solo al quinto da Ofner, Fabio Fognini non nasconde l’amarezza

Fabio Fognini ha perso al quinto set contro contro Sebastian Ofner, apparentemente limitato da un problema fisico. Così è, infatti, come conferma l’azzurro al termine del match. “Dopo la partita con Kubler mi sono stirato il pettorale. Ho deciso di giocare perché un’occasione così non mi capiterà più. Ultimo o penultimo Roland Garros, senza ombra di dubbio”.
D. Al di là di questo aspetto sfortunato, hai dimostrato in queste ultime settimane che il tennis c’è.
“Sì, peccato perché i treni passano e non tornano più indietro. Ho perso un’altra grande occasione, senza nulla togliere al mio avversario – chi vince merita sempre. Nelle condizioni in cui ero, in cui stavo giocando, sarò sbruffone, non mi interessa, ma difficilmente avrei perso questa partita.”
D. Ora naturalmente recupero, poi la stagione su erba che, avevi detto, non giocherai…
“Mi ero iscritto ai Challenger di Perugia e Parma. In questo momento, non voglio dire cose che non vorrei dire, ma avrei voglia di cancellarmi sia da Perugia sia da Parma e andare da qualche parte a rilassarmi, ho bisogno di quetso. Arrivato a 36 anni, non ho più voglia, forse non lo accetto più, ecco. Non ho più voglia suona male, anche perché mi sono rimesso in sesto nelle ultime due settimane e ho fatto vedere cosa posso fare. Però sono parecchio stufo di farmi male, non lo accetto più. Di sei mesi, ne ho giocati tre. Una volta ho perso con Alcaraz, un’altra con Djere, c’è stata discontinuità.”
D.La scintilla che ti ha fatto ritrovare Corrado [Barazzutti] e anche il tifo del pubblico in questi giorni non sono uno stimolo a provarci malgrado…
“Sì, sì. È il bello e quello che mi mancherà di questo sport una volta che mi ritirerò. Io sono senza dubbio un emotivo che gioca e vive anche per queste partite qua. Oggi il pubblico era dalla mia parte, mi conoscono, mi rende orgoglioso riuscire ancora a riempire un campo come questo, a creare un bell’ambiente. Ma sono stufo, non accetto più determinate cose e, come ho già detto, la decisione finale verrò presa davanti a una birra o a un bel bicchiere di vino in totale tranquillità, guardandomi allo specchio e decidendo il da fare.”