ATP Miami: Hurkacz salva 5 match point prima di abbattere Kokkinakis. Suda anche Auger-Aliassime contro Monteiro, sul velluto l'esordio di Medvedev

ATP

ATP Miami: Hurkacz salva 5 match point prima di abbattere Kokkinakis. Suda anche Auger-Aliassime contro Monteiro, sul velluto l’esordio di Medvedev

Memorabile sfida tra Thanasi e Hubert, 3h34′ che ne fanno la partita più lunga nel 2023 al meglio dei tre. Il canadese costretto ad un doppio tie-break, ora trova il semifinalista del 2022 Cerundolo. Il russo, a caccia del 4° titolo stagionale, amministra Carballes Baena

Pubblicato

il

Hubert Hurkacz - Dubai 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Giornata in quel di Miami dedicata per quanto concerne il seeding maschile alla disputa dei secondi turni mancanti, ovvero l’esordio nel torneo delle teste di serie della parte bassa del tabellone e allineare così il draw ai sedicesimi di finale. Dopo le sconfitte italiche targate Berrettini e Musetti, a far da contro altare al successo di Sonego, facciamo una rapida scorsa dei match più intriganti del programma odierno.

[8] H. Hurkacz b. [LL] T. Kokkinakis 6-7(10) 7-6(7) 7-6(6)

In quella che senza dubbio alcuno passerà agli archivi della storia tennistica relativa alla stagione 2023 come una delle migliori partite dell’anno, per le emozioni e il pathos trasmessi, il campione dell’edizione 2021 del Miami Open Presented By Itaù Hubert Hurkacz ha salvato un totale di 5 match point prima di ottenere una memorabile vittoria ai danni di Thanasi Kokkinakis al termine di un epic thriller che ha visto andare in scena ben tre tie-break: il polacco ha infatti rimontato con lo score di 6-7(10) 7-6(7) 7-6(6).

 

La testa di serie numero 8 ha cancellato la prima triade di match ball nel gioco decisivo del secondo parziale mentre gli ultimi due nel tie-break finale riuscendo così alla fine a centrare il passaggio ai sedicesimi di finale, dove troverà il francese Adrian Mannarino che ha estromesso la tds n. 32 Ben Shelton per 6-4 3-6 6-1, dopo 3h34‘ minuti di scontro che lo rendono – finora – l’incontro maschile al meglio dei tre set più lungo del 2023.

È difficile da spiegare quello che è successo. Ero conscio del fatto che lui stesse esprimendo un buon tennis, e quello che ho fatto è stato semplicemente cercare di rimanere in partita anche dopo aver perso il primo set sapendo di avere ancora possibilità per competere per la vittoria della partita. In ogni caso, anche se avessi perso non mi sarei potuto rimproverare nulla avendo affrontato la sfida col giusto atteggiamento e mettendo sul campo un ottimo livello di gioco“, ha così commentato a caldo la sofferta affermazione sul ripescato australiano, il semifinalista di Wimbledon 2021.

Hubi ha frantumato le prime tre palle match, rispettivamente le prime due consecutive sul 4-6 e sul 5-6 con l’ausilio del servizio: soprattutto però sul primo di questi si concentrano maggiormente i rimpianti del n. 94 ATP, dato che Kokki ha sbagliato una comoda volée di dritto sopra la rete. Successivamente sia il secondo che il terzo, quest’ultimo maturato sul 6-7 e con il 26enne di Adelaide stavolta ad avere anche l’aggravante della battuta a disposizione, sono volati via mancando un paio di dritti.

Tuttavia nella cinquina dei match point sfumati, quelli più sbalorditivi nella modalità con la quale non sono stati trasformati – o se volete annullati – sono sicuramente stati i due in rapida successione nel decidig game della terza frazione: sul 6-4, Kokkinakis al servizio per ben due volte non è stato in grado di chiudere la pratica. In questo caso anche per meriti del polacco, che in particolare sul primo ha estratto fuori dal cilindro dopo un’insidiosa prima slice al corpo del giocatore aussie un’eccezionale risposta vincente sulla riga togliendosi di fatto la palla di pancia: un’esecuzione dal coefficiente di difficoltà estremamente elevato a tal punto che l’incredulità era talmente chiara sul volto del povero Thanasi, che non appena ha visto atterrare il colpo avversario sulla parte biancastra del campo è rimasto pietrificato da ciò a cui aveva assistito.

Al contrario del suo dirimpettaio di campo, il n. 9 al mondo si è dimostrato super cinico concretizzando il primo ed unico punto partita avuto a disposizione, sul 7-6, grazie ad una strabiliante e arcigna difesa che ha finito per forzare l’errore del tennista di origini greche. A stravincere comunque su tutto è stata l’atmosfera che si è creata sul Grandstand, a partire dal primo tie-break in cui l’australiano ha provato ha trascinare il pubblico dalla sua cancellando la bellezza di 6 set point all’avversario, tra cui i primi tre consecutivi dal 6-3 al 6-6, prima di intascarsi la frazione al secondo tentativo.

In tutta la partita si sono materializzati soltanto due break, uno a testa, con bottini al servizio da 21 ace per Hurkacz e 23 per Kokkinakis. Come detto, questa sfida segna un nuovo primato per il 2023 andando a superare di otto minuti i due match che sino a prima del torneo detenevano a pari merito lo status di scontro maschile al meglio dei tre più lungo della stagione, curiosamente due sfide fratricide: 3h26′ infatti erano servite a Tommy Paul per avere la meglio nel derby a stelle e strisce contro Taylor Fritz nella semifinale dell’ATP 500 di Acapulco con il punteggio di 6-4 6-7(2) 7-6(2); identica durata anche per il primo turno del ‘250’ di Cordoba vinto dall’ottavofinalista dell’ultimo Roland Garros Bernabé Zapata Miralles su un altro iberico, Roberto Carballes Baena, in rimonta per 6-7(3) 6-3 7-5.

[5] F. Auger-Aliassime b. T. Monteiro 7-6(5) 7-6(8)

Ritornato ad assaporare il suo best ranking di n. 6 ATP nell’ultima classifica stilata, Felix Auger-Aliassime ha dovuto far fronte ad ogni grammo della sua esperienza a certe latitudini del circuito per superare una versione coriacea e vivace anche su un terreno molto rapido come quello della Florida, del terraiolo brasiliano Thiago Monteiro.

Il canadese alla fine si è imposto – anche lui – con un doppio tie-break, 7-6(5) 7-6(8), sul mancino sudamericano. Il buon Felix, infatti, è stato costretto a dover vedere i sorci verdi prima di poter incamerare la partita, mancando ben quattro match point all’interno di uno psichedelico dodicesimo game del secondo parziale. Per fortuna del vincitore dell’ATP 250 di Firenze, sulla quinta chance è corso in soccorso il n. 81 del mondo che mettendo larga una volée ha permesso al 22enne di Montreal di chiudere la pratica dopo aver sudato le proverbiali sette camicie in poco più di 2ore e 40minuti.

Dopo aver vinto il primo set, mi sono sentito decisamente meglio, più sollevato. Questo perché mi ero finalmente dato delle concrete possibilità di raggiungere la vittoria. Lui stava giocando veramente molto bene, servendo alla grande e impattando straordinariamente da fondocampo. Quindi il mio obiettivo era semplicemente quello di dover continuare a condurre, continuare a provarci anche quando sbagliavo e andare avanti rimanendo positivo. Penso che questa sia stata la vera chiave oggi per rimanere forte e centrato mentalmente“. Questa l’analisi a bordo campo della sua prestazione da parte di FAA.

Dunque il passaggio ai sedicesimi di finale, seppur molto faticosamente, è stato agguantato dal tennista originario del Togo che ora cercherà di dare continuità ai piazzamenti ottenuti negli ultimi sei eventi Masters 1000, in cui ha sempre raggiunto i quarti. Tuttavia ancora non riesce a compiere quell’ultimo e definitivo salto di livello per poter realmente competere per la conquista del titolo, e sicuramente molto in tal senso dipenderà dalla sua capacità di alzare la qualità del suo tennis nei momenti chiave. Da questo punto di vista, almeno sul piano mentale, il coraggio mostrato per uscire indenne dalla trappola costruita ad hoc da un infuocato Monteiro rappresenta un deciso passo in avanti.

Nel primo set, il brasiliano è stato abile nel cancellare due set point servendo indietro 4-5 ma successivamente nulla ha potuto per bloccare l’ira di Felix nel tie-break. Il vantaggio cruciale nel sempre dirimente dodicesimo gioco, Auger se l’è procurato grazie al mini-break ottenuto sul 4-3 mediante un rovescio vincente a dir poco frizzantino.

Nonostante la perdita del parziale al fotofinish, il giocatore inferiore non si è sdraiato dinanzi al tennista più quotato lasciandogli strada spianata alla ripresa delle ostilità come spesso accade quando va in scena un primo set molto equilibrato in cui lo sfavorito ha over performato. Il 28enne di Fortaleza ha così salvato con grande autorità tutti e tre i break point offerti nel secondo atto per forzare un altro jeu décisif, che si è rivelato il vero frangente clou di una sfida comunque molto accattivante nel suo complesso. Nel momento della verità, a decretare quella minima differenza nel punteggio è stata la maggiore potenza di cui dispone il servizio di Aliassime che ha risolto per il classe 2000 un enigma assai difficile.

La quinta testa di serie del tabellone maschile del Miami Open ha trasformato l’86% (37/43) dei punti iniziati con la prima scagliando anche 12 ace, numeri che lo hanno aiutato a portarsi sul 3-0 nel bilancio degli scontri diretti con Thiago. Al prossimo turno per lui, un altro sudamericano: il semifinalista del 2022 Francisco Cerundolo, l’argentino ha eliminato il lucky loser di casa Aleksandar Kovacevic con un duplice 6-4.

La sfida con il maggiore dei fratelli bonarensi sarà il remake del terzo round consumatosi esattamente 12 giorni fa ad Indian Wells , dove a spuntarla in due partite fu il canadese.

[4] D. Medvedev b. R. Carballes Baena 6-1 6-2

Esordio invece sul velluto per Daniil Medvedev, che ha impiegato appena un’ora e tre minuti per liquidare il malcapitato iberico Roberto Carballes Baena smarrendo per strada soli tre game: un 6-1 6-2 che non si presta a chissà quali dinamiche laboriose di interpretazione. Una partenza nel torneo, quella del russo, decisamente scattante in perfetta sintonia con la rapidità del campo offerta dall’Hard Rock Stadium e che si confà a puntino con i colpi bassi, piatti e filanti dell’orso di Mosca, che difatti è stato immortalato sorridente durante il warm-up pre gara andato in scena nel pomeriggio locale. Uno stato d’animo diametralmente opposto a quello vissuto in California, dove invece i campi del Tennis Paradise si erano rivelati troppo abrasivi per i suoi standard.

Il campione dello US Open 2021 ha messo a segno ben 18 winners a fronte dei cinque dell’avversario. Una sfida fin da subito amministrata serenamente da Daniil, che gli ha permesso di poter sperimentare facendo uso costante del drop-shot: un’arma dannosa nei suoi confronti durante la finale del BNP Paribas Open, visto che è stata utilizzata a più non posso da Alcaraz sfruttando la lontananza dalla linea di fondo del rivale.

Dopo il mio match con Carlos ho pensato che dovevo usare di più questa soluzione in partita”, ha commentato ironicamente Medvedev sul costante ricorso alla smorzata per poi chiosare: “Mi sono sempre piaciuti i drop shot, ma non è un’arma che fa parte del mio gioco. Perciò non mi vedrete mai utilizzarla cinquanta volta in una partita. Devi avere tanta fiducia nell’esecuzione e oggi debbo dire che ha funzionato abbastanza bene“.

Ora per il n. 5 ATP il cammino proseguirà contro lo slovacco Alex Molcan (n. 56 ATP), che ha fatto fuori il nipponico Yoshihito Nishioka per 7-6(5) 1-6 6-2. Ricordiamo che Medvedev va a ciaccia del quarto titolo del suo 2023, dopo i tre conquistati in altrettante settimane tra Rotterdam, Doha e Dubai, e nel frattempo proverà a mettere in piedi un’altra striscia vincente dopo quella interrottasi a IW di 19 vittorie in fila.

Continua a leggere
Commenti

ATP

Roland Garros: Djokovic diesel batte Khachanov alla distanza, è semifinale

Per la dodicesima volta in carriera, Novak Djokovic raggiunge almeno la semifinale a Parigi. Il russo vince il primo set ma cala d’intensità. Si attende Alcaraz-Tsitsipas

Pubblicato

il

Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

[3] N. Djokovic b. [11] K. Khachanov 4-6 7-6(0) 6-2 6-4

Novak Djokovic ha dovuto cedere un set prima di iniziare la sua partita e vincere, 4-6 7-6 6-2 6-4 contro Karen Khachanov, conquistando la semifinale del Roland Garros.

 

Kachanov conclude così uno dei periodi migliori della sua carriera. Anche oggi la partenza del russo è stata ottima, sicuro delle sue scelte e in netto comando con il dritto, accompagnato da un servizio nettamente superiore a quello di Djokovic che sembrava alla ricerche di iniziative ma senza trovarle. Troppo distante in risposta e fuori ritmo con il rovescio, il serbo che ha dovuto aspettare di concludere il secondo set per ritrovare la sicurezza nei colpi che ci ha abituati a vedere. L’equilibrio del secondo set infatti, poteva far pensare di arrivare anche fino al quinto set. Ma il russo ha iniziato a perdere la benzina (forse non ce n’era più abbastanza per un avversario come il serbo) proprio nel momento in cui Djokovic stava decidendo che avrebbe vinto la partita, come sempre, ad ogni costo. E con un tiebreak a senso unico, dove il serbo ha portato a casa tutti i punti, ha messo fine alla partita di Khachanov. Tanti applausi lo stesso per il russo che tornerà in top 10 (non succedeva dall’ottobre del 2019) dopo aver dimostrato che la stoffa per essere un giocatore da seconda settimana in uno Slam c’è e non si è trattato di un singolo episodio. Non possiamo dire che sia stata una partita eseguita alla perfezione quella di Djokovic, che però, può concedersi il lusso di non pensarci. Perché quel che conta davvero adesso è che Novak Djokovic giocherà la sua 45esima semifinale in un torneo del Grande Slam, nonché 12esima semifinale del Roland Garros dove aspetterà il vincente tra Alcaraz e Tsitsipas.

Primo set: un solido Khachanov si dimostra superiore al servizio e comanda il gioco su un falloso e poco fantasioso Djokovic

Già dai primi game entrambi si mostrano solidi al servizio: comandano gli scambi e lasciano poche chance all’avversario. Nel quinto game, però, ecco arrivare le prime difficoltà sul turno di battuta del serbo. Khachanov riesce a spingere molto con il dritto, costringendo Djokovic a giocare dietro la linea del campo. Grazie a questo, insieme anche a un doppio fallo di Nole, il russo conquista due palle break consecutive, che però il 22 volte campione Slam annulla con un dritto all’incrocio delle righe, venendo fuori da vincitore dopo uno scambio estenuante. Il numero 3 del mondo non sfrutta un’occasione per fare suo il game e, dopo altre due palle break annullate (di cui una non concretizzata da Khachanov che sbaglia uno smash sopra la rete), alla quinta occasione strappa il servizio all’avversario dopo uno sventaglio di dritto impressionante. Quest’ultimo conferma il break nel game successivo e si rende pericoloso anche nel settimo gioco, ma Djokovic è bravo a gestire la pressione e si porta sul 3-4. Il russo grazie al servizio allunga sul 5-3, e proprio nel nono gioco si guadagna 2 set point, che però Nole è bravo ad annullare grazie a un rovescio vincente e a un servizio sulla “t”. Nel game successivo non trema il braccio di Karen che, grazie a 3 errori del serbo e una buona prima di servizio, conquista il primo set per 6 giochi a 4.

Secondo set: equilibrio per tutto il set, ma il tie-break è un assolo di Djokovic

L’inizio del secondo parziale si mostra molto simile al primo: entrambi tengono il servizio piuttosto agevolmente, anche se Djokovic fatica a essere incisivo. Nel quarto gioco il russo è costretto ai vantaggi dopo un game in cui ha giocato poche prime; riesce comunque a riagganciare il serbo sul 2-2, giocando una smorzata che lascia fermo il numero 3 al mondo. Nel quinto gioco è Nole a dover faticare, ma con un vincente di dritto e un errore in risposta di Khachanov si porta avanti 3-2. I 4 giochi successivi vengono tenuti bene dai giocatori al servizio, che incrementano la percentuale di prime in campo e difficilmente fanno partire lo scambio. Nel decimo game il 27enne di Mosca, con freddezza, si porta a casa il gioco ai vantaggi senza aver bisogno di annullare set point. Djokovic vola facile sul 6-5, e di nuovo il numero 11 al mondo ha bisogno dei vantaggi per riuscire ad agganciare il serbo. È tie-break quindi sul Philippe-Chatrier. Nole parte fortissimo: strappa due servizi all’avversario con una palla corta sublime e un dritto vincente, tiene i suoi due turni di servizio e di nuovo guadagna un mini-break con un rovescio lungolinea. Sul 6-0 chiude in bellezza il set con palla corta e volee, lasciando a bocca asciutta il russo.

Terzo set: Khachanov diminuisce l’intensità, Djokovic gioca di esperienza

Carico del set appena conquistato, Djokovic parte subito forte nel terzo parziale. Costringe Khachanov ai vantaggi e, dopo due palle break (le prime conquistate dal serbo) annullate bene dal numero 11 al mondo, alla terza occasione strappa il servizio all’avversario grazie a una palla corta aiutata dal nastro. Il 36enne di Belgrado conferma con sicurezza il break, e nel terzo gioco impensierisce Khachanov costringendolo ai vantaggi. Il russo, però, grazie a un dritto in corsa lungolinea spaventoso e un nastro fortunato rimane ancora in corsa: 2-1 per Djokovic. Il 3-1 arriva in poco più di 2 minuti, e il quinto gioco racconta la stessa storia: Khachanov lo tiene a 0 con ben 2 ace consecutivi. Sul 4-2 il russo appare decisamente sottotono e Djokovic ne approfitta. Il numero 11 al mondo gioca ormai 2 metri dietro la linea del campo, e il serbo non si fa scappare l’occasione: guadagna 2 palle break consecutive e, alla prima, concretizza il break. Il game successivo è una pura formalità per il serbo, che con esperienza si porta a casa il secondo parziale per 6 giochi a 2.

Quarto set: Khachanov prova a tirare fuori le ultime cartucce ma ormai Djokovic è entrato in modalità vittoria

Già nel primo gioco Khachanov si trova in difficoltà: rimonta da 0-30 sul suo servizio e, grazie a due dritti fulminanti, parte in vantaggio nel quarto set. Djokovic, dopo aver tenuto facilmente il servizio, nel terzo game mette pressione in risposta e riesce a breakkare l’avversario. Il russo cerca la reazione e si carica spingendo bene con il dritto. Il serbo arriva ancora tardi di rovescio e commette un brutto errore che gli costa una palla break a favore del russo che non ne aveva più viste dai tempi del primo set. Djokovic cancella questo brutto momento tenendo e dominando perfettamente lo scambio con l’angolo stretto di dritto. Due doppi falli non consecutivi incatenano Djokovic ai vantaggi di questo quarto game, Khachanov non sfrutta questi momenti preziosi. Il serbo sbaglia ancora, questa volta una volée facile sotto rete, ma alla fine chiude il quarto game dopo aver cancellato due palle del contro-break e allunga la distanza 3 giochi a 1. Il russo dimostra di essere ancora dentro questa partita con tutto sé stesso. Lascia per strada un solo 15 per colpa di un doppio fallo ma chiude in maniera impeccabile un ottimo game: 3-2 Djokovic. Sui turni di servizio del serbo però, Khachanov non legge più le traiettorie, le sue risposte sono troppo deboli. Lo sconforto del sesto game che vede Djokovic avanti 4-2, fa iniziare male il russo che va subito sotto 0-30 sul suo turno di servizio. Un altro errore di dritto di Kachanov concede due palle break al serbo che potrebbe vedersi già negli spogliatoi. Ma il russo tira fuori il braccio di ferro e cancella tutto grazie al servizio perfetto che gli spiana la strada verso l’ultima speranza: 4-3. La tenacia precedente di Khachanov viene subito ripagata dal passaggio a vuoto di Djokovic (forse si era già visto sotto la doccia) e con un doppio fallo rimette il russo in parità: 4 giochi pari.  Ma l’amnesia del serbo dura poco; nel giro di un minuto Djokovic recupera il vantaggio lasciando il russo a 0 sul suo turno di servizio e si prepara a servire per il match avanti 5-4. Kachanov non ci crede più e lo sprint finale del serbo lo lascia ancora a 0. Djokovic vince 6-4 ed è in semifinale al Roland Garros per la 12esima volta.

Con la collaborazione di Andrea Binotto

Continua a leggere

ATP

Roland Garros: Sascha Zverev dal crac ai quarti. L’anno travagliato (con lieto fine) dell’ex predestinato

Battendo Dimitrov il ventiseienne tedesco si è assicurato un posto nei quarti dello Slam parigino contro Etcheverry. Dal tremendo infortunio alla caviglia sono passati poco più di dodici mesi

Pubblicato

il

Alexander Zverev – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Conciso. Focalizzato, direbbero adesso quelli molto addentro a un certo tipo di questioni. Sascha Zverev concede poco ai giornalisti stranieri nella conferenza stampa seguita al successo negli ottavi del Roland Garros contro Grigor Dimitrov. Quasi nulla, in realtà; tre risposte secche, un osso scarnificato che sa di fretta, perché di altro tempo da perdere ce n’è poco, in fondo all’annus horribilis durante il quale la sua mente dev’essere stata attraversata dai propositi più funesti. “Perché ti sei messo a provare il servizio alla fine del match?“, gli chiedono. “Perché sul 3-0 nel terzo mi sono deconcentrato, ho perso consistenza, mi sono inconsciamente convinto di aver già vinto e il servizio è andato un po’ a spasso. Volevo ritrovarlo, recuperare la confidenza con il movimento prima di andarmene a letto“. Una risposta apparentemente di circostanza e che invece dice tutto: il giovane, o forse ex giovane Sascha non può permettersi di buttare altre chance nel vortice della distrazione o, peggio, dell’autocompiacimento.

Oggi sono un anno e tre giorni da quel nefasto tardo pomeriggio di venerdì tre giugno 2022, campo Philippe Chatrier, tetto chiuso; fuori, diluvia. Dentro, sauna non richiesta. Zverev affronta Rafa Nadal, il presidentissimo della Repubblica della terra battuta, il notabile più in vista del Fauburg Saint-Germain declinato al rosso. Ma parte deciso; deciso a non sperperare l’inaspettato vantaggio delle condizioni indoor e, soprattutto, a non farsi irretire dalla trama delle leggendarie chele avversarie. Sascha prende e tira, mette i piedi in campo, accelera con il rovescio e insomma, anche se si stenta a crederlo, Rafacito annaspa, rema, si contraria. Come sempre, da sempre, avviene quando qualcuno abbia l’ardire di prevaricarlo, e specie a casa propria, Nadal mette in campo l’estrema difesa, rappresentata non tanto da uno dei suoi leggendari colpi, ma dalla trasposizione sul rettangolo dell’immagine di sé stesso che il ragazzo dall’altra parte della rete si è costruito nella mente guardandolo giocare per anni davanti alla tv. Senza apparenti spiegazioni plausibili, in coda a un set dominato sul piano del gioco, Zverev si trova inspiegabilmente a fronteggiare tre set point, ma li annulla con altrettanti vincenti. L’inerzia è forse ancora dalla sua parte, ma, come ha scritto il nostro Vanni Gibertini nella cronaca originale dell’evento, “il tie break della prima frazione è di quelli destinati a farsi ricordare a lungo“. Sascha scappa a martellate sul 6-2, ma contro Rafa un conto è avvantaggiarsi, un altro convertire. Come finì lo sapete tutti.

Eppure, presa una legnata che avrebbe abbattuto un bisonte, in fondo a 91 minuti di un set dominato eppure concluso con un pugno di mosche in mano, il ragazzo di Amburgo si rialza, va avanti 5-3 nel secondo, mentre Rafa litiga con il servizio, ma si fa di nuovo recuperare: 6-5 per lui, 40-30 per la leggenda, che lo attacca sul dritto, a un passo da un nuovo tie-break, e sono già passate tre ore, c’è odore di record di durata. Zverev corre sulla propria destra, prova a tirare un passante complicatissimo, mette male il piede. Urla, disperazione, sanitari in campo, Nadal che lo fissa in piedi, da un metro, con un’espressione sinceramente terrorizzata disegnata in volto. Torneo finito, la carriera chissà. Fino a un istante prima che la sciagura si materializzasse, Zverev era ancora in lizza per diventare il nuovo numero uno del mondo, risultato che i più avevano predetto sin da quando, ragazzino, egli aveva dominato l’importante Challenger di Heilbronn massacrando vecchie lenze del settore come Zeballos, Struff e Guido Pella. Pochi giorni dopo il crack arriverà la conferma: intervento chirurgico in Germania, “riuscito perfettamente”, ma i tre legamenti laterali della caviglia destra sono strappati.

 

Non so quando ritornerò“, il prevedibile commento a caldo, e nessuno, del resto, vista la situazione, si aspettava vaticini di sorta. Un tentativo per lo US Open, ma le complicazioni, dietro a un infortunio tanto serio, sono dietro l’angolo: “Immaginavo di essere pronto per New York – ha in seguito dichiarato Sascha – ma si è presentato un edema osseo, altri tre mesi di stop. Ho pensato di non poter tornare più quello di prima. Forse ho accelerato troppo per volontà di rientrare presto, e allora mi sono detto di staccare, ho fatto le valigie e sono andato in vacanza“. Meglio tornare al lavoro con calma, approcciando pratiche più soft. L’attrezzo del mestiere rimesso in borsa per l’esibizione araba alla Diriyah Tennis Cup e una pesante sconfitta contro Medvedev, poi la vittoria dell’auspicabile rinascita, nella World Tennis League di Dubai contro Novak Djokovic. Un brodino, sì, ma quando si è digiunato a lungo non c’è nulla di più rincuorante.

Gli alti e bassi erano in preventivo, anche se retrocedere di un passettino quando con enormi fatiche se n’era appena fatto uno avanti è complicato da accettare. Inizio d’anno e United Cup, pesante rovescio al cospetto di Jiri Lehecka: “Il mio tennis è molto lontano da dove vorrei che fosse“, dichiara Sascha, il cui orizzonte è di nuovo incupito da nuvole cariche di cattivi pensieri. “Per l’Australian Open non ho nessuna aspettativa“. E in effetti l’inverno si complica: sconfitte al secondo turno a Melbourne contro Michael Mmoh e a Rotterdam contro Tallon Griekspoor; un paio di buone prestazioni, con la semifinale colta a Dubai e un terzo turno a Indian Wells ceduto in volata a Daniil Medvedev, che si rivelerà il crash test primaverile utile a provare i miglioramenti sulla strada del ritorno ai vertici. Un buco clamoroso a Miami, umiliato da Taro Daniel e il cauto approccio alla stagione sul mattone tritato. In mezzo, l’assoluzione per insufficienza di prove dalle accuse di violenza domestica rivoltegli dall’ex fidanzata Olya Sharypova.

Eccezion fatta per il tonfo al primo turno del torneo casalingo di Monaco di Baviera – “fatico a reggere la pressione quando gioco in Germania“, dirà – la stagione sulla terra rossa restituisce piano piano al pubblico una versione credibile di Zverev. La sconfitta a Montecarlo condita da abbondante contorno di polemiche al tie-break del terzo set contro Daniil Medvedev è la prestazione più convincente degli ultimi mesi, e se Carlitos Alcaraz, che gli lascia appena tre game in quarto turno a Madrid insieme a ulteriori dubbi sulla permanenza in vita del suo dritto, è al momento una spanna sopra le possibilità di pressocché chiunque, e un altro ko a Roma contro il futuro campione Daniil Medvedev l’avrebbe volentieri evitato, la sensazione è che Sascha, il ragazzo rientrato in campo sulla sedia a rotelle per salutare Nadal e il pubblico lo scorso, maledetto tre di giugno, sia di nuovo un giocatore di tennis. L’uscita dalla top 20 ATP dopo sei anni di continuativa permanenza è solo il risultato di un calcolo del computer.

Domani affronterà il sorprendente argentino Etcheverry per un posto nella semifinale del Roland Garros. Ad attenderlo ci sarebbe uno dei due vichingi da clay, Casper Ruud oppure Holger Rune. Il risultato, già adesso, a poco più di un anno dal rovinoso infortunio, pare eccezionale. “Ti chiamano leone – la bizzarra domanda di un giornalista nella conferenza di ieri – ti sei mai chiesto perché?“. “Non saprei – la risposta -, forse perché i leoni dormono diciotto ore al giorno e per le restanti sei mangiano o fanno sesso? Mi sta anche bene!“. Probabilmente non sono le uniche caratteristiche che accomunano Sascha nostro al Re della foresta.

Continua a leggere

ATP

ATP ‘s-Hertogenbosch: wild card a Jannik Sinner

Il giocatore altoatesino inserisce un terzo torneo su erba nella sua programmazione. Sarà al via in Olanda la prossima settimana

Pubblicato

il

Jannik Sinner - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
Jannik Sinner - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)

Jannik Sinner aggiunge un torneo al programma della sua stagione su erba. Il giocatore italiano ha infatti ottenuto una wild card dall’ATP 250 di ‘s-Hertogenbosch, torneo in Olanda al via la prossima settimana, come reso ufficiale dallo stesso Libema Open tramite i canali social. Jannik, che è stato eliminato al secondo turno del Roland Garros, eviterà quindi di stare fermo a lungo, inserendo un torneo che può essere utile sia in ottica Race che in ottica ranking (non ha punti da difendere nella stagione su erba). Nell’entry list del Libema Open sono iscritti altri due top ten: Daniil Medvedev e Felix Auger-Aliassime. Dopo la tappa in Olanda, salvo variazioni, Sinner sarà impegnato in Germania nell’ATP 500 di Halle e ovviamente a Wimbledon.

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement