ATP Montecarlo: Sarà un martedì azzurro con Sonego, Nardi e Musetti? A Pasquetta i vecchietti si sono dati da fare, Thiem, Wawrinka, ma non tutti. I dubbi per Berrettini

Editoriali del Direttore

ATP Montecarlo: Sarà un martedì azzurro con Sonego, Nardi e Musetti? A Pasquetta i vecchietti si sono dati da fare, Thiem, Wawrinka, ma non tutti. I dubbi per Berrettini

Murray e Gasquet accusano impietosamente il peso degli anni. Fognini in stampelle. Bolelli e Musetti lo fanno rimpiangere. I fratelli Tsitsipas sorprendono meritando la discussa wild card

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Nel giorno di Pasquetta al Country Club, uno dei più belli e suggestivi club del mondo, gran bel sole a momenti, gran vento e freddo in altri, tutto un togliersi e un rimettersi qualcosa addosso dopo aver sperimentato a sfinente passo d’uomo –un’ora ci ho messo…è un avviso ai naviganti dei prossimi giorni! – in discesa da Roquebrune e da quell’albergo VistaAero (ribattezzato Vista Palace dopo lavori e dibattiti infiniti sull’impervio cucuzzolo) lungo il “vicolo stretto” di Saint Roman per arrivare finalmente al rond-point che sovrasta l’entrèe principal. Un incubo. Poi però lo spettacolo sulla Costa Azzurra è da sogno. Ricompensa la sofferenza.

E durante una giornata cominciata alle 11 e finita dopo le 20 al termine di 13 singolari e 5 doppi disputati su 5 campi – e non chiedetemi di raccontarveli tutti, Ubitennis sì ma Ubiquo no – sono riuscito a cominciare a scrivere quest’editoriale dopo che  l’ex campione di un US Open, nonché finalista di due Roland Garros, Dominic Thiem mi ha assicurato di aver dormito sempre bene e di non essersi mai svegliato nel mezzo della notte…” – come  avevo osato chiedergli – per aver temuto nel corso degli ultimi due anni di non ritrovare più quella potenza di quei colpi che gli avevano consentito di raggiungere il terzo posto nel ranking mondiale quando ancora i Fab Four non erano così malandati o aspiranti al prepensionamento.

Dopo due anni, l’austriaco che si ritrova a n. 106 del mondo, è finalmente riuscito a passare un turno in un Masters 1000 e sarebbe ingeneroso adesso sottolineare nel derby fra due grandi del rovescio a una mano, beh, che il suo avversario Richard Gasquet il 13 giugno compirà 37 anni e, insomma, è un po’ una vecchia gloria perché non è davvero più quello che era salito a n.7 nel luglio 2007 grazie alla semifinale giocata a Wimbledon. Sono passati 15 anni, mica bruscolini. Quando Gasquet ha perso il servizio alla quinta palla break di un interminabile secondo game del primo set (22 punti) il francese che all’età di 9 anni era già in copertina di Tennis Magazine, è crollato rimediando un 6-1. Un break nel secondo e buona notte. Separatosi dal cileno Massu, Thiem si è “sposato” tecnicamente con un “iranian-tedesco”Ebrahimzadeh, che non conosco anche se ha lavorato con la Kerber e altri tennisti minori. Di tornare al primo allenatore con il quale aveva costruito la sua fortuna, rotolando tronchi d’albero in salita, Gunther Bresnik, non se ne parla nemmeno. La loro storia era finita male e credo abbia fatto guadagnare discretamente un paio di avvocati. 

Nessuno si è sentito nemmeno di sfrugugliare Thiem sul fatto che se non fosse stato per il forfait di Gael Monfils qui non gli avrebbero dato neppure la wildcard. Un Thiem costretto a giocare le qualificazioni farebbe tenerezza.

Come tenerezza ha suscitato anche Andy Murray che con de Minaur, che non può davvero essere considerato uno specialista dei campi rossi, non è riuscito che a incamerare 4 miseri game. Tre di puro orgoglio nel secondo set. Almeno per il tennis sul “rosso” mi pare che Andy, tennista che adoro per l’intelligenza che dimostra sempre quando risponde a una qualsiasi domanda, sia purtroppo alla frutta. Con Rafa Nadal che cerca affannosamente di riprendersi in tempo per il Roland Garros, e qui gli brucia di sicuro non essere presente dopo 11 trionfi, dei Fab Four c’è rimasto il solo Nole Djokovic e –dopo un mese ai…riposi forzati – – questo martedì lo vedremo alle prese con questo ennesimo emigrante russo della racchetta, Ivan Gakhov che fino a una settimana fa era n.241 del mondo ma che ha una storia interessante e l’ho raccolta per passarne l’audio a Vanni Gibertini.

Confesso che mi solletica di più scoprire nuovi personaggi che raccontare le storie, quasi sempre uguali, di quelli vecchi. Anche se un altro “vecio” Stan Wawrinka, altro grande artista del rovescio a una mano è sempre divertente da veder giocare eppoi è un cavallo di razza. Anche se sbaglia tantissimo, però quando deve fare il punto importante quasi sempre lo fa: 3 palle break ha avuto e 3 break ha fatto mentre Griekspoor ne ha avute una dozzina e ne ha trasformate due sole. Poi anche Stan the Man ci ha messo del suo nel finale quando per vincere ha avuto bisogno di 6 match point sebbene fosse lui a servire.

Tornando al simpatico Ghakov, che ora sogna di giocare almeno le “quali” agli Slam perché “economicamente fa tutta la differenza di questo mondo” e la mamma dentista a 14 anni lo aveva spedito in Spagna proprio per raggiungere prima o poi quell’obiettivo “È comunque meno rischioso giocare a tennis che cappottarsi su un go-kart!”, contro Djokovic potrà divertirsi, come ha detto, ma non vincere.  

Vivere e cercare di affermarsi in Russia come tennisti non deve esser facile, a prescindere dalla guerra in atto. Molto prima se ne son andati via in parecchi. Medvedev, Rublev, Davidovich Fokina hanno scelto l’Europa, qualcuno – Bublik, Rybakina – si è fermato più vicino, in Kazakstan. E chissà quanti altri ora non mi vengono in mente o non si conoscono. Intanto questo martedì c’è un simil-derby fra Khachanov e Davidovich Fokina…Ma detto tra noi mi attira di più Shelton-Dimitrov che, però giocano alle 11 (come Zverev-Bublik sul centrale…) mentre Sonego cercherà di tenere a bada Humbert che presente una doppia difficoltà: gioca in casa (perché i tifosi italiani sono più presenti dei francesi solo nei giorni di festa) ed è mancino. E Lorenzo predilige giocare in quell’angolo che per i destri è quello del rovescio…Ci deve pensare Gipo Arbino a snaturarlo un po’, senza esagerare.

Torno sui coach, dopo aver citato l’ottimo Arbino per dire che la Spagna è terra di coach seri e anche …a buon mercato. Salvador Navarro si è preso cura di questo Ghakov… che magari non gli procurerà gli stessi introiti di Flavia Pennetta, e prima di lei Robredo, Andujar e per un breve periodo anche Ferrero (non ricordo se in alternanza a Martinez), ma meglio che niente.

Di Berrettini abbiamo scritto e riferito. Momento non semplice e aver vinto una partita, l’ottava su 15, fa piacere, ma l’americano “Rischiatutto” Cressy, Panda del serve&volley” sulla terra è poca cosa. Si affida sui suoi game solo al servizio e se non gli entra la “prima” si sente costretto a sparare pure la seconda. Risultato: 14 doppi falli e un duello in cui gli scambi erano così rarefatti che più rarefatti non si può.

Francamente non so fino a che punto sia stato importante vincere alla vigilia di un match con tutt’altro pesce, l’argentino Francisco Cerundolo che, n.33 ATP, gli farà sputare sangue. Vedremo. Saranno probabilmente importannti i primi game, per capire l’andazzo. Certo è che Matteo qui nel 2019 e nel 2021 aveva perso al primo turno…perché questa terra rossa, così vicina al mare – notoriamente…umido – non è mai stata particolarmente veloce. Buoni contro Cressy alcuni passanti lungolinea di Matteo e – udite udite – di rovescio…ma Cerundolo verrà mai a rete?

Ho accennato a Sonego-Humbert, poi che fortuna – diciamo la verità! – per Nardi poter raggiungere il secondo turno del suo primo Mille dovendo affrontare il beneficiato portabandiera monegasco Vacherot n.357 del mondo, quasi 200 posti dietro a lui (n.159). Ok, dopo per Luca ci sarebbe Djokovic…ma tutto non si può avere e pretendere.

Sul campo dei Principi Musetti contro Kecmanovic. A Napoli, semifinale, vinse Lorenzo. Ma sulla roulette di Montecarlo fra il 21 di Lorenzo e il 34 di Miomir, il rischio è che esca il 34: 50 e 50, come il rosso e il nero? Boh. Su Nardi si può scommettere – ma le quote non le conosco – sugli altri due, consiglio prudenza.

Segnalo in chiave italiana che nel derby fra veterani, Schwartzman e Goffin, ha vinto il primo e la cosa interessa Sinner che dopo avergli fatto da vittorioso partner nel doppio ora se lo ritroverà avversario in singolare mercoledì…e salvo imprevedibili sorprese lo batterà. Tocchi pure legno Vagnozzi.

Se avete fatto lo sforzo di leggervi gli altri risultati, e avete saputo del forfait di Tiafoe “Stakhanov” a Houston, mi resterebbe da fare un piccolo accenno ai doppi. Bolelli e Musetti si sono sfranti sul duo Fritz-Rune e speravo meglio. Penso sperasse meglio anche Fabio Fognini che ho intravisto con le stampelle. Mmm, non un bel segno per i prossimi appuntamenti terricoli.

Mentre i due fratelli greci Tsitsipas, con Stefanos che credevo dovesse obbligatoriamente vincere il terzo Montecarlo di fila per procurarsi una wild card con il fratello – vi informo perché so che non ve lo ricordate: si chiama Petros – hanno costretto alla resa un duo sulla carta mica male, come Dimitrov/Hurkacz.

E ora intorno alle 22:30, con il vostro permesso vado a mangiare la mia bresaola, perché a cucinarmi da solo spaghetti al pesto…vince la pigrizia.

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