I segreti di Mirra Andreeva, la teenager d'oro venuta dalla Siberia: "Mi paragono a Ons Jabeur"

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I segreti di Mirra Andreeva, la teenager d’oro venuta dalla Siberia: “Mi paragono a Ons Jabeur”

Al Mutua Madrid Open, la settimana da sogno di Mirra Andreeva prosegue incessante: la quindicenne russa è avanzata al 3°T estromettendo la tds n. 13 Haddad Maia. Un excursus sulla sua storia

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Andreeva in azione a Chiasso 2023 - Foto Mattia Martegani
 

Meno di 24 ore dopo aver ottenuto la sua prima vittoria in un tabellone principale a livello WTA, sconfiggendo per 6-3 6-4 la finalista dello US Open 2021 Leylah Fernandez, l’astro nascente del tennis russo Mirra Andreeva ha estromesso dal Mutua Madrid Open anche la brasiliana e testa di serie n. 13 Beatriz Haddad Maia con lo score di 7-6(6) 6-3 avanzando così al 3°T del ‘1000’ spagnolo.

Con la sua affermazione sulla mancina canadese all’esordio, la classe 2007 è divenuta la terza giocatrice più giovane di sempre a vincere un incontro di un WTA ‘mille“, dietro soltanto le statunitensi Coco Gauff e CiCi Bellis e per non farsi mancare proprio nulla è diventata anche la seconda quindicenne della storia del tennis femminile a battere una Top 50 nel corso di un WTA 1000 – ovviamente da quando tale categoria o denominazioni precedenti con il medesimo valore sono entrante a fare parte in pianta stabile nel circuito -.

Infine, a chiusura della parentesi statistica, la giovanissima siberiana dopo aver visto il proprio nome accostato al podio di alcuni record di precocità riguardanti la racchetta femminile, grazie al trionfo sulla sudamericana si è pure inserita all’interno di una ristrettissima cerchia di tenniste che dal 2000 ad oggi sono state in grado di avere la meglio su Top 20 del ranking quando ancora non avevano festeggiato il sedicesimo compleanno: è difatti la settima in assoluto, dall’avvento del nuovo millennio, ad aver superato sotto la soglia dei 16 anni una Top 20.

A dire il vero, sono un po’ sorpresa di essere al terzo turno ma tutti attorno a me già in precedenza mi dicevano che stavo giocando allo stesso livello delle migliori giocatrici del circuito, la sola differenza è che loro erano più costanti. Difatti ancora oggi credo che la grande discrepanza tra le migliori del mondo e tutte le altre sia a livello mentale, è lì che si cela la vera differenza mentre il livello di gioco penso sia quasi alla pari“, ha commentato a caldo Andreeva al termine della qualificazione ai sedicesimi.

Ora per un posto tra le migliori sedici dell’evento iberico, se la dovrà vedere con la tds n. 17 Magda Linette. La giocatrice polacca, ad inizio anno semifinalista a Melbourne, ha sconfitto la ceca Marketa Vondrousova.

La storia di Mirra Andreeva: dall’esempio di Medvedev fino all’infuocato mese di aprile

Questa settimana da sogno che la teenager d’oro sta vivendo presso la Caja Magica, è solo la sublimazione di un 2023 straripante dove ha colto tre finali consecutive a livello juniores tra cui un pirotecnico ultimo atto dell’Australian Open Under 18: si è infatti dovuta arrendere in rimonta, (2)6-7 6-4 7-5, alla connazionale Alina Korneeva.

Ho avuto bisogno di molto tempo per riprendermi totalmente da quella partita [la finale dell’Australian Open sopra citata] perché si è rivelata una sconfitta davvero difficile da digerire. Un match dove ho avuto molte opportunità, ciononostante non sono riuscita a farcela. Il mio allenatore mi disse subito a caldo negli spogliatoi dopo quell’incontro, fra cinque anni non ti ricorderai nemmeno di aver giocato la finale degli Australian Open o chi fu la tua avversaria. Quelle parole mi hanno aiutato e non poco. Eppure ancora oggi me la ricordo come se fosse accaduta ieri e mi fa ancora molto male, tuttavia ormai fa parte del passato“, ha dichiarato Mirra quando in conferenza stampa l’è stato domandato di quella partita.

Tornando all’eccezionale prima parte di stagione, considerando la carta d’identità e l’accelerazione che ha impresso al suo processo di crescita come atleta, dopo i grandi risultati in successione colti da junior ha iniziato a far man bassa anche a livello ITF: ad aprile ha infatti vinto due tornei di categoria W60 uno dopo l’altro e per di più da qualificata, a Chiasso e Bellinzona. Un ruolino di marcia impressionante che l’ha sostanzialmente imposta sulla scena mondiale delle promesse future più limpide e cristalline dell’intero panorama mondiale, prima della definitiva consacrazione nel Tour maggiore che sta maturando nel quarto ‘1000’ dell’anno, come la prima tennista a trionfare in rapida successione in due ITF W60 prima ancora di compiere 16 anni.

E così, mettendo insieme i suoi primi titoli nel circuito pro ad inizio mese con le sverniciate inflitte a giocatrici del calibro di Fernandez e Haddad Maia, la sua striscia di imbattibilità si è inerpicata a 15 successi consecutivi.

Sempre in sala stampa, subito dopo lo scalpo verdeoro, alla talentuosa russa è stato domandato di descrivere il proprio tennis. Beh la risposta è stata assolutamente illuminante sulle sue peculiarità tecniche e sul modello a cui si ispira essendo parte – secondo la propria visione – dello stesso filone tecnico di una sconosciuta tunisina già in grado di raggiungere due finali Slam: “Non sono costretta sempre in ogni caso ad esprimere il mio gioco in velocità, perché ritengo di essere abbastanza abile nel mantenere il ritmo degli scambi a mio piacimento. Per cui, forse posso paragonare il mio gioco a quello di Ons Jabeur poiché amo modificare continuamente ritmo, traiettorie ed effetti dei miei colpi. Ad esempio mi piace alternare esecuzioni in topspin a colpi più filanti, ma ricerco anche l’uso del drop-shot“.

Un precocità, quella di Mirra – proveniente da una fredda terra natia che al tennis ha già regalato le gesta di una certa Maria Sharapova -, che pare comunque essere un vero e proprio vizio di famiglia. Infatti anche la sorella Erika non scherza in quanto a capacità di viaggiare a vele spedite macinando a più non posso tappe nel programma che porta all’affermazione ai massimi livelli. Dunque, un’altra coppia di agguerrite sorelle pronte a prendersi di forza il tennis mondiale da qui al prossimo ventennio dopo le ceche Linda e Brenda Fruhvirtova, rispettivamente 17 e 16 anni. Che non possa nascere una bella rivalità in questo quartetto in salsa Europa dell’Est? Sarebbe una boccata d’ossigeno non di poco conto per tutto il movimento femminile. Una speranza che se si trasformasse in realtà, rappresenterebbe la spinta di cui necessita da tanto tempo il circuito WTA per un deciso rilancio in termini di appeal mediatico.

Erika ha iniziato a 5 o 6 anni, forse anche prima, e dato che sono io la sorella minore, per imitarla mi sono ritrovata già in campo con una racchetta in mano quando avevo soli 2 anni. Tuttavia all’inizio le facevo soltanto da raccattapalle. Perciò ho iniziato piuttosto tardi, a 6 anni. Per quanto mi riguarda, non posso che dirmi super entusiasta del fatto che altre adolescenti, altre giovani tenniste come me stiano giocando molto bene in questo periodo storico e che abbiano la possibilità di giocare questo torneo così prestigioso grazie al fondamentale aiuto e sostegno della IMG. Ovviamente anche Erika è sempre stata per me fonte di aiuto con preziosi consigli ma anche come costante sorgente di feedback motivazionali“, si è espressa così sul rapporto con la sorella e su come è nata e si è evoluta la loro reciproca esperienza con l’universo della racchetta.

Facendo riemergere gli inizi giovanili – si fa per dire parlando di una 15enne – e l’approccio con l’agonismo, Mirra dopo le prime avventure targate tennis nella regione madre, la Siberia, si è dapprima trasferita a Sochi per poi successivamente spiccare definitivamente il volo lasciando la Russia e approdando a Cannes in Francia. Una nuova base operativa, sotto la supervisione dell’accoppiata Jean-René Lisnard e Jean-Christophe Faurel; quest’ultimo abituato a maneggiare brillanti diamanti ancora da sgrezzare che hanno nella precocità il loro fiore all’occhiello: in precedenza ha infatti seguito Cori Gauff, un altro fenomeno sbocciato in fase adolescenziale.

Sapevamo che Daniil Medvedev si era allenato a Cannes, una volta lasciata la Russia. Il nostro agente prospettò a me e mia sorella due accademie, la scelta era tra la Rafa Nadal Academy e Cannes. Alla fine abbiamo optato per la seconda, abbiamo provato una settimana e ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo deciso di lavorare con loro perennemente dall’inizio del 2022“, così Andreeva ha spiegato in che modo è stata presa la decisione sull’accademia europea dove trasferirsi per affinare il proprio talento e quello della sorella maggiore.

Quindi Mirra ed Erika sono sempre cresciute assieme, non solo sul piano umano ma anche tennistico. Tanti sono stati gli allenamenti in cui hanno diviso il campo come due rivali qualsiasi. Alla richiesta dei giornalisti di confrontare e mettere a paragone il proprio stile di gioco con quello della sorella, beh anche in questo caso la risposta è quasi lapidaria: se Mirra si considera la “Ons Jabeur” della famiglia, dunque quella più talentuosa in termini di tocco e creatività, Erika è una piccola “Iga Swiatek“, insomma la più concreta e pragmatica in casa Andreeva, quella che dà più importanza alla sostanza che a svolazzi pindarici di effimera bellezza.

Ora sarebbe interessante capire chi la spunterebbe se giocassimo l’una contro l’altra in un match WTA. Non saprei davvero chi potrebbe vincere. Penso che quando accadrà, la prima volta vincerebbe sicuramente lei perché ha più esperienza di me. Ma ci conosciamo bene, sappiamo tutto l’una del gioco dell’altra. Se le dovessi fare qualche drop shot, lei scatterebbe in avanti con 20 secondi di anticipo perché sarebbe a conoscenza delle mie intenzioni in quella specifica situazione di gioco“. Adesso non vediamo quindi l’ora che questa sfida tra le sorelle Andreeva vada in porto il prima possibile, per goderci lo spettacolo di uno scontro fra opposti modi di intendere il gioco del tennis che non può che far sperare in una bella partita.

Ecco intanto cinque domande poste dal sito WTA a cui Andreeva ha risposto.

Perché hai scelto il tennis?

In realtà, non ho scelto io di praticare questo sport, lo ha fatto mia madre. Sono però davvero felice che lo abbia fatto perché onestamente quando i miei allenatori mi danno cinque giorni di riposo, non riesco a pensare a nient’altro che non sia il tennis. Sono davvero felice che mia madre abbia scelto questo sport perché sento di appartenerci.“.

Cosa significa per te la tua prima vittoria WTA?

“Dopo essere stata protagonista di due grandi settimane in Svizzera, sono arrivata qui a Madrid con una buona dose fiducia, le vittorie in questo torneo non possono che aumentarla ulteriormente”.

Hai ancora intenzione di giocare agli eventi junior?

Ho dei limiti che non posso aggirare [a causa della regola di ammissibilità dell’età del circuito WTA], quindi non posso partecipare ad un numero di eventi del Tour principale maggiore di quello che mi viene consentito. Quindi penso che quest’anno dovrò necessariamente continuare a giocare alcuni grandi tornei junior, forse solo gli Slam ma non so ancora nulla di certo in merito alla mia programmazione futura“.

Qual è il tuo colpo preferito?

Con il mio team abbiamo lavorato molto sul mio dritto. Ma per ora, è indiscutibile che sia il rovescio la mia arma migliore, specialmente il rovescio lungolinea. Forse tuttavia dopo questa settimana, ti dirò il mio servizio perché oggi [ieri, ndr] ho fatto cinque aces. Qui a Madrid, il mio servizio sta funzionando in maniera fantastica e mi auguro che possa proseguire su questi standard per il resto del torneo“.

Com’è stato partecipare al tuo primo WTA 1000?

E’ stato molto strano perché è solamente il mio secondo torneo WTA e il mio primo è stato a Monastir, dove però non c’erano ai nastri di partenza le migliori giocatrici del circuito. Qui quasi ogni giorno vedo un campione che immenso che ha scritto pagine importanti recenti e non della storia di questo sporto, da Andy Murray a Daniil Medvedev per esempio. Mi salutano e io dico: ‘Wow, come mai mi conoscono?’ Quindi, sì, è davvero tutto fantastico“.

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