Novak Djokovic: “Ho perso la fiducia nei media e in alcuni colleghi”. Su Roger e Rafa: “Tra rivali non è possibile essere amici”

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Novak Djokovic: “Ho perso la fiducia nei media e in alcuni colleghi”. Su Roger e Rafa: “Tra rivali non è possibile essere amici”

L’intervista concessa dal campione serbo al Corriere della Sera: “Non sono mai stato amico di Federer, ma nemmeno nemico”

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Novak Djokovic – ATP Roma 2023 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)
 

Lunedì 15 maggio sul “Corriere della Sera” è stata pubblicata un’intervista molto approfondita a firma di Aldo Cazzullo a Novak Djokovic. Il giocatore serbo ha parlato di vari temi: dall’infanzia, al tennis; dalla famosa questione del vaccino, alla guerra, al rapporto con i rivali.

Interrogato subito sulle sue abilità linguistiche, Nole racconta di parlare senza particolari difficoltà inglese, francese, italiano e spagnolo, ma In campo mi arrabbio in serbo, gioisco in serbo, mi vergogno in serbo. Anche se con lo staff, quando non voglio farmi capire dagli altri, parlo in italiano”.

Parlando della sua infanzia, invece, il numero 1 al mondo rivela un episodio che l’ha segnato profondamente: “Un giorno ero solo nella foresta, avrò avuto dieci anni, e ho incontrato un lupo. Provai una paura profonda. Ci siamo guardati per dieci secondi, i più lunghi della mia vita; poi lui se n’è andato. Provai una sensazione fortissima” – aggiunge il serbo – Il lupo simboleggia il mio carattere: sono molto legato alla famiglia e cerco di essere disponibile con tutti, ma a volte devo stare da solo. Spesso nella vita mi sono ritrovato solo. Sono rimasto connesso con quel lupo, anche perché in Serbia è un animale sacro”.                                                                                       

Il 22 volte campione slam continua sulla sua infanzia, mettendo in luce la “Libertà totale, senza telefoni. Quando calava il sole era il segnale che dovevo tornare a casa. La foresta, la natura sono state fondamentali per la mia formazione. A quattro anni mi regalarono la prima racchetta; ma nessuno di noi aveva mai giocato a tennis. Eravamo una famiglia di sciatori, il nostro idolo era Tomba la bomba”.

Collegatosi al tanto discusso argomento vaccini, Nole racconta di come ha vissuto quel periodo di pressione mediatica. “Ho subìto tutto sulla mia pelle. Molte persone hanno apprezzato che io sia rimasto coerente. Il 95 per cento di quello che è stato scritto e detto in tv di me negli ultimi tre anni è totalmente falso. Io non sono no vax e non ho mai detto in vita mia di esserlo. Non sono neppure pro vax. Sono pro choice: difendo la libertà di scelta. L’ho spiegato una volta alla Bbc, ma hanno eliminato molte frasi, quelle che non facevano comodo. Così non ho mai più parlato di questa storia. Sono rimasto deluso: dai media e da molti colleghi”.

Suo padre si indebitò perché con la guerra aveva perso tutto, anche la pizzeria. Mi fece vedere un biglietto da dieci marchi con i quali pagò la retta della scuole che aveva aperto in Baviera Niki Pilic. Da lì la grande nascita della storia firmata Novak Djokovic che lì incontra la donna della sua vita, Jelena, donna straordinaria conosciuta mentre entrambi giocavano a tennis.

Nole nell’intervista si è soffermato anche sui collegi: “Il rapporto con Federer? Non siamo mai stati amici, tra rivali non è possibile, ma non siamo mai stati nemici. Ho sempre avuto rispetto per Roger”. E su Nadal: “All’inizio siamo andati a cena insieme, ma anche con lui l’amicizia è impossibile. L’ho sempre stimato e ammirato”.

Ma quali sono le partite che ricorda di più? “Quella del 2019 di Wimbledon quando annullai due match-point a Roger. L’altra è stata la battaglia nel 2012 in Australia con Nadal, una battaglia fisica, durata quasi sei ore. Nella maggioranza dei tornei, quando giocavo contro Federer e contro Nadal, il pubblico era contro di me. Mi dicevo: devi sviluppare la forza dentro la tua testa, se no non vinci mai. Ma non è una cosa facile, trasformare il tifo contrario in energia. Non è che funziona sempre. Come diceva Michael Jordan: ho fallito, ho fallito, ho fallito; e ho vinto”.

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