ATP Roma: Hanfmann si fuma Rublev, primo quarto 1000 per il tedesco

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ATP Roma: Hanfmann si fuma Rublev, primo quarto 1000 per il tedesco

Yannick Hanfmann si riprende il break nel terzo e vola ai quarti in attesa di Zvrev-Medvedev. Al danese servono tre ore per battere l’australiano e raggiungere Djokovic

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Yannick Hanfmann - Roma 2023 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)
 

[Q] Y. Hanfmann b. [6] A. Rublev 7-6(5) 4-6 6-4

Martedì nero per i rossi più famosi del Tour agli Internazionali BNL d’Italia. Non è passata mezz’ora dall’ammutolente sconfitta di Jannik Sinner per mano (de piedra?) di F Cerundolo che Andrey Rublev viene battuto in tre set da uno scatenato Hanfmann, che di nome fa Yannick, ma ciò non compensa l’eliminazione dell’azzurro.

Proveniente dalle qualificazioni, l’Uomo della Canapa (Hanf quello significa) ha battuto prima Nico Jarry, poi Taylor Fritz e un Marco Cecchinato in grande spolvero. Questo è il suo secondo main draw in un Masters 1000 in carriera; l’altro è stato Madrid, un paio di settimane fa, dove è arrivato al terzo turno (battendo Musetti) passando sempre per le qualificazioni. Il suo colpo preferito è il rovescio, obiettivamente superiore a quello di Rublev, come Yannick gli è superiore per varietà di soluzioni e aperture di campo, ovviamente – sempre che ci sia bisogno di specificarlo – a un livello di solito molto più basso di quello del top ten moscovita. Ma ha anche un kick che salta tanto, esasperato dalla posizione defilata, quello che ci ha colpito (dopo il nome) fin dalla prima volta che lo abbiamo notato, per tacere delle smorzate di dritto colpendo con l’altra faccia della racchetta. È stato proprio con un drop-shot folle per posizione e punteggio che ha annullato la palla del contro-break quando ha servito per chiudere il match.

Nel primo set Hanfmann è stato inavvicinabile in battuta e, pur non riuscendo a sfruttare tre occasioni in risposta, ha fatto suo il primo set, al tie-break. Esatta e scontata la reazione di Rublev che ha pareggiato il conto dei set e strappato il servizio in apertura di partita finale. Eccoli dunque al punto in cui ci si aspetta che Andrey dilaghi essendoci tutti i requisiti: quello largamente favorito ha portato l’inerzia dalla propria parte, è il top player contro il qualificato, siamo all’Alcaraz contro… Marozsan (ahi).

Invece, contro-break immediato, due game vanno in lotta, il sorpasso di Yannick sembra a un passo, ma potrebbe anche cedere di schianto da un momento all’altro. Una rispostona bimane e succesivo inside-out che lascia fermo l’avversario suggellano il 4-2 Hanfmann che consolida con relativo agio, ma si sa che la parte tosta arriverà al prossimo turno di battuta, perché Rublev non si sposta di sicuro e fa il suo. 5-3,

il numero 101 parte alla carica, ma da destra perde sempre il punto. Da sinistra, però, sfodera kick esterno e dritto vincente in contropiede una, due, tre volte di fila (il terzo dritto è una smorzata millimetrica se non nanometrica giocata da dietro la riga di fondo e fuori dal corridoio sinistro). Il pubblico si spella le mani, Hanfmann chiude con l’inside-in uno scambio ben manovrato con il rovescio: dopo due ore e 32 minuti è match point. Questa volta serve alla T, è un ace e l’Uomo della Canapa vola. Ai quarti, contro Medvedev o Zverev.

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